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Autore: Clary F    29/06/2014    15 recensioni
Clary si trova a dover affrontare un piccolo (enorme) problema. Con uno stick tra le mani e una propensione per gli attacchi di panico, probabilmente riuscirà a incasinare la sua (già abbastanza incasinata) vita.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairytale'
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CHAPTER 1
OH, MY GOD
 
 
Dopo ore di estenuante autocommiserazione, ho deciso di riprendere in mano la mia vita. Il motivo principale che mi ha spinta è stata la voglia implacabile di biscotti all'uva passa, ma ora mi rendo conto che nella dispensa della mia cucina non c'è niente di neanche vagamente simile.
 
Forse i biscotti all'uva passa non esistono per davvero.
 
Mamma entra nella stanza e mi guarda come se fossi matta. Certo, non ha tutti i torti, sembro un furetto affamato e la cucina è ridotta un disastro.
 
«Vuoi che ti prepari qualcosa, Clary?» Mi guarda con affetto e alza un sopracciglio.
 
So che non mi guarderà mai più così, dopo che le avrò detto che aspetto un bambino. So anche che dovrei dirglielo il prima possibile. Questo mi sembra un momento più che adatto, siamo sole. Posso farcela.
 
«Mamma, io … devo dirti una cosa.» Le parole mi si impigliano nella gola.
 
Lei annuisce, spronandomi a continuare.
 
«Io, aspetto … aspetto» avanti, un po’ di spina dorsale! Ho distrutto navi giganti, ucciso demoni, salvato il mondo (okay, magari sto esagerando) e non riesco a dire a mia madre che sono incinta? «Aspetto un -»
 
Dannazione, Luke, proprio ora dovevi entrare in cucina? Luke abbraccia la mamma, stampandole un bacio sulla guancia, dopodiché mi rivolge una delle sue occhiate da ciao-piccola-clary-mia-dolce-innocente-bambina.
 
«Ciao, Clary. Cos'è successo qui? Un procione ha invaso la nostra cucina?» dice, riferendosi a tutte le scatole di cereali e biscotti disseminate sul tavolo e sul pavimento.
 
Essere scambiata per un procione famelico è molto frustrante, ve lo assicuro. Faccio una smorfia. «Certo, si sa che i procioni infestano le zone dell'East River, oggigiorno.» Dico sarcastica.
 
«Cosa aspetti, Clary?» Chiede mamma.
 
«Io?»
 
«Sì, tu. Hai detto 'io aspetto un'. Che cosa?»
 
Mamma è agitata. Lo capisco dal tremito leggero della sua voce e dai suoi occhi sporgenti, che sembrano scannerizzarmi dalla testa ai piedi. Perché deve essere così attenta? Ho il cuore in gola e mi sudano le mani. Non credo riuscirò mai a dirglielo, io davvero non posso.
 
«Aspetti un?» Mi incita a continuare.
 
«Un …» avanti, ho una mente brillante, perché non riesco a pensare a nessun'altra parola che non sia 'bambino' o 'procione'? Potrei dirle che aspetto un procione, dopotutto mi sembra una frase sensata. Luke mi guarda in attesa. Sento il peso dei loro occhi verdi e blu su di me, e mi sta schiacciando. Vedo che, tra le mani, Luke tiene una manciata di lettere, probabilmente la posta del mattino. «Un biglietto! Aspetto un biglietto.» Ce l'ho fatta!
 
Le spalle di mamma si rilassano impercettibilmente. «In effetti c'è questa busta indirizzata a te.» Dice Luke, sventolandomi una lettera color crema davanti al naso.
 
Ma guarda te il destino!
 
Ho strappato la lettera dalle mani di Luke e ora sono seduta sul letto di camera mia. Alla fine si è rivelato un invito per il compleanno di Magnus, ovviamente non c'è scritto quanti anni compie e mi chiedo perché mai spedisca gli inviti via posta mondana. Leggo la data prevista per la festa e scopro che si terrà a dicembre, il che è strano visto che siamo a settembre e mancano ancora quattro mesi.
 
