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Autore: iDenny    29/06/2014    0 recensioni
Tom Loud è un ragazzo inglese ribelle ed esuberante. Quando i suoi genitori divorziano, per lui la vita diventa difficile e peggiora quando il padre decide di vivere lontano dai figli con un'altra, la madre incontra un uomo e con lui costringe tutta la famiglia a trasferirsi in America. Tom è costretto a lasciare i suoi abici e le sue abitudini non troppo da bravo ragazzo per affrontare una vita da ventenne normale. Nella nuova città conosce Karish, una ragazza dalla vita problematica più della sua. Decide di salvarla da sé stessa e dagli altri insieme all'amico Khaled ma quando tutto sembra andare per il verso giusto, i vecchi amici di Tom gli fanno visita dalla capitale inglese rovinando tutto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mi connetto su Skype e guardo l’orologio. In Inghilterra saranno le dieci e mezza, forse undici. Dopo due squilli, la faccia del mio migliore amico appare sullo schermo. Riconosco i suoi capelli aggrovigliati, la pelle bianca e gli occhi rossi. -Tommy!- esclama lui vedendomi.
-Jack!- sussurro io. -Dio Jack, non sai quanto sto male qui!
-Immagino amico. 
-No, non puoi immaginare. In tutta la settimana ho bevuto solo una lattina di birra e faceva pure cagare. Mia madre mi ha nascosto le sigarette, non mi fa uscire, mi controlla in continuazione..
-Cazzo amico, sei messo male! E la scuola? Ti costringe ad andarci?
-Sì, ho iniziato oggi. Jack devi vederli a questi qui, sono uno più coglione dell’altro. Li pesterei tutti dal primo all’ultimo.
-Fallo, chi te lo impedisce?
-La polizia, mi madre..
-Come se ti importasse quello che dice tua madre!
-Già.. Oh Jack, ho conosciuto una ragazza oggi a scuola!
-Quanti anni ha?
-Diciassette credo.
-Mh, è fattibile. Carina?
-Bellissima! Ancora non la conosco bene ma so già che non è come le altre. È timida e riservata..
-E perché ti piace? Meglio quelle facili, no? A proposito di ragazze facili, tu e Giselle state ancora insieme?
-No, perché?
-Perché va a dire in giro che ancora state insieme e cose così.. Ma quindi, dato che vi siete mollati, è un problema se me la faccio?
-No, fai pure. 
-Oh già, il tuo cuore appartiene alla ragazza americana..
-Dai oh guarda che se la vedessi..
-La vedrò quando verrò! Io, Lucas e Marc stiamo mettendo via i soldi per venirti a trovare fratello, tieni duro!
-Cazzo sì, siete i bastardi migliori di sempre! Ora devo andare, qualcuno bussa alla porta. Ciao Jack, salutami gli altri!
-Ciao fratello!
Chiudo il portatile e lo rimetto sotto al letto mentre dalla porta continuano ad arrivare battiti. -Arrivo- urlo avvicinandomi ad essa. Giro la chiave e la apro. Rosie è sulla soglia col broncio. Appena mi vede allunga le braccia verso di me per farsi prendere il braccio. La faccio entrare, chiudo la porta e la sollevo. Lei si scioglie i codini ormai fatti male e lancia gli elastici sulla scrivania. Vedo che ha gli occhi lucidi. Ci sediamo sul letto e le accarezzo i capelli. -Che c’è?- le chiedo dolcemente. Lei si strofina gli occhi azzurri e mi guarda. -Perché tu e la mamma dovete sempre litigare?
Questa è una bella domanda. Me lo chiedo anch’io, a volte. -È da nove lunghi anni che me lo chiedo e ancora non lo so, sinceramente.
-Nove anni fa, quando se n’è andato papà..
Mi sorprende che Rosie si ricordi ancora di nostro padre. Anche se, in effetti, lei lo vedeva spesso pure se non viveva più con noi. Quando se n’è andato io avevo dieci anni, Rosie uno e Charlie era ancora nella pancia di nostra madre. Nei primi tempi veniva a trovarci, ogni tanto. Mi portava allo stadio, poi portava me e Rosie a cavallo o al lago e portava dei giocattoli per Charlie ogni volta. Dopo tre anni, però, ha rivelato di avere un’amante ed ha deciso di trasferirsi con lei in India, suo paese d’origine. Da lì non l’abbiamo mai più visto né sentito.
-Già..- dico perso nei ricordi.
-Papà ci voleva bene, vero?- chiede Rosie guardandomi
-Certo!- esclamo. Ma nei suoi occhi leggo già la prossima domanda. -È lontano ora. Quando lui è sveglio noi facciamo la nanna e viceversa, per questo non chiama mai. Ma lui ci pensa, ogni giorno. Pensa a te, a me e a Charlie. Ci vuole bene, ce ne ha sempre voluto..
Non so se sto cercando di convincere più Rosie o me stesso. L’unica cosa che so è che ho bisogno di uscire. Devo farmi un giro, comprarmi qualcosa.. Decido di far diventare Rosie mia complice. -Ehi piccola, vuoi fare un gioco?- le chiedo.
-Sì!- urla lei scendendo dalle mie gambe e mettendosi in piedi.
-Allora, questo gioco si chiama “mission impossible is not so impossible”. Io faccio finta di andare via, ma mi nascondo tipo in giardino o robe così. Il tuo compito è quello di non far scoprire alla mamma che me ne sono andato, ci stai?
-E come faccio?
-Dille che sono in bagno.
-E se non risali per cena?
-Dille che mi sto facendo la doccia. Allora, sei pronta?
-Non mi piace questo gioco..
-Dai è divertente! Ah, neanche Charlie deve saperlo, ok? È un gioco tra me e te. Se lui lo scopre poi va a dire tutto alla mamma e tu perdi. E non vuoi perdere, vero?
-No!- esclama Rosie.
-Bene! Divertiti piccola.
Apro la finestra e faccio un salto per aggrapparmi al troco vicino. Scivolo giù da esso ed in due secondi sono in giardino. Saluto Rosie con un cenno della mano e scavalco la staccionata. Finalmente libero! 
  
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