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Autore: ItsAboutAGirl    27/06/2014    2 recensioni
Annie è una ragazza semplice e innamorata di New York e della vita semplice fatta di emozioni.
Justin è un cantante internazionale a New York di passaggio. Cosa succede se due storie completamente diverse si incontrano?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Scooter Braun
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Entrambi fissavano il soffitto, distesi uno di fianco all'altra.
Annie si chiedeva, curiosa, a cosa stesse pensando lui. E Justin si chiedeva, curioso, a cosa stesse pensando lei. Erano nudi e le loro gambe erano rimaste intrecciate, reduci dal loro secondo atto amoroso, un po più caldo e spinto, rispetto al primo. 
Era stato così bello che entrambi avevano paura di dire qualcosa. Nessuno dei due voleva turbare l'altro dicendo una cazzata, siccome i loro discorsi erano sempre stati accesi fino a quel momento. Però se poi chiarivano in quel modo, non era affatto male. E questo lo pensarono maliziosamente entrambi. 
Erano le sei del pomeriggio. Entrambi non volevano sprecare quelle quattro ore a fissare il soffitto. E potrebbero giurare di avere ancora una voglia infinita, la si sente vibrare nell'aria pesante della stanza, piena di respiro affannoso, sudore, gemiti e rumori. Per scacciare questi pensieri insistenti, Annie si alzò senza dire nulla e andò ad aprire la finestra. Per quanto sarebbe saltata ancora volentieri addosso a Justin, pensava che era meglio spendere le ultime ore in modo serio e decoroso, parlando. Però che sesso fantastico aveva fatto con lui...! Basta. Si mise con il viso fuori dalla finestra abbandonandosi all'aria fresca estiva che si alzava sempre la sera. Poi pensò che era ora di spendere qualche parola, e iniziò a pensare a cosa dire. Potrei spezzare questo silenzio chiedendogli cosa vuole per cena, ma certo! pensò trionfa Annie. Si girò per cercare lo sguardo di Justin, appoggiandosi al davanzale. Era in mutande e prima di dire qualsiasi cosa raccolse la camicia di Justin da terra e se la infilò. Non si sentiva a suo agio a parlare con qualcuno con le tette per aria. Notò che lo sguardo di Justin era su di lei già da prima e pensò con imbarazzo che magari non se n'era mai andato. Era come se quegli occhi color caramello fossero famigliari e meravigliosi allo stesso tempo. Forza, Annie, devi solo chiedergli cosa vuole mangiare a cena. 
- Sei molto sexy con la mia camicia e vorrei prenderti sul davanzale, proprio lì, come sei adesso-
- Cosa vuoi mangiare per cena?- a Annie uscì di getto, perchè ce l'aveva sulla punta della lingua, perchè credeva che lui stesse zitto, perchè aveva pensato a quella frase negli ultimi cinque minuti e quindi, nonostante la frase molto esplicita di Justin, sembrò che lei con quella richiesta, avesse buttato al vento le parole di lui. Come se le volesse ignorare, ma non era così. A sentirle le si era acceso di nuovo il fuoco dentro, come quando quelle labbra la baciavano. Ricadde il silenzio nella stanza. E poi Justin sembrò ingoiare l'accaduto, in qualsiasi modo l'avesse interpretato, e sorrise.
"Ordiniamo cinese take away, ti va?" propose, alzandosi di sua volta e, dandole le spalle, si infilò i boxer. 
Annie guardò con attenzione la schiena ricurva di Justin intento a vestirsi, fece passare il suo sguardo lungo le braccia tatuate che l'avevano posseduta e all'improvviso fece una cosa. Non era da lei, timida com'era, ma non era del tutto cosciente. Era come se fosse telecomandata a distanza dalle sue emozioni. Si avvicinò lentamente alle spalle di Justin, le sfiorò con le mani. Lui ebbe un sussulto seguito dall'impulso di girarsi, ma qualcosa lo fermò. Forse intravide lo sguardo di Annie, che era calmo, pacifico, avido. Decide di lasciarla fare. 