Quattro mesi.
 
Per allora sarò grossa come una balena. Potrei suggerire a Magnus di organizzare una festa in maschera. Il mio costume sarebbe di sicuro il più realistico.
 
Visto che il mio nuovo scopo nella vita è quello di evitare Jace, decido di non andare all'Istituto e di incontrarmi con Izzy direttamente davanti alla fermata della metropolitana. Ieri sera, a Chinatown, si è verificata un'intensa attività demoniaca e un mondano è rimasto ferito mentre usciva da un ristorante cinese.
 
«Che cos'hai?» Izzy mi guarda con gli occhi socchiusi, in questo momento assomiglia molto a mia madre.
 
«Niente.»
 
Mi muovo a disagio sul sedile della metro e mi auguro con tutto il cuore che decida di lasciar perdere. Isabelle? Lasciar perdere? Figuriamoci.
 
«Oggi sei più musona del solito. Hai litigato di nuovo con Jace?»
 
Di nuovo? Come se io e Jace litigassimo un giorno sì e l'altro no. Beh, in effetti è così.
 
«No, stavo pensando alla festa di compleanno di Magnus. Dovremmo fargli un regalo, no?»
 
Sto diventando davvero brava a fuorviare i discorsi.
 
«Oh, giusto!» Gli occhi di Izzy si illuminano, come ogni volta che si parla di feste organizzate da Nascosti megalomani con una passione per il glitter. «Credo che un set di biancheria intima di seta potrebbe essere una buona scelta!»
 
«Un set di biancheria intima? Ma che diavolo è?»
 
Izzy mi guarda come se fossi un'aliena particolarmente deficiente. Inoltre ora l'immagine di Magnus in reggiseno e slip di seta si è sovrapposta a quella di lui con gli slip pitonati. Devo vomitare.
 
Arriviamo davanti al ristorante cinese dove la sera prima è avvenuta l'aggressione. Si trova in un vicolo oscuro e maleodorante. Izzy sta seguendo delle tracce di sangue secco, mentre io studio il menù appeso alla vetrina. In questo momento ucciderei per una zuppa di pinne di pescecane.
 
«Clary?» Izzy è dietro di me e mi guarda con le sopracciglia alzate. «Che cosa stai facendo?»
 
«Ehm, pensavo che potremmo fermarci qui per cena.»
 
Di nuovo Izzy mi guarda come se fossi pazza. Ricambio lo sguardo con un'occhiata di sufficienza. Lei fa per aprire bocca, ma un rumore proveniente dal fondo del vicolo la distrae. Due bidoni della spazzatura vengono ribaltati, spargendo il loro nauseante contenuto tutto attorno a  noi. Ormai è buio ed è difficile scorgere qualcosa tra tutta questa spazzatura. Izzy tira fuori la spada angelica e io la seguo. La luce delle nostre spade riesce ad illuminare il deprimente paesaggio del vicolo, insieme ad un paio di tentacoli bianchi dalle ventose appuntite e rosse.
 
«È un demone Raum!» Urla Izzy, saltando sulla marea di rifiuti con una grazia innata che mi fa alquanto innervosire. La sua spada riesce a recidere uno dei tentacoli, mettendolo fuori uso. Il demone, però, non sembra neanche accorgersene e avvolge la caviglia di Izzy in una stretta mortale.
 
Dovrei fare qualcosa, lo so, ma sono paralizzata dalla paura. Non ho paura per me stessa, ormai quella l'ho superata da un pezzo, ma ho paura per il bambino. Non ho idea di come comportarmi, non ho idea se tutto questo possa nuocergli e adesso, l'idea di andare a caccia insieme a Isabelle, mi sembra la più stupida che io abbia mai avuto.
 
A parte andare a letto con Jace senza un'adeguata protezione, ovviamente.
 
