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Autore: irispaper29    27/06/2014    4 recensioni
Un anno è passato dalla sconfitta di Gea. Hazel sta cercando di accettare la morte di Frank, e Leo cerca di esserle vicino come meglio può. Jason e Piper stanno bene insieme, sono felici, ma comunque distrutti per la guerra. Annabeth e Percy stanno cercando di dimenticare il Tartaro e di ricostruire le loro vite. Ma Nico è quello che sta peggio, sarà messo a dura prova. Cerca di isolarsi, non vuole tornare al Campo, perché deve assolutamente dimenticare quell'amore impossibile.
"Forse era iniziato tutto per questo. La solitudine e la mancanza della sorella l’aveva spinto ad odiare e poi ad attaccarsi alla prima persona disponibile, quella che gli ispirava più protezione. Era forse quello il motivo per cui soffriva tanto. Una punizione per aver causato la morte di Bianca? Era per questo, che sentiva un forte dolore al petto ogni volta che vedeva quei due insieme?
Perché ormai non poteva più negare a se stesso che lui si fosse innamorato perdutamente di Percy Jackson".
Reperibile anche in inglese su fanfiction. net
Attenzione: possibili spoiler di "la casa di ade".
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Nico stava rileggendo quella maledetta lettera per la settantacinquesima volta, quel giorno, sdraiato sul suo letto, nella stanza riservatagli dal padre nel suo palazzo, negl’Inferi.

Nico detestava quel posto: era freddo, e vuoto, oltre che lugubre. Almeno lì poteva stare da solo, e sicuramente nessuno si sarebbe mai avventurato negl’Inferi alla sua ricerca. Lì non doveva nascondersi da nessuno, poteva essere se stesso, soffrire senza che nessuno lo giudicasse. Poteva riflettere nel silenzio senza che potesse essere interrotto. E di sicuro non rischiava di essere disturbato, soprattutto dal padre. Dopotutto, Ade era il dio degl’Inferi, e l’ultima cosa di cui poteva interessarsi era suo figlio. Certo, gli voleva bene, ma non abbastanza. Inoltre Ade aveva ben specificato che avrebbe di gran lunga preferito che Bianca fosse rimasta in vita, la considerava più forte di lui. Lo riteneva assai debole, se non inutile. Certo, Nico si era dimostrato coraggioso nella battaglia contro Crono, ma era un ragazzo sentimentale e spesso, quando credeva di essere solo, si concedeva di sfogare i suoi sentimenti. Solitamente un pianto faceva sentire meglio le persone, ma per Nico non era così. Credeva che le lacrime lo rendessero debole, ed era per questo motivo che Ade non lo prendeva mai veramente in considerazione. E Nico soffriva anche per questo.

Nico era confuso, e non sapeva cosa fare, si sentiva come diviso in due. Una parte di lui quasi lo costringeva a rimanere lì, negl’Inferi, per isolarsi, per fuggire dai problemi, e cercare di dimenticare. L’altra lo pregava e scongiurava di tornare al Campo, per poter rivedere tutti i suoi amici, cancellare quella solitudine, e, soprattutto, per nutrire il cuore con la vista di Percy.

Ma non poteva, avrebbe sofferto di più. Non avrebbe mai potuto sopportare di vedere ogni giorno Annabeth e Percy insieme che ridevano, o che si abbracciavano, o che si baciavano. Avrebbe desiderato di esserci lui al posto della figlia di Atena. Avrebbe provato rancore. E altro dolore.

Nico, pensando a tutto ciò, sentì una dolorosa stretta al cuore, che lo attanagliava come una morsa. Le immagini dei due fidanzati che si baciavano, ridevano e scherzavano davanti a lui come niente fosse, il fatto che lui desiderasse così ardentemente essere al posto di quella ragazza, così fortunata, erano ancora nella sua mente. Era per lui quasi impossibile non pensare a come Percy gli si rivolgesse, alla sua allegria, alle pacche amichevoli e scherzose che gli dava sulla schiena, quasi come fossero un complimento. Per lui era un amico, solo un amico.

“Perché non sono io? Perché lei? Perché mi sono innamorato di una persona che ama qualcun altro?”.

Le mani di Nico si strinsero in un pugno. Sentì un singhiozzo riecheggiare nella stanza semivuota. Non poteva essere stato lui, vero? No, assolutamente. Non era un debole. Si accorse di star piangendo solo quando senti le lacrime scorrere fredde, amare e lente sul suo viso. Cercò di fermarle, e tentò di asciugarle con il lembo della manica, passandosi il braccio sul volto, ma non bastava. Quelle continuavano imperterrite a scendere.

