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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    27/06/2014    5 recensioni
(RIVISITATA)
Non è la solita storia, non è la solita battaglia.
Non sono le principesse ad essere in pericolo e nemmeno i loro principi ed i loro regni: sono i loro nemici a tremare, sono loro a trovarsi dalla parte dei fuggitivi.
La loro vita, la loro esistenza stessa è minaccia da un’entità che si definisce “il Bene” e che, in quanto tale, ha deciso di estirpare ogni male, alla radice stessa.
Un “Bene” che non ha nulla a che vedere con i “Buoni” delle fiabe, ma una creatura del tutto nuova ed implacabile.
Come reagiranno i Cattivi dinnanzi a questa nuova minaccia?
Ed i nostri paladini, da che parte si schiereranno?
A loro non resta che una sola ed umiliante scelta: chiedere, per una volta, l’aiuto di coloro che hanno sempre tentato di ferire in ogni modo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino Autrice:
Bene bene pazienti lettori, questo è il penultimo capitolo della storia!
E per calarvi meglio nell'atmosfera generale, vi consiglio questo
VIDEO (che non ho fatto io ovviamente xD).
Che dire, buona lettura e spero che questo capitolo non vi deluda, ma vi coinvolga sino a leggere anche l'ultimo - appena lo scriverò.

 

