Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Lady Atena    29/06/2014    2 recensioni
Ispirata a “Mente divisa” di PurpleStarDream.
Captain America è stato un indiscusso eroe americano, capace di affrontare ogni nemico e sventare ogni minaccia. Steven Rogers soffre di stress post-traumatico, di visioni tanto sconvolgenti e tanto frequenti da far presagire una schizofrenia imminente; che le cure di Bucky e Natasha non riescono a fermare.
E poi c'è Tony, occhiali da sole e sogghigno beffardo, che nel suo essere irreale è l'unico appiglio che Steve riesce a stringere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Scudi troppo spessi.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Credits: Ispirata alla fict “Mente divisa” di PurpleStarDream, pubblicata dopo il suo consenso scritto di farlo.

Bucky si sporse, scompigliò i capelli di Steve e socchiuse gli occhi. Aveva due profonde occhiaie violacee e la pelle grigia.
“Sicuro che quelle analisi ti facciano bene?” domandò Steve.
“Certo, ma non tutti reggono il siero come te. Ci sono alcuni che non diventano fighi diventando soldati” rispose. 
Gli rimboccò le coperte. Steve tirò fuori la mano da sotto la coperta e gli afferrò la sua.
“Tu lo eri già, fratellone” ribatté con voce rauca.
Bucky si voltò verso Natasha.
“Hai parlato con la dottoressa?” domandò.
Steve chiuse gli occhi, afferrò il cuscino e se lo mise sul volto.

Steve fu raggiunto da un pugno e finì in ginocchio. Il bambino davanti a lui ridacchiò. 
“Rimangialo” sibilò. 
Steve gli sputò ai piedi e fu raggiunto da una gomitata al collo. Gemette e cadde a faccia in giù. Bucky afferrò il bullo e lo colpì con un pugno al viso. Lo raggiunse con una serie di pugni all'addome facendolo sbattere contro la parete.
“Se lo colpisci ancora sei morto!” lo minacciò. 
Il bullo scoppiò a piangere. Bucky si voltò, si piegò, si appoggiò contro il migliore amico. L'altro bambino sorrise.
“Grazie fratellone” bisbigliò.

Natasha alzò il capo verso Bucky, annuì, mescolò un bicchiere d'acqua aranciato e si sedette sul bordo del letto.
“Ha detto che deve valutare di persona i sintomi, ma per sta sera di prendere dose doppia di medicina” rispose.
Poggiò il bicchiere sul comodino, mise la mano sul braccio metallico di Bucky e si chinò in avanti socchiudendo gli occhi azzurro ghiaccio.
“Parlava con qualcuno. Diceva di toccarlo, addirittura” sussurrò.
L'uomo con il pizzetto incrociò le braccia, guardò Bucky e Natasha; roteò gli occhi sedendosi accanto a Steve e incrociò le gambe sul materasso, abbassò il capo premendo lo sul cuscino.
“Parlano male di noi” informò.
Steve si mise su un fianco, dando le spalle ad entrambi, stringendo più forte il cuscino.

Bucky afferrò il braccio dell'aggressore e lo spinse via, facendolo finire dall'altra parte del vicolo. Avanzò lentamente facendo oscillare le braccia, schivò un colpo dello sconosciuto e lo colpì al viso con un pugno. Ghignò e tirò un calcio all'aggressore nei glutei. Lo guardò dimenare le braccia e scappare via.