Sentì degl’altri singhiozzi provenire dalle sue labbra, suoni gutturali e impossibili da fermare.

Non poteva più affrontare il dolore da solo. Non riusciva a prendere una decisione. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma con chi? Il padre? No, lui non l’avrebbe mai ascoltato. Avrebbe voluto potersi confidare con Bianca, ma lei aveva alla fine deciso di resuscitare.

Nico si alzò dal letto, e si asciugò le lacrime nuovamente. Prese la lettera e se la mise in tasca con una cura quasi maniacale, dirigendosi verso l’Elisio. Conosceva qualcuno che avrebbe sicuramente potuto dargli un consiglio.

Superata la coda della “Morte Facile”, si diresse a passi rapidi verso l’entrata dei Campi Elisi, e, una volta entrato, si sentì investire dal profumo di fiori e salsiccia abbrustolita.

Attraversate le anime felici dell’Elisio, dopo pochi minuti, riuscì ad individuare coloro che cercava: Charlie e Silena. Non riuscivano ad abbracciarsi, ma sorridevano l’un l’altro, con uno strano luccichio negl’occhi. Nico sperò di non sembrare così quando parlava con Percy.

Charlie si girò, e gli sorrise non appena lo vide. Silena fece lo stesso, ed era un sorriso più che raggiante. Entrambi erano morti giovani, quindi il loro aspetto era tale. Charlie aveva mantenuto il suo fisico robusto da figlio di Efesto e Silena era bellissima, come ogni figlia di Afrodite che si rispetti.

:-Nico?-lo chiamò il ragazzo. -Ciao, cosa ci fai qui?

:-Possiamo parlare?-chiese lui. -Non ve lo chiederei se non fosse importante.

:-Oh, ma figurati-dice Silena, sorridendo. -Vieni, parleremo con un po’ più di privacy.

Si allontanarono, dirigendosi dietro ad una delle enormi ville degl’Elisi.

:-Perfetto-disse la ragazza. -Dicci come possiamo esserti utili.

:-Beh, tu potresti aiutarmi più di chiunque altro, Silena-ribatté Nico. -Questo dovrebbe essere il campo di tua madre, dopotutto.

Silena, contenta ed eccitata, cominciò a saltellare sul posto, senza sapere cosa volesse veramente dire il ragazzo.

:-Oh, ti sei innamorato?-chiese lei, saltellando sulle punte dei piedi e battendo le mani all’impazzata. -Non ci posso credere! Solo ieri giocavi ancora con le figurine, e poi cresci così, in batter d’occhio! Di chi? Chi è la fortunata?

Nico, arrossito violentemente, guardò verso il basso, imbarazzato, prima di rispondere:-Percy Jackson.

:-Oh-disse Silena, all’improvviso non più così divertita.

:-Ma, Nico...-disse Charlie, confuso. -Lui è innamorato di Annabeth.

Nico lanciò un sospiro. Almeno non aveva detto che, effettivamente, Percy era un ragazzo, e ne aveva fatto polemiche sul fatto che si fosse innamorato di una persona del suo stesso sesso.

:-Sembrerebbe proprio la storia d’amore preferita da mia madre-dice Silena, rabbuiatasi. -Afrodite adora gli amori impossibili. E questo è davvero...non so, Nico. Percy effettivamente sembra essere innamorato di Annabeth. Non so come aiutarti.

:-Non sono qui per chiederti come conquistare il suo cuore o stupidaggini simili-ripiegò il ragazzo, impassibile. -Dopotutto, è solo una cotta, passerà presto. Sono qui per un altro motivo.

Detto ciò, fece leggere loro la lettera. Era sicuro che avrebbero potuto dirgli cosa fare.

:-Effettivamente, ti capisco-disse la ragazza. -Non deve essere facile leggere una cosa del genere.

:-Cosa dovrei fare?-chiese Nico. Sperava davvero che potessero aiutarlo, non sarebbe mai riuscito a decidere, da solo.

:-Cosa vorresti fare tu?-chiese Silena a sua volta. -Nico, mi sembri molto confuso, non è vero?

:-Già-ammise lui. -Una parte di me non vorrebbe tornare al Campo, perché significherebbe rivederlo, con Annabeth. La parte restante invece vorrebbe rivederlo, e tornare.

:-Nico, evitare i problemi non risolverà mai nulla-ribatté la ragazza. -Anzi, non faranno altro che crescere.

