Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Fuck Duck    29/06/2014    1 recensioni
E se tutte le cose che abbiamo letto, tutte quelle in cui abbiamo creduto, fossero reali? Sarebbe fantastico. Però di storie ce ne sono tante. Allora come stabilire quale di queste sia reale? Stabilire se esita Hogwarts oppure Panem, demoni o divinità, il Conclave o il Ministero della Magia, i distretti o le fazioni, il Campo Mezzosangue o gli Hunger Games? E se fosse vero che tutte le storie sono vere? Se tutte convivessero, fondendosi i un’unica, incredibile realtà?
Questa storia è un crossover: Shadowhunters, Harry Potter, Hunger Games, Percy Jackson, Divergent.
*Perdonate il titolo banale*
PROBABILI SPOILER PER CHI NON HA LETTO LE SAGHE
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Katniss POV
 

Il vecchio giubbino da caccia di mio padre pizzica. Non ricordo che l’abbia mai fatto prima. Ma forse è solo la mia pelle martoriata. Mi sforzo di non grattarmi, altrimenti mi si staccano interi pezzi e ho promesso a Peeta che non l’avrei più fatto. La recinzione attorno al Prato c’è ancora,priva di ogni tipo d’elettricità,ma c’è. E questo mi ricorda i vecchi tempi,prima che la mia vita venisse in qualche modo masticata e risputata in un grosso,spinoso groviglio. Prima. Quando aveva ancora senso andare a cacciare. Andare a cacciare con Gale, per sfamare la mia famiglia. Quando passo per lo squarcio nella recinzione mi sembra di poter sentire di nuovo quella sensazione. Quel brivido che mi attraversava quando sapevo che avrei passato una giornata simile con Gale. Per un attimo penso di poterlo raggiungere e cacciare insieme a lui un’altra volta, portare la cacciagione al Forno e farci qualcosa. Forse potremmo anche trovare qualche fragola per Madge. Poi il momento passa. Gale è lontano. Il Forno non esiste più. Non c’è nessuna famiglia da sfamare. Prim è morta. Mia madre ha abbastanza soldi da provvedere a sé stessa. Non c’è nessuna famiglia da sfamare. Respingo le lacrime. Il tempo di piangere è finito da un pezzo, e io sono rimasta indietro.
Tiro fuori arco e frecce dal tronco di un albero. Qualcuna è sopravvissuta. Ho paura a toccare quell’affare. All’inizio le mie dita tremano,sono giorni che lo fanno. Ai primi era terribile. Un attimo prima di colpire qualcosa,la preda assumeva davanti ai miei occhi le sembianze di  Rue,o di Prim,o di Finnick,o di Tresh...Quando la mia freccia uccideva l’animale le urla non avevano fine. Non fino a quando mi bruciava la gola e Peeta mi trovava accucciata contro un albero o un sasso, la testa fra le mani, porzioni di pelle lacerate. Ora va meglio. Riesco a tenere dritto l’arco e a guardare fisso la preda,che tende a trasformarsi sempre più raramente.
Sono arrivata dove gli alberi sono più fitti adesso. Ho lasciato dietro di me parecchie trappole nel caso qualche scoiattolo o qualche coniglio ci si infili dentro.
Ci so ancora fare. In pochi minuti abbatto non meno di tre animali e devo ancora controllare le trappole.
E poi un rumore mi fa rizzare i peli sulla pelle e non so perché.
«Peeta? Sei tu?» qualche volta viene a vedermi cacciare,nonostante gli abbia detto mille volte che per lui è pericoloso. A parte il fatto che mi fa scappare la selvaggina.
Però Peeta non risponde.
Sto cominciando a pensare di essermi immaginata tutto. Poi sento il rumore,di nuovo.
Molti piedi che corrono e poi Snap! Snap!. Qualcosa di molle si muove in mezzo agli alberi e questo non è normale. Sto pensando di correre. Ma sono abbastanza lucida per capire che è troppo tardi per correre. Quello Snap è troppo vicino. Troppo frequente. E’ un rumore frusciante, di qualcosa che viene trascinato… trascinato verso di me.
Estraggo una freccia dalla faretra ma non la incocco.
Ho lo stomaco contratto,ma perché? Non c’è nulla che io non conosca qui dentro.