Lei iniziò ad accarezzargli le spalle, la schiena e le braccia. Sostituì poi le mani con le labbra, e iniziò a baciare il suo dorso spesso, sentendo i muscoli irrigidirsi. Intanto si tolse la camicia ritrovandosi a petto nudo. Allora afferrò di nuovo le sue braccia e si spinse su di lui, e lo abbracciò da dietro. Erano di nuovo immobili, il seno di Annie spremuto dolcemente sulla schiena di Justin. Lei poteva sentire i battiti del cuore di lui, veloci e scostanti, e lui cercava di stare calmo sentendo le sue grazie appoggiate sulle sue spalle. Annie non era brava con le parole dolci. Voleva far capire a Justin che non aveva spazzato via la sua frase di prima, ma che era solo impacciata e timida da dire una cavolata frettolosa. Allora, invece che dirglielo, decise di farglielo sentire. E le sembrò che lui avesse capito, lo sentì eccitarsi ancora, e sorridere. 
"Cinese take away, va benissimo" sussurrò Annie con un orecchio appoggiato sul dorso di Justin, ancora in quella posizione. 


Il campanello suonò alle otto di sera, preciso. 
"Ehi, no! Che fai? Apro io, non voglio che ti riconosca il cinese!" lo ammonì Annie mentre tentava di spingerlo in cucina, lontano dall'ingresso e da occhi indiscreti, anche fossero a mandorla. 
"Ok ok, però voglio pagare io, tieni" sbuffò Justin schiaffandole una banconota in mano prima che lei potesse protestare o fare qualche scena. Il campanello suonò ancora. Che impazienti questi cinesi!


"Adoro!" esclamò Justin sorridendo con la bocca piena di riso e pollo. Annie annuì siccome ce l'aveva ancora più piena e rischiava di incombere in un effetto bomba. Justin la trovava buffa, non aveva mai conosciuto una ragazza così timida tanto da sfociare, a volte, in atteggiamenti di difesa che però la facevano passare per pazza isterica, ma non curarsi del fatto di darsi un contegno di fronte ad un ragazzo, mentre mangiava. Questo lo trovava troppo divertente e a volte si imbambolava a fissarla mentre divorava cibo. Si, perchè Annie non conosceva il mangiare lento, soprattutto se la fame era tanta. Lei divorava, vorace, fino a quando si sentiva piena. Il che accadeva presto, siccome quella foga la portava a riempirsi subito, con poco cibo. Inoltre, così piccolina, per saziarsi le bastava poco. Un perfetto piatto di riso con pollo in salsa agrodolce e piccante! 
Anche Justin trangugiò veloce il suo cibo e in poco più di quarantacinque minuti di riso e pollo non ne era rimasta alcuna traccia. 
"Quanto amo la sensazione di fame che viene soddisfatta?" ansimò Annie, con l'ultimo boccone in bocca, un po affiatata, massaggiandosi la pancia gonfia di cibo. 
"E questo è nulla, dovresti vedermi quando mangio sushi..." disse Justin.
"Oddio, io adoro il sushi! E lo mangio senza ritegno!" squittì Annie con gli occhi a forma di cuore al solo pensiero. 
"Davvero? Allora andiamo a mangiarlo insieme, una sera di queste."
"Una...una sera di queste?" balbettò Annie, confusa. Per un attimo pensò che lo shopping non fosse l'ultima volta che avrebbe visto Justin. Ma poi si rese conto che era impossibile, lui aveva sicuramente da fare, non avrebbe avuto mai e poi mai il tempo di uscire a cena con lei. 
"Si, perchè no? Se vuoi stare più tranquilla vengo qui e lo ordiniamo, ma ti porto volentieri anche fuori, scegli tu" spiegò lui calmo. Annie ordinò i suoi pensieri. Ok, lui voleva rivederla, cosa sbagliatissima alla quale lei però non avrebbe mai rinunciato. Maledizione. 