Broken Line
 
Sembrava stessero camminando nel nulla, Biancaneve in sella ad un cavallo bianco assieme al principe mentre Grimilde montava uno stallone nero e lucente.
I passi degli zoccoli erano appena percepibili, quello che prima era stato un sentiero di semplici ciottoli era andato divenendo sempre più irreale, violastro quasi, sin quando un sottile strato di fumo grigio non era andato a ricoprirlo.
Gli animali iniziavano ad agitarsi, quello che prima era un bosco cominciava a divenire il nulla.
«Cosa… Cosa sta accadendo?» Domandò preoccupata la principessa dalla pelle bianca come la neve e le labbra rosse come una rosa.
Le sue iridi scure osservavano i dintorni, stringendosi talvolta a Floriant davanti a sé.
La regina, dal canto suo, si limitò ad un accenno di smorfia.
«Qualcuno ha deciso di farci un saluto…» Bisbigliò semplicemente, visibilmente scocciata.
Dal canto loro, i due coniugi sembravano non comprendere appieno la situazione: ciò che gli era stato comunicato era un viaggio in un mondo di vegetazione incontaminata, un bosco precisamente ai piedi di un vulcano ormai dormiente, dove avrebbero dovuto incontrare il benevolo Spirito della Primavera.
Ma il luogo in cui si stavano avventurando non assomigliava lontanamente alla descrizione e alle immagini riportate sui libri.
Era scuro, indefinito, privo di qualsiasi forma di vita concreta al di là di un paio di mostri che parevano volteggiare nel nulla ad una distanza da loro che non poteva esser misurata con precisione.
Il Tartaro.
«Bene bene, ma guarda chi abbiamo qui…» La voce suadente ed ironica di una giovane donna echeggiò tutt’attorno a loro, tanto che Floriant estrasse d’istinto la spada e Biancaneve si strinse ulteriormente a lui.
Grimilde, al contrario, aveva inarcato soltanto un sopracciglio, persino quando quei mostri indefiniti e contornati solo da qualche lucina biancastra avevano cominciato a gironzolargli attorno, neanche fossero dei predatori in procinto di aggredire la preda.
«La messinscena può bastare, Eris. Non abbiamo altro tempo da perdere coi tuoi animaletti
Sentenziò fredda e distaccata come ogni volta, nonostante lanciasse parecchi sguardi scettici nei dintorni: aveva a che fare con una dea, conosceva i rischi che correva, ma dopotutto Malefica non aveva mandato lei casualmente.
Una risata contenuta e divertita seguì quelle parole, mentre un’ombra si palesò alle spalle della dolce coppiettina: abito color prugna, capelli neri che si muovevano in modo indefinito ed occhi vispi dalla sleale furbizia.
«Mi porti il cuore più puro che esista con tanto di anima gemella e non mi lasci emozionare nemmeno un pochetto, Evil Queen?» Rispose con una ironica lagna la dea del caos, con quel solito fare tremendamente affascinante e la contempo immaturo.
Mentre Grimilde volgeva il cavallo verso di lei, Eris aveva già ripreso a volteggiare attorno alla coppietta, divertita nel vedere lo spirito protettivo del principe ed il volto angelicamente intimidito di Biancaneve.
«Sì, ora capisco perché li odi tanto. Sono diabeticamente noiosi.» Sentenziò portandosi teatralmente due dita sotto il mento, come se ci stesse riflettendo per davvero.
Ma Grimilde, naturalmente, aveva ben altro a cui pensare.
«Immagino tu sappia già perché siamo qui e soprattutto dove dobbiamo andare, perciò risparmiaci i convenevoli.» Tagliò corto con la solita superba severità, il volto dai lineamenti impeccabili che rimaneva impassibile.
Sempre maledettamente bella, nonostante tutto.
Eris, dal canto suo, sbuffò e le si avvicinò gradualmente, volteggiando elegantemente su se stessa.
«Certo che lo so… Mi sono divertita molto a vedere la vostra buffa coalizione… Non me la sarei mai aspettata, davvero. Complimenti per essere riusciti a stupirmi, non ci riescono spesso!» Si complimentò con l’aggiunta di un deridente applauso.
Biancaneve e Floriant non mossero un muscolo, mentre la Regina Cattiva inarcava un labbro con fare scocciato.
Le arrivò alle spalle e vi posò sopra le mani, lentamente, provocandole un brivido spiacevole lungo la schiena – ma nemmeno questo fu sufficiente per smuoverla.
«Nemmeno i tuoi poteri potrebbero qualcosa contro una dea… questo lo sai, vero?» La provocò sussurrandole appena all’orecchio.
Grimilde non rispose, socchiuse appena le palpebre in un silenzioso assenso: negare l’evidenza sarebbe stato da ipocriti.
Eris riprese la sua mistica risatina, accennando ad allontanarsi dalla regale donna quando questa proferì di nuovo parola, attirando l’attenzione dei presenti: aveva un obiettivo da portare a termine e lo avrebbe scrupolosamente fatto, come ogni volta.
«…ma so anche che dipendi dagli accordi presi, Eris.» Azzardò accennando ad un lieve sorriso, al quale la dea rispose con una smorfia.
«E avresti un accordo da propormi tanto vantaggioso da convincermi a lasciarvi andare?» Ribatté in un misto di infantile curiosità e palese fare scocciato.
Non le piaceva esser messa alle strette in quel modo, ne valeva del suo orgoglio, ma evidentemente l’astuzia di Grimilde pareva saperla contrastare perfettamente.
Fece un lungo respiro, lo sguardo andò lentamente a spostarsi sulla coppietta davanti a lei, su Biancaneve in particolare: non avrebbe mai smesso di odiarla.
Mai.
«La mia bellezza in cambio della nostra libertà.» Lo disse quasi in un sussurro, fiera ed orgogliosa era consapevole di essere sul punto di perdere davvero ciò che più le importava.
Ed Eris lo sapeva, lo sapeva benissimo: poteva sembrare un’offerta banale, magari anche insignificante, ma si trattava di Grimilde… la matrigna che aveva fatto di tutto, arrivando persino a rovinare se stessa e al tentato omicidio, pur di preservare il proprio corpo ed il proprio aspetto.
La bellezza, per lei, era tutto: il motivo della sua esistenza, del suo vanto, la sua ragione di vita.
Futile o meno che fosse non importava, perché ciò che contava era l’importanza che la Evil Queen le attribuiva.
Un sorriso sadico comparve sul volto della dea del caos, stuzzicata come non mai da quella proposta quando fu Biancaneve a precederla.
«No!» Esclamò di colpo, accennando a scendere dal cavallo con fare convinto. Grimilde palesò una smorfia, mentre Eris pareva particolarmente divertita da quella recitina.
«Non hai voce in capitolo, tu.» Sentenziò, irritata da quella intromissione.
Ma Biancaneve aveva ormai abbandonato il destriero, lasciando il principe con uno sguardo di supplica affinché non la fermasse.
«Non è giusto che soltanto voi paghiate un prezzo così alto.» Replicò senza timore.
Grimilde ne rimase sinceramente colpita, forse per la prima volta in vita sua: odiava quella principessa, più di chiunque altro, e proprio per questo non si sarebbe mai aspettata che proprio lei potesse capirla, comprendere quanto quel sacrifico sarebbe stato terribile per la Regina Cattiva.
Si lanciarono un lungo sguardo, le iridi scure di entrambe parevano scontrarsi senza il minimo rimorso e fu ancora Biancaneve a prendere iniziativa, volgendosi alla dea con quell’espressione innocente che da sempre l’aveva caratterizzata.
«Il patto che vi propongo. Anzi, che vi proponiamo…» Affermò volgendo sempre una rapida occhiata a Grimilde, quasi a controllare che non le venisse voglia di ucciderla in quel preciso istante.
Ma la Regina, stranamente, la lasciò parlare: in fondo se la sua pena veniva ridotta ci avrebbe solo guadagnato, era evidente, ma il motivo del suo silenzio era un altro.
«…è di prendere metà della bellezza di entrambe. In cambio, ci lascerete passare.» Propose.
Un inquietante silenzio invase quel luogo inanimato ed ambiguo, almeno sin quando Eris non scoppiò in una ironica e sadica risata, incidendo una “X” sul proprio petto, appena sotto al spalla.
«E’ un piacere fare affari con voi, umani…» E proseguì la sua risata, mentre la pelle di Grimilde andava raggrinzendosi ed il perfetto volto di Biancaneve deformandosi lievemente.
Il prezzo della salvezza era stato pagato.
 

