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Autore: Nadie    29/06/2014    3 recensioni
«Figliolo, sono il capitan Jack Sparrow, comprendi?» l’uomo lo guardò speranzoso, lui incurvò le sopracciglia confuso.
«Il tuo volto mi sembra familiare… ti ho minacciato altre volte?»
«Ne dubito, non sono di qua.»
«E allora da dove vieni, straniero, e qual è il tuo nome?»
Abbassò lo sguardo, poi prese un profondo respiro e raddrizzò la schiena.
«Sono Caspian X, Re di Narnia.»

[SyrenaXCaspian]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Syrena, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 III


La lercia spazzola che impugnava non faceva di certo risplendere il lurido pavimento della cambusa.
Caspian non represse una smorfia di disgusto e continuò a strofinare quella dannata mattonella che proprio non voleva saperne di ritornare bianca.
«Hey, mozzo, datti una mossa! E spostati che sei d’intralcio!»
Quello che doveva essere il cuoco - il nuovo cuoco - gli passò davanti, quasi calpestandogli una mano, e fece scivolare a terra un po’ della zuppa che portava nel piatto.
«Mozzo…» ripeté Caspian a denti stretti, e riprese a strofinare inutilmente il pavimento.
Sul suo veliero, il Veliero dell’Alba, nessuno, neanche il più vile prigioniero avrebbe mai ricevuto un trattamento simile.
Ed ora lui, il giovane Re di Narnia che aveva guidato eserciti, combattuto guerre, sconfitto nemici e regnato sopra un mondo intero, si ritrovava per terra, in ginocchio, a pulire lo sporchissimo pavimento della cambusa di una nave pirata.
E doveva anche ingoiare a testa bassa gli insulti e il poco rispetto della peggiore delle ciurme.
«Hey, ragazzo!»
Caspian alzò il capo e vide Jack Sparrow, appoggiato ad una parete, che lo guardava felice.
«Sparisci, Jack!»
Caspian si voltò, dandogli le spalle e il capitan Sparrow si avvicinò.
«Mi spiace che ti abbiano messo a pulire le cucine, ma guarda il lato positivo: sei vivo!» gli batté una mano sulla spalla.
«Già, questa è una grossa consolazione, Jack, davvero grazie, grazie mille per avermelo detto, ed ora… hey! La vedi questa cosa invisibile che stai calpestando?» Jack abbassò lo sguardo sul pavimento sporco «È la mia dignità!»
«Be’, se io fossi al tuo posto sentirei di aver preso anche un po’ di virilità. Tanta, tantissima virilità.» Caspian alzò gli occhi su Jack Sparrow, assottigliando le palpebre.
«Va’ al diavolo, Jack!» e riprese a strofinare il pavimento.
Jack, da parte sua, tornò ad appoggiarsi ad una parete ed osservò divertito le spalle larghe di Caspian e le sue braccia forti che si davano da fare per far splendere quel pavimento che mai, neanche in cento o mille anni di pulizia, sarebbe tornato pulito.
Non sapeva bene perché, ma l’arrivo di quel ragazzo lo aveva reso molto contento.
Gli ricordava parecchio Will, Will Turner: anche lui pronto a fare qualunque cosa per salvare una bella fanciulla.
Un po’ gli mancava Will, gli mancava litigare o combattere con lui, gli mancava doverlo aiutare per salvare la sua bella da qualche pericolo mortale.
Ogni tanto si chiedeva cosa Will stesse facendo, se tutto procedeva bene a bordo del suo Olandese Volante, se era felice, se le cose andavano per il verso giusto con Elizabeth, se anche lui, ogni tanto, lo pensava.
Doveva proprio ammetterlo: William Turner gli mancava più di quanto avesse mai immaginato.
E quel Caspian, quel re di una terra lontana, che ora era lì in ginocchio a pulire e pulire quel pavimento lercio, glielo ricordava molto.
«Figliolo, io ho provato a difenderti, ma a Barbanera non piaci e questo è un problema tuo e del tuo pessimo carattere, se me lo concedi.»
Caspian batté rumorosamente la spazzola sporca sul pavimento.
«No, Jack, non te lo concedo. Ed ora, dal momento che la tua persona mi infastidisce in modo viscerale, sarei davvero lieto se tu te ne andassi o, come minimo, tenessi quella tua boccaccia sigillata. Mille grazie.»
«Brontoli come una vecchia zitella, ragazzo, lascia che te lo dica.»
Caspian sbuffò spazientito e strofinò con più vigore.
«Vuoi proprio che me ne vada?»
«Ne sarei immensamente felice.»
Jack sogghignò e fece per andarsene.
«Peccato, ero venuto a darti qualche informazione sulla tua bella donzella con la coda, ma le terrò per me.»
Si voltò, ma Caspian mollò la spazzola, scattò in piedi e lo prese per un braccio.
«Che cosa? Sai.. tu sai qualcosa?»
Jack lo osservò attentamente: l’espressione sul suo volto sembrava sinceramente preoccupata e il tono della sua voce, da infastidito, era completamente cambiato.
