Il filo rosso del destino
 
Una volta ci raccontarono quella leggenda, ti ricordi?
Noi non gli abbiamo creduto, perché chi crederebbe mai all’esistenza di un sottile filo rosso, che lega indissolubilmente due persone? Eppure eccoci qui. Quanti anni sono passati? Troppi vero… Riusciremo mai a ritrovarci ed amarci, dando fine a questo circolo vizioso?
Chissà.
 
 
Eustass Kidd non aveva mai avuto paura del buglio, eppure nelle ultime vite si era ritrovato a temerlo.
Perché?
Perché la sua ora giungeva sempre nel cuore della notte, o in un posto cupo.

Era legato ad un muro, da lunghe e pesanti catene, il sangue gli colava sul viso, vermiglio come quello che rimaneva dei suoi capelli. Lo avevano torturato, ma non era quello che gli provocava dolore.. era l’amara certezza di chi avrebbe messo fine alla sua esistenza. Nuovamente.

Mentre osservava la pozza di sangue ai suoi piedi, maledì il giorno di non aver dato retta a quella storia, se avessero creduto, forse sarebbe stato diverso, forse tutto sarebbe cambiato.

Ma Kidd non viveva di rimpianti, conscio che ogni vita passata, era stato un passo in più per raggiungere la felicità tanto desiderata.

Alzò la testa quando sentì la porta di ferro cigolare, osservando la figura scura che entrava.
Ghignò beffardo.

-Ed eccoci di nuovo qui.- disse passandosi la lingua sulle labbra spaccate, raccogliendo il sangue.
-Già.- borbottò il ragazzo che era arrivato di fronte a lui –Riusciremo mai a mettere fine a questa storia?- chiese chinandosi alla sua altezza, posando una mano sul suo viso.

Kidd rise sonoramente, spingendosi nella carezza goffa dell’altro.
-Chissà di chi è la colpa, vero Trafalgar?- domandò retorico, puntando i suoi occhi dorati in quelli color del ghiaccio dell’altro.
-Eustass-ya, ci ho provato.- sussurrò quello, portando alla tempia dell’altro la pistola, pronto a colpirlo –Non puoi insinuare il contrario.-
-Col cazzo.- sbottò quello, consapevole che il tempo stava scadendo –Ogni cazzo di volta è la stessa storia. Io do tutto me stesso per il nostro ‘amore’, ma tu puntualmente ti tiri in dietro. Ed ecco come finisce.- ringhiò contrito.

Law l’osservò risentito, sapeva che la testa rossa non aveva torto, ma era più forte di lui.
Non era pronto ad amare e a farsi amare.
Quanti anni erano che si ritrovavano sempre in quella situazione?
Non ricordava, aveva un vago ricordo di una vita passata fra i sette mari e, lì sicuramente era nato tutto quel casino.

-Spero che la prossima volta sarò io ad ucciderti.- sibilò Kidd, facendo sfiorare i loro nasi.
Law ghignò –Forse.- sussurrò, inalando l’acre odore di sangue del compagno –Però c’ero vicino questa volta.- ammise con serietà.
La testa rossa lo guardò, scuotendo il capo –Ci devi essere dentro Law, come me.- affermò accennando un sorriso.
-La prossima vita.- dichiarò l’altro, ricambiando quel gesto, baciandolo poi con foga, facendo scontrare le loro lingue bisognose, in un ultimo bacio.

Il moro si separò a malincuore, allontanandosi dal compagno di qualche passo, la pistola sempre puntata all’altezza della sua tempia.

-Non osare farmi aspettare troppo.- grugnì Kidd, chiudendo gli occhi, aspettando quel dolore lancinante e poi il buio.
-Non darmi ordini Eustass-ya.- sibilò quello, senza un effettiva stizza.
-A dopo Law.- sussurrò con un filo di voce il rosso, inalando l’ultimo respiro.

Trafalgar Law, sparò.

-A fra poco Kidd.- sussurrò, uscendo dalla cella dove, ormai si trovava il cadavere del ragazzo, caricando la pistola –Ed ora, iniziano le danze.- proclamò con un ghigno.
 
 
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Trafalgar Law lo stava cercando.
Da quando era rinato non aveva fatto altro che cercare in lungo ed in largo quel energumero dai capelli rossi. Senza risultato.
Non era mai successo ciò e, aveva pensato che forse quell’indistruttibile filo rosso che li legava si era spezzato, ed non avrebbe mai potuto dare fine a quella storia ‘d’amore’.

Il suo cuore a quel pensiero perse un battito.

Si fermò al semaforo, aspettando che scattasse il verde per poter attraversare.
Si portò le mani sulla testa, per sistemare il cappellino di pelliccia che lo riscaldava da quel freddo assurdo. Ricordava che molto tempo fa, amava quelle temperature artiche, ma adesso le detestava. Preferiva di gran lunga il caldo estivo, che in un certo modo gli ricordava la persona del suo destino.

Il verde scattò e, con passo sicuro cominciò ad attraversare la strada, alzò lo sguardo ed il sorriso che da molto tempo non gli cingeva quel viso, tornò a fare capolino.

I loro sguardi si incrociarono, e i soliti ghigni sghembi fecero nuovamente strada su quei visi.

-Dove stai andando?- chiese Law, avvicinandosi alla testa rossa.
-A casa mia.- rispose quello con un tono di malizia.
Il moro gli sorrise –Posso venire?- chiese per la prima volta in anni, forse cambiando drasticamente il finale delle loro vita.
Kidd lo guardò attonito –Certo.- borbottò, arrossendo lievemente afferrando la mano del compagno, trascinandolo dietro di se.
Law ridacchiò, osservando il viso porpora del ragazzo, sentendo uno strano calore invadergli il petto.
 
Per quanto tempo il nostro amore si è concluso in tragedia? Sai non lo ricordo più.
Ma questa volta ho la strana sensazione, che sarei disposto a morire per protegerti.. Ma ovviamente tu, non lo saprai mai.
 
 
Note di me:
Cinque ore di treno fanno decisamente male, non trovate?
Non chiedetemi come mi è venuta in mente, ma è uscita fuori e, con tutta sincerità non la trovo malvagia. Adoro pensare che quei due, anno sofferto tanto per capire il loro amore. Perchè Kidd l'ha capito prima di Law? Per me Kidd è quello che ha meno difficoltà ad accettare la cosa. Strano vero?
Spero che sia anche di vostro gradimento. Spero che commentiate perché sono curiosa di sapere cosa ne pensate, dato che ci tengo molto.
Un bacio enorme <3