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Autore: Rain e Ren    23/08/2008    2 recensioni
Rieccomi qui, stavolta con una storia lunga su Dragon Ball.
Ambientata dopo la fine dell’era GT….pochi mesi dopo la partenza di Goku!
La vita sembra tornata alla normalità, ma il dolore e la tristezza pervadono ancora gli animi dei nostri eroi, memori di tante battaglie e pieni di ricordi che portano il nome del più grande e generoso dei Sayan.
E su questo sfondo dolce-amaro che un segreto torna alla ribalta!
Un popolo nuovo fa la sua comparsa attraverso i ricordi della persona più insospettabile: Videl!
Nascosto tra le Galassie dell’Universo…il Popolo considerato l’Alba ti tutti gli altri…si rivela per la prima volta…
Tra segreti, leggende, ricordi e scoperte di nuovi, straordinari poteri…forse ci sarà un ritorno inaspettato…!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta, Videl
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con il terzo capitolo

Eccomi qui con il terzo capitolo!!!

UAO…uno al giorno!! Voglio proprio vedere quanto riesco a mantenere questo ritmo (scommetto solo per i prima 4 cap, poi mi ritroverete a postare tra chissà quanto e mi maledirete in tutte le lingue conosciute!!!)

Bè…mi sa che ho detto abbastanza cavolate per il momento. Vi lascio leggere in santa pace.

Buona lettura…baci baci Rain!

 

 

3. Le lacrime di Chichi.

 

Quando Videl aprì gli occhi il sole non era ancora sorto nel cielo.

Il buio che l’avvolgeva era una chiaro segno che doveva essere notte fonda; la sveglia elettronica segnava le tre e mezza del mattino.

La ragazza richiuse gli occhi e si stiracchiò prima di alzarsi cercando di non far rumore. Suo marito aveva il sonno pesante, ma era meglio andare sul sicuro: mai fidarsi di un Sayan! Gli diede un rapido bacio sulla guancia e poi prese una sua camicia e un paio di pantaloni di una tuta che, per chissà quale ragione, erano buttati su una sedia li vicino. Con la roba sottobraccio scese in salotto sbadigliando.

Lanciò i vestiti sul divano e andò a prepararsi una tazza di caffé; l’aspettava una lunga giornata…ma proprio quel giorno doveva svegliarsi nel cuore della notte senza nemmeno una ragione precisa?!

- Accidenti…- sospirò e versò il latte nella tazza piena di liquido marrone. - Ultimamente non dormo per niente bene…-

Con la tazza in mano tornò in salotto e si sedette sul davanzale della finestra; i suoi occhi si persero nel buio della notte e presero a vagare senza meta, come alla ricerca di qualcosa, una risposta, forse, alla domanda che le penetrava il cervello da quando aveva aperto gli occhi: perché si era svegliata?

Non era una cosa normale, soprattutto per lei. Solitamente dormiva fino alle sei, ora in cui tutta la casa si animava; tra Gohan che doveva andare a lavorare, Pan che andava ad allenarsi…la mattina era il momento più frenetico in quella casa. Per questo non riusciva a capire perché, quella notte, avesse aperto improvvisamente gli occhi…come…come se fosse stata strappata a forza dal sonno per essere scaraventata nella realtà.

Sbadigliò ancora una volta prima di appoggiare la tazza vuota sul davanzale e scendere da questo; guardò i vestiti che aveva portato giu e poi il cielo. Decise al volo: una boccata d’aria poteva solo che farle bene…a quel punto, il sonno non sarebbe più tornato!

Si tolse velocemente i pantaloncini che usava per dormire e infilò i pantaloni della tuta; decise di lasciare la canottiera e infilò sopra la camicia di Gohan. Le stava un po’ grande ma…andava bene anche così. Legò i lunghi capelli neri in una coda alla bell e meglio ed uscì volando fuori di casa.

Il cielo scuro, le cime delle montagne nascoste dal buio e l’aria frizzante della notte parvero rianimarla.