Steve sospirò e strinse le gambe.
“Le prendo dopo, vorrei dormire” disse secco.
Natasha accentuò la presa delle dita sottili sul braccio di Bucky, si sporse in avanti.
“Dovresti prenderle un'ora prima di dormire” disse dolcemente.
L'allucinazione roteò gli occhi, alzandoli al cielo.
“Mamma e papà hanno paura che fai i capricci, eh?” chiese.
Infilò la testa sotto il cuscino, sorrise.
“Mi chiamo Tony, e occhio e croce direi che hai superato l'età del pannolino da secoli”.
Steve strisciò indietro avvertendo il battito cardiaco accelerare. Si alzò seduto, appoggiò il cuscino sul letto e si voltò. Afferrò il bicchiere e bevve. Bucky si leccò le labbra e appoggiò le mani sulle ginocchia. 
“Allora esco, dormi bene” sussurrò. 
Gli baciò la fronte, si alzò e si voltò. Uscì dalla stanza tenendo le spalle curve. Tony aggrottò le sopracciglia, poggiò le mani sul materasso sporgendosi in avanti.
“Guarda che chiedermi di stare zitto era più efficace” fece notare.
Natasha si chinò in avanti, scompigliò i capelli biondi di Steve.
“Chiamami se ti serve qualcosa”.
“Notte mamma, notte papà!” rispose con tono sarcastico Tony.
Steve annuì e si massaggiò la spalla. Le porse il bicchiere, la guardò prenderlo e si lasciò cadere sul letto. Aprì le braccia, chiuse gli occhi e la ascoltò uscire. Udì il rumore della porta che si chiudeva e gemette. Tony si stese accanto a lui, accavallò le caviglie nude dondolando il piede e voltò il capo.
“Sai che se non dici ai tuoi psicologi che le tue visioni sono a sfondo di violenza sessuale non ti daranno mai qualcosa di efficiente?” chiese.
Mosse il capo a destra e sinistra strofinando i corti capelli castano scuro contro il cuscino.
“Non che lo siano in ogni caso, ma robaccia per robaccia ...”.
Steve si mise seduto, si abbracciò le gambe e appoggiò il mento sulle ginocchia.
“Non sempre, alle volte sono deliranti. Una volta ho sognato di avere un bel corpetto a stelle e strisce, un reggiseno blu e una minigonna a pieghe. Di ballare con lo scudo e l'elmetto davanti a una platea facendomi palpare il sedere. Però ti posso assicurare che non so ballare con i tacchi rossi e non mi depilo le gambe“ bofonchiò.
Tony ridacchiò, incrociò le braccia sotto al capo sollevandolo.
“In effetti non ti ci vedo a fare la genderqueer” rispose.
Accennò un sogghigno, si stese di fianco.
“So che i medici ti mettono ansia. Con tutto quel chiederti ogni dettaglio e volere a tutti i costi che tu sia malato farebbero diventare ipocondriaco chiunque” disse.
Steve ricadde su un fianco continuando a stringersi le gambe.
“Mi dispiace solo di non poter aiutare Bucky. E di non essere operativo come farebbe comodo a Natasha” sussurrò.
Tony gli poggiò la mano calda sulle ginocchia, accennò un sorriso chinandosi in avanti.
“Sei proprio un altruista, eh?” chiese, sottovoce.
Poggiò la fronte contro quella di Steve, socchiuse gli occhi leggermente liquidi.
“Io mi impegnerò ad occuparmi di te, e tu penserai a mamma e papà; così non dovrai sentirti in colpa. Possiamo provare”.
Steve avvertì un calore al basso ventre e socchiuse le labbra.
“Tu non esisti” mugolò.
Tony rise, strofinò il naso contro quello dell'altro.
“Nemmeno le cose che ti spaventano. È per questo che posso occuparmene io” spiegò.
Salì con la mano sfiorandogli la spalla, la strinse.
“Invece mamma e papà esistono. È per questo che devi pensarci tu” sussurrò.
Steve sciolse l'abbraccio, allungò le gambe e abbandonò gli arti sul letto. Chiuse gli occhi e strofinò la guancia sul letto.
“Sembri così dannatamente vero” si lamentò.
Tony sorrise, gli baciò la fronte.
“Sei molto bravo a creare cose belle” sussurrò con tono scherzoso.
Poggiò la mano accanto a quella di Steve, ne osservò gli occhi chiusi e sorrise.
“Deve essere perché lo sei anche tu” bisbigliò.
“D'accordo, proviamoci” mormorò Steve.
Il respiro si fece pesante, sbadigliò e si addormentò.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Lady Atena