«Sei pronto a scusarti?» gli chiese Jack e Caspian mollò la presa sul suo braccio e incurvò le sopracciglia, visibilmente contrariato.
«Assolutamente no!»
«Allora ti scordi il mio aiuto.»
«Aspetta, aspetta!» Caspian inspirò ad occhi chiusi «Mi. Dispiace. Davvero. Molto. Di. Essere. Stato. Scontroso. E. Scorbutico. Con. Te… negli ultimi dieci minuti… Scusa.» disse, a denti stretti.
Jack sorrise.
«Ed ho ragione a dire che hai un pessimo carattere, vero?»
Caspian fissò intensamente il pirata, consapevole che, se voleva quelle informazioni sulla sirena con gli occhi verdi, doveva ingoiare il rospo. Per l’ennesima volta da quando era salito a bordo.
«Ho un carattere così orribile che mi meraviglio del fatto che la gente che mi sta attorno non mi abbia ancora tirato il collo.»
«Figliolo, mi sarei accontentato di un semplice ‘sì’, ma ti sei davvero superato!»
Caspian alzò gli occhi al cielo, poi Jack gli fece segno di seguirlo.
Camminarono al buio in un corridoio angusto, faceva piuttosto caldo e gli unici rumori udibili erano quelli dei loro respiri e delle voci di qualche pirata in lontananza.
Scesero parecchie scale, Caspian pensò che, scendendo più in giù, sarebbero arrivati fino alla chiglia della nave e si chiese dove diavolo Jack lo stesse portando.
Poi il capitan Sparrow svoltò a destra, scesero ancora qualche gradino e si fermarono.
C’erano celle luride e bagnate con dentro prigionieri non troppo in forma.
Volti sfregiati, pelle sporca, gemiti e lamenti, occhi impauriti ed occhi arrabbiati lo studiavano da dietro le sbarre.
Jack proseguì ancora qualche metro e poi si fermò, indicando la cella davanti a lui.
Caspian lo raggiunse con pochi passi, guardò davanti a sé e vide la sirena con gli occhi verdi dentro una lunga teca di vetro colma d’acqua.
Aveva gli occhi chiusi e non sembrava essersi accorta della loro presenza.
Caspian provò a forzare le sbarre.
«Le chiavi! Mi servono le chiavi!»
«Se mi dai il tempo di acchiappare quel dannatissimo cagnaccio, Mister Simpatia…»
Jack fischiettò e raccolse da terra un grosso osso morsicato.
«Cagnolino? Vieni da papà… cagnolino?» ad un tratto comparve un cane con il pelo grigio e l’aria un po’ anziana, che stringeva tra i denti un mazzo di chiavi.
«Bel cagnolino, vieni qui…» il cane gli si avvicinò e lui afferrò le chiavi, ma il rivale a quattro zampe non mollò la presa.
«Non te ne fai proprio niente di un mazzo di chiavi, sgancia!» il cane ringhiò e gli saltò addosso, buttandolo a terra.
Caspian sospirò esasperato, si piegò e sollevò il cane per poi rimetterlo a terra, lontano da Jack.
Si inginocchiò e tese la mano sotto al suo muso.
«Te le ridarò subito, promesso.»
Jack si rialzò in piedi e rise chiassosamente.
«Come se potesse funzionare, ragazzo!»
Il cane lasciò cadere le chiavi sul palmo di Caspian e gli leccò la mano, lui abbandonò una carezza gentile sul suo capo e si rialzò, incrociando lo sguardo stupito di Jack.
«Ma come diavolo… ?!»
«Devi sapere, caro Jack» disse mentre forzava la serratura arrugginita «che circa la metà del mio popolo è composta da animali parlanti. E loro non pensano affatto che io abbia un pessimo carattere, anzi!» riuscì ad aprire ed entrò velocemente dentro.
Jack si mise seduto a terra, vicino al cane.
«Guardalo! L’ho portato fin qui, dalla sua bella sirenetta, e non mi ringrazia neanche!» indicò Caspian, che si era inginocchiato accanto alla teca.
«Nemmeno Will mi ringraziava mai… nessuno mi ha mai ringraziato, eppure ho fatto un sacco di favori ad un sacco di persone.» guardò il cane, che si sdraiò a terra, e sbuffò.
«Certo che al mondo c’è tanta gente ingrata. Davvero tanta. Troppa!»
Caspian mise una mano sott'acqua, posò le sue dita affusolate attorno alla spalla della sirena e la scosse piano.
Lei scattò subito a sedere, spaventata, e lo bagnò un po’.
«Hey, hey tranquilla, sono io, non ti faccio niente.» lei lo guardò con i suoi occhi verdi, sbattendo le palpebre e poi lo spinse, facendogli perdere l’equilibrio.
«Non avrei mai dovuto salvarti la vita! Guarda cosa mi hanno fatto!»
«Hai fatto tutto da sola, non ti ho di certo chiesto io di salvarmi!»
«Oh, ma guarda: sei anche uno schifosissimo ingrato!»
Jack, dal canto suo, sorrise e annuì.
«Lo vedi? Lei sì che mi capisce!» disse, sempre rivolto al cane a fianco a lui, che non sembrava dargli molto ascolto.