"Se conosci qualche sushi valido in città andiamoci, così lo tengo a mente per il futuro, non ne ho ancora trovato nessuno che mi piaccia, qui" disse tutto d'un fiato sperando di sembrare il più naturale possibile. Se non era in grado di porre fine a quel loro strano gioco, poteva almeno decidere saggiamente di stare fuori casa, così da non cedere a tentazioni pericolose. Un conto è soddisfare una forte attrazione, una volta, per poterla mettere a tacere. Un conto è approfittarne e far si che diventi un vizio. Un vizio è poi difficile e frustrante levarselo, e se si tratta di sesso con una super star è praticamente impossibile. Quindi, a malincuore, prese la decisione di passare un'altra serata con lui, se non avesse cambiato idea, ma fuori. E lui accettò, senza dar segno di aver intuito il ragionamento sconnesso e folle di Annie. 

Alle undici in punto erano fermi in macchina davanti all'entrata del negozio di Annie, in attesa di Mary e Scooter. Le luci, dentro, erano spente.
"Sono in ritardo quei due, non ci credo!" esclamò Annie senza smettere di pensarli in varie posizioni del kamasutra. 
"Arriveranno, tranquilla. Tu dici che hanno...?" chiese Justin, lasciando a metà la frase continuandola con un gesto della mano inequivocabile.
"Non lo so. Dipende cosa è successo ieri sera dopo che ce ne siamo andati. Magari hanno chiacchierato, si sono scambiati il numero e stamattina si sono rivisti. Oppure son stati insieme tutta la notte e...O mio Dio!" Annie non finì la frase perché la sua attenzione fu rapita dalle luci del negozio che piano piano si stavano accendendo, segno che qualcuno dentro c'era, nonostante da li non fosse entrato nessuno.
"Oppure da questo negozio non sono mai usciti. Avete almeno un divano comodo da qualche parte per poter...?" Justin rise di gusto facendo ancora quel gesto con la mano, mentre si apprestava a uscire dall'auto e ad andare incontro all'entrata dove intanto erano spuntati, sorridenti e allegri, Mary e Scooter. Intanto Annie fissava la scena a bocca aperta dalla macchina, immobile, e l'unica cosa che pensò è che da ora in poi si sarebbe dovuta ricordare di non coricarsi mai più in pausa sul divano in sala ristoro. 
Terminati i saluti alquanto imbarazzanti, Mary assunse la sua aria da professionista, pronta a mettere tutto da parte e a servire i suoi clienti come fossero gente qualsiasi, importante, ma qualsiasi. Annie decise di non stare al gioco.
"Perfetto, allora, signori, se volete seguirmi nel reparto uomo vi mostro tutta la nuova collezione autunno/inverno..." comiciò Mary.
"Hanno già visto ieri dov'è il reparto uomo, Mary, o ve lo siete già dimenticato?" Annie la interruppe un pò bruscamente e Justin trattenne una risata prima di annuire veloce con la testa in risposta. Ormai sapeva dove l'irritazione di Annie poteva arrivare, la cosa al momento lo avrebbe divertito ma pensò che era meglio non infierire. Ma Annie non era nervosa o arrabbiata. Era solo curiosa di parlare con Mary e il suo far finta di nulla le dava fastidio. Scooter sembrò afferrare all'istante e inscenò un finto interesse per delle giacche, allora Justin lo seguì interessandosi a delle magliette. 
"Allora?" incalzò Annie andando vicino a Mary in modo da poter parlare tranquille finchè uno dei due effettivamente non avrebbe avuto bisogno di consigli. 
"Allora cosa? Guarda che, qualsiasi cosa tu pensi, dobbiamo svolgere bene il nostro lavoro." la ammonì Mary a denti stretti lanciando una occhiata alle telecamere. 
"Cosa? Mary! Siamo amiche, al di la di tutto. Dalle telecamere sembrerà che tu abbia fatto una breve introduzione a questi due che ora, tranquilli senza noi due avvoltoi addosso stanno guardando in giro, stai serena! O non vuoi dirmi nulla?" cantilenò Annie tra il divertito e l'irritato. 
