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Autore: Persej Combe    27/06/2014    2 recensioni
Un giorno, tanto tempo fa, ho incontrato un bambino. Non lo dimenticherò mai. È stato il giorno più emozionante di tutta la mia vita. Nessuno potrà mai avere la stessa esperienza che ho avuto con lui. Ciò che abbiamo visto, è precluso soltanto a noi.
...In realtà, non ricordo neanche il suo nome. Non ricordo nemmeno se ci siamo presentati, a dire il vero. Però non smetterò mai di cercarlo. Un giorno so che le nostre mani si uniranno di nuovo, come quella volta. Perché noi siamo destinati a risplendere insieme per l’eternità.

[Perfectworldshipping]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Elisio, Professor Platan, Serena
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eterna ricerca'
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10 .  Un mondo perfetto?


 

   Un ragazzino stava camminando con passo deciso verso la scalinata del Laboratorio di Pokémon. Salì i gradini e si fermò davanti al grande portone. Fece un respiro e bussò. Venne ad aprirgli una ragazzina dai capelli violacei e un fazzoletto rosso annodato al collo.
   «Ciao, come posso aiutarti?» gli chiese con un sorriso gentile.
   «Ehm... Ciao!» le tese la mano con un po’ di imbarazzo «Mi chiamo Trovato! Ehm... Per caso c’è il Professor Platan?».
   «Piacere, Trovato, io sono Sina!» gli strinse la mano in segno di amicizia «Sono una delle assistenti del Professore! Ecco, al momento non si trova qui in Laboratorio, ma dovrebbe tornare fra non molto. Se vuoi puoi aspettarlo dentro!».
   «Davvero? Grazie mille!».
   I due ragazzini entrarono e Sina indicò a Trovato una serie di divanetti bianchi su cui sedersi.
   «Avevo preparato un po’ di tè per il Professore, solo che è uscito prima che fosse pronto... Io e Dexio stavamo per prenderne una tazza, ne vuoi una anche tu?».
   Sina dopo un po’ tornò insieme a Dexio con in mano un vassoio su cui c’erano una teiera e tre tazze di tè, la zuccheriera e un piattino con dei biscotti. Poggiò tutto sul tavolo e i due assistenti si sedettero di fronte a Trovato.
   «Allora, Trovato, come mai stavi cercando il Professor Platan?» chiese Dexio mentre girava il cucchiaino nella propria tazza.
   «Ho sentito dire in giro che il Professor Platan è alla ricerca di un gruppo di ragazzini che lo aiutino a completare il Pokédex. Dato che i miei genitori sono partiti per viaggiare in altre regioni e hanno lasciato me e mia sorella da soli, ho deciso che anch’io girerò per Kalos con i miei Pokémon!».
   «Bene, questa è un’ottima notizia!» esclamò Sina «Perciò adesso il numero di viaggiatori per il Pokédex ammonta a due!».
   «A proposito, ma l’altro ragazzo? Non doveva venire oggi pomeriggio per prendere il suo primo Pokémon?» Dexio guardò pensieroso l’orologio appeso alla parete «È un po’ in ritardo...».
   In quell’esatto momento si sentì un prepotente bussare al portone. Sina si alzò di nuovo per andare ad aprire. Si ritrovò davanti un ragazzotto grassottello con il fiatone.
   «Sono Tierno, mi dispiace di aver fatto tardi!» esclamò parlando velocissimo «Stavo facendo pratica con i miei passi di danza e ho perso la cognizione del tempo! Dov’è il Professor Platan?! Devo prendere il mio Pokémon!» e corse dentro tutto spedito. Trovato osservava la scena con un’espressione instupidita.
   «È lui?» chiese sottovoce a Dexio.
   «Eh già! Da cosa lo hai capito?» rise «Tierno, il Professor Platan non c’è, puoi sederti qui con noi ad aspettarlo, se vuoi!».
   Ed ecco qui che adesso a prendere il tè erano in quattro persone.
   «Ah, almeno stavolta il tè per il Professore non è andato sprecato!» sospirò Sina con sollievo.
   «Ma proprio non si sa dove sia andato?» chiese Tierno. Sul viso di Sina comparve un sorriso malizioso.
   «No, non ce lo ha detto», rispose Dexio. La compagna gli lanciò un’occhiata scettica.
