Crossover
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Autore: Claudia Ponto    30/06/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yugi stava malissimo, e il suo non era più solo dolore fisico.
Non fece altro che piangere e singhiozzare, addossandosi tutta la colpa per quanto era successo, sopraffatto dallo strazio.
Già…. cos’era successo?
Non era tanto chiaro in fin dei conti.
 
Dopo aver portato Yugi all’ospedale, difficilmente riuscì a spiegare quanto era accaduto, ripetendo insistentemente i dettagli più importanti, come il fatto che quel dannato sapesse di appartenere ad un mondo, considerato da quelli come me, fittizio. Ciò che però premeva di più i personaggi era sapere perché Yugi avesse agito di nascosto: quando si riprese dalle ferite fu la prima cosa che gli chiedemmo… però non ebbe il coraggio di guardarci in faccia e di risponderci.
Fece di tutto per rimanere isolato a piangere sè stesso, mi chiesi che cosa stesse pensando e quale tipo di pensieri negativi lo stavano torturando, assorto nella propria depressione con il volto nascosto dalle braccia. Sly si avvicinò, braccia incrociate e sguardo serio:
<< Ragazzino. >> cominciò a dire.
<< Che cosa vuoi? >> gli chiese con voce rauca.
<< Voglio parlarti. >>
<< Non mi va adesso. >>
<< E invece parliamo. >>
Sbuffò scocciato Yugi ma rimase in ascolto.
<< Ascolta, ne abbiamo passato di cotte e di crude, perciò i segreti non sono più ammessi. Dicci che cosa hai combinato alle nostre spalle per tutto questo tempo, altrimenti ti costringerò a sputare fuori la verità a suon di pugni. >>
<< Sly, non esagerare. Non ha fatto del male a nessuno. >>
<< “Non ha fatto del male a nessuno”? >>
Yugi ripetè le ultime parole con un tono assai alterato.
Gridò che non c’era nulla di bene, accusandosi tramite differenti eventi di essere chissà quale calamità naturale, calmarlo fu inutile, era furioso con sé stesso soprattutto. L’unico modo che Sly trovò per farlo tacere fu dargli un ceffone in faccia, colto di sorpresa interruppe la frenesia negativa che gli era presa, l’intervento a parer mio era stato alquanto esagerato ma servì a zittirlo.
Con voce calma Sly riprese a parlargli:
<< Io penso che tu sia un bravo ragazzo. Non importa che tu abbia provato a fare il doppio gioco, nei tuoi occhi si può leggere quanto sei onesto, anche le tue azioni parlano per te: hai aiutato Claudia e Sakura anche se non le conoscevi, hai voluto rischiare la pelle per noi più di una volta… un pregio come il tuo poche persone lo possiedono. >>
<< Come fai ad essere così sicuro di questa mia bontà? Non mi conosci che da poco tempo. >>
<< Questo è vero, ma io, mio caro, mi baso su una specie di sesto senso che chiamo fiducia. >>
Le parole toccarono il cuore del personaggio, un groppo in gola gli  impedì di poter dire qualcosa, dovette fare uno bello sforzo prima di riuscire a ringraziare il procione, abbozzando un sorriso.
<< Come ti senti adesso? >>
<< Un po’ meglio adesso… >>
<< Cosa conti di fare ora? Dirci qualcosa oppure continuare a tenere la bocca chiusa? >>
Non se lo fece ripetere due volte.
Yugi finalmente si decise a darci le dovute spiegazioni.
 
Yugi aveva avuto una sorte di visione sul futuro riguardo tutti gli avvenimenti accaduti in quella nostra avventura: fin dall’inizio aveva saputo come e dove ogni azione avrebbe svolto il suo corso. Nei nostri confronti non si era comportato in modo del tutto disinteressato, voleva tenerci d’occhio all’inizio, per convincersi che quanto aveva visto forse non sarebbe davvero successo… nel corso dei giorni però aveva avuto più motivi per rendersi conto che quello previsto era perfetto.
Quella che pareva sorpresa, ammise lui stesso che non era stato altro che panico.
