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Autore: Mave    28/06/2014    1 recensioni
Non ho resistito e ho un po' "stravolto" la seconda stagione con diversi "what if". Il risultato potrebbero essere delle coppie decisamente fuori dagli schemi...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott, Andrew 'Andy' Brown, Bright Abbott, Ephram Brown
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A volte bisogna commettere un grande errore per capire qual è la cosa giusta da fare. (Irv)

Fino all'ultimo minuto Amy aveva esitato, era stata sul punto di dar buca a Tommy, di chiedergli di riportarla indietro durante il tragitto verso quella squallida festa.

Ma non poteva e non voleva tirarsi indietro. Soprattutto non voleva che Tommy ridesse di lei e la considerasse una bambina viziata. Sarebbe andata fino in fondo anche se la cosa la spaventava e il rumore assordante della musica a palla e la location isolata di quella festa clandestina non facevano altro che aumentare le sue incertezze.

Si sforzò per essere a proprio agio ma si sentiva tremendamente fuori luogo e, dopo nemmeno mezz'ora, tra ragazzi più grandi e perfetti estranei desiderò solo lasciare quella stupida festa. Non era come quella sera in cui lei e Laynie si erano imbucate alla festa dell'università.

Certo stava giocando ancora con il fuco, sfidando, per l'ennesima volta in pochi mesi il proibito, eppure la cosa non l'appagava e si sentiva tremendamente sola.

Innanzitutto aveva litigato con Laynie e l'amica non ci sarebbe stata a trarla d'impiccio. Non c'erano neppure Ephram a cercare di farla ragionare con la sua saggezza, Bright a proteggerla con i suoi modi affettuosamente burberi e Colin a sbatterle in faccia il suo comportamento da idiota con modi capaci di scuoterla. Era rimasta sola, nessuno sarebbe venuto a salvarla e la colpa era esclusivamente sua.

"Io mi allontano un attimo con Robert!"

Le disse Tommy, incurante della sua insofferenza, accennando ad un ragazzotto che, dal fondo della stanza, gli faceva cenno di sbrigarsi, impaziente.

-Perfetto!

Pensò Amy.

Non solo Tommy non le aveva dato retta fino ad allora, esibendola all'occorrenza come un bel trofeo, ma adesso la piantava anche in asso!

Tuttavia era troppo amareggiata anche solo per discutere con lui così si limitò a sorridere di storto e a rassegnarsi remissiva. Si avvicinò al tavolo del buffet constatando che la scelta era solo tra bevande alcoliche. Senza pensare si versò in un bicchiere del liquore a caso.

Non si era accorta dell'ombra che si ea allungata vicino a lei. Probabilmente qualcuno già talmente ubriaco che avrebbe finito la serata vomitando in qualche angolo seminascosto del trascurato giardino all'esterno del motel.

Era meglio fingere indifferenza, impedire a quello sconosciuto di attaccare bottone e allontanarsi il più in fretta possibile.

Tuttavia quando, spinta dalla curiosità, alzò gli occhi per individuare lo sconosciuto il respiro le morì in gola. Colin la fissava con un'aria accigliata, disgustata, di rimprovero: non riusciva davvero a decifrare quell'espressione che la fece sentire tremendamente in colpa.

Non si azzardò neppure a chiedergli cosa facesse lì, ad accusarlo di pedinarla, perché Colin fu più svelto a parlare.

"Ti rendi conto di quanto sia stupido quello che stai facendo? A quanto pare l'ultimo anno e mezzo non ti ha insegnato niente se vai ancora ad ubriacarti alle feste!"

Amy si spostò infastidita.

"Sei venuto qui per farmi la paternale? Sì tue Bright eravate ubriachi, quante volte devo sentirmelo ripetere ancora?"

"Tante quante saranno sufficienti a farti aprire gli occhi. Non ti basta tutto quello che abbiamo passato in questi mesi per colpa di un bicchierino di troppo? Per colpa della mia assurda sfrontataggine?"

Era la prima volta che Colin si prendeva le colpe del suo incidente difronte ad Amy.

"Non mi va di parlare con te. Non ora!"

Amy fece per andarsene e per tornare nel vivo della fesa ma Colin l'afferrò per un braccio costringendola a fermarsi: non se la sarebbe fatta sfuggire tanto facilmente.

"Invece noi due dobbiamo parlare! E lo faremo proprio ora!"

Disse il ragazzo con un tono che non ammetteva repliche. Amy si rese conto che non avrebbero concluso nessun chiarimento lì con tutto quel fracasso e fece cenno a Colin di spostarsi in un corridoio più tranquillo. Quando raggiunsero quello spazio meno chiassoso, Colin l'attaccò.