Izzy sta lottando e sembra avere la meglio sul demone, ma un altro Raum sembra sbucare dal nulla. O meglio, da uno dei bidoni della spazzatura, sul quale Izzy fa leva con un piede per prendere lo slancio ed eseguire un salto mortale che la riporta a debita distanza dai due demoni. Durante questo breve arco di tempo, non si fa certo scappare l'occasione di lanciarmi un'occhiata furiosa, in stile se-non-ti-dai-una-mossa-ti-uccido-a-mani-nude.  
 
Il demone a cui Izzy ha reciso un tentacolo ora sembra davvero arrabbiato. Corro verso di lui, pregando di non cadere, o farmi male, o essere mangiata da quella orrenda bocca bavosa che il Raum si ritrova. La mia spada angelica sta brillando a pochi centimetri dal petto del demone, sento che affonda nella sua carne molle e per un attimo sorrido trionfante.
 
Il Raum non sembra apprezzare e agita i tentacoli in un vortice, spazzando via tutto ciò che gli è accanto, compresa me e tutta la spazzatura.
 
Vedo Izzy alla sue spalle, e non ho mai amato così tanto quella ragazza, mentre gli infila la spada nel collo dandogli il colpo di grazia, spargendo icore nera e una sostanza melmosa dappertutto.
 
Bene, ora sono completamente ricoperta di rifiuti cinesi, melma e sangue di demone.
 
La mia vita fa schifo.
 
Giro le chiavi nella toppa di casa e non vedo l'ora di lavarmi via tutta la spazzatura e la melma che ho addosso. I due Raum sono stati rispediti nel Vuoto e anche io ci sono andata molto vicina, visto che Izzy mi ha praticamente puntato la spada alla gola chiedendomi che diavolo mi fosse preso.
 
«Sono incinta, okay?!» Avrei voluto urlarle in faccia, ma non l'ho fatto. Mi sono limitata a non aprire bocca e ad esibire la mia migliore espressione mortificata.
 
Lancio le chiavi sul mobiletto e mi avvio verso il bagno, togliendomi la casacca della divisa e lasciando impronte fangose sul pavimento. Mia madre mi ucciderà.
 
Quando passo dalla cucina, però, vedo qualcosa che mi costringe a fermarmi. È davvero tardi, credevo che mamma e Luke fossero già a letto, invece sono entrambi seduti al tavolo della cucina, immobili come due statue di pietra.
 
«Ciao?»
 
Faccio capolino dalla porta ed entrambi alzano lo sguardo su di me. I loro occhi sono vuoti come quelli dei mondani soggiogati dai vampiri.
 
«Che succede?»
 
«Che succede?» Ripete mia madre, alzandosi in piedi. «Dovresti dircelo tu che succede!» Strilla agitando le mani in aria.
 
Mi chiedo cosa possa aver combinato questa volta. Forse è arrabbiata perché ho sporcato il pavimento, oppure … aspetta, cos'è quella cosa che tiene tra le mani?
 
Oh, mio Dio.
 
È il mio stick!
 
Anni e anni di serie tv poliziesche non mi hanno insegnato proprio nulla, allora? Mai buttare le prove nel cestino dell'immondizia della proprio camera!
 
«Hai frugato in camera mia!» Urlo indignata. Perché si sa, l'attacco è la miglior difesa o qualcosa del genere.
 
«Clarissa, tu mi devi delle spiegazioni! Cos'è? Cosa significa? È tuo?» Mi sventola lo stick davanti alla faccia con espressione furiosa e io mi chiedo perché questa serata non possa finire in fretta.
 
«È un test di gravidanza, mi sembra ovvio.» Dico sarcastica, ma è come se avessi ingoiato un limone e sento le lacrime pungermi gli occhi.
 
Luke si alza dalla sedia e inizia a girovagare per la cucina con aria confusa.
 
«Come hai potuto essere così irresponsabile?» La voce di mia madre è come veleno.
 
«Beh, non ho pensato alle conseguenze!»
 
Diciamo che non ho proprio pensato in quel momento.
 
«Questo è ovvio!» Urla mamma, prendendosi il viso fra le mani e respirando affannosamente.
 