La ragione era sempre collegata alla visione, cose orribili sarebbero succedesse se noi altri, e in particolar modo il cristallo dorato, avessimo insistito nel mettere lo zampino nella lotta tra lui e la sua nemesi, causando la distruzione della Città di Domino invece che salvarla. Quell’idea era talmente spaventosa che non poteva più passeggiare per le strade della sua casa natale senza immaginarla rasa al suolo, perciò Yugi si lasciò avvicinare dall’idea di dover far qualcosa per prevenire quell’incubo.
Perciò quando l’incontro tra noi avvenne si rimboccò le maniche per dar il via alla propria idea di salvezza, costringendosi a dover agire in modo poco consono alla propria natura sperando di poter cambiare il corso della storia, ma fino ad allora aveva fallito. L’ultimo tentativo, provato nel momento in cui aveva cercato di togliermi la pietra, aveva sconvolto le sue aspettative: la sua visione gli aveva mostrato che sarebbe riuscito a togliermi e far sparire il cristallo prevenendo la distruzione, perciò fu colto alla sprovvista quando il nemico rapì il Faraone, impreparato alla reale fine del visione.
<< Questa e la cosa più incredibile che io abbia mai sentito. Hai praticamente perso la testa per questa roba. >>
<< Lo so, non mi ci dovevo affidare completamente, ma… mettetevi nei miei panni… ero spaventato da quel che sarebbe potuto accadere. >>
Vedere così giù di corda il personaggio animato era triste; non avevo mai pensato fino a quel momento che simili individui potessero soffrire a tal punto, mi ero concentrata troppo sul loro lato divertente senza pensare che anche loro erano, alla fine, delle persone.
<< E adesso cosa hai intenzione di fare? >>
<< Rimettere a posto le cose, ovviamente… e soprattutto, voglio salvare il mio amico. >>
<< Hai intenzione di affrontare Seto? Ti senti pronto a farlo? >>
<< Non ho altra scelta, è l’unico modo. >>
<< Allora sarà bene che ci rimbocchiamo tutti le maniche, sarà un lavoraccio bello tosto. >>
<< Ma questa non è la vostra battaglia. >>
<< Ti sbagli ragazzino, lo è eccome. Tu ci hai tirato in mezzo a questa storia, e adesso, volenti o no, dobbiamo metterci la parola fine sopra insieme. >>
Non riuscì a replicare Yugi, Sly aveva detto bene e lui era conscio che aveva ragione.
Perciò alla fine si rimise in piedi, si armò di deck e si propose come “capitano” della missione.
Ora che aveva ripreso a ragionare, era deciso a combattere.
 
§
Nel frattempo, mentre noi ci preparavamo ad affrontare l’ennesimo conflitto, qualcun altro al contrario di noi non nutriva affatto le stesse fiduciose speranze. Gabriel era pallido in volto, le mani congiunte tra loro tremavano per lo sforzo che ci metteva nello stringerle forti, la stanza in cui si era rifugiato era buia a causa delle finestre chiuse e il più mite raggio di sole che vi filtrava attraverso gli dava un fastidio indescrivibile, come un’allergia.
Difficile dire da quanto tempo stava in quel modo, era preoccupato l’amico suo che frugava fra medicinali di ogni sorta, preoccupato da quello stato d’animo che peggiorava visibilmente, testimoniato dalle cornee arrossate degli occhi.    
<< Stai male. Devi andare a coricarti subito. >>
<< No, non dopo quanto quel mostro ha causato. >>
Improvvisamente l’uomo cominciò a tossire forte fino al soffocamento, il vecchio accanto a lui gli avvicinò una mascherina per l’ossigeno per aiutarlo nella respirazione fino a quando l’attacco non finì. Gabriel si tenne attaccato al volto, leggermente bluastro, la mascherina di plastica cercando nel frattempo di avvicinarsi allo strano strumento attraverso la quale spiava le nostre mosse, qualche lacrima fece capolino dagli occhi stanchi che le scure occhiaie ora accentuavano maggiormente.
