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Autore: Tom Kaulitz    29/06/2014    3 recensioni
"Gwendolyn... Hai sentito?" Mi chiese Gideon con voce stranamente tremolante. Annuii, in attesa. I passi erano frettolosi, le scarpe pesanti. Cessarono. Lanciai un urlo non appena un oggetto venne lanciato sulla strada, unica cosa illuminata nei paraggi. Guardai meglio: era un coltello.
~
Bill scattò e riuscì a malapena a bloccarlo prima che la sua lama gli trafiggesse la mano. Le spalle al muro, probabilmente di lì a poco sarebbe morto.
D'improvviso Beatrice puntò la pistola contro il ragazzo. Era fottuto. Sembrò accorgersene, perché dallo spavento lasciò cadere il coltello che la mora calciò via, sulla strada. Premette il grilletto, un grido coprì lo sparo.
~
Una vita frantumata da un'altra, due cuori spezzati destinati a ricomporsi con le anime più improbabili, in una missione persa in partenza.
~
Fanfiction con elementi della Trilogia Delle Gemme di Kerstin Gier (i romanzi Red, Blue e Green) - Contiene Spoiler per chi non ha letto i romanzi.
Genere: Azione, Fluff, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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1.
Numba Sixxtynine.

Leave us alone!
You're on your own!
We are breathing,
While your sleeping, go, (GO!)

-Black Veil Brides, Perfect Weapon

 

Bill buttò la sigaretta a terra e la spense pestandola. Sbuffò e stette ad osservare la nuvoletta che il suo respiro produceva, faceva freddo, dopotutto era gennaio, due giorni prima del compleanno di Andreas, il suo migliore amico. Non sapeva neanche che regalo fargli.. A quel pensiero arrossì leggermente e accennò un piccolo sorriso vergognandosi. I compleanni non erano il suo forte. Si passò una mano fra i capelli corvini alzati in un'alta cresta e si sistemò la matita passando un dito sotto l'occhio più volte. Doveva essere spaventoso, pensò. Dopo aver fumato almeno tre sigarette di fila, dopo aver sbadigliato ad una frequenza di due volte al minuto doveva sembrare una ragazzina nel doposbornia. La verità era che stava aspettando Beatrice e, si sa, le donne si fanno sempre aspettare. Finalmente Bill vide il portone aprirsi... No, non era lei. Era soltanto la tata dei ragazzini che vivevano nell'appartamento sotto quello della sua ragazza. Il moro sbuffò e chiuse gli occhi reclinando la testa indietro, appoggiando la schiena ad una palo, le mani in tasca. A cosa doveva abbassarsi per lei.. il capo della gang più temuta della città, ad aspettare la principessa che finisse di avere le ripetizioni di fisica.. Si, Bea andava ancora a scuola, era due anni più piccola di Bill.
Sentì il Big Ben segnare le 9 e osservò come la nebbia concondasse il London Eye col suo abbraccio. Eccola, gli stava venendo incontro, le mani in tasca e l'aria piuttosto raffreddata. I suoi capelli neri erano legati in una coda disordinata da cui uscivano alcune ciocche, la frangia era perfetta come al solito, piastrata, il giubbotto di pelle bianca le stava da Dio sulla gonna nera aderente, le calze nere semicoprenti e le New Rock. Non erano le New Rock con tremila teschi, erano quelle sobrie, senza tanti fronzoli, semplicemente con un piccolo plateau e il rubusto tacco alto argentato, alte fino a poco sotto il ginocchio coi lacci. Rispecchivano il suo carattere: energica, semplice, distinta dalla massa e con una grande classe che era innata, un'eleganza che ancora una volta mostrava mentre oltrepassava la strada vuota: la testa eretta, la piccola bocca leggermente incurvata in un sorriso e gli occhi truccati pesantemente, azzurro chiaro, nei quali Bill adorava perdersi dopo aver fatto l'amore.

Lei si avvicinò e gli sorrise: «Ciao 'more» gli disse prima di dargli un bacio a stampo. Lo abbracciò. «Scusa per l'attesa» Ma lui l'aveva già scordata, l'attesa. Le baciò la testa e sorrise. «Sei proprio decisa?» le sussurrò. Lei si irrigidì e annuì. «Voglio vedere... ciò che fai. Un giorno entrerò anche io nella tua gang.» Bill chiuse gli occhi, contrariato. Non voleva. Si sarebbe rovinata. Gli avrebbe sorriso in un'altro modo, avrebbe reagito diversamente a qualunque cosa, avrebbe smesso di tapparsi gli occhi davanti al sangue, avrebbe smesso di essere così... pura. «Ti prego» lo supplicò lei. Bill rispose con un vago «Solo questa volta. Poi vedremo.» mentre iniziavano a camminare verso la moto. Lei rimase a testa china e gli camminò docile al fianco. Il ragazzo, dopo aver preso il suo casco e quello della mora (Entrambi tassativamente neri), si mise sulla moto e tolse il cavalletto, si piegò leggermente per permetterle di salire più comodamente e buttò via l'ennesima sigaretta. Lei lo guardò male («Devi smettere di fumare, Bill»), prima di sisemarsi il ciuffo da una parte e salire sulla moto abbracciandolo. Partirono. Bill alla guida, contrariamente a quanto si potesse pensare, era abbastanza cauto e non ci teneva a rischiare la vita, aveva da pensare ad altre cose. Bea gli infilò una cuffia nell'orecchio e l'altra la tenne per sè. Bill sorrise. Aveva messo "Ritual" dei Black Veil Brides, una delle sue canzoni preferite: gli piacevano i Black Veil, soprattutto Andy "Sixx", il cantante, era un pazzo furioso ma dopotutto gli stava simpatico, ad ogni intervista si faceva un paio di risate, da quanto carismatico era. Bill, segretamente, lo ammirava: era ciò che sarebbe diventato se non avesse scelto di passare la vita in quel modo.