   «Oh, andiamo! Dove vuoi che se ne sia andato?» gli disse.
   «Sina, il fatto che sia l’ora del tè non implica che sia andato per forza lì».
   «Non lo implica perché se potesse sono sicura che ci andrebbe anche in tutte le altre ore, che sia quella del tè o meno!».
   «È vero che al Professor Platan piace passare il tempo nelle caffetterie, ma qui a Luminopoli ce ne sono talmente tante, perché dovrebbe andare proprio in quella?».
   Sina rise altezzosamente.
   «Perché? Ma come perché? Non lo sai chi è il proprietario?».
   «Sina... Non vorrai mica ricominciare con queste stupide congetture...».
   «È per Elisio, no?! Elisio è la ragione di tutto! Non hai visto in questi giorni come era distratto il Professore? E che sta sempre a controllare i messaggi sull’Holovox? E il suo sguardo sognante mentre a metà mattinata beve il caffè stando imbambolato a guardare Luminopoli fuori dalla finestra in quella direzione? Oh, e non vorrai dirmi che non ti sei accorto del fatto che...» e continuava il suo sproloquio.
   In quel momento preciso arrivò Floette che si appoggiò sul tavolo ad osservare i biscotti. Tierno e Trovato avvicinarono il viso al Pokémon con uno sguardo sorpreso per guardarlo meglio. Sina alzò la testa improvvisamente, come se le fosse venuto in mente qualcosa.
   «E poi, l’altro giorno, quando abbiamo chiamato il Professore, sono più che certa che quella voce che abbiamo sentito fosse quella di Elisio...».
   «E quindi?».
   «Dexio, l’hai vista anche tu, quella non era la casa del Professore».
   «Era andato a dormire a casa di Elisio. Sì, che c’è di strano? Sono amici, è una cosa che si fa, tra amici».
   «Si era preso il giorno libero. Ha dormito con lui. Si è svegliato nel letto con lui. Probabilmente ha passato la giornata intera solo con lui. Praticamente si è preso il giorno libero per stare con lui. Capisci?».
   «Sina...».
   «No, Dexio, stammi a sentire!».
   «Sina, ti prego...».
   Anche Trovato e Tierno le stavano facendo cenno di stare zitta e persino con molta molta insistenza.
   «Oh, ma che avete tutti quanti?!» esclamò, non capendo perché si comportassero in quel modo. Non sentiva nemmeno le risate e le voci che provenivano dal portone, né i passi di qualcuno che stava entrando. I ragazzi cominciarono a sudare freddo.
   «Insomma, secondo me sono fidanzati segretamente, punto e basta!!!» esclamò con tutto il fiato che aveva in petto.
   Piombò un silenzio imbarazzante.
   I tre ragazzini e Floette si girarono titubanti verso il portone.
   Elisio e Platan, mano nella mano, si erano fermati là davanti, volti nella loro direzione, ammutolitisi tutt’a un tratto. Sina quasi sbiancò. Con una mano si aggrappò al braccio di Dexio come se si sentisse svenire e avesse bisogno di un sostegno per non crollare.
   «Ma quanta bella gente!» esclamò il Professor Platan con un largo sorriso.
   «...Salve!» lo salutarono Tierno e Trovato, ancora un po’ scossi.
   «Professore, i ragazzi sono qui per conoscere il loro primo Pokémon!» disse Dexio dopo qualche secondo in cui aveva smaltito l’imbarazzo.
   «Davvero? Merveilleux! Bene bene, allora procediamo subito! Seguitemi di qua, ragazzi! Elisio, vieni anche tu!».
   Entrarono tutti e sette nell’ascensore e il Professore spinse il bottone del terzo piano. Dopo aver fatto le presentazioni, Platan si rivolse a Sina, pieno di irrefrenabile curiosità: «Allora, Sina, chi è che si è fidanzato?».
   Gli altri ragazzi si girarono tutti verso di lei trattenendo il fiato. Quella, dal canto suo, non si fece scoraggiare e rispose con la prima cosa che le venne in mente, nascondendo quale fosse la verità: «Come chi? Romeo e Giulietta! Si sono fidanzati segretamente, di nascosto dai Montecchi e dai Capuleti!».
   «Sì, Sina in questo periodo si sta appassionando alla letteratura inglese!» le diede corda Dexio. Platan li guardò sospettoso.