<< Avvertivo che c’era qualcosa di strano…. me lo diceva il mio sesto senso… lo stesso di quel momento di tanti anni fa. >>
<< Io spero che questa volta tu ti sbagli. >>
<< Lo vorrei anche io, ma l’esempio di quanto io abbia ragione e proprio davanti ai nostri occhi. >>
<< Che dobbiamo fare dunque? Come dobbiamo agire? >>
<< Non lo so. >>
§
 
L’unico modo per scovare il nemico era individuare la distorsione dimensionale: trovata quella, avremmo beccato anche il suo nascondiglio.
 
Percepì nuovamente la presenza del Varco Dimensionale quando mi trovai in un determinato punto, all’interno di uno stadio circolare, con due megaschermi posti ai livelli più alti della struttura che racchiudeva un campo rettangolare simile al ring per i wrestler.
Trovammo per terra, sparse tutte intorno lo stadio, carte del Duel Monsters tagliuzzate in sottili strisce di carta, provai a raccoglierli ma questi si sbriciolarono tra le mani, ad un tratto i fari dello stadio si accesero simultaneamente, compresi i grandi schermi con il video disturbato da interferenze, sul ring il Varco apparve nella sua gloria cominciando a distorcere l’atmosfera.
Del nemico, nel frattempo, nessuna traccia.
 
La pietra vibrava e mandava scintille come un macchinario in corto circuito, quando provavo ad usarla sul Varco avvertivo una specie di forza che annullava le sue capacità magiche; fui costretta per quello a cercare una specie di ricezione per sistemarlo, muovendomi avanti e indietro come si farebbe normalmente con un telefono. Intanto mi guardavo intorno, agitata da presenze che non riuscivo a vedere, ero così sulle spine che quando il Varco si chiuse di colpo gridai.
Il problema del passaggio sembrava risolto, ma era stato tutto fin troppo facile.
<< Possibile che nessuno fosse a guardia del posto? Questo vuol dire che si siamo sbagliati. >> disse Sakura confusa.
<< Tranquilla, non c’è nessun errore. Siamo nel posto giusto. >> le rispose Sly.
<< Ma non c’è niente. >>
<< Al contrario, siamo più che in compagnia. >>
Il ladro aveva capito che lo stadio non era così deserto come voleva sembrare.
L’ambiente era bello ampio, i nascondigli erano innumerevoli, rendercene conto non fece altro che aumentare l’agitazione.
Decidemmo di dividerci, muovendoci con passo felpato e prestando attenzione a quel che ci stava intorno ispezionammo ogni angolo tenendo strette le armi in caso di emergenza, pronti a respingere qualunque minaccia: nessuno parlò, ogni pacato rumore faceva battere il cuore e l’adrenalina saliva alle stelle. Io non riuscivo però a trasformarmi ancora, permaneva il blocco anomalo che aveva interrotto i miei poteri.
Ad un tratto Yui gridò per un attimo, dicendo che qualcosa le aveva toccato la schiena, a quel punto i timori stava diventando realtà.
<< Non perdiamo la calma! Ci stiamo facendo impressionare per niente! >> urlò il ladro.
<< Come fai a dire che non c’è niente?! L’hai detto tu stesso che non siamo soli! Dobbiamo andare via da qui! >> replicò Yui agitata.
<< Siamo venuti qui per una ragione! Non ci muoviamo fino a quando non avremmo la certezza che questo posto è sicuro! >>
<< Da parte mia ho avuto la dimostrazione che qui finiamo ammazzati! Io qui non…! >>
Improvvisamente ci bloccammo, tutti simultaneamente: i muscoli di ogni angolo del corpo erano pietrificati, nemmeno gli occhi si potevano muovere, questo in una durata di 10 interminabili minuti che servirono a ricaricare il Varco Dimensionale per la sua riapertura. L’energia del mondo fu assorbita fino al punto in cui il passaggio aveva stazionato, si riaprì nello stesso modo violento con cui si era chiuso, in quello stesso momento il blocco ebbe fine e fummo liberi di poterci muovere a piacimento, giusto in tempo per dar il “benvenuto” all’organizzatore dell’evento.
