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Autore: TeenSpiritWho_    30/06/2014    5 recensioni
-Sai cosa mi farebbe stare davvero meglio? La vendetta.-
Gwen sorrise maliziosa -Oh, come mi piacerebbe darle una bella lezioncina.-
Rimasero in silenzio qualche secondo, mentre sul viso di Duncan si formava un'espressione tra il divertito e il subdolo.
-Allora facciamolo.-
Gwen lo fissò dritto negli occhi, inarcando le sopracciglia -Dici sul serio?-
-Mai stato così serio in tutta la mia vita.-
Lei si morse un labbro, pensosa. Poi sorrise, mentre i suoi occhi si illuminavano.
-Brindiamo alla vendetta, allora.-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Can't Stop

  Salve a tutti, bella gente!
Mi presento, sono Teen *fa ciao con la manina*
Ok, ammetto di aver trattato Courtney un po' male in questa storia, ma ero in vena di DxG diaboliche (?)
Ad ogni modo, spero che la mia nuova One Shot vi piaccia. E' venuta fuori un po' più lunga del previsto, spero non risulti noiosa.
Dedico questa One Shot a tutti quei tesori che continuano aseguire la mia long (About A Girl, a cui sto lavorando e che prometto aggiornerò presto) nonostante i miei clamorosi ritardi. Vi adoro! 

Fatemi pensare cosa pensate di questa storiella.
Un bacio,
Teen

P.s. La traduzione della frase dei Red Hot Chili Peppers che si trova alla fine della storia è: "Non riesco a fermarmi perché amo la confusione, questa punk è il sentimento per cui tu stai qui, voglio essere in tempo ad essere il tuo migliore amico."
Per evitare fraintendimenti: questa storia non vuole essere contro Courtney o dimostrare che è una stronza o cavolate simili, ho semplicemente "preso in prestito" alcuni personaggi di A Tutto Reality per scrivere una storia che mi frullava in testa da un po', infatti questa One Shot è in un contesto differente dal reality. Per favore, non prendetela sul personale. Non sono una hater, anzi, sono stata grande fan di Courtney e della DxC, e ancora la apprezzo.


Gwen non amava particolarmente le feste. La mettevano a disagio, come qualsiasi evento o luogo troppo affollato. Preferiva di gran lunga rifugiarsi nella sua mente, da sola, dove nessuno poteva disturbarla.

Ed era proprio lì che era andata a nascondersi quel giorno, mentre se ne stava in piedi in un angolo del grande gazebo dove si stava svolgendo il ricevimento, sorseggiando un drink analcolico e osservando la gente attorno a lei.

Era il matrimonio di una sua vecchia “amica” che, come al solito, aveva voluto fare le cose in grande. Per il rinfresco dopo la cerimonia aveva affittato un intero campo da golf, dove aveva fatto montare un immenso gazebo con buffet, bar e animazioni varie per adulti e bambini. Il tutto si affacciava su un grande lago, la cui superficie brillava sotto il sole splendente.

Ma Courtney era sempre stata così, un'inguaribile egocentrica, e di sicuro nel giorno del suo matrimonio l'attenzione doveva essere rivolta su di lei. Tutto doveva essere perfetto e grandioso.

La musica veniva sparata fuori a tutto volume dal grande impianto stereo, e sulla pista da ballo gli invitati si scatenavano. Tra di loro ecco Courtney, che si dimenava nel suo grande vestito bianco da principessa, tutto balze e sbuffi di tulle. Aveva persino un piccolo diadema di diamanti in testa. Gwen lo trovava un po' esagerato, ma assolutamente centrato per lei.

Era sua amica da molto tempo, fin dai tempi della scuola, ma il loro rapporto si era un po' incrinato quando Courtney aveva cominciato a frequentare compagnie diverse da quelle di Gwen, i cosiddetti “ragazzi popolari” della scuola. Anche se non l'aveva mai detto, Courtney aveva sempre lasciato intendere che si sentiva superiore a lei, e l'invito al suo matrimonio ne era la prova. Quasi a dire “Guarda qui, piccola Gwennie, io ho trovato un bel maritino pieno di soldi e invece tu sei ancora single e squattrinata!”

Mentre ballava, lo sguardo di Courtney cadde su Gwen, ancora da sola nel suo angolino di gazebo, e la salutò vistosamente con la mano, agitandosi tutta. Si tirò su la sfarzosa gonna, non senza fatica, e corse verso di lei, con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.