   «Ogni volta che leggo quel testo teatrale non faccio altro che sorprendermi di quanto la gente sia sciocca... Non è possibile che, ancor oggi a distanza di secoli, vi siano persone che non possono amarsi a causa di altre che, animate dall’odio e dalla prepotenza, glielo impediscono. È uno scempio!» rifletté Elisio ad alta voce. Le sue mani, chiuse in due pugni, tremavano. Evidentemente quel pensiero lo faceva innervosire. Floette gli accarezzò le dita sperando di tranquillizzarlo e gli rivolse un sorriso.
   «Perdonatemi, ogni tanto non posso fare a meno di esternare le mie considerazioni», si scusò l’uomo dopo aver dato un’occhiata al Pokémon. Platan posò una mano sulla sua spalla come a dirgli di non preoccuparsi.
   «Ciò che dici è vero, Elisio. Sarebbe bello se si potesse far cambiare idea a queste persone... Il mondo ne è pieno zeppo... Sono cieche, oltre la punta del proprio naso non vedono nulla e si sentono in dovere di criticare chiunque e qualunque cosa sia diversa da come la reputano loro giusta. Però è difficile. Non è facile instaurare un dialogo con questa gente, a volte è quasi impossibile. Sono invaghite di sé stesse. Di tutto il resto non gli importa nulla. Non possiamo farci niente».
   «Non possiamo farci niente... Platan, ciò che dici è assurdo».
   «Purtroppo è così, mon cher ami. Bisogna arrendersi all’evidenza e mettersi l’anima in pace».
   Un suono di campanella indicò che erano appena arrivati al terzo piano. L’ascensore si aprì e uscirono tutti, dirigendosi verso lo studio del Professor Platan. Egli prese una valigetta e l’aprì di fronte ai due ragazzi, mostrandogli le Poké Ball in cui erano rinchiusi i Pokémon starter. Mentre Tierno e Trovato erano in fibrillazione per la scelta del loro primo compagno di avventure, Elisio era rimasto a rimuginare sulle parole dette poco prima da Platan. “Non possiamo farci niente”, si ripeteva in testa. Sentì un senso di ansia crescergli nel petto.
   Una sera, mentre era nei suoi Laboratori, aveva erroneamente premuto un pulsante dei tanti computer, avendoci posato sopra quel solito libro su cui si stava documentando in quei giorni riguardo le sue origini, e aveva attivato le casse dell’apparecchio. Quindi era partito l’audio di una conversazione che in quel momento stavano avendo due ricchi signori attraverso i loro Holovox. Elisio inizialmente, poiché era un uomo onesto, si era subito impegnato a spegnere gli altoparlanti, tuttavia, quando il suo dito indice si era trovato a pochi millimetri dal pulsante, si era fermato. Aveva iniziato ad ascoltare i loro discorsi e, tentato dalla situazione, aveva continuato finché i due non avevano chiuso la chiamata. Ciò che aveva sentito gli aveva messo i brividi. In ogni parola aveva avvertito chiaramente quanto fossero impregnate di forte egoismo e avidità. Eppure queste persone le aveva conosciute, era convinto che fossero brava gente. Pensò di essersi sbagliato, forse di aver interpretato male il tono in cui avevano parlato. Nei giorni seguenti, volendo sfatare ciò che i suoi pensieri lo inducevano a credere circa questi discorsi, continuò ad ascoltare non solo le loro conversazioni, ma anche quelle di altri. Ne restò scosso. Era venuto a conoscenza di tanti sentimenti di odio, di intolleranza. E il mondo era in mano a queste persone. Il futuro delle nuove generazioni, il futuro del pianeta, sarebbe stato determinato da quest’accozzaglia di cretini. E lui sentiva forte il desiderio dentro di sé di dover fare qualcosa, di dover salvare lui stesso, anche da solo, se avesse dovuto, con le proprie forze, tutto ciò che era possibile proteggere dalla corruzione finché non sarebbe stato troppo tardi.  Ma...
   Non possiamo farci niente.