<< Bene, alla fine avete deciso di venire. >>
La voce sibillina del nemico ruppe il sinistro silenzio; passi che si avvicinavano ci fecero voltare verso il lato opposto dello stadio, un’ombra lunga e grande si proiettò fino al centro del ring, ma non c’era nessuno a proiettarla, come se fosse un fantasma a farlo. Altre carte tagliate apparvero piovendo dal cielo ricoprendo le gradinate, l’ombra ora era concentrata alla base e solo allora Seto emerse dalla massa nera, braccia incrociate e testa alta.
<< Mi fa piacere vedervi. Speravo proprio nella vostra presenza. >> disse con voce seria Seto.
<< E come mai? Non vedi l’ora di essere preso a calci nel sedere? >>
<< No, solo perché non volevo perdere tempo a portarvi qui con le mie stesse mani. Però sono sorpreso di vedere che ci sia “qualcun altro”. >>
Sentendosi messo in discussione, Yugi intervenì:
<< Sono venuto di mia spontanea volontà. Voglio aggiustare quello che ho rovinato con le mie mani. >>
<< Fammi indovinare: gli hai raccontato quello che è successo. Non avevi il fegato di cavartela da solo? >>
<< Ehi, vogliamo dargli una mano perché tu hai combinato un casino! >>
Rise il nemico, non gliene importava niente di quello che dicevamo, e ridacchiando tra sé, dalla giacca tirò fuori un semplice ciuffo di capelli biondi. Vedendolo, Yugi non ci vide più dalla rabbia e scese dirompente le gradinate dello stadio fino a raggiungere la zona centrale in pochi minuti, si avventò contro Seto afferrandolo per il colletto per strangolarlo.
<< Che fine ha fatto il mio amico?! >> chiese infuriato.
 << Non devi preoccuparti per lui, sta bene. >> rispose l’altro per nulla turbato.
<< Bugiardo! L’hai torturato! Voglio vedere il Faraone! >>
<< Ti accontento subito. >>
Ad uno schiocco di dita, in cima ad un lato dello stadio apparve una gigantesca croce rovesciata con appeso una persona appesa, prigioniera da mille catene di ferro che lo sostenevano in un groviglio disordinato; scioccato, Yugi tentò di raggiungerlo, ma venne afferrato e scaraventato via dal posseduto che gli impedì di proseguire oltre.
<< Mi dispiace, ma non posso permetterti di aiutarlo. Ho bisogno di lui per l’atto finale del mio piano.
Vedi, aprire un passaggio che unisca due realtà differenti richiede molta fatica ed energia… nonostante il potere che sono riuscito ad acquisire, esso non basta a realizzare l’opera, richiede un tributo molto più elevato.
Ed è qui che entra in scena il Faraone: io non ho intenzione di sprecare altra preziosa energia, essa mi serve per altri scopi, il tuo amico al contrario ne ha da vendere e inoltre, con la sua peculiarità di poter unire la sua anima a quella di qualsiasi altra cosa, potrò fonderlo con il Varco e trasformarlo in una chiave capace di aprire qualsiasi passaggio dimensionale. >>
<< Non è possibile! Una cosa del genere non può accadere! >>
<< Invece sì! L’unione sarà fenomenale! Darà vita ad uno strumento di immensa potenza in grado di far tremare lo spazio e il tempo! Finalmente avrò la possibilità di aprire tutte le porte che mi sono state chiuse! Nessuno potrà fermare il corso degli eventi! Nemmeno voi! Che il rituale abbia inizio! >>
All’improvviso tutto cominciò a tremare, l’arena si sgretolò sotto i nostri piedi mentre gli spalti crollavano e i fari esplodevano formando una pioggia scintillante.
Volammo via (letteralmente) per non finire dentro le larghe crepe che si formarono nella struttura collassante, andando a formare un gigantesco disegno formato da cerchi, triangoli, geroglifici e occhi che fissavano il cielo, illuminati da centinaia di torce composte da bastoni intarsiati le cui estremità bruciavano in una calda fiamma rossa conservata in una specie di scodella; dalle carte tagliate fuoriuscirono le creature rappresentate… anch’essi tagliati, muovendosi come zombie  sprigionando un’aura malvagia simile a smog che contaminava l’aria.
Fu una scena impressionante e il motivo per cui stava accadendo lo era di più.