Si alzò di quota finché non fece troppo freddo, allora prese a volare su e giu compiendo, di tanto in tanto, qualche avvitamento o qualche giro della morte, giusto per provare l’ebbrezza di qualcosa che non tutti potevano fare.

Continuò a sorvolare le cime dei monti Paoz finché qualcosa non accadde.

Si sentì improvvisamente debole, brividi per tutto il corpo, la vista le si stava offuscando: rischiava di perdere i sensi proprio nel momento sbagliato.

Eppure…eppure era diverso. Non era come svenire…no…era più come venire risucchiati senza nessuna speranza di potersi opporre, come se qualcosa la stesse trascinando contro la sua volontà.

Scese in picchiata e atterrò sull’erba prima di cadere in ginocchio presa da spasmi al petto.

- Non è possibile…- si disse reprimendo il dolore atroce. - Questo…questo è…-

 

“ Goku…”

 

Una voce rotta dal pianto irruppe prepotentemente nella sue orecchie rischiando di lacerarle i timpani.

Una voce piena di dolore…e rabbia…

Una voce che conosceva fin troppo bene…

 

“ Goku… Torna…ti prego…”

 

Una supplica al vento, a qualcuno che non può sentirti.

La supplica di una donna con il cuore a pezzi, l’anima lacerata in tanti piccoli frammenti impossibili da riattaccare…se non da lui…

La supplica di Chichi!

Videl si accasciò sull’erba umida di rugiada tenendosi la testa tra le mani, gemendo per il dolore assurdo e continuo che la pervadeva da quando aveva sentito la voce della suocera; la camicia, un tempo bianca, era ora diventata quasi trasparente, e il top al di sotto ben visibile. I vestiti si stavano pian piano attaccando al suo corpo snello ma formoso, disegnandone perfettamente la linea sinuosa e ben disegnata. I capelli era sfuggiti alla presa dell’elastico e ora le ricadevano scompostamente sul viso affilato appiccicandosi su di esso come una seconda pelle; avrebbe tanto voluto tagliarseli lì, in quel momento e, se avesse avuto un paio di forbici o un coltello, lo avrebbe di sicuro fatto.

Si lasciò cadere completamente sul prato, con il viso madido di sudore rivolto al cielo, e il respiro affannato.

- Allora è davvero così…!- pensò chiudendo gli occhi e cercando di riprendere fiato. - Proprio così deve finire…-

Si alzò a fatica da terra per poi rendersi conto di essere davanti alla casa di Chichi e Goten; stavano sicuramente dormendo, e questo spiegava molte cose, compreso quello ch’era appena successo.

Aveva sentito la voce di Chichi, forte e chiara, nella sua testa. Non aveva visto nulla, ne immagini ne altro, ma era certa che stesse sognando Goku, e il fatto che aveva pronunciato il suo nome era una prova più che lampante di quanto pensava.

- Chichi è la…forse…-

Guardò la casa per un paio di secondi prima di decidersi ad entrare. Si alzò in volo e i capelli le ricaddero davanti agli occhi coprendole la visuale. Li scacciò via spazientita.

Era una fortuna che i sentimenti di Chichi non fossero forti come temeva, altrimenti avrebbe rischiato di dover stare a letto per almeno un giorno: sentire i sentimenti degli altri era estremamente faticoso! Ma il suo metabolismo era veloce a lenire ferite fisiche e non, quindi era certa di stare bene.

Entrò dalla finestra che dava sulla camera di Chichi e che quest’ultima aveva lasciato aperta.

La donna era sdraiata sul letto a due piazze, coperta dal leggero lenzuolo, che si rigirava in continuazione piangendo e chiamandolo.

 

“ Goku…”

 

La stessa sensazione di prima, solo leggermente più forte, l’investì come una secchiata d’acqua gelida.

No, non era affatto piacevole!

Guardò la donna e vide, per la prima volta, il dolore dipinto sul suo viso ormai invecchiato.

 

Una ferita sempre aperta che di notte , quando la mente è sgombra e i pensieri non sono più sigillati nel profondo dell’anima, riprende a sanguinare!

