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Autore: I aint bothered    21/08/2008    5 recensioni
Cari lettori, è la prima volta che mi cimento a scrivere una storia sui gemelli Weasley, quindi non sono un'esperta. buona lettura! E spero che Vi piaccia!!
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non potrò mai dimenticare la sensazione che provai la prima volta che tornai nella mia stanza dopo quel giorno.

La terribile impressione di essere solo non tardò ad arrivare.

Vedere il suo letto, vuoto, dava un senso di desolazione, e sapere che non sarebbe stato mai più occupato, ancora di più.

Girando lo sguardo per la camera, come se non l’avessi mai vista prima, notai subito la foto attaccata al nostro armadio con un pezzetto di scotch.

Non appena la vidi non potei fare a meno di lasciar cadere una lacrima.

Due bambini coi capelli rossi, identici, ridevano contenti mentre si abbracciavano.

Eravamo io e mio fratello Fred.

Non ebbi il coraggio di toccarla, come per paura che scomparisse. Era il mio piccolo tesoro e non avevo intenzione di rovinarlo o perderlo.

Istintivamente mi portai alla scrivania e mi sedetti sulla sedia. Mentre asciugavo le lacrime cadute sul piano del tavolo notai che il suo cassettino era leggermente aperto.

‘Normale.’ Pensai, perché io e lui eravamo tipi molto disordinati e capitava molto spesso che uscendo di fretta lasciavamo i cassetti mezzi aperti. Ma poi realizzai che generalmente passava la mamma a mettere in ordine, e lasciava tutto perfetto, compresi i cassetti, che quando tornavamo trovavamo sempre chiusi.

Ma stavolta no.

Era come lo aveva lasciato lui l’ultima volta.

Ebbi un tuffo al cuore a questo pensiero.

Ero combattuto.

Da una parte non lo volevo aprire, perché volevo che restasse come lo aveva lasciato lui. Dall’altra, però, ero molto curioso di sapere qual’era l’ultima cosa che Fred avesse fatto.

Decisi di aprirlo, dopotutto sono pur sempre George, e nel mio carattere ha un ruolo molto importante la curiosità, come in mio fratello.

Eravamo uguali non solo nell’aspetto fisico, ma anche in questo.

Aprendo piano quel cassetto, con accurata delicatezza, la mia attenzione fu catturata immediatamente da un pezzetto di carta colorata rossa, la nostra preferita, che spiccava in mezzo alla miriade di cose presenti in quel cassetto, che conoscevo a memoria.

Presi il biglietto e con un movimento meccanico lo aprii.

Scoppiai subito a piangere quando lessi il contenuto. Lacrime che asciugai subito per paura che cadendo sul foglio potessero sbiadire la scritta.

Ciao fratellone, è il tuo Fred che parla,

non chiedermi perché ti ho fatto questo regalo

perché non lo so nemmeno io. Scherzo!

L’ho visto e ho pensato subito a te, alla tua urgente

necessità. Spero che ti piaccia, te l’ho fatto pure

personalizzare! Ah! Che fratello che hai, eh?

Che modesto che sono!

Cavolo! Mi è caduta della cioccolata sul biglietto!

Stupida abitudine di mangiare mentre scrivo!

Speriamo che non la veda Remus… lo so, sono stronzo a volte.

Comunque, tornando a noi è una cosa che

ti sarà molto utile.

                                               Un abbraccio, tuo fratello Fred.

PS: Quando dicevo che ti sarà molto utile non mi riferivo a una protesi per il tuo orecchio.

Quando lo lessi per la seconda volta quasi riuscii a ridere alle sue battute, che mi mancavano da morire. Poi pensai bene a quello che c’era scritto, alla parte “seria” del biglietto: parlava di un regalo per me, ma non vedevo nessun pacchetto. Poi sostando alcune cose vidi della carta da regalo vuota, inutilizzata. Evidentemente non mi aveva mai dato il suo pensiero perché ancora lo doveva impacchettare. E quindi come lo avrei trovato?