-Tesooooro!- la salutò, fermandosi davanti a lei, ansimando per la corsa.

-Ehi, Courtney- disse Gwen, abbozzando un sorriso -Come sta andando il tuo grande giorno?-

-Fa-vo-lo-so. Come lo immaginavo. E sono molto contenta che tu sia venuta.- le gettò le braccia al collo, stringendola in un abbraccio stritolante.

-Ti... ringrazio...- bofonchiò Gwen, senza fiato per la stretta un po' troppo vivace dell'amica.

Courtney la lasciò andare e sul suo volto si era dipinta un'espressione seria -Ma parliamo di te. Ho sentito che Trent ti ha lasciata.-

Gwen arrossì. Le voci corrono in fretta.

-Beh, in realtà abbiamo preso insieme la decisione di lasciarci, il nostro rapporto non ci stava portando da nessuna parte e...-

L'amica la guardò con pietà, inclinando la testa di lato e piegando la bocca nel sorriso più ipocrita che potesse esistere -Oh, povera cara. Ti ha fatto soffrire, vero? Lasciarti così proprio prima del matrimonio, che cattiveria. Poteva almeno farti da accompagnatore.-

Gwen provò a sorridere a sua volta, mentre mormorava -Veramente, come ti ho detto, non mi ha lasciata lui...-

Ma Courtney non la stava più ascoltando -Comunque, spero che tu ti stia divertendo. E' proprio una bella festa, eh? Il dj che sceglie la musica è il migliore in circolazione, il buffet è servito da un noto chef e sono tutti entusiasti. Questo matrimonio entrerà nella storia!-

Gwen bevve un sorso del suo drink e in quel momento desiderò disperatamente che fosse alcolico.

-Ne sono certa- commentò poi, e chiese -E il tuo dolce sposo dov'è?-

Courtney sbuffò -Scott? Sarà a bere con i suoi amici, a parlare con gli ospiti, che ne so... ma ora dimmi.- il suo famigerato sguardo pietoso tornò a scrutare Gwen, mettendola in profondo imbarazzo -Hai intenzione di rimanere sola tutta la sera? Prova a divertirti un po', vai a ballare, fai qualcosa!-

Gwen scosse la testa -No, senti, preferisco rimanere per conto mio. Lo sai che le feste non mi vanno a genio.-

-Ho capito. Non riesci a dimenticarti di Trent. Dopotutto ti ha lasciata, è normale.- sentenziò l'altra.

Gwen alzò gli occhi al cielo. Per l'amor di Dio, resisti Gwen. Tra qualche ora sarà tutto finito e potrai andartene.

-Aspetta, ho un'idea!- esclamò la sposa, mentre gli occhi le si illuminavano.

-Ma non mi dire...- sussurrò la ragazza, già preoccupata per quello che avrebbe potuto fare.

-Non ti muovere.- le ordinò Courtney, poi raccolse nuovamente la gonna dell'abito e si avviò verso il bar, dove si trovava un piccolo gruppo di persone che chiacchieravano. Tra di loro c'era un ragazzo che se ne stava appoggiato al bancone del bar con uno sguardo annoiato, quasi infastidito. E quando notò che Courtney si stava dirigendo verso di lui, Gwen riuscì quasi a leggere esasperazione nei suoi occhi. Lo vide salutarla freddamente, con un sopracciglio alzato, ascoltarla in silenzio per qualche secondo, poi alzare gli occhi su di lei. La ragazza si sentì avvampare e abbassò lo sguardo sul suo drink. Ti prego, trasforma questo mojito analcolico in vodka, ti prego...

Ma era troppo tardi, il danno era fatto. Courtney afferrò la mano del ragazzo senza aspettare una sua risposta e lo trascinò con sé in direzione di Gwen.

-Rieccomi!- esclamò, una volta tornata, e Gwen trovò il coraggio di rialzare lo sguardo. Fu in quel momento che i suoi occhi si incontrarono di nuovo con quelli del ragazzo dall'espressione truce, ma questa volta lui era proprio davanti a lei e i suoi occhi color ghiaccio sembrarono penetrarle l'anima. La ragazza si immobilizzò, deglutendo nervosa.

-Gwen cara, questo è Duncan. Duncan lei è Gwen.-

Il ragazzo le strinse la mano, senza staccare gli occhi dai suoi, e fece un sorrisetto. Gwen lo ricambiò, stupita.