Ai piedi del Palazzo del Sultano, a miglia e miglia di distanza dalla ricerca di Biancaneve, Grimilde e Floriant, la battaglia continuava in tutta la sua violenza.
Il Bene pareva continuare a perdere colpi, rimpicciolendosi, ma dopo il sacrifico della Signora di Ogni Male e la morte di coloro che avevano condiviso la sua prigionia aveva aumentato la rapidità di produzione degli Heartless bianchi.
Una furia, da ambedue le parti.
«Rapunzel, da questa parte presto!» Udendo il richiamo di Eric, la dolce principessa del Regno del Sole srotolò i propri biondi capelli dal braccio ormai curato di Robin Hood, aiutata da Eugene che glieli trasportava premurosamente.
«Serve un passaggio biondina?» Domandò ironicamente il Genio, recuperando quindi i due sposi dalla torre per condurli in riva al grande lago, dove Ursula giaceva gravemente ferita.
Oltre a Rapunzel, anche la Fata Turchina, la Fata Madrina e le tre fatine si davano da fare per curare quante più ferite possibili, in particolare quelle delle principesse poiché i cattivi, una volta ottenuto quella sorta di potenziamento dal male, avevano cominciato a faticare a controllare con precisione le proprie capacità.
Le torri erano state quasi tutte attaccate da quegli tesserini bianchi che, contrariamente all’apparenza, rappresentavano solo il male, costringendo quindi gli arcieri a combattere con altri tipi di armi.
I feriti continuavano ad aumentare, assieme naturalmente a gesta che mai avrebbero creduto di vedere in circostanze differenti: Shan Yu aveva protetto Mulan con il proprio corpo, venendo trapassato da una lama affilata mentre Nala, oltre ogni aspettativa, aveva protetto Zira ferita ad una gamba sino all’arrivo delle cure.
Persino l’ironico e cinico Ade, Signori degli inferi, si era “premurato” non solo di accertarsi che Megafusto proteggesse la sua donna nel modo dovuto, ma aveva anche difeso la principessa Odette nel momento in cui Derek era venuto a mancare per lo stesso motivo degli altri ex prigionieri.
Quasimodo e Adama, mutato di nuovo in Bestia, avevano collaborato per vegliare su Facilier e Frollo che invocavano ogni sorta di spirito contro il loro nemico mediante sortilegi e preghiere.
 
Non combattevano più se stessi, la sottile linea che aveva da sempre separato il Bene dal Male era stata completamente spezzata.
 