 

“ Chichi…” sussurrò Videl avvicinandosi, cercando di respingere i sentimenti della donna che continuavano a raggiungerla come onde d’urto. “ Ti prego…si forte…”

Una volta raggiunto il letto vi si sedette sopra e allungò una mano tremante verso la donna che, senza sapere cosa succedesse intorno a lei, continuava a piangere e sognare; le poggiò la mano sopra la fronte con decisione e chiuse gli occhi preparandosi al dolore che l’avrebbe investita di li a poco.

E così fu!

Un’ondata potente, violenta e distruttiva la travolse, rischiando di farla cadere; aprì di scatto gli occhi e capì di non essere più nel mondo reale, ma nella mente di Chichi, nella sua anima e nel suo cuore.

Il buio la circondava e, intorno a lei, mille e più porte si aprivano e si chiudevano in continuazione: quelli erano i varchi che portavano ai ricordi di Chichi. Quelli belli, quelli brutti, quelli assurdi, quelli divertenti…e quelli dolorosi.

In mezzo, sopra un piccolo altare dorato, una pietra galleggiava pigramente. Una pietra straordinaria, dall’incredibile bellezza e luminosità; aveva la forma di un cristallo, lucente e puro.

Ma era incrinato!

Sulla superficie lisci e trasparente, una crepa so apriva verticalmente tagliando a metà quel splendido gioiello; una crepa che un tempo era stata piccola, ma che con lo scorrere degli eventi si era ingrossata sempre più, e ora rischiava di spezzare per sempre l’anima e il cuore di una donna tanto forse quanto fragile.

Videl allungò le dita affusolate per accarezzarlo lievemente.

Una carezza delicata, perché si avesse fatto anche solo una leggera pressione aveva paura che il cristallo si sarebbe rotto. Inesorabilmente!

“ Hai sofferto così tanto… Oh, Chichi…” la ragazza si guardo intorno finché il suo sguardo non cadde su uno specchio posto alle sue spalle; si voltò a guardarlo e vi si specchiò dentro scoprendo che, in quel posto, non indossava più i suoi abiti originari, ne era il suo viso quello che vedeva riflesso nella superficie cristallina che le stava davanti.

Il suo viso…il suo aspetto…i suoi abiti…erano quelli della Videl sedicenne che aveva conosciuto la Guerra…

Indossava un paio di pantaloni bianchi, lunghi, messi dentro a degli stivaletti gialli; una maglia maniche lunghi dello stesso colore e sopra una maglia maniche corte, lunga, blu scuro, con la scritta FIGHT sul davanti. I capelli erano corti, sbarazzini e le davano quell’aria frizzante che l’aveva sempre contraddistinta.

“ Questa sono io…tanto tempo fa…” sussurrò accarezzano lo specchio con la punta delle dita.

Improvvisamente, l’immagine mutò, mostrandole la sua vita, quella che aveva condiviso con Chichi, attraverso i ricordi di quest’ultima.

“ Ero così una volta…!?

Lo specchio tornò ad essere un semplice specchio, e le mostrò nuovamente la sua immagina da sedicenne.

Si voltò verso le porte che stavano tutt’attorno e in queste vide nitidamente immagini di anni passati, anni felici dove la vita era forse, forse, più facile.

Vide Goku, Chichi e il piccolo Gohan passeggiare insieme per i boschi in cui anche lei e suo marito, in passato, spesso avevano portato Pan

Vide Gohan partire per Namec…

Vide la festa di compleanno che Chichi aveva organizzato per Gohan prima che iniziasse il Cell Game…

E vide tanto altro. Tutte immagini di un passato che, lo sapeva bene, Chichi avrebbe voluto fosse il presente in cui vivevano.

Una famiglia…degli amici…era questo che la donna voleva, quello che sognava la notte…

Videl chiuse gli occhi e quando li riaprì era nuovamente nella stanza da letto di Chichi; la donna, distesa al suo fianco, non aveva ancora smesso di  piangere e di chiamare il suo amore.

