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Autore: Milady Silvia    28/06/2014    1 recensioni
[AUSchool].
Steve è il capitano della squadra di Football. E' così integerrimo che viene chiamato Mr. Perfettino. Cosa succederebbe se Tony scoprisse un suo segreto e iniziasse a ricattarlo?
Un Tony diverso da quello che conosciamo, in un mondo diverso da quel che appare.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hai tutto di me '
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Ringrazio anche solo chi legge.



Cap.8 I mille volti di un cameriere

Steve sgranò gli occhi vedendo Tony entrare.

< E’ di nuovo qui? E’ la seconda volta! Oh no, vuole diventare un cliente abituale per deridermi, è la fine >pensò. Lo guardò sedersi al tavolo e dimenare la mano.

“Ehy Stefano, vieni qui!” lo chiamò. Steve raggiunse il suo tavolo e il suo sorriso tremò.

“Mi fa felice che sia tornato, padrone” disse.

“Mi concederesti qualche minuto del tuo tempo?” domandò Stark. Abbassò gli occhiali da sole e ghignò. Steve strinse un pugno conficcando le unghie nella carne e lo nascose dietro le spalle.

“Io le darei tutto il tempo del mondo, ma voglio che ognuno sia felice qui. Devo rendere contento ogni cliente” sussurrò. Una ragazza gli passò accanto portando un vassoio con sopra del the freddo.

“Come lo desiderate principesse?”. “Sì, mia signora”. “Signorina, ne vuole ancora?”. Tony ascoltò le voci di altri camerieri accavallarsi.

< Perciò possono variare appellativo, interessante > rifletté. Tony si sporse in avanti, infilò una mano nella tasca dei pantaloni della tuta. Ne tirò fuori un rotolo di soldi e li appoggiò sul tavolo.

“Questi bastano ad avere tutta la felicità per me?” chiese. 

Steve unì le mani sul petto e annuì, piegandosi in avanti.

“Siete troppo buono, padrone” sussurrò. Tony allungò le gambe sotto il tavolo.

“Questa cosa del padrone è un po’ troppo abusata. Sai fare di meglio?” domandò. Steve sentì la tempia pulsare e la fronte gli divenne madida di sudore.

< Io lo strangolo > pensò. Si rialzò e sorrise, piegando di lato il capo.

“Cosa desidera?” domandò. Guardò le iridi color cioccolato di Tony e avvampò.

“Hai altri appellativi? Sai, questi iniziano a stancare, Sanji[1]” disse sprezzante Stark. 

Steve raggiunse il tavolo e vi appoggiò il vassoio. Si morse le labbra fino a farle diventare rosse e indietreggiò, mantenendo il rossore al volto. Sgranò gli occhi e li rese liquidi. Il ciuffo biondo cenere gli oscillò davanti al viso. Si portò l’indice alle labbra e le socchiuse.

“Mi chiedo cos’abbia trattenuto fratellone così a lungo”. Unì le mani e socchiuse gli occhi.

“Però adesso è ritornato” sussurrò. Si piegò in avanti, chiuse gli occhi e allargò il sorriso.

“Bentornato mio fratellone adorato. Cosa desideri?” domandò dolcemente.

Tony afferrò una forchetta e la fece oscillare.

“Tutto qui? Davvero a qualcuno piace questa farsa?” domandò. Inarcò un sopracciglio e negò il capo.

< Dannato moccioso viziato, io la forchetta te la pianto nella gola > pensò Steve.

“Per ora portami un caffè, così puoi lavorarci” spiegò Tony. Steve annuì.

“Certo” disse gentilmente. Si voltò sentendo un tonfo. Tony mise un piede per terra e corrugò la fronte. Un uomo pestò ripetutamente un piatto per terra.

“Avevo detto calda! Era appena tiepida!” gridò. Un bambino deglutì e fu scosso da una serie di tremiti.

“Mi perdoni, padrone” mormorò. 

Steve corse in quella direzione, si mise davanti al bambino e si piegò in avanti.

“La supplico padrone, lo perdoni” sussurrò. L’uomo lo afferrò per il colletto e lo sollevò.

“Allora, vorrà dire che pesterò il tuo di faccino” ringhiò. 

Tony si alzò da tavola, scattò in avanti e corse fino a loro.

“Mi perdoni, quello ‘sta servendo me” sibilò. Lo sconosciuto lasciò andare Steve, si voltò verso Tony e impallidì.

“Sta… Star…” balbettò. Tony incrociò le braccia e allungò una mano verso Steve, questi in ginocchio la afferrò e Tony lo rimise in piedi.

“Stark, può superare il trauma, mi creda” lo incoraggiò. L’uomo si sedette e boccheggiò. Il bambino raccolse i cocci. Tony strinse a sé Steve e lo trascinò fino al proprio tavolo.

“Andiamo fratellino, possibile che ti cacci sempre nei guai?” gli domandò. 

Steve sentì il battito cardiaco dell’altro e le orecchie gli fischiarono.

“Grazie, fratellone” sussurrò. 

Tony lo lasciò andare e si sedette nuovamente alla propria sedia.

“Allora, il mio caffè?” chiese. 

Steve sorrise e si raddrizzò.

“Subito fratellone!” gridò.

< E’ la prima volta… che mi viene spontaneo essere contento > pensò. Si voltò e corse verso la cucina.



[1] Il cuoco di One Piece. Riferimento al vestiario di Steve.


   
 
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