«Potrebbero continuare ancora per giorni senza riuscire ad avere un vero e proprio vantaggio…» Commentò Re Stefano stringendo appena i denti.
Ciò che la sua più acerrima nemica aveva fatto era stato essenziale, certo, ma non sufficiente a garantire loro la vittoria più schiacciante.
«Sono pari. Continuano a subire perdite da ambedue le parti.» Continuò Re Guglielmo, il quale lanciava solo di tanto in tanto qualche occhiata all’interno del palazzo, dove la Regina Uberta era ancora in preda alla disperazione per la morte dell’amato figlio.
La guerra era qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto vivere, mai.
«Queste chiacchiere non serviranno a niente.» Sentenziò lo Zar di Russia, appoggiato allo stipite della porta osservava la battaglia dal balcone con fare sconsolato: era umano, lui, semplicemente umano. Non avrebbe potuto fare nulla tanto quanto gli altri regnanti.
«Avete quindi qualche proposta intelligente da farci, suppongo, vostra altezza.» Asserì Tritone con una certa ironia nel tono. Quell’altezzoso umano non gli era mai piaciuto, figurarsi in una situazione tanto tesa!
Sospirarono sconsolatamente nel rendersi conto che le loro possibilità finissero lì, almeno sino a quando qualcosa, o meglio qualcuno, non attirò la loro attenzione: una piccola astronave, una Gummiship precisamente, si palesò nel bel mezzo del campo di battaglia, costringendo i combattenti aerei a fermarsi momentaneamente.
Dal tettuccio di questa, Re Topolino fece la sua comparsa, la classica quanto forte Keyblade fra le mani guantate ed un’espressione decisa in volto.
Lui, il Re dei Re. Lui che rappresentava quei mondi, uniti o disuniti che fossero, bene o male che li dominassero.
«Re Topolino!» Esclamarono Pippo e Paperino all’unisono, sinceramente felici di vederlo tornare in campo come molto tempo prima.
«Oh, finalmente il topastro ha mosso le sue chiappettine regali!» Commentò sarcasticamente Ade.
Non che fosse effettivamente intenzionato ad offenderlo, ma di certo non sprizzava gioia da tutti i pori nel vederlo.
«E così anche il Re di ogni creatura delle fiabe si palesa al mio cospetto…» Sentenziò la forte voce del Bene, echeggiando nei dintorni.
«Siete venuto ad assistere alla fine di tutti i mali che il vostro mondo ha conservato sino a questo momento?» Domandò palesemente metaforico.
Re Topolino non rispose subito, arricciò appena il naso ed accennò ad un sorriso del tutto tranquillo e sicuro di sé, come se quelle parole non lo avessero minimamente turbato.
Era il leader, in ogni caso non si sarebbe potuto permettere di abbassare la testa… non dopo che la regina dei cattivi aveva lasciato il campo, almeno.
«In realtà, mio buon amico, sono qui per darti una dimostrazione.»
Affermò in tutta serenità, volgendosi verso i combattenti alle sue spalle, nelle più svariate delle condizioni.
«O meglio, noi te la daremo. Tutti quanti.»
Precisò con un sorriso soddisfatto, per poi fare un piccolo passettino di lato sul tetto dell’astronave pilotata da Cip e Ciop, abbassandosi appena verso il tettuccio e tendendo la mano verso qualcuno.
«Il Bene ed il Male hanno convissuto da quando il mondo ha avuto la sua origine. Distruggere una delle due parti significa distruggere l’equilibrio e trascinare la parte restante nell’oblio peggiore.» Spiegò pazientemente, mentre aiutava una figura femminile a salire accanto a lui.
«Il Bene ed il Male possono e devono convivere. Lo abbiamo dimostrando prendendo una decisione, dando prova dei nostri ideali. Lo stiamo dimostrando ora, combattendo assieme e mostrando la nostra forza. E lo dimostreremo anche fisicamente: in un unico corpo possono esserci sia la luce che le tenebre, senza che tale soggetto muoia o venga sopraffatto dalla pazzia.»
Restarono a bocca aperta, tutti quanti.
Davanti a loro, accanto a Re Topolino, la figura di una giovane regina dai capelli con ciocche chiare tante quante quelle scure rimaneva impeccabile ed elegante.
L’abito celeste era adornato da piccoli cristalli ora neri, il gelo rilasciato dalla sua sola presenza manifestava il caldo così come il freddo.
«Elsa…»
Bisbigliò Anna a labbra strette, incredula quanto gli altri nel vedere la Regina delle Nevi in una perfetta metamorfosi tra il bene ed il male: il suo animo ed il suo cuore avevano preso la loro decisione, unendosi ad ambedue gli schieramenti.
Era possibile, ora più che mai tutti ne erano stati convinti: il Bene ed il Male potevano coesistere e nulla li avrebbe allontanati.
Nel momento esatto in cui la regina riaprì gli occhi, uno azzurro come il cielo e l’altro nero come la notte, la battaglia riprese.
E se prima l’indecisione balenava assieme alla voglia di rivincita, ora la determinazione e la convinzione avrebbe preso il sopravvento.

 
  
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