Caspian batté una mano sul vetro della teca, visibilmente arrabbiato e la sirena agitò la coda, bagnandolo completamente.
«Ero venuto fin qui solo per aiutarti, e guarda che bel ringraziamento!» si passò una mano tra i capelli bagnati, infastidito dalla brusca reazione di quella dannata sirena.
«Per aiutarmi? Hai fatto poco e niente quando mi hanno catturata ed ora vieni qui per aiutarmi? Stupido umano!»
«Io non conosco questi ubriaconi!» Caspian indicò Jack «Non li ho mai visti prima e non conoscevo le loro intenzioni! Non penserai che io ti abbia voluta catturare? Guardami negli occhi.» le posò una mano sulla guancia e avvicinò il viso al suo «Pensi che avrei mai potuto fare una cosa simile?»
La sirena ansimò e voltò il capo, fissando i suoi occhi verdi su un punto imprecisato nel vuoto.
Caspian chiuse gli occhi, senza allontanarsi o togliere la mano dalla sua guancia.
«Volevo… volevo solo aiutarti, lo giuro.»
Si rialzò in piedi e fece per andarsene, un’espressione inquieta sul volto.
«Aspetta! Davvero mi aiuterai?»
Caspian si voltò e la guardò: gli occhi verdi, le labbra carnose, i lunghi capelli castani che le ricadevano sul seno nudo, la pelle chiara.
Chi mai avrebbe potuto far del male ad una creatura simile?
«Farò tutto ciò che posso per farti uscire da qui.»
«Dovrai aspettare che toccheremo terra.» intervenne Jack, che si era rialzato in piedi ed avvicinato al ragazzo.
«Ora sarebbe impossibile aiutarla, se tentassi di farla fuggire qui a bordo, sicuramente verresti scoperto: una coda del genere non passa di certo inosservata… luccica addirittura.»
«Cosa dovrei fare?»
«Barbanera non può proseguire il suo viaggio in mare, presto si sposterà a terra e lì sarà di gran lunga più facile farla scappare!»
«Ci aiuterai, Jack?»
Il pirata lo guardò, poi sorrise ed annuì.
Caspian si voltò nuovamente verso la sirena.
«Ti prometto che ti tireremo fuori da qui, d’accordo?»
Lei annuì.
«Grazie.» gli disse, prima che lui uscisse e richiudesse la porta della sua cella.
Caspian ridiede le chiavi al cane e, insieme a Jack, tornò velocemente nelle cucine dove, fortunatamente, il cuoco non sembrava aver ancora fatto ritorno.
«Devo proprio ammetterlo, Jack: sei stato di grande aiuto!»
«Ma figurati!»
«Perché lo hai fatto?»
Jack lo guardò perplesso.
«Fatto cosa?»
«Aiutarmi.»
«Be’, tempo fa avevo un amico che ti somigliava un sacco e che faceva sempre di tutto per salvare la ragazza di cui era follemente invaghito da pericoli mortali. L’ho aiutato tante volte, così ho deciso di fare lo stesso con te.»
Caspian scosse la testa, poi si inginocchiò, raccolse la spazzola e tornò a strofinare sul pavimento sporco.
«Grazie, ma comunque io non sono ‘follemente invaghito’ di quella sirena.»
«Oh, certo che no! Quello sguardo languido, ‘farò tutto ciò che posso per farti uscire da qui gnegnegne’» Jack lo scimmiottò.
«Fai così con tutte, immagino.»
«Ascolta, mi ha salvato la vita ed è stata imprigionata per colpa mia, ecco perché voglio aiutarla: le devo un favore.»
«Ma certo… sapessi quanti favori che ho fatto io alle donne, in passato!»
«Sei davvero viscido, Jack.»
Sparrow si grattò il pizzetto senza staccare gli occhi dalla figura di Caspian, china a pulire il lerciume da terra.
«C’è forse un’altra donzella?»
«Può darsi.»
«Potrei sapere il suo nome?»
«Susan. Si chiama Susan.»
«E questa Susan è più bella della sirenetta?»
Caspian batté rumorosamente a terra la spazzola e sospirò spazientito.
«Lo vedi che sei solo un ubriacone, pirata superficiale?! Ti soffermi solo sull’aspetto fisico!»
«Perché invece tu in una donna, umana o metà pesce che sia, guardi subito le virtù interiori, immagino…»
«Di primo acchito ovviamente guardo l’aspetto fisico, ma poi, io, vado oltre!»
«Lui va oltre…» ripeté Jack, con l’evidente intento di prendersi gioco di lui.
«Ascolta, Jack, dovevi fermarti al ‘ma figurati!’ iniziale e poi sparire, ora hai parlato davvero troppo!»
Sparrow alzò le mani, in segno resa.
«Bene, d’accordo, me ne vado, ma prima…»
Si tolse i capelli dal viso e si chinò, abbandonando sul pavimento uno sputo.
Caspian lo fissò incredulo e gli lanciò addosso la spazzola, mancandolo di poco.
«Questo è perché hai davvero un pessimo carattere!»
E Capitan Jack Sparrow tolse il disturbo.
  
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