"Devi smetterla, devi smetterla di comportarti in questo modo! Se volevi punirmi ci sei riuscita abbastanza bene ma non punire anche te. Non farti del male!"

Capire quanto il ragazzo tenesse ancora a lei le fece male: forse era troppo tardi per tornare indietro.

"Non posso!"

"Si che puoi. Se hai fatto degli errori fino ad ora sei ancora in tempo per correggerli ma non continuare così! Lo sai errare è umano ma perseverare..."

"Io non posso più essere la Amy di un tempo!"

Lo frenò lei, passandosi una mano sulla gota umida.

"Puoi provare a riprendere in mano la tua vita! Puoi ricominciare daccapo!"

"Ma non capisci che sono un fallimento totale? Ho fallito a scuola. Ho fallito con la mia famiglia, con mio fratello. Ho fallito con te. Da dove dovrei ricominciare, Colin?"

Finalmente tutta la rabbia repressa da quanto aveva scoperto di quella lettera veniva a galla.

"Tu non hai fallito un bel niente, non con me! Amy di chi credi che sia il merito se io oggi sono ancora qui?"

-Del Dottor Brown! Avrebbe voluto replicare la ragazza ma si limitò a tirare con il naso e ad ascoltare.

"Di quella ragazzina che ha fatto di tutto per convincere il più famoso neurochirurgo di New York ad operarmi; che mi ha aiutato a riprendere a vivere dopo quattro mesi di coma, che mi ha proposto, coraggiosamente, di ricominciare da zero insieme quando non ricordavo niente; che ha aperto le sue braccia per confortarmi quanto ero terrorizzato e mi ha convinto a farmi operare un'altra volta!"

"Eppure eri pronto a rinunciare a tutto. Eri pronto a rinunciare a me, a noi!"

"Non capisci, Amy? Come avrei potuto legarti per sempre a me se le cose non fossero andate bene? Tu con me non hai fallito un bel niente! Ricominciamo insieme, ricominciamo da qui, da questa sera, se tu lo vuoi ancora!"

Amy lo guardò sul punto di cedere, di rinsavire e di gettarsi alle spalle gli eccessi delle ultime settimane.

"Ho avuto così tanta paura di perderti!"

Confidò all'improvviso, rannicchiandosi contro il petto di Colin che la cinse in un abbraccio.

"Non devi più avere paura. Io non ti lascerò mai più!"

Ormai sicura e in pace con sé stessa tra le braccia del ragazzo che non aveva mai smesso di amare, Amy si sentì sollevata: come il naufrago che torna a casa dopo aver superato una tempesta.

"Ehi bellezza spiacente di interrompere le vostre pomiciate ma c'è quel tizio, quel Tommy con cui sei arrivata che non si vede in giro da un pezzo!"

Un altro ragazzo, dal look nerd, interruppe la riappacificazione tra Amy e Colin: per un momento lei aveva scordato tutto il resto.

Presa dal panico strinse la mano di Colin mentre gli avvertimenti di Laynie ed Ephram le rimbombavano nelle orecchie e un sinistro presentimento prendeva sempre più piede: possibile che Tommy si fosse allontanato con quel Robert non soltanto per bere una birretta da soli?

"Va a controllare ai piani superiori! L'ultima volta l'anno visto entrare in una di quelle stanze...Era bello fatto!"

Rise sguaiatamente una ragazza che più che mal vestita era quasi del tutto svestita.

"Vengo con te!"

Le fece forza Colin stringendole forte la mano.

Dopo aver cercato invano in un paio di camere matrimoniali e interrotto scene senza pudore, finalmente Amy imboccò la porta giusta: Tommy era sdraiato supino sul letto e non accennava a muoversi.

"Tommy! Io me ne torno a casa!"

Annunciò volendo tagliare presto la corda sicura che lui fosse mezzo sbronzo. Eppure il ragazzo restava immobile: Amy, insospettita, gli si avvicinò prendendo a scuoterlo.

"Mi hai sentita? Tommy? Tommy?"

Non scorgendo reazioni, Amy iniziava ad agitarsi.

Fu allora che Colin notò una bottiglietta con uno strano liquido abbandonata lungo i fianchi del ragazzo incosciente.

"Amy credo che il tuo amico sia in dei guai grossi!"

Disse invitando anche lei a prendere atto di quel particolare. Amy collegò tutto: non era l'alcol la causa del malessere di Tommy ma la droga.

"Oh cosa facciamo! Accidenti cosa facciamo!"

Cominciò ad inveire agitata, continuando a scuotere Tommy, passandosi una mano sul viso, sconvolta, piangendo.

"Amy chiama tuo padre!"

   
 
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