 
Il demone che aveva posseduto Seto sapeva tutto.
Era conscio dei multi-universi, entrando così nella cerchi di quei pochi individui che avevano dimostrato di esserlo.
Come e perché sapesse questa cosa divenne una bruciante curiosità.
 
In quei mille pensieri la battaglia infuriava.
 
Yugi lottava in groppa ad uno dei suoi mostri facendo una strage di nemici in preda ad una folle rabbia, noi altri trovammo più difficoltà a difenderci in quanto questa volta non sempre i colpi sortivano effetti su quei mostri, dando l’impressione di colpire il nulla.  
E intanto la pietra continuava a non funzionare: per salvarmi la pelle i personaggi dovettero “lanciarmi” da una parte all’altra come una palla per avere il tempo di difendere me e loro stessi, nel frattempo il rituale procedeva senza intoppi: una specie di cantilena si udiva in sottofonde proveniente da fonti sconosciuta, il Possessore aveva le mani alzate al cielo e da esse scaturiva una serie di lampi neri che andavano a toccare sia il Faraone, ancora svenuto, che il Varco simultaneamente, trasmettendosi a vicenda minuscole particelle d’oro.
L’effetto stava modificando la struttura del Varco e distruggendo il gemello di Yugi che lentamente stava sparendo.
<< Dobbiamo impedirgli di completare il rito o sarà la fine! >> urlò Yugi.
<< Come se fosse facile! Questi orribili cosi non ci danno tregua! >> replicò in lacrime Sakura.
Il duellante non ci pensò due volte: si fiondò verso il suo amico urlando a squarciagola il suo nome, quasi in prossimità fu frenato da una parete di serpi che venne dal cielo, sovrapponendosi fra lui e il prigioniero.
<< Non così in fretta moccioso, lo show non è ancora finito. >> esordì Ilyan, in cima all’ostacolo, dietro di lui il Drago Bianco Occhi Blu.
<< Levati da piedi! Non sei tu il mio avversario! >> gli urlò il personaggio.
<< Invece lo sono, visto che mi hanno pagato per ucciderti. >>
Si fissarono in cagnesco, bastò un secondo e cominciarono a prendersi a pugni come teppisti di strada; a quel punto non contava più cosa accadeva intorno, loro erano l’unica cosa importante, non si resero nemmeno conto dell’improvvisa trasformazione del Varco che, sormontato da un occhio, divenne un globo infuocato. La situazione stava degenerando…
<< Sono sorpreso di trovarti qui, credevo che fossi nascosto da qualche parte. >>
<< Non sono mai scappato di fronte al nemico! E tu non sarai il primo con cui comincerò! >>
 << Quanta grinta! Quei tuoi amici sono stati molto persuasivi nel portarti qui! Sono impressionato! Però c’è una cosa che non capisco: come fai a sentirti così determinato, dopo quanto è successo? >>
Le parole del mercenario penetrarono nel cuore di Yugi come un proiettile, stava tentando di farlo sentire nuovamente in colpa per approfittare della debolezza che si sarebbe creata di conseguenza. L’agitazione e il rimorso tornarono a galla, lo si vedeva chiaramente, si sforzò il ragazzo di non farsi abbattere, si tappò le orecchie per ignorare gli ingannevoli commenti che Ilyan gli propinava per farlo star male, ripetendole come una filastrocca senza fine.
Pur di riuscire a torturarlo gli afferrò il viso affinché lo guardasse dritto negli occhi, urlando tutto ciò che più poteva ferirlo verbalmente.
<< Quel punk mi sta davvero seccando! Claudia! Vallo a fermare subito! >>
<< E come?! Mi ci lancio addosso?! >>
<< Buona idea. >>
Il procione, chiedendo scusa, mi prese e mi lanciò come una bomba sul mercenario, finendogli proprio sulla testa.
Tipica azione da cartone animato.
A parte l’assurdità del gesto, servì bene ad interrompere Ilyan dal suo lavoro, oltre ad attutire la mia caduta, il Drago Bianco lì vicino stava per attaccare e sostituirsi al mercenario ma venne imprigionato dal corpo mutevole di una specie di essere fatato evocato da Sakura che lo costrinse a restar fermo, stringendolo fino al soffocamento.