E poi guardo in basso.
E’ accucciata sul suolo. Una creatura lunga, coperta di scaglie, con un grappolo di occhi neri al centro del cranio tondo. Una specie di incrocio tra un coccodrillo, un millepiedi e uno scorpione. Ha un muso tozzo e piatto e una coda uncinata che serpeggia minacciosamente da un lato all'altro.
Mi immobilizzo. Non mi ha visto.
Ma io ho visto lui.
La pelle brucia più che mai e un solo pensiero si fa strada nel mio cervello ardente: ibrido.
Ma non è possibile, non è possibile!
Non ci sono ibridi nel Prato. Gli ibridi sono in un solo posto. Gli ibridi non esistono. Gli ibridi vengono creati per i tributi, nell’arena, negli Hunger Games. Gli ibridi vengono creati dagli strateghi, per i tributi, per noi.
Improvvisamente il mondo inizia a girare. Il terreno scivola da sotto i miei piedi e inizio a capire.
Era tutta una allucinazione. Era tutto una finzione. Era tutta un’ilusione creata da Snow.
Sono ancora nell’Arena, devo esserci,per forza.
Sono ancora nell’Arena.
La paura non mi attanaglia le viscere. Credo non ci siano neanche più, le viscere.
Sono ancora nell’Arena.
Peeta.
E’ stato anche lui una finzione? Non importa,devo avvisarlo.
Tutto gira e io non ci vedo più. Non ci vedo più.
Sono ancora nell’Arena.
Faccio un passo.
E improvvisamente lui mi vede.
Qualcuno urla. No, sono io che urlo. E’ la cosa più stupida da fare, eppure lo faccio. Urlo.
Una serie di zampe si raccolgono sotto quell'essere mentre si prepara a scattare.
Voglio scappare, ma è troppo tardi per correre. Estraggo una freccia dalla faretra e cerco di posizionarla sulla corda dell’arco, ma invece di una sola corda ne vedo tre, ci riprovo ma non ci riesco. Non ci riesco. Non ci riesco.
Sono inerme. Aspetto il colpo, quando Peeta si precipita fuori dal folto. Urla il mio nome. La creatura si gira verso di lui, ma nemmeno lui la vede. Mi viene vicino e io alzo un dito. Quando vede l’essere sul suo volto c’è tutto quello che ho provato io.
La creatura è ancora là sbavante e disorientata.
-Peeta- sibilo.
Mi tiro su. Devo salvarlo. Ad ogni costo.
Cerco di capire se siamo nei 74° o nei 75° giochi, ma non ha importanza adesso.
-Corri!-   urlo –Corri!-
Lo allontano con un violento spintone e lui corre.
E poi mi giro, proprio nel momento in cui la creatura si lancia su di me.
Rotolo di lato lungo il tronco di un albero. E poi corro prima che quella cosa di rimetta in piedi.
Corro. Corro. E ormai sono al di là del terrore più puro.
Ma la bestia è più veloce di me e me la ritrovo davanti.
Afferro una freccia, che decido di usare a mo’ di coltello e in qualche modo riesco a conficcarla nella zampa della creatura. Questa fa un passo indietro e io fuggo, ancora.
Corro,tenendo stretto l’arco e la faretra, sbattendo contro alberi che appaiono dal nulla, inciampando mentre cerco di riacquistare l’equilibrio. Il mondo inizia a deformarsi, quando qualcosa mi viene incontro. Cado e sento un peso sopra di me. E’ lì, la bestia. Mi agito e cerco di scrollarmelo di dosso. Ma è troppo pesante. Troppo pesante. Sento un dolore lancinante allo sterno e non riesco più a respirare. Poi il terreno svanisce e, mentre precipito, perdo conoscenza.
 


 

Salve a tutti amici! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la vostra curiosità sia cresciuta. Spero anche di essere riuscita a farvi perdere fra le parole perché è questo che io amo quando leggo una storia! Beh, fatemi sapere che cosa ne pensate perché, il prima possibile, arriverà anche un secondo capitolo! E speriamo anche un terzo, un quarto, un quinto.. grazie di aver continuato a leggere questa folle storia, apprezzo tutti i vostri consigli e anche critiche costruttive. (Scusate per la modesta lunghezza del capitolo)
Prongs

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Fuck Duck