:-Silena ha ragione-intervenne Charlie, sicuro. -Non puoi continuare a scappare dai tuoi guai. Alla fine diventeranno troppo grandi per essere affrontati, ti conviene farlo ora.

:-Lo so-ribatté il ragazzo. -Ma ho paura. Non voglio star male, anche se solo per poco.

:-Nessuno vuole-rispose Silena. -Ed è normale avere paura. Sei un adolescente, Nico. I tuoi problemi a quest’età saranno i più grandi della tua vita, te lo posso assicurare, almeno dal punto di vista amoroso. Anche se non fosse stato Percy, avrebbe potuto essere qualcun’altro.

:-Avrei sperato che fosse qualcun’altro-snocciolò velocemente il ragazzo, stringendo i denti. -Percy non sembra proprio l’amore perfetto.

:-Beh, invece lo è-dice Silena. -Insomma, è bello, popolare, simpatico, coraggioso, ama divertirsi, è un eroe...tutto quello che un adolescente in preda agl’ormoni desidera.

:-Non sono un adolescente in preda agl’ormoni!-esclamò il ragazzo, indignato. -Non me lo sogno nudo la notte.

:-Oh, di questo ne siamo tutti felici-ribatté Charlie. -Ma arriviamo al punto...

:-E quale sarebbe?-chiese Nico. Doveva saperlo, assolutamente.

:-Entrambi crediamo che dovresti tornare, Nico-rispose Silena. -Scappando non risolverai nulla. Anzi, c’è il rischio che la tua “cotta” peggiori. Potresti star peggio, potrebbe mancarti Percy. Magari se invece torni potrebbe anche scomparire, così. A volte succede, se mia madre si stanca. Lei sicuramente vuole farti soffrire, quindi stai pur certo che se rimani qui, lo avrai nella mente per sempre. Le piace quando le storie fanno resistenza. Se invece torni al Campo e l’assecondi, potrebbe annoiarsi e lasciarti in pace.

Nico annuì. Effettivamente, avevano ragione. Afrodite non gli avrebbe mai permesso di dimenticare Percy finché lei si divertiva. Cercare di annoiarla era la cosa migliore.

:-Grazie per il consiglio, ragazzi-disse lui. -Vi auguro un buon soggiorno all’Elisio.

:-Figurati, amico-disse Charlie, dandogli una vigorosa pacca sulla spalla.

:-E torna a trovarci, vogliamo sapere!-dice Silena. -Vorrei poterti abbracciare.

:-No, tranquilla, ho letto da qualche parte che è il pensiero che conta-disse lui, sorridendole. Silena era una delle ragazze più dolci del pianeta.

Stava per andarsene, quando Silena lo avvertì:-Sappi, però, Nico, che non mi sembra solo una cotta. E ho paura che non sparirà tanto presto.

Nico deglutì, incerto e spaventato. Sperava davvero che gli passasse. Non poteva ancora sopportare il dolore.

Nico li salutò, e tornò nella sua stanza, semivuota. Prese una valigia nera da sotto il letto e cominciò a riempirla con calma dei suoi pochi vestiti, quando si sentirono delle urla. Urla stranamente umane.

:-Cosa ci fate qui? Chi vi ha fatto entrare?-chiese uno delle guardie-scheletro del palazzo di Ade. -Non sapete che è vietato l’ingresso ai vivi?

:-Spostati, esperimento di scienze!-esclamò una voce maschile. -Dobbiamo passare. Non esiteremo un secondo a ridurti a fossile.

:-Cosa, voi non potete...!-disse la voce della guardia, prima di essere sostituita dal suono di ossa tintinnanti a terra.

Nico, confuso, corse verso la porta, per capire cosa stesse succedendo. In quello stesso momento la porta si spalancò con forza tale da lanciarlo indietro.

:-Nico!-esclamò la voce maschile, stupita. -Stai bene?

Nico spalancò le palpebre, senza parole. Cosa ci faceva lui lì? Non era possibile, doveva essere una sua allucinazione. Perché c’era un ragazzo con occhi verde mare che stringeva con forza una spada di bronzo celeste.

:-Percy? 

Nota dell'autore: Ciao! Ma come, nessuna recensione? Nemmeno una piccola piccola?
Comunque, ringrazio tutte le 86 persone che hanno letto il primo capitolo, zaynshug che ha inserito la storia tra le preferite, e nami78 sister_of_Percy che seguono questa fanfiction. Un bacione grande.
Allora, spero che vi sia piaciuto il capitolo. Fatemi sapere, accetto anche critiche negative, mi aiutano a migliorare. :)
   
 
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