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Autore: __lesbianquinn    27/06/2014    0 recensioni
Una piccola one shot che vede protagonista Santana e il suo amore, che ormai è al secondo anno di matrimonio, con una ragazza conosciuta nel momento in cui lei e Brittany ormai avevano chiuso definitivamente. Vi avviso che il personaggio è inventato.
Dalla shot: Non era una festività “normale”, era la loro festività, quella più importante. E non se n'era dimenticata, sicuramente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Santana Lopez
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due anni di me e di te...
 

Un bicchiere di vino. Una mano ambrata che lo teneva stretto, muovendolo, osservando con attenzione quel liquido scuro che si scuoteva, quasi come delle piccole onde di mare colorato. Gli occhi della ragazza, neri come la notte, si guardavano attorno, non appena il vino non fu più abbastanza importante, per essere osservato così a lungo. In realtà lei stava aspettando una persona, una ragazza che era stato un pilastro fondamentale, negli ultimi periodi, per lei.

Santana Lopez era una donna impaziente, non aveva imparato ad attendere più di tanto, neanche dopo che erano passati così tanti anni. Sospirò, mentre spostava i capelli scuri che si erano attaccati al suo volto, donandole un senso di appiccicoso fastidio. I suoi occhi si posarono sull'orologio e sospirò nuovamente. Ora non era più uno, ma due. Ben due minuti di ritardo. Si alzò, iniziando a camminare avanti e indietro per il soggiorno, mentre i tacchi facevano rumore sul parquet. Non aveva mai fatto ritardo, ai loro appuntamenti, e questo le faceva venire un piccolo dubbio, ma stava realmente facendo di tutto, pur di scacciarlo dalla sua mente. In fondo lei non si lasciava prendere dal panico facilmente, giusto? Sospirò per l'ennesima volta e prese il telefono, componendo il numero della sua fidanzata, ma quando lo accostò all'orecchio, sentì solo l'odiosa voce della segreteria telefonica.

«Dannazione», ringhiò, buttandosi sul divano, stringendo le mani sulle sue gambe, graffiandosele. Sapeva benissimo che non se n'era dimenticata, era impossibile. Non era una festività “normale”, era la loro festività, quella più importante. E non se n'era dimenticata, sicuramente. Santana chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, cercando di calmarsi, quando iniziò a ricordarsi ciò che le aveva unite, quello che le aveva avvicinate così tanto, che le aveva fatte conoscere sul serio.

 

Stava camminando, tranquilla, per New York, aveva bisogno di prendere un po' d'aria, di respirare aria pura, fresca. Aveva le idee confuse, molto. Si era da poco lasciata e non sapeva più cosa fare. Tutti i suoi amici, compresa lei, erano sicuri che sarebbe rimasta insieme a Brittany, che era lei la ragazza giusta, invece sentiva che non era così. Soprattutto perché la biondina l'aveva tradita più volte, ma quello i suoi amici non lo sapevano. Non voleva che loro si rovinassero l'idea che avevano di lei. E poi non erano affari che li riguardavano.
Sospirò, quando, all'improvviso, sentì un forte rumore, come un esplosione, e delle urla. Si fermò e si voltò con uno scatto, andando a sbattere contro una ragazza, la quale perse l'equilibrio e, per non farla cadere, la prese dai fianchi, schiacciandola a se.

«Va tutto bene?» Chiese, in modo secco, ma non troppo, in fondo lei era fatta così. Non appena la ragazza alzò il capo, Santana si sentì come in un altro mondo. I suoi occhi erano così belli e singolari...e le sembrava di caderci dentro, come in un burrone, ma sarebbe stata l'unica caduta meravigliosa da fare.
«Si.» Sussurrò la ragazza, la quale sembrava persa, a sua volta, negli occhi della latina. Per loro era tutto così strano, ma presto si sarebbero trovate a ringraziare una dannata bomba.

 

I minuti passavano, per poi diventare ore. Passate due ore, ormai Santana non sapeva se essere furiosa o terribilmente preoccupata. Se solo ci fosse stato un vocabolo che potesse unire entrambe le sensazioni, beh lei sarebbe stata quel vocabolo. Furioccupata, magari. Oppure precuriosa. La latina scosse la testa, con forza, aggrottando le sopracciglia. Possibile che l'ansia e l'attesa la portassero ad impazzire talmente tanto? Sospirò, abbandonandosi nuovamente sul divano. Un sorriso si stampò sulle sue labbra, mentre nella sua mente passavano le immagini di quel meraviglioso giorno, quando la sua ragazza del mistero era diventata sul serio la sua fidanzata.

 

La sigaretta lentamente si consumava fra le sue labbra, mentre gli occhi neri erano puntati nel cielo, non molto chiaro, ma neanche troppo scuro, visto che erano solo le cinque del pomeriggio, su di lì. Non parlava, ma neanche la sua accompagnatrice, Piper, aveva detto una singola parola, si limitava a dondolare le gambe nel vuoto, seduta comodamente su quel muretto, mentre si mordeva con forza le labbra. Improvvisamente lei sbuffò e decise di rompere quel silenzio assordante.
«Non posso più farcela», disse, con un tono di voce secco, ma leggermente tremolante, come se avesse paura di qualcosa. Santana si girò verso di lei, confusa, mentre qualcosa le stringeva lo stomaco. «Non posso far finta di non provare niente, non è così. Non so ancora di cosa si tratta, se è amore oppure no, ma so solo che voglio stare con te.» Concluse, con le guance leggermente rosse per l'imbarazzo. Lo aveva detto sul serio? Non si era mai spinta fino a tanto con qualcuno, mai, e mai avrebbe pensato di chiedere addirittura a qualcuno di diventare la sua ragazza. La mora, dal canto suo, non sapeva cosa pensare. Aveva aspettato tanto quel momento, anzi avrebbe anche voluto essere lei a chiederglielo, magari aspettando il momento perfetto. Le sorrise appena, avvicinandosi a lei, poi accarezzò il suo volto e, lentamente, posò le sue labbra sulla guancia della ragazza, per poi stringerla fra le sue braccia. Non c'era più bisogno di parole, i loro cuori parlavano più di mille parole.