-E indovina un po'? Anche lei è stata lasciata da poco!-

-Non è stato lui a lasciar...-

La sposa la ignorò -Due cuori spezzati! Non voglio che nessuno dei miei ospiti si annoi, e voi due potreste farvi compagnia!-

-Perché no?- disse Duncan -Dopotutto non ho niente da fare.-

Courtney prese a battere le mani ridacchiando, emozionata come una bambina.

-Oh, è arrivato il mio amore! Vi lascio, provate a divertirvi!- e Courtney sfrecciò nuovamente via verso la pista da ballo, dove un ragazzo dai capelli rossi e il viso lentigginoso si guardava intorno, cercandola tra la folla. Lei lo raggiunse, gli saltò addosso e, dopo avergli stampato un grosso bacio a stampo, i due iniziarono a ballare.

Duncan e Gwen li guardarono per qualche secondo mentre si dimenavano, Scott particolarmente fuori tempo, sorridenti. La ragazza bevve l'ultimo sorso del suo drink e osservò il bicchiere vuoto, come stupita che fosse già finito, e Duncan se ne accorse.

-Ti va di bere qualcosa?-

Gwen sorrise -Certo.-

-Offro io.-

-Ma c'è l'open bar.- disse, perplessa.

Lui ammiccò -Appunto.-

La ragazza lo fissò per un istante, cercando di capire se fosse serio o no, poi scoppiò a ridere.

-D'accordo allora, offrimi questo drink gratis.- concesse lei, mentre si incamminavano.

Una volta arrivati, Duncan si appoggiò al bancone.

-Facci due... malibù?- sollevò un sopracciglio, interrogativo, voltandosi verso Gwen in cerca di un parere.

Lei fece una smorfia -Io in teoria non potrei bere niente di alcolico, devo guidare per tornare a casa...-

Duncan le indirizzò un sorriso luminoso -Oh, avanti, bevi qualcosa con me. Altrimenti mi sento solo e poi mi annoio. E se mi annoio Courtney non è contenta.- mimò il gesto di sparasi in testa con una pistola.

Gwen rise di nuovo -E d'accordo, allora, che malibù sia. Comunque questa fissazione che Courtney ha per il divertimento dei suoi ospiti è un po'... malata.-

Duncan sbuffò -La conosci, deve avere ogni cosa sotto controllo, soprattutto le persone.-

Gwen prese il bicchiere che il barista le porgeva e iniziò a sorseggiarlo -Ma dimmi, com'è che la conosci?-

-Oh, ehm...- Duncan si grattò la nuca, imbarazzato -Noi due stavamo insieme prima che conoscesse Scott. Siamo stati insieme per più di due anni, ho quasi pensato che fosse la ragazza giusta da sposare, molto tempo fa.- ridacchiò, poco convinto.

-Aspetta, fammi capire.- Gwen aggrottò le sopracciglia e indicò il ragazzo -La tua ex ha invitato te al suo matrimonio. E ti tratta come se non ci fosse mai stato niente tra di voi. Questa cosa non ti dà un po' fastidio?-

-Non sai quanto. Ma non sono riuscito a dirle di no.- scosse la testa, e bevve il suo drink tutto d'un sorso -E tu? Sembrate parecchio diverse, come l'hai conosciuta?-

La ragazza fece spallucce -Eravamo molto amiche all'inizio del liceo, poi abbiamo perso i contatti... ma ha ritenuto ugualmente appropriato invitarmi al suo matrimonio.-

-Come sarebbe a dire che avete “perso i contatti”?-

-Sarebbe a dire che è diventata una stronzetta snob e non mi ha più rivolto la parola per tutto il liceo.-

Duncan scoppiò a ridere -Ah, ora è chiaro. Beh, vedo che siamo entrambi al matrimonio di una ragazza per cui serbiamo un grande rancore, ottimo.-

Gwen ingoiò il resto del suo drink tutto d'un fiato, con rabbia -E sai qual è la cosa che mi dà più fastidio? Che non mi ha mai chiesto scusa per il suo comportamento, neanche dopo anni.-

Lui sbuffò -Non dirlo a me. Circa un anno fa mi ha lasciato, senza una motivazione valida. Ho scoperto in seguito che si vedeva da un po' con un altro ragazzo. E indovina? Adesso sono sposati.-

La ragazza ridacchiò sarcastica, scuotendo la testa -Cazzo. E noi che diavolo ci facciamo qui?-

-Non lo so. Forse speravo di vederla inciampare mentre camminava verso l'altare, oppure...- il suo sguardo si perse nel vuoto -...non ho ancora superato quello che c'era tra di noi.- abbassò gli occhi.