“ Quanto stai soffrendo…” sussurrò flebilmente la ragazza cercando di asciugare le lacrime che sgorgavano come fiumi in piena da quegli occhi che ne avevano viste tante, troppe…forse….  “ Per questa notte non soffrire più… Almeno persta notte dormi senza sognare…”

La mano appoggiata alla fronte della donna si illuminò debolmente e il viso di Chichi, prima contratto in una smorfia di dolore, si rilassò; le lacrime smisero di scendere e lei si mosse pigramente nel letto, girandosi dall’altra parte, senza svegliarsi.

“ Avrei voluto fare di più, ma al momento non ne ho le capacità…”

Videl uscì dalla finestra silenziosamente com’era entrata, e nessuno seppe mai che lei, quella notte, era stata lì e aveva donato un po’ di serenità ad una donna ormai al limite della sopportazione.

Guardò i monti Paoz e si rese conto che, piano piano, il sole stava sorgendo all’orizzonte.

Era ora di tornare a casa, anche perché Gohan e Pan si sarebbero preoccupati non vedendola.

Arrivò a casa in pochi minuti ed entrò direttamente nella stanza che divideva con il marito; fu sorpresa nel trovarlo sveglio, disteso con le braccia incrociate dietro la testa, che l’aspettava. La canottiera che indossava per dormire era tirata e i muscoli del petto si notavano alla grande.

“ Buongiorno…” disse lui mentre Videl sospirava e si sedeva sul letto. “ Dove sei stata?” le chiese curioso.

Non era un rimprovero, non la stava accusando di nulla, ma la ragazza si sentì lo stesso a disagio.

“ Ero qui in giro.” Disse semplicemente. “ Avevo bisogno di prendere aria.

E allora perché sei completamente bagnata e madida di sudore?”

Videl chiuse gli occhi: in quel momento proprio non se la sentiva di parlare di ciò che aveva visto, proprio non ce la faceva…

Sentì le braccia di Gohan cingerle le spalle e trascinarla giu assieme a lui; si ritrovò distesa, con la testa appoggiata al petto del marito e le proprie mani che si chiudevano sugli avambracci di lui.

Rimasero in quel posizione a lungo, ascoltando soltanto il respiro dell’altro, e sperando che tutto ciò che li circondava non esistesse più…che tutto il dolore sparisse nel vento…

“ Gohan…” lo chiamò improvvisamente la ragazza, e nella sua voce chiara e decisa l’uomo percepì un qualcosa che sapeva di pericolo, di nuove battaglie…e di segreti mai svelati…!

“ Si?”

“ Ho deciso!” disse Videl, e quella frase rimase a lungo sospesa nel silenzio della stanza. “ Ho deciso!” ripeté lei, forse per assicurarsi di averlo davvero detto, per rendere reale quello che sembrava un sogno.

“ Lo sai ch’è una pazzia?” gli chiese Gohan poggiandole le labbra tra i capelli.

“ Lo so.” annuì lei ben consapevole del pericolo, eppure un sorriso spuntò sulle sue labbra. “ Ma ne vale la pena.” Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dall’abbraccio del marito.

“ Ti prometto che Goku tornerà a casa!”

 

 

 

E anche il terzo capitolo è finito!

Ad essere sincera questa era iniziata come una semplice storia in cui mi immaginavo il ritorno do Goku, però poi la mia fantasia ha iniziato a spaziare e le idee sono cresciute e…bè, il risultato c’è l’avete davanti ali occhi.

Sono contenta che stia piacendo, mi da un senso di appagamento incredibile.

E ORA RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE HANNO COMMENTATO E CHE CONTINUANO A SEGUIRMI!!! GRAZIE DI CUORE!!!

X VEGETA4EVER: i tuoi consigli sono stati utilissimi!!!! Sei davvero mitica, grande, fantastica…bè, credo che tu abbia capito…grazie ancora per avermi aiutata a postare in modo decente. (nemmeno io sopportavo più quella scrittura minuscola. Insomma!!! Rischiamo di diventare tutti delle talpe!!!

Al prossimo capitolo.

Baci baci Rain!

   
 
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