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Autore: belikeunicorns    27/06/2014    1 recensioni
Lea, una ragazza di 15 anni, attende impaziente che il ragazzo giusto bussi alla sua porta. Dopo che Theo, un suo compagno di classe per cui aveva una cotta, le ha spezzato senza pietà il cuore, decide di arrendersi definitivamente e di cancellarlo una volta per tutte sia dalla testa, sia dal cuore. Ma basterà anche solamente un gesto dolce nei suoi confronti da parte di Theo a rovinare i suoi piani per dimenticarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Era il mio turno nel digitare al computer alcune frasi per la parte scritta del progetto di scienze che avremmo dovuto consegnare la settimana prossima e a un certo punto notai che Theo, il mio compagno di progetto, mi guardava con una malinconica dolcezza sul volto.
-Che c'è?- chiesi fermando il mio lavoro e guardandolo neglio occhi con poca attenzione. 
-Niente.- rispose sintetico distogliendo lo sguardo dal mio verso lo schermo del computer.
Quello che faceva non mi interessava così tanto, così, senza chiedere altro, tornai a battere le dita sulla tastiera del mio portatile. Dopo qualche secondo notai che Theo mi dava occhiate di sfuggita non so quante volte per non so quanto tempo. Alla fine mi spazientii.
-Ora dimmi cosa c'è che non va.- chiesi, anzi, ordinai.
-Sei tu, mi rendi... Confuso- rispose lasciandosi cadere sullo schienale della sedia.
Aggrottai la fronte, sbattei un paio di volte le ciglia e con un respiro tornai al mio lavoro dicendo:-Dico sul serio, dimmi cosa c'è che non va perché sono sicura che io non sono un tuo problema. Per lo più sei tu che in questo momento mi stai rendendo confusa.-
-Perché no?- chiese.
-Perché non ci conosciamo, non per davvero. Voglio dire, come fa una persona di cui sai solo il nome e qualche informazione in croce, essere un tuo problema?- spiegai.
-Non lo so... Ma tu fai parte comunque dei miei problemi.-
-Mi stai prendendo per il culo vero?- dissi -Senti, io non ho voglia di scherzare Abbiamo un progetto da completare entro cinque giorni, perciò cerca di non farmi innervosire per le prossime ore. Okay? Okay.-
E in quel momento non lo so proprio cosa sia successo, so solo che a un certo punto si è avvicinato a me e mi ha baciata inaspettatamente.
Quando tolse le sue labbra dalle mie l'unica cosa che riuscii a vedere erano i suoi occhi. 
Dio, quanto sono belli i suoi occhi castani.
Le farfalle nello stomaco mi pervadevano. Erano troppe, come se un esercito di loro si fosse annidiato dentro il mio stomaco pronto per attaccarlo e farlo esplodere. Io proprio non lo sapevo perché lo avesse fatto, non lo sapevo prioprio. In tutti questi anni non mi ha mai calcolata se non per i compiti o per chiacchierare- cosa che succedeva raramente- insieme.
Volevo dire qualcosa, ma non una cosa qualsiasi, una cosa importante. Volevo aprirgli il mio cuore e svelargli cosa provavo veramente per lui, ma ovviamente le parole non si decidevano di uscire. Dopo quell'imbarazzante silenzio tornammo senza dire niente al nostro lavoro, come se niente fosse accaduto. Era il 15 Febbraio, un sabato e mi ricordo che il giorno prima era San Valentino, una festa che odio non solo perché non ricevo mai niente di niente dalla bellezza di 15 anni, ma anche perché credo che sia una festa inutile.Una persona dovrebbe dimostrare di amare il suo partner tutti i giorni, nessuna eccezione, e non solamente in una festa del genere che capita solo una volta l'anno.
Finita la parte scritta del progetto, Theo se ne andò senza aggiungere niente e quella sera Sophie, la mia migliore amica, mi chiamò.
-DIO!- urlò dal telefono -Quanto odio Elizabeth!-
-Per prima cosa, se urli di nuovo al telefono, ti riattacco. Secondo, come mai? Che cos'ha fatto stavolta?- chiesi.
-E' che ieri ha costretto Charlie a regalarle delle rose e poi se n'è vantata! Ti rendi conto?! - spiegò cercando di mantenere il più possibile la calme.