"Questa cosa richiede riservatezza, anche se non è nulla di che" rispose Mary facendo l'occhiolino.
"A me lo dici? La mia cosa di riservatezza ne richiede a quintalate, ma a te lo direi!" si lamentò Annie.
"Dirmi cosa?" 
"Non rigirare la frittata, Mary Donat!" le puntò il dito contro, minacciosa. Mary scacciò via il dito lanciando altre occhiate alle telecamere. Dopo guardò Justin e Scooter che si erano allontanati e discutevano insieme di jeans. Sospirò.
"Ok, va bene, d'accordo." sbuffò. "Ieri sera ve ne siete andati, noi abbiamo visto e distrutto il filmato, e poi eravamo entrambi affamati così siamo andati con un taxi in una zona tranquilla a mangiarci un panino, una parola tira l'altra...una birra tira l'altra...poi avevo dimenticato il telefono in cassa e sono dovuta tornare qui. Lui mi ha gentilmente accompagnato, eravamo un po alticci, lo ammetto e..." 
"E non devo mai più sedermi sul divano in sala ristoro, vero?!"
"Brava!" 
Scoppiarono a ridere come due sceme e i due subito le guardarono con aria perplessa e poi sorrisero. Forse anche loro si stavano raccontando le stesse cose. Be, certo, in modo diverso. Un uomo, Scooter, potrebbe raccontarla così "Alla fine dopo quell'hot dog afrodisiaco siamo tornati in negozio e l'ho posseduta di brutto su un divano li dietro le quinte del negozio, bella zio!". Si sa, gli uomini hanno decisamente meno tatto. 
"Adesso tocca a te." Disse Mary una volta riso di gusto.
"Be, per farla breve, più o meno è andata come è andata a te. Ma a casa mia, sul mio letto" rispose Annie divertita da quella sensazione. 
"Mary! Ma le telecamere?" Annie si ricordò e le venne un colpo al cuore. Ma Mary sorrise e non ci fu bisogno di rispondere che le avevano già sistemate. Fatti i commenti del caso entrambe si avvicinarono ai due ragazzi, pronte a fare il loro lavoro, perchè va bene che avevano passato tutti e quattro una notte assai piacevole, ma era arrivata l'ora di far incassare qualche bel soldo al loro negozio. 

Quindicimila dollari fu l'incasso che Annie registrò chiudendo cassa alle due di quella notte. Era soddisfatta e lo sarebbero stati anche ai piani alti. In media, comunque, il loro negozio incassava cinquantamila dollari al giorno. Gli acquisti di Justin potrebbero sembrare pochi, ma valutando che ha acquistato solo per lui e che i loro prezzi sono molto bassi, esce un'ottima e soddisfacente cifra. Anche Mary era soddisfatta. Insieme a Scooter e Justin, aspettava Annie fuori, per chiudere. 
Annie spense tutte le luci e dando un'ultima occhiata, uscì. 
Fuori dal negozio la via non era deserta ma sembrava ci si potesse stare tranquilli. Annie si aggiunse al terzetto serena e Justin con un movimento naturale del braccio le cinse le spalle e le diede un lieve bacio sulla testa. Annie sentì il cuore rimbalzarle nel petto, e lanciò una occhiata timida e imbarazzata a Scooter e Mary che non avevano smesso di sorridere, soprattutto Mary. A Annie. 
Una macchina carica di buste era già partita e un'altra nera era li per Justin e Scooter. Annie attendeva il momento dei saluti con una triste ansia. Non sapeva come sarebbero avvenuti. Justin voleva ancora portarla a mangiare sushi una sera di quelle? O se ne sarebbe andato senza dirle nulla? 
Il secondo lieve bacio sulla testa non tardò ad arrivare, e con esso uno strano e accecante flash che illuminò tutto a giorno. Le immagini seguenti furono sconnesse e confuse. 