<< Tutto a posto? >> chiesi a Yugi, ripreso il fiato.
<< Si… grazie per l’aiuto. >> rispose lui.
<< Quindi… che si fa adesso? Liberiamo il Faraone? >>
<< A questo punto non basterebbe, dovete fermare anche il mio collega. >> intervenì Ilyan, riprendendosi.
Prima di fare una qualsiasi mossa Sly e Yui gli si sedettero sopra afferrandogli braccia e gambe, girandole in modo da fargli male.
<< Sii chiaro. >> disse Sly, minacciandolo di spezzargli un braccio.
<< Ma è ovvio, no? Ormai lo spettro e il Varco sono uniti, manca poco per la fusione totale. Anche se riuscite a liberare il vostro amico e allontanarlo da qui… il legame non si spezzerebbe, potete constatarlo voi stessi dal suo “bell’aspetto”. >>
Aveva ragione il mercenario, il Faraone appariva deperito e addirittura trasparente, le catene che lo sorreggevano scivolavano via uno dopo l’altro, come se non avessero più nulla da sostenere. Yugi stava per mettere mano al suo Puzzle, ma Ilyan gli fece un verso di rimprovero, bloccando quel suo gesto nascente:
<< Non funzionerebbe, il mio collega ha una forza superiore al tuo giocattolo con l’occhio luminoso, lo ridurrebbe in pezzi. Senza contare che tu diverresti pazzo al solo tocco del suo potere, e nemmeno i tuoi amichetti del cuore riuscirebbero a riportarti alla ragione. >>
<< Cosa facciamo allora? >>
<< Non chiedetelo a me, a me fa piacere quello che succede. >>
Che razza di dilemma! pensai.
Non pareva esserci soluzione, fino a quando un particolare non saltò all’occhio: in parallelo sopra Seto si trovava un macchinario sostenuto da due cavi metallici, penzolava animatamente per lo sforzo energetico in corso, lo feci notare agli altri e subito ci si attivò per un tentativo disperato: Sly saltò sul dorso del Drago Bianco e usando i filamenti dell’essere che lo teneva prigioniero la utilizzo come una specie di bardatura da cavallo, invitandoci a salire a bordo parlando come una specie di rozzo cowboy…. non prima di aver bloccato Ilyan per impedirgli di metterci ancora i bastoni fra le ruote.
<< Alla carica miei prodi! Abbiamo un appuntamento con il destino! >> disse il ladro solennemente.
<< Smettila di pavoneggiarti e fai volare questo geco gigante. >> gli disse Yui.
<< Ehi! Aspettate un secondo! Non potete lasciarmi qui! >> replicò il mercenario, intrappolato in una palla di corde.
<< Si che possiamo. Bye bye! >>
E detto questo andammo via da lì.
 
Controllare un drago non fu un gioco da ragazzi, si divertì a lanciarsi in picchiata oppure a salire per centinaia di metri con un avvitamento su sé stesso, per riuscire a domarlo il ladro gli tolse la scaglie una dietro l’altra e lo ferì agli occhi, intimandogli di smetterla.
Ottenuto il controllo totale lo fece piombare sull’arena ad alta velocità che pulsava di luce, scaturirono dei fasci che fondevano l'aria, li sfiorammo per un soffio avvertendo così il calore che emanavano, prima di raggiungere il suolo dovemmo fare slalom mortale e poi tenerci stretti per individuare l’oggetto che dovevamo usare contro Seto, ostacolati anche dai mostri del gioco.
Trovammo l’oggetto aggrovigliato su se stesso, ma ancora in perfetto tiro.
<< Allacciate le cinture gente! Ci sarà una bella turbolenza adesso! >>
<< Vuoi ucciderci per caso?! >>
<< No, mi basta porre fine a questa confusione! >>
Il Drago piombò dritto sull’oggetto pendente e tranciò i cavi con il proprio corpo, esso cadde pesantemente addosso al personaggio che se ne rese conto troppo tardi, finendo schiacciato.