Gwen lo osservò con tristezza, poi fece un cenno al barista.

-Due shottini, per favore.-

Duncan alzò gli occhi verso di lei, con un sorriso di gratitudine.

-Ehi, ascolta. So come ti senti, anche io ho chiuso una relazione da poco. Ma lei non ti merita, sul serio. Ti ha lasciato per un altro, fredda come un pezzo di ghiaccio, e oggi ti ha invitato qui per farti sentire ancora peggio.-

-Già...- prese in mano il bicchiere e lo osservò distratto, immerso nei suoi pensieri -Sai cosa mi farebbe stare davvero meglio? La vendetta.-

Gwen sorrise maliziosa -Oh, come mi piacerebbe darle una bella lezioncina.-

Rimasero in silenzio qualche secondo, mentre sul viso di Duncan si formava un'espressione tra il divertito e il subdolo.

-Allora facciamolo.-

La ragazza prese in mano il suo bicchierino e chiese -Cosa?-

-Diamole una lezione. Cosa abbiamo da perdere, la sua amicizia? Ben venga.-

Gwen lo fissò dritto negli occhi, inarcando le sopracciglia -Dici sul serio?-

-Mai stato così serio in tutta la mia vita.-

Lei si morse un labbro, pensosa. Poi sorrise, mentre i suoi occhi si illuminavano.

-Brindiamo alla vendetta, allora.-

Entrambi alzarono i bicchieri e li fecero tintinnare uno contro l'altro, poi bevvero il loro contenuto tutto d'un sorso.

-Dimmi, cos'hai in mente?-

 

Era arrivato il momento del taglio della torta. Un momento molto importante per gli sposi, perché l'attenzione è completamente concentrata su di loro. La gente scatta foto, applaude, grida congratulazioni.

Ma forse quella volta non sarebbe andato tutto liscio.

-Dove diavolo stiamo andando?-

-Tu seguimi e fa' silenzio.-

Gwen alzò gli occhi al cielo.

-Dimmi almeno cosa vuoi fare!-

Lui si voltò verso di lei e posò l'indice sulle labbra, intimandole nuovamente di fare silenzio, poi le afferrò la mano per assicurarsi che lo seguisse. Al contatto con la grande mano calda di Duncan, Gwen sobbalzò e arrossì leggermente, cercando di nasconderlo abbassando lo sguardo.

Raggiunsero di corsa il country club che si trovava all'ingresso del campo da golf, poco lontano dal gazebo. Entrarono, guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, ma naturalmente l'edificio era vuoto perché Courtney aveva avuto a disposizione così tanti soldi da potersi permettere di affittare sia il campo da golf che il country club, da usare in caso di pioggia.

-Da questa parte.- Duncan sembrava piuttosto sicuro della direzione da prendere, ma Gwen non aveva ancora la più pallida idea di cosa avesse intenzione di fare. In ogni caso, lo seguì lungo un corridoio che finiva con la porta di uno sgabuzzino.

Perché vuole entrare in uno sgabuzzino?

Il ragazzo girò il pomello e spinse ma, dopo svariati tentativi falliti, diede un calcio alla porta, esasperato.

-E' chiusa a chiave, cazzo.-

Gwen lo spinse da parte con una mano -Fammi spazio.-

Si sfilò una forcina dai capelli tirati su in una crocchia e la infilò nella serratura accovacciandosi davanti ad essa, cominciando ad armeggiare, concentrata. Lui la osservò piacevolmente stupito, con un sorrisetto e lo sguardo rapito, e la guardò spostarsi una fastidiosa ciocca di capelli dietro le orecchie per poi riprendere il lavoro. Quando si accorse di quanto doveva sembrare imbecille, scosse la testa e tentò di assumere un'espressione seria e contegnosa. Dopo qualche secondo si sentì lo scatto della serratura che si sbloccava e Gwen si rialzò in piedi soddisfatta, incrociando le braccia con un sorriso altezzoso.

-Un gioco da ragazzi.-

Duncan ruotò nuovamente il pomello e questa volta la porta si aprì, come per magia.