 

Il telefono squillò, finalmente, e Santana sussultò, per poi afferrarlo, con uno scatto, e portarlo all'orecchio.
«Pronto?» Chiese, quasi con il fiatone, mentre il cuore pompava furiosamente nel suo petto. La rabbia si era trasformata sul serio in paura, visto che non le rispondeva, e voleva capire cosa fosse successo. Non era da lei mancare ad un appuntamento, soprattutto non ad uno così importante.
«Amore», soffiò una voce dall'altra parte della cornetta e lì Santana sospirò, sedendosi, passandosi una mano fra i capelli. «Perdonami, c'è stato un contrattempo», disse e alla latina parve di sentire un sorriso, su quelle labbra che tanto amava. Possibile? Aveva fatto un ritardo di due ore e lei sorrideva? E poi di che razza di contrattempo parlava?

«Ma stai bene?» Chiese semplicemente, aggrottando le sopracciglia, tentando di capire cosa fosse successo. Dall'altra parte sentì un verso molto simile ad uno di quei suoi sorrisi, dei quali un po' si vergognava.

«Certo, tesoro, ma spero non sia un problema, per te, se vengo accompagnata da una persona speciale», disse, ridacchiando, poi la salutò e chiuse la chiamata, dicendo che era in auto e che non poteva parlare al cellulare. Inutile dire che Santana era rimasta stupita, inizialmente, poi aveva sentito la rabbia salire. Un'altra persona? Il giorno del loro secondo anniversario di matrimonio? Sbuffò pesantemente, sicura che una volta avuta di fronte glie ne avrebbe dette quattro, poi si lasciò cullare nuovamente dai suoi ricordi.

Erano lontane, quella sera. Santana era uscita con una vecchia compagna cheerleader, mentre la sua ragazza era andata a fare due passi con una ragazza che aveva conosciuto a scuola, fra i banchi della loro classe. La latina, in quel momento, era persa ad osservare la luna, pensando a quegli occhi che l'avevano rapita dalla prima volta che li aveva visti, quando ricevette un messaggio. Lo aprì e ne lesse il contenuto, un po' confusa. Era di Piper, ma non riusciva a capire cosa significasse la frase “mi sono resa conto di una cosa, ma te la dirò di persona”? In quel momento domande e possibilità avevano violato la sua mente e, per non illudersi, per non farsi del male, sentiva di avere il bisogno di sapere cosa avesse intenzione di dirle, così insistette, fino a che, la sua fidanzata, non glie lo scrisse: “Ti amo”. Il cuore di Santana prese a battere furiosamente e un sorriso spuntò sul suo volto, un sorriso contagioso, dolce, che esprimeva il suo amore. In tutto quel tempo era stata lei, a dirle che l'amava, ma la paura che non fosse ricambiata, un po', la prendeva. Ed ora...glie lo aveva detto. Ti amo. Non c'erano parole più belle di quelle.

 

Il citofono suonò e lei, ancora persa nei suoi pensieri, si alzò dal divano, mentre, aggiustandosi il vestito rosso che aveva comprato solo per quell'occasione, andò ad aprire la porta. Non appena si ritrovò la propria donna di fronte, con un sorriso meraviglioso sul volto, con quegli occhi lucidi dalla gioia, la sua confusione salì. Piper, per tutta risposta, l'abbraccio, buttandole le braccia al collo e premendo le sue labbra su quelle della latina, baciandola con dolcezza, con amore e, soprattutto, con gioia. Una gioia che, inizialmente, lei non capì. Non appena si staccarono, la mora la guardò in quegli occhi limpidi, alzando un sopracciglio.
«Ma sei da sola», disse piano, guardandola come per farle capire che doveva sputare il rospo, e subito, perché non le piacevano i giochi di parole, non in quei momenti.
«No, guarda meglio», disse lei, ridacchiando gioiosa, prendendo poi la mano della moglie e portandola sul suo ventre. In quel momento, tutto attorno a loro sparì, proprio come la prima volta che i loro occhi si fusero assieme. E Santana capì. Il suo cuore si riempì di dolce e immensa gioia, mentre le sue braccia attirarono a se la propria donna, prendendola in braccio. La sentiva sempre così vicina, ma in quel momento sapeva che la loro vita aveva raggiunto ciò che volevano.
«Ce l'abbiamo fatta», soffiò Piper al suo orecchio, con voce tremante per l'emozione. Santana accarezzò il suo volto, poi, piano, la baciò, mentre i loro cuori esplodevano in un mucchio di meravigliosi fuochi d'artificio. E finalmente, il loro amore sarebbe stato sottolineato da un'altra persona, tutta d'amare. Il loro bambino. La loro storia poteva dirsi realmente perfetta.



Buona sera a tutti quanti. Questa one shot la dedico alla mia bellissima donna, è tutta per te, amore mio, spero che ti piaccia. Tanti auguri, cucciola mia, ti amo <3
Non ho altro da aggiungere, solo che immaginatevi questa Piper con il volto di Ashley Greene. E' lei, comunque.


Distinti saluti.

 

LesbianQuinn.
   
 
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