Annie sentì il braccio di Justin staccarsi bruscamente dalla sua vita e, anzi, quasi spingerla leggermente lontana da lui, cosa che poi Scooter fece molto più deciso. Infatti, anche lui si stacco da Mary e si fiondò di getto tra Justin e Annie, spingendola lontana, e facendo da schermo a Justin che intanto aveva alzato le braccia al volto, e senza voltarsi indietro indietreggiava veloce verso la sua auto. Anche Scooter, spingeva via il paparazzo con forza e con parole poco gentili, e spingeva dietro Justin per spronarlo a salire in macchina. Justin sparì dentro l'auto nera senza guardarla. Annie fissava la scena in trance, abbagliata dal flash. 
"Mary!!!" sentì Scooter urlare il nome della sua amica, e guardarla con insistenza indicando Annie. Allora poi Annie si sentì afferrare dalle mani di Mary che la trascinò in mezzo alla strada e fece fermare un taxi al volo. Si fiondarono dentro entrambe e un secondo paparazzo cercava di impedir loro di chiudere la portiera, scattando quelle che sembravano mille foto al secondo e facendo domande a raffica: chi siete? Cosa fate nella vita? Sei la nuova fiamma di Justin? Cosa ne pensi di Selena Gomez e di chi dichiara che Justin ne sia ancora innamorato? Tu lo ami? 
Annie era confusa, si sentiva bombardata, si sentiva violata e in un attimo tornò in se: attaccati dai paparazzi, Justin e Scooter se ne erano andati a gambe levate, senza voltarsi indietro, ed ora stavano attaccando lei e Mary. Con tutta la forza che poteva avere tirò la portiera finchè finalmente si chiuse. 
Cinque minuti dopo le luci di New York sfrecciavano dal finestrino, e loro non si erano dette nulla. 
Annie teneva la fronte sul finestrino e dal tragitto capì che Mary aveva dato indicazioni al tassista di portare prima lei a Staten Island. Ne era grata. I pensieri le fecero venire un grosso mal di testa. 
Si stava giusto domandando come sarebbero stati i saluti, senza nemmeno rendersi conto che avrebbe dovuto aspettarselo che con gente come loro, i saluti sono rari. Non solo non avrebbe mai saputo se Justin fosse stato ancora dell'idea di portarla fuori a mangiar sushi, ma non lo avrebbe mai nemmeno salutato. 
Mary, secondo lei, stava pensando più o meno le stesse cose. Era triste, ma le sorrideva, come a dire "suvvia, cosa ti aspettavi?".
Annie fu grata anche al tassista che non fece domande sulla scena. Le scrutava solo dallo specchietto, curioso, ma rispettoso. 
"Non voglio pensare a che notizia potrà uscire domani" fu l'unica cosa che disse Mary una volta arrivate sotto casa di Annie. Annie fece spallucce. Non le importava a dire la verità. La fine drastica di quella vicenda l'aveva lasciata perplessa. Odiava lasciare le cose in sospeso. Avrebbe voluto che lui si voltasse e lei sarebbe stata pronta a dirgli, almeno, ciao, è stato bello, tante care cose. Invece nulla, nemmeno il piacere di mandarsi a cagare. 

Fece fatica ad addormentarsi, quella notte. Era inquieta. Era arrabbiata perchè quella improvvisa situazione non le aveva permesso di chiarire alcuni concetti con Justin, ovvero: arrivederci o a mai più? Ma lei lo sapeva. I paparazzi erano una colonna portante, presente e viva nella vita di Justin. Comparire in foto vicino a lei non avrebbe giovato alla sua immagine. Si vedeva da come era scappato e da come l'aveva allontanata. Era un "a mai più".
Prima di addormentarsi sentì arrivare un sms, era di Mary, e lo lesse: sa dove abiti, sa dove trovarti se per caso un sentimento è più importante dell'immagine. 
Annie sorrise. Si sentì rincuorata di avere intorno delle belle persone. Talmente rincuorata che si addormentò con un sorriso sulle labbra, ingoiando con consapevolezza il "a mai più" di cui si era convinta. 
  
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