«Mi dispiace, mamma.»
 
Lei prende un altro bel respiro per calmarsi. Probabilmente un'iniezione di Valium sarebbe più utile in questo momento. «Okay, Clary, non preoccuparti. Troveremo una soluzione, insieme. Non è così, Luke?»
 
Luke è pallido come un fantasma e deve schiarirsi la voce prima di rispondere, visto che è rimasto in silenzio fino ad ora. «C-certo. Ti staremo vicino.» Fa qualche passo verso di me e mi stringe in un abbraccio un po’ goffo. Cos'ho fatto per meritarmi un papà così buono?
 
In quanto a consolazioni non è il migliore, certo, ma apprezzo molto il suo sforzo.
 
«Ci sono varie opzioni, questo lo sai. Dobbiamo solo scegliere la più adatta per te.» Mamma mi posa una mano sulla spalla e mi guarda dritta negli occhi.
 
Ho capito cosa vuole intendere con altre opzioni e questo mi provoca un'ondata di rabbia. Ho le guance bagnate, il mio sforzo per non piangere è decisamente andato a farsi benedire.
 
«Non ci credo che tu mi stia suggerendo di sbarazzarmene.»
 
«Jocelyn, vacci piano. È spaventata non -»
 
«Sta' zitto, Luke. Questi non sono affari che ti riguardano.» Vedo l'espressione ferita negli occhi di Luke e la rabbia verso mia madre cresce ancora di più. «Clary, sei troppo piccola, hai solo diciassette anni. Non sei pronta per essere madre.»
 
Questo lo so anche io, grazie tante.
 
«Lo hai detto a
 
«Jace, mamma. Si chiama Jace! Direi il suo nome non ti spedirà all'inferno. E no, non gliel'ho detto!»
 
Nel frattempo la discussione si è spostata nel corridoio. Mia madre non può dirmi cosa fare, non in questa situazione. Jocelyn incombe su di me come un titano e io non riesco più a tollerare questa pressione. Afferro la maniglia e mi precipito sul vialetto.
 
«Clarissa, se ora esci da quella porta non ti azzardare a tornare.» La voce di mia madre è gelida.
 
Oh, se solo avessi un dollaro per ogni volta che ho sentito questa frase … ora sarei molto ricca e potrei crescere mio figlio in una villa imperiale.
 
Purtroppo non è così e questa volta mia madre sembra piuttosto seria sulla faccenda del non tornare mai più.
 
Fantastico, sono una senzatetto incinta, ricoperta di immondizia e bava di demone. Si può cadere più in basso di così?
 
Dopo aver girato per un'ora buona per New York, decido che la vita della senzatetto non fa per me, soprattutto in una nottata gelida di settembre. Così vado dall'unica persona che può ospitarmi, o almeno spero.
 
«Chi osa disturbare il -» la voce assonnata proveniente dal citofono si interrompe e sospira. «Chi diavolo è? Sono le due di notte!»
 
«Clary.» Rispondo con voce piatta.
 
Quando arrivo davanti alla porta d'ingresso, Magnus mi accoglie in vestaglia di raso nero e io non posso che pensare al set di biancheria intima di seta consigliato da Izzy.
 
«Mia piccola pel di carota, puzzi come una discarica.» Magnus arriccia il naso, scrutandomi dall'alto del suo metro e novanta.
 
È bello ricevere così tanti complimenti in una sola giornata.
 
«Già. Posso stare da te per un po’?»
 
Lui alza un sopracciglio e si passa una mano fra i capelli arruffati. «Ti direi di levitare fino al bagno in modo da non sporcare i miei costosi tappeti persiani, ma non credo che tu ne sia capace.»
 
Roteo gli occhi al cielo, esasperata. «Credi bene!» Sbotto, infilandomi tra lui e lo stipite della porta.
 
Sono stanca, infreddolita, assonnata, sporca e incinta. Non è proprio il momento per l'ironia da stregone.
   
 
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