"Becoming one in our ritual" cantava Andy nelle sue orecchie, mentre Bill faceva il playback mimando le parole con la bocca.

La canzone era arrivata all'ultimo ritornello quando arrivarono a destinazione: la stazione. C'erano vari treni fermi, aperti: Era in quartier generale della gang, ognuno poteva andarci quando voleva, tanto nessuno osava avvicinarsi ai famosi "Tokio Hotel", il loro nome. Bill parcheggiò, fece scendere Beatrice e mano nella mano si avvicinarono al vagone del treno regionale 6009 che avrebbe portato a Edinburgh, per gli amici il "numero 69".

Tom comparve al finestrino, passò una mano sul vetro per vedere meglio chi fosse e riconobbe le scarpe di Bea e la cresta di Bill. Sorrise raggiante e disse «Sono arrivati!» ai presenti prima di uscire. «Finalmente Bill, pensavo vi fosse successo qualcosa! Bea cosa ci fai con quel ragazzo che ti viene a fare ripetizioni?» scherzò. Lei lo guardò male e cercò di tirargli un calcio, e mani incrociate al petto. Tom rise, la schivò e strillò: «Appoggia quelle scarpe micidiali per terra, grazie!» rise anche lei. Bill alzò indice, medio e anulare, mise la mano orizzontale e fece al fratello: «Leggi fra le righe» Tom gli fece la linguaccia e scomparve dentro il vagone precendendoli.

 

All'interno del vagone c'era un gran casino: i sedili erano stati staccati e messi a cerchio, i pochi tavoli che c'erano erano stati sistemati al centro. C'erano seduti, in ordine: Gustav, Georg, Andreas, Tom e Markus. Dall'altra parte, chiacchieravano Anna, Lise e Lotte. Tutti salutarono Bill con un cenno del capo o della mano accompagnato da un reverente " 'Giorno Bill" a cui lui reagì sfoderando un placido sorriso. «Ragazzi conoscete tutti la Bea vero?» Annuirono e la accolsero con tanti «Era ora che venissi e ti unissi a noi» (Bill fece una smorfia, contrariato).
Mentre lei, arrossita, si faceva strada fra gli zaini per terra per raggiungere le ragazze si sentì toccare il culo da qualcuno. Si girò e vide soltanto Bill, che era scattato subito, con le mani fra i capelli di Georg che era seduto. Il moro stava in piedi dietro alla poltrona mentre l'altro aveva tirato la testa indietro per cercare di farsi strappare meno capelli possibile, un lieve sorriso rassegnato sulle labbra, che inumidì guardando Bea che si allontanava. «Vedi di stare attento a cosa fai, figlio di una troia. Ricorda chi è che ti ha fatto entrare, qui.» Georg stette in silenzio «Capito?» disse ancora Bill soave, tirando di più i lunghi capelli. Un flebile e orgoglioso «Si» pronunciato dal pervertito di turno fece tornare Bill alla sua sigaretta dopo aver lasciato con uno strattone la chioma di Georg che, per paura, si guardava le scarpe fingendosi pensieroso.

Intanto Tom, che aveva osservato la scena ridendo sotto i baffi (Era sempre più incredibile quanto suo fratello la amava, anche se erano davvero fatti l'uno per l'altra), chiese a Bill a bassa voce: «Allora? Passiamo all'azione domani?» Bill diede un tiro alla sigaretta, soffiando il fumo dalla parte opposta della faccia di Tom (verso, guarda caso, la sedia di Georg) continuando a fissare suo fratello, per poi dire con tutta la calma del mondo «Vedremo cosa succederà.. Non possiamo contare sulla passività degli Slipknot». Mise l'accento su quella parola tanto strana (il nome della gang nemica) alzando gli occhi al cielo e facendo le virgolette in aria. Distolse lo sguardo dal fratello e guardò verso Bea, che stava ridendo. Odiava i nomi artificiosi e senza senso, "non che il nostro sia da meno" aveva commentato una volta il rasta. Bill sorrise al ricordo.

Il Tom del presente annuì pensieroso osservando Gustav, Andreas e Markus fare discorsi, come al solito, molto filosofici. «Si, io l'ho assaggiata la birra degli Iron Maiden.. Non sa di niente in realtà. Piscio con un leggero retrogusto alcolico.» diceva Andreas, il suo migliore amico. «Perchè, tu hai assaggiato il piscio?» gli chiese Markus. «Ma che schifo...» Andreas storse il naso. Gustav voleva intervenire con una frase sicuramente molto interessante però qualcosa, o meglio qualcuno lo interruppe. Un silenzio calò improvviso nel vagone.

Uno sparo. Due spari. Tre.

Bill si alzò di scatto e spense frettolosamente la cicca.
Guardò fuori dal finestrino per venti lunghi secondi.
«Oh Cazzo».
 




Note finali:

Salllve al mondo intero. Intanto, ecco i nostri amori.
E poi, volevo dire che martedi (ho aggiornato, fate conto, il 30 e vado il 2) parto per Roma, perciò cercherò di scrivere appena posso, ma non vorrei promettervi niente perchè non so se c'è connessione, quello è l'unico limite. Poco male, solo una settimana. Ma a chi importa? O.o 
Anyway, spero che vada tutto per il meglio per quanto riguarda la storia... E un avvertimento: non cerco in alcun modo di confrontare le band citate :)
Perciò, ci si sente. Ah, ringrazio coloro che hanno seguito la storia, vi amo.♥
Shiau beli

 

  
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