   «Signor Elisio, sta bene? È... un po’ pallido...» Sina si era avvicinata all’uomo e si era accorta che in lui c’era qualcosa che non andava. Lo fece sedere su un divanetto e gli portò un bicchiere d’acqua. Si assicurò che stesse bene e poi tornò con Dexio a dare una mano ai due ragazzi. Tierno e Trovato avevano scelto il loro Pokémon iniziale, rispettivamente Froakie e Chespin. Per testare la loro potenza, adesso, si stavano preparando per lottare insieme. Il Professore approfittò di questo momento di distrazione per sedersi accanto al suo amico. Di nascosto dagli altri, gli prese una mano e intrecciò le proprie dita con le sue.
   «Tutto a posto?» gli chiese con apprensione. Elisio girò il viso verso di lui. Lo guardò negli occhi e dopo un po’ si sentì invaso da una sensazione di serenità e commozione insieme. Strinse le sue dita e con voce fioca disse: «E poi ci sei tu, che sopra ogni altra cosa metti il bene dei Pokémon e delle altre persone... Se solo potessi, costruirei un mondo perfetto unicamente per te...».
   «Elisio... Il mio mondo è già perfetto, se ci sei tu...».
   Platan sorrise pieno d’affetto. Dopo un po’ si rese conto di ciò che aveva veramente detto e sentì che stava cominciando ad arrossire in modo pesante, così si abbracciò ad Elisio per non farglielo vedere.  Quest’ultimo rimase abbastanza interdetto. Anche lui arrossì, riflettendo e comprendendo infine il senso di quella frase. Era davvero ciò che pensava che fosse? Una sorta di dichiarazione d’amore...?
   E via, ecco che tutte le preoccupazioni che lo avevano assillato fino ad appena un attimo prima erano volate lontano, sparite, distrutte, come per magia.
   «Platan...» cercò di dire, con il cuore che gli batteva a centomila, ma si bloccò nel momento in cui si accorse che i due assistenti si stavano avvicinando. Diede un paio di colpetti sulla schiena a Platan per fargli intendere che doveva staccarsi.
   «Professor Platan, Tierno e Trovato sono pronti per sfidarsi!» esclamarono i due in coro.
   Incominciò la battaglia. Elisio cercò di seguirla, nonostante fosse preso da altri pensieri. Non si era mai sentito così leggero in vita sua come in quel momento. Che Platan fosse innamorato di lui, già lo aveva intuito da un po', ma sentirglielo dire dalla sua bocca e con quel tono dolce, faceva tutt’altro effetto.
   Tuttavia, vedendo Froakie venire colpito da Chespin e rimanere a terra con aria affaticata, sentì un fremito lungo la schiena e subito il suo corpo appesantirsi di nuovo. Forse la lettura di quel libro l’aveva condizionato troppo. Guardando Floette con la punta dell’occhio, anche lui lì intento a fare il tifo per entrambi i Pokémon, non poteva fare a meno di pensare a quella guerra di tremila anni prima.
   Se il mondo si trovava in mano a quella gente, allora presto, molto presto, il mondo sarebbe di nuovo stato scenario di guerre e violenze.
   No, non poteva permettere che accadesse tutto questo. Non poteva rimanere impassibile a guardare tutto come un semplice spettatore.
   Doveva fare qualcosa.
   Eppure si sentiva così impotente...
   Di nuovo osservò Floette mentre con la felicità che gli brillava negli occhi spronava Froakie e Chespin a dare il meglio di loro con il massimo dell’entusiasmo.

   E a quel punto un’idea folle cominciò a insediarsi nella sua mente.



***
Angolo del francese.
    * Merveilleux = Meraviglioso


 


Più vado avanti nello scrivere i capitoli, più mi emoziono per quello che dovrà accadere dopo! Succede anche a voi?
Bene, direi che ormai la strada per la storia dei videogiochi è stata spianata abbastanza. Ancora un paio di capitoli e poi faremo la conoscenza di Calem e Serena.
Elisio è un sacco difficile da caratterizzare... ma sono abbastanza soddisfatta con quello che ho scritto in questo capitolo! Spero che lo apprezziate!
Grazie mille a tutti voi che state continuando a seguire la storia! <3
Al prossimo capitolo! :)
Persej Combe

  
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