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Autore: Queila    27/06/2014    1 recensioni
La prima storia è dal punto di vista di Lavinia la senza-voce che è stata selezionata per un'edizione degli Hunger Games ... le altre storie riguarderanno sempre lei... la raccolta è stata scritta appositamente per un contest a turni... (la quarta è in corso...)
Le storie partecipano al contest " 1 su 24 ce la fa [Hunger Games Contest]" di ManuFury.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lavinia
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spezzata
Avevo diciassette anni quando vidi mia madre morire e avevo diciassette anni anche quando persi la verginità e caddi in pozzo senza fondo.
La prima volta fu con un uomo di cui non ricordo il volto, i suoi affondi in me erano arroganti e violenti:  le lacrime della disperazione si aggiungevano a quelle del dolore provocato dai suoi movimenti. In un angolo buio di un vicolo qualsiasi di Capitol City, la mia vita cambiò.
Quando lo sconosciuto venne dentro di me qualcosa si spezzò: l’innocente bambina non c’era più, occupò il suo posto una ragazza con un vuoto al posto del cuore.
Di quel giorno ricordo la puzza dell’immondizia che mi pizzicava le narici e il buio che pian piano mi possedeva, facendomi precipitare in un pozzo oscuro e terribilmente nero e in una profonda tristezza da cui non riuscii più a riprendermi.
Ero sola.
Ero insignificante.
Ero spezzata.
(141 parole)
 
Persa
Capii di essere caduta in trappola pochi mesi dopo, ma non ne potevo fare a meno: non potevo fermarmi, dovevo continuare, volevo continuare. Andavo a letto con uomini sconosciuti e ogni volta diversi, e la cosa mi piaceva. Attraverso loro potevo dimenticare la mia immensa perdita. Scaldavo i letti di uomini single e disfacevo quello di uomini sposati, non m’importava chi fossero: volevo fare sesso, volevo saggiare carne, volevo essere posseduta, per non sentirmi morta anch’io.
Caddi vittima della passione, e soddisfai le mie più recondite voglie… desideravo essere scaldata dal calore del primo che capitava; rimasi sul fondo di quel pozzo oscuro per mesi e il mio cuore non batteva più come prima, il suo ritmo era mutato: avevo perso ogni speranza.
Ero cambiata.
Ero spenta.
Ero persa.
(129 parole)
 
Soddisfatta
La tratta dal Distretto Dodici a Capitol City fu piuttosto lunga e particolarmente stancante. Dovetti pulire la cucina per molte ore: il cuoco aveva combinato un disastro e il suo sangue non voleva proprio andarsene dalle mattonelle che rivestivano la parete della stanza. Quando ebbi finito, uscii dal vagone ristorante con un gran mal di testa, all’improvviso un odore mi colpì in pieno facendomi ricordare cose che avevo sperato di poter dimenticare: la puzza d’immondizia investì le mie narici. Poco avanti Haymitch, ubriaco, barcollava privo di equilibrio e si aggrappava al muro cercando di non cadere. Fui invasa da quel desiderio che credevo morto dentro di me e il vuoto riconquistò il mio cuore facendomi venire le vertigini. Successe tutto in un attimo: ero nella stanza dell’uomo, in piedi di fronte a lui e lo mordevo lungo il collo per poi scendere giù in profondità a slacciandogli i pantaloni, una volta arrivata fino in fondo baciai il suo sesso mentre lui si toglieva la maglietta in maniera goffa.
Mi prese per il mento e mi portò su per spogliarmi con maggior facilità; mi spinse sul letto senza grazia, ma non era certo quella che cercavo. Un mostro affamato mi stava divorando e dovevo dargli ciò che voleva. Il desiderio mi logorava, una volta nuda aprii le gambe e lui vi s’insinuò prima con la lingua e poi con le dita.
Piccoli gemiti uscivano dalla mia bocca mentre lui faceva segno di star zitta.
Toccai la sua erezione e neanche lui si trattenne dall’urlare, senza preavviso mi penetrò e cominciò a spingere prima piano poi sempre più veloce.
Venimmo quasi subito entrambi, e il mio cuore fece un sospiro di sollievo.
Sul quel letto, sudata e con Haymitch nudo al mio fianco, ricordai mia madre col sorriso, mi rivestii e uscii da quella stanza, decisa a non rientrarci mai più.
Ero fiera.
Ero speranzosa.
Ero soddisfatta.
(315 parole)
  
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