Accadde qualcosa: il rituale si interruppe di colpo, il legame tra il Faraone e il Varco si annullò; svanirono tutti i mostri che fino a quel momento avevano infestato l’arena, persino il Drago Bianco… e senza cavalcatura cademmo giù, se non ci sfracellammo fu grazie alla gravità deformata che ci fece galleggiare come piume fino a quando non giungemmo a terra. Il Varco era cambiato ancora, adesso davanti avevamo un buco perfettamente nero, Yugi però era interessato al suo amico e gli andò incontro per liberarlo, noi invece eravamo preoccupati per Seto… e non volevamo vedere che cosa aveva combinato il nostro pasticcio.
Improvvisamente avvertì una sorta di presenza, diversa da quelle corporee dei personaggi animati, il pensiero di Gabriel mi sfiorò la mente; non ero sicura ma fu la prima spiegazione plausibile e mentalmente pregai che fosse così, un suo intervento per aiutarci sarebbe stato perfetto.
Non era però il solito sussurro che anticipava la sua “comparsa”, bensì un vero e proprio suono sgradevole che mi frastornava i timpani, graffiante e rimbombante al tempo stesso.
<< Io non sono Gabriel. >>
Sempre mentalmente provai a parlare all’entità… ma non mi aspettavo una risposta vocale… tantomeno da una voce nuova.
<< Non paragonarmi a quel maledetto! >>
La voce urlò con una tale enfasi che la testa sembrò esplodermi: una misteriosa ed indistinta figura solcata da raggi rossi emerse dal punto in cui Seto era stato schiacciato, assomigliando ad un vulcano in eruzione che diffuse cenere e lapilli. Non fu niente di buono, non fu nulla che si avvicinava lontanamente al bene…
<< Sciocchi che non siete altro! Ho atteso per troppo tempo che questo progetto si realizzasse! E non sarà un gruppo di mocciosi ad impedirmi di realizzare il mio scopo! Né ora, né mai! >>
Infuriato, l’entità esplose e da una sua emanazione si trasformò in una bestia gigantesca simile ad uno sciacallo dal pelo folto color viola scuro e gli occhi di un acceso blu elettrico, le grosse zampe erano decorate con spesso filo spinato, il busto protetto da un pettorale fatto interamente di serpenti intrecciati tra loro, incastrati in particolar modo intorno alla zona del collo, mentre la testa era ornata da centinaia di corna appuntite.
 
Era successo all’improvviso.
Cosa era stato?
Chi aveva parlato?
Cosa diavolo stava succedendo?
 
Non si era capito nulla e la distrazione della sorpresa rischiò di ucciderci.
Ringhiando e sbraitando lo sciacallo tentò di sbranarci tra le sue fauci da cui colava veleno, ogni balzo che spiccava raggiungeva distanze impressionanti, i suoi morsi e le sue zampate erano così forti da spaccare il cemento e ridurre in brandelli l’acciaio, i suoi ululati erano così assordanti da rompere i timpani.
<< È inutile! Se non c’inventiamo qualcosa ci schiaccerà! >>
<< Ma come si fa? È impossibile! >>
<< Io credo che il Puzzle del Millennio può aiutarci! Tra i suoi poteri è in grado di far bandire da questo mondo qualsiasi cosa! Ma senza il Faraone e la pietra di Claudia non posso farla funzionare! >>
<< Questa non è esattamente una bella notizia Yugi! E poi cosa c’entra la pietra di Claudia?! Tanto non funziona più! >>
<< Fidatevi di me! So quel che dico! >>
<< Tu che ne pensi piccolina? Funzionerà? >>
E che ne so io? pensai.
Se l’idea poteva funzionare non dipendeva da me, a me bastava salvarmi le chiappe.
Perciò raggiunsi Yugi, gli altri intrattennero il mostro come meglio potevano, io e lui da soli accanto allo spirito ancora incatenato.