-Lo dici perché ti piace Charlie e non ti ha dato nessuna rosa oppure perché trovi spregevole che Elizabeth faccia tutte le volte così?- domandai.
-Entrambe- rispose seria per poi scoppiare a ridere - Il lato positivo è che questo pomeriggio sono uscita con lui ed è stata quasi una cosa fantastica!-
-Ehm... "Quasi"?- Chiesi.
-Purtroppo si...- rispose dispiaciuta. Dopodiché inizò a raccontarmi come era andata e il perche del suo "quasi", mentre io intanto mi immaginavo solamente la scena:
Loro due soli, vicini. Dopo una breve discussione cala il silenzio. L'unica cosa che lo interrompe è il rumore del vento che passa tra gli alberi facendo frusciare le foglie e tra di loro sfiorando delicatamente sulle guance rosee. Sguardi bassi, cuore in gola e la mente impastata da un casino di sentimenti che nessuno di loro due riesce a descrivere a parole. Entrambi sono migliori amici l'uno dell'altra, ma questo complica le cose tra loro in fatto di sentimenti. Alzano lo sguardo e per qualche secondo si guardano negli occhi. Lui esita, lei è indecisa, ma decide comunque di fare quello che voleva fare da tempo. Voleva baciarlo, perché il suo primo bacio voleva daro a lui, un comune ragazzo speciale che le è rimasto a fianco da una giovane età ormai lontana. Sono vicini, sguardi appiccicati e finalmente le loro labbra si toccano. Si baciano. Ma quello che poteva sembrare una realtà era solo un sogno che poteva essere realizzato solo grazie a un coraggio che nessuno dei due sarebbe riuscito mai a vedere.
Quando finì di raccontarmi della sua uscita quasi perfetta, ci rimasi male. Decisi così comunque di raccontarle l'acccaduto con Theo, m cercai di sdrammatizzare il più possibile in modo da non farla star male per me.
Passò la domenica e poi arrivò un altro stramaledetto e infernale Lunedì. A scuola Theo non mi rivolse neanche una parola o uno sguardo e il mio cuore iniziava pian piano a sgretolarsi. Il colpo finale me lo diede lui quello stesso pomeriggio.
Stavo passeggiando da quasi un'ora al parco e a un certo punto lo vidi camminare a testa bassa guardando lo schermo del telefono. Avevo paura di avvicinarmi, mi sentivo intimorita e nervosa allo stesso tempo, ma presi tutto il mio coraggio e decisi di andare da lui.
-Hey...- dissi quasi sussurrando.
-Che c'è?- disse seccato girandosi verso di me riponendo il telefono nella tasca.
-Devo parlarti.- risposi decisa guardandolo negli occhi. 
-E io devo andare, ciao.- rispose freddo e senza aggiungere altro si girò e fece per andarsene, quando lo presi per il braccio e lo rigirai verso di me.
-Sai, io dovrei odiarti. - iniziai decisa mentre lui sembrava sempre di più impaziente -Dovrei odiarti, ma non posso... Sai, fa male che tu mi abbia baciata facendomi sentire amata, felice e poi mi lasci senza spiegazioni cercando di evitarmi in qualsiasi modo e facendo finta di niente.-
-Era solo un bacio.- rispose impassibile - Non significava un bel niente e se anche così fosse per me non avrebbe alcuna minima importanza dato che il soggetto baciato in questione, sei tu.-
-Ma a me importa eccome, ha significato qualcosa...- dissi con voce quasi flebile.
Sentivo un peso sul mio petto che si faceva sempre più pesante, come se volesse perforarmi il torace e, insieme a lui, il mio cuore. 
-Per me no invece. Non ha significato un bel niente.- rispose con voce dura guardandomi dritto negli occhi - Adesso, se non ti dispiace, devo andare. Ciao.- 
E senza aggiungere nient'altro se ne andò lasciandomi col cuore spezzato. Rimasi lì, delusa e con un vuoto infinito nel petto. E in effetti era vero, avrei dovuto proprio odiarlo. Se l'avessi odiato non sarebbe mai riuscito a calpestare il mio cuore.  La cosa però che mi distrusse di più fu la sincerità che aveva mentre mi parlava e quella sua enorme non curanza verso i miei confronti. Alla fine avrei dovuto accettarlo che a lui non importava un bel niente di me. Ma infondo a chi importava veramente?
   
 
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