Rilessi per l’ennesima volta il suo biglietto, scritto con quella grafia disordinata tipica di me e di lui, grafia che me lo fece sentire vicino.

Te l’ho fatto pure personalizzare! aveva scritto.

Dunque dovevo cercare qualcosa di utile e di personalizzato al tempo stesso. Conoscendo Fred non persi tempo a cercare in 10.000 posti diversi nella stanza, come avrebbe fatto chiunque altro, ma rimasi invece dov’ero e cercai bene nel cassetto, vicino alla carta da regalo. L’unica cosa nuova che trovai nel suo cassetto, l’unica cosa che non avevo mai visto prima era una bacchetta.

La guardai bene e vidi nel manico incise le parole:

George Weasly, da suo fratello Fred.

Era lui. Il mio regalo. Ecco perché non aveva mai voluto che comprassi una bacchetta nuova, dopo che l’ebbi rotta.

“Grazie Fred, fratellino mio. Sei mitico.” Dissi piano sperando che lui mi potesse sentire. La riposi con cura nella custodia dove lui teneva la sua e la fissai bene alla cinghia del pantalone. La carta da regalo la conservai nel suo cassetto e il biglietto lo attaccai all’armadio vicino alla foto.

Mi distesi nel mio letto, il suo non volevo toccarlo, e cercai di rilassare la mente.

Cominciai a ricordare….

“George! Sveglia! È il nostro compleanno!” mi urlava Fred nell’orecchio mentre mi scuoteva. Gli diedi un pugno leggero sul braccio.

“Cosa?”

“Sì, compleanno! Hai presente? Quella cosa che viene una volta all’anno?

Oggi io e tu facciamo 17 anni e diventiamo maggiorenni! Possiamo usare la magia pure fuori da Hogwarts! Non è fantastico??” parlò con euforia.

“Sì, mitico! Ora sì che possiamo fare uscire pazza la mamma!”.

“Si vede che sei mio fratello… sapevo che avresti capito a cosa mi riferivo!”

Entrambi ridevamo contenti. Avevamo raggiunto un traguardo che ambivamo da tanto tempo.

“Ora la mamma non potrà più interferire con i nostri Tiri Vispi…” stavo dicendo, ma lui capendo, continuò per me.

“Perché siamo diciassettenni!”

Capii di essermi addormentato perché all’ improvviso ci fu un repentino cambio di scena.

Eravamo a Hogwarts, io e Fred.

Vedevo intorno a noi persone che combattevano, alcune le conoscevo personalmente, altre di vista. All’improvviso vidi Fred combattere accanto a mio fratello Percy contro alcuni Mangiamorte, tra cui O’Tusoe.

Mi resi conto immediatamente di cosa stava succedendo, e sentii il sangue che si gelava nelle vene.

“Fred! Percy! Scappate!” urlai, ma non si spostarono.

“Fred! Ti prego! Percy, venite qua!”, ma non si voltarono nemmeno, evidentemente non potevano sentirmi.

Vidi il mio gemello sorridere, probabilmente per la battuta di Perce, e corsi per avvicinarmi a loro, volevo trascinarli via.

Ma non appena cominciai a muovermi ecco che accadde il finimondo.

Urla, fumo e un rumore assordante furono le uniche cose che percepii.

Quando la nube fu quasi del tutto dissolta notai Harry, Ron, Hermione e Percy vicino a un corpo, a terra. Non vedevo Fred e cominciai a tremare.

Decisi di avvicinarmi a cercarlo, ma appena fui vicino sentii Percy gridare invocando il nome di mio fratello.

Sperai che potesse essere solo ferito, anche gravemente, ma vivo.

E invece no.

Mi avvicinai a lui e l’ultima cosa che vidi fu il riflesso di un’espressione divertita sul suo volto sempre allegro.

Mi svegliai di soprassalto sudato e con le lacrime agli occhi. Era l’incubo che mi perseguitava da quando seppi della sua scomparsa. Mi faceva stare così male, che oramai avevo paura di dormire.

   
 
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