<< I miei poteri non funzionano, lo sai. >>
<< Tra poco torneranno, fidati di me. >>
Mi porse le mani, timidamente poggiai le mie tentando di decifrare le sue intenzioni, al tocco il mio cristallo e la sua Piramide cominciarono a brillare e lentamente il bagliore generato fluì nei nostri corpi per poi diffondersi verso l’alto, rivelando una specie di cappa nera che ci copriva, invisibile ad occhio nudo. Io ero stupita, lui sorrideva trionfante, era evidente che si aspettava una reazione simile e ancora di più sorrideva vedendo il suo amico che veniva liberato.
<< Adesso viene il bello. >>
Con queste ultime parole esplosero le nostre energie distruggendo l’oscurità che la smaterializzò di punto in bianco, generando un cono bianco che infondeva benessere; il mio completo magico riapparve insieme alla mia arma mentre lo spettro apriva gli occhi e svaniva senza lasciar traccia, Yugi mi rivolse a quel punto uno sguardo d’intesa e disse:
<< Vai avanti tu, io ti seguo. >>
Annuì con la testa e rispettai l’ordine.
Per la prima volta non ebbi paura di affrontare qualcosa di mostruoso, riuscì a dargliele di santa ragione come se stessi giocando ad uno dei miei videogame, adrenalinica come mai non lo ero stata.
Ad un certo punto il mio divertimento venne interrotto quando subentrò Yugi con solenne portamento, vedendolo lo sciacallo si fermò e indietreggiò, ringhiando minaccioso nei suoi confronti.
L’attimo seguente il Duellante attaccò con l’intera schiera di mostri del suo Deck la bestia, fu una tempesta di violenza che non diede alcun armistizio al mostro che guaì dolorosamente, nel frattempo dal Varco sprigionò simboli egiziani che illuminarono di oro l’arena intera da cui emersero numerose mani dorate afferrarono la bestia per trascinarla al suo interno, impedendogli di scappare e di compiere qualsiasi movimento.
La Piramide del Millennio stava scatenando quel pandemonio, tremava nel dar sfogo al potere in sua dotazione, tanto era forte che arrivò a reggere l’artefatto che gli bruciò le mani.
Vedendolo così affaticato intervenimmo per dargli una mano, spingendo lo sciacallo verso il passaggio che finalmente reagì alla pietra scatenandone la chiusura, il mostro svanì per sempre inghiottito dal raggio proiettato, portandosi via anche l’aura tetra che ci circondava. Ogni traccia di male si dissolse, il bene tornò trionfante sul mondo animato, lo si poteva percepire a fior di pelle, e chi dal male era stato ingannato aveva potuto espiare le sue colpe.
<< Sono felice di vedere che stai bene ragazzina. >> disse l’alter ego di Yugi.
Io mi nascosi dietro Sly, la fiducia non ancora acquistata, non riuscivo a guardarlo.
 << Mi dispiace di averti fatto soffrire così tanto, ma tu sai perché l’ho fatto, Yugi te l’avrà spiegato. >>
<< Si… è vero… >>
<< Ehm… Yugi? Perché parli così informale? Ti senti bene? >>
Gli altri personaggi non si erano resi conto dello scambio di ruoli, i due “gemelli” dovettero dividersi per dar logica al momento, rischiando di far venire un infarto a Sakura quando le dissi che uno dei due era un vero e proprio spettro.
<< Non temete, io adesso non ho più intenzioni cattive, e tu Claudia… mi dispiace per quello che ti è successo. Per colpa mia ne hai passate di tutti i colori… quindi… capisco benissimo che sei arrabbiata con me. >>
<< Bè… ormai è passato. Adesso è tutto a posto, quindi… non pensiamoci più. >>
Portare rancore non era cosa che mi riusciva all’epoca, con un cartone animato poi non mi veniva affatto. Perciò era pace fatta, si sorrideva e si rideva sulle disavventure appena concluse…. ma le paure facevano tremare il cuore.
Chi era quella entità di rosso fuoco?
E come conosceva a Gabriel, arrivando a definirlo un maledetto?
 
Non si era trattato di uno dei soliti cattivi incontrati fino a quel momento, non era apparso lontanamente come uno di loro.
Era diverso, proprio come me e Grabiel… ma da un punto di vista totalmente opposto.
Inconsapevolmente avevo incontrato una delle ragioni della mia presenza in quella realtà parallela.
  
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Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Claudia Ponto