-Ma tu... ma come...- ridacchio, scuotendo la testa -Lo devo ammettere, sono colpito. Non pensavo ne fossi capace.-

-Non sai molte cose di me, carino.- la ragazza gli fece l'occhiolino, poi gli passò davanti per poter entrare nello sgabuzzino, mentre Duncan si ripeteva mentalmente di smettere di sorridere come un idiota.

-Penso di avere il diritto di conoscere il piano, ora.- continuò lei, guardandosi intorno. La stanza era stretta e stracolma di scatoloni e grossi oggetti nascosi da lenzuoli.

-Hai ragione.- Duncan si avvicinò, finendo a pochi centimetri dal suo viso, a causa del poco spazio. Le fece un sorriso storto, poi si piegò appena sopra di lei per afferrare uno scatolone alle sue spalle.

-Oh, scusami, mi sposto.- balbettò lei, allontanandosi si qualche passo, il volto leggermente più rosso.

-Nessun problema.- disse lui, spostando lo scatolone senza fatica. Uscì dallo sgabuzzino e lo posò a terra, poi lo aprì con poca grazia, strappando brutalmente il nastro adesivo. Spalancò la scatola.

Gwen lanciò un'occhiata dentro, con un sopracciglio sollevato -Fuochi d'artificio?-

-Non sono semplici fuochi artificiali.- preciso lui, tirandone fuori uno -Sono fuochi artificiali comandati a distanza. Si fanno esplodere anche da molti metri di distanza con questo piccolo telecomando.- sollevò anche un oggettino rettangolare.

-D'accordo. E quindi?-

-Beh, noi abbiamo questi favolosi fuochi d'artificio da far esplodere e...- puntò il pollice verso il muro -...nella stanza di fianco c'è la torta nuziale di Courtney e Scott.-

Gwen scoppiò a ridere.

 

I giovani addetti al catering faticarono non poco a portare la torta dal country club fino al gazebo, giù per tutto il prato. La sistemarono su un grande tavolo proprio davanti al lago, che si stava velocemente tingendo di rosso per via del tramonto. Gli invitati si avvicinarono incuriositi e rimasero sbalorditi davanti alla immensa torta a quattro piani di panna, fragole e crema. Una vera opera d'arte.

Courtney le si avvicinò saltellando e portando a braccetto il suo maritino fresco di giornata, Scott.

-Oh mio Dio, tesoro, è favolosa!- squittì, gioiosa, battendo le mani. Lui si limitò a sorriderle con un cenno soddisfatto del capo.

Uno degli invitati si avvicinò loro con un coltello per dolci e glielo porse. Courtney lo afferrò senza nemmeno guardarlo negli occhi e lo mise in mano al marito in modo che lo tenessero entrambi per tagliare la torta insieme. Preparò il suo miglior sorriso per le macchine fotografiche di amici e parenti, in una posa degna di una modella di una rivista per spose. Avvicinarono il coltello alla torta.

Accadde tutti in un istante. La torta esplose, schizzando in faccia a ogni persona presente nel raggio di 5 metri, mentre i fuochi d'artificio saltavano in aria e scoppiavano nel cielo, illuminandolo con colorati disegni di luci.

La sposa, ricoperta di panna e crema dalla testa e piedi, indietreggiò di qualche passo strillando, ma senza calcolare che il lago era proprio dietro di lei. Piombò nell'acqua con un tonfo, schizzando il suo sbalordito sposo, che ancora si chiedeva cosa ci facesse la torta sui suoi vestiti.

La testa di Courtney spuntò fuori dall'acqua, mostrando il viso pieno di trucco colato e sui cui era dipinta un'espressione di pura collera. Chiunque avesse rovinato il suo giorno speciale era nei guai fino al collo.

-Chi diavolo è stato!!-

Fortunatamente non sentì le risate sguaiate della ragazza e del ragazzo che risalivano di corsa il prato, fuggendo dalla furente sposa e dal suo attonito marito. Qualche minuto dopo si trovavano già nella macchina di Duncan e, mentre la radio trasmetteva i Red Hot Chili Peppers e i due cantavano a squarciagola “Can't Stop”, si allontanavano da quella festa, così insopportabile all'inizio ma così piacevole alla fine.

Mentre cantavano, i loro sguardi si incrociarono e qualcosa scattò. Non sapevano se era l'inizio di una grande amicizia o una splendida relazione.

Ma di sicuro, l'anno seguente, Courtney non fu invitata al loro matrimonio.

 

Can't stop addicted to the shin dig

    This punk the feeling that you stay for
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