IMPORTANTE: Con
questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare
rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), nè offenderli in alcun modo.
Capitolo
2.
Giovanna’s Pov.
Ancora non realizzavo che finalmente ce l’avevo
fatta.
Era passato del tempo da quando il mio manager
mi aveva contattata l’ultima volta ed erano successe tante cose in quegli
ultimi anni.
Nel mondo del teatro e della recitazione,
fermarsi anche pochi anni significava finire la propria carriera ed essere
dimenticato da tutti.
Ci volevano dedizione e prove, tantissime prove
per migliorare ogni giorno.
Ma io non avevo più avuto tempo per pensare a
recitare, mi ero ritrovata davanti a un bivio e davanti a quello avevo scelto
la mia famiglia, le persone che mi amavano.
Ma quando quindici giorni prima, il mio manager
mi aveva chiamata offrendomi un provino per una nuova serie che sarebbe andata
in onda in prima serata sulla BBC, ero rimasta di stucco, ma allo stesso tempo anche
piacevolmente sorpresa.
Non mi sarei più aspettata di ricevere chiamate
dal mio manager, ma lui mi spiegò che l’avevano chiamato per ingaggiare
un’attrice per una parte di una madre indaffarata all’interno di una famiglia
di matti e che aveva pensato subito a me, perché si ricordava del mio carisma e
dell’amore che ci mettevo nel recitare.
Mi chiese se ero sempre in forma e se qualche
volta avevo recitato per qualcuno.
Sorrisi tra me e me, perché ogni giorno in casa
mia c’erano molte più persone di quante avrebbero dovute esserci, e tra canti e
scenette, non avevo certo perso la mia capacità di fare l’attrice.
Non che recitassi anche con le persone che mi
amavano, ma semplicemente mi piaceva far stare bene le persone e intrattenerle
nel modo migliore.
Lui mi disse che mi avrebbe dato quindici
giorni per prepararmi un po’ un piccolo pezzo che avrei poi dovuto recitare al
provino e io gli dissi che gli avrei fatto sapere, appena Tom mi avrebbe dato
il suo parere sulla cosa.
Così quella sera a cena ne parlai con Tom,
spiegandogli cosa mi aveva detto James a proposito di quel lavoro e poi gli
chiesi che cosa ne pensava.
Lui mi disse che era tanto, secondo lui, che
aspettavo una possibilità del genere.
Mi disse che secondo lui dovevo almeno provare,
perché altrimenti poi me ne sarei potuta pentire.
Credevo che lui avesse ragione e sentivo dentro
di me quell’adrenalina che da tanto tempo avevo dimenticato, così presi la
cornetta del telefono e telefonai a James per la conferma.
E quel pomeriggio, avevo finalmente affrontato
il mio provino.
Dopo tre anni che ero uscita dalle platee dei
palcoscenici di Londra, mi ritrovavo in uno studio cinematografico, in
Leicester Place, per affrontare un provino.
Mi ero aspettata di trovare là tante ragazze,
in una lunghissima fila che aspettavano il loro turno, ma quando mi accorsi di
essere sola, il mio manager mi fece l’occhiolino e capii che lui aveva chiamato
solo me per quella parte.
Mi stava dando degli ottimi consigli su come
pormi e su come essere convincente con il regista e con il produttore della
serie tv, quando sentii il mio nome provenire da una stanza.
I tali signori mi fecero accomodare nel loro
studio, dove al centro c’era una grande scrivania e davanti a quella, c’era un
microfono.
James mi disse di stare tranquilla e che tutto
sarebbe andato bene.
Così mi misi al centro della stanza e
incominciai a recitare il mio pezzo. Era una specie di monologo di una madre
che ogni giorno lavora lavora e non riceve mai un
grazie dai suoi familiari. Mi fecero fare il pezzo con drammaticità, poi come
se fosse una cosa bella, piangendo e saltando per la stanza.
A volte gli esercizi di recitazione erano
veramente strani.
Comunque a fine prova, entrambi mi dissero con
il sorriso sulle labbra che dovevo solamente firmare il contratto e che la
parte sarebbe stata mia.
Tornata a casa non stavo più nella pelle,
dovevo dirlo a qualcuno.
La macchina di Tom era parcheggiata nel garage,
ciò implicava che era a casa. Ma il silenzio che regnava li dentro mi fece
capire che era nel suo studio, probabilmente a completare una canzone o forse a
scriverne una nuova.
Decisi che non era il caso di disturbarlo.
Sapevo che gli serviva concentrazione mentre
lavorava e la mia gioia non si sarebbe certo affievolita. Sicuramente dopo
pochi minuti sarebbe arrivato da me.
Così afferrai la cornetta del telefono e feci
il numero della mia migliore amica, per informarla della mia nuova notizia.
La prima volta che provai non trovai nessuno,
ma da lavoro doveva essere tornata da un pezzetto (sapevo a memoria i suoi
orari lavorativi), quindi provai nuovamente e questa volta dopo tre squilli mi
rispose.
Capii solo in quel momento che forse se non mi
aveva risposto un motivo c’era, ma ormai avevo sentito la sua voce e la mia
felicità mista alla frenesia erano alquanto incontrollabili.
‹‹Giuly sono io!››
dissi alla mia amica.
‹‹Gi dimmi!››
rispose lei con il suo solito tono brioso.
Adoravo quella ragazza, era sempre li per me
nel momento in cui avevo bisogno.
‹‹Ti ricordi che oggi avevo
quell’appuntamento importan..››
‹‹Si che mi ricordo perfettamente›› mi interruppe lei con un tono saccente.
Dal suo tono capii che non stava nella pelle
neppure lei
‹‹Beh, credo proprio che sia
andato tutto a buon fine!›› dissi felice io.
‹‹Raccontami tutto››
‹‹Ok! Allora.. oggi sono andata
con James la a Leiceter Place
e indovina un po’? Ho scoperto che il provino era solamente per me! Non c’erano
altre ragazze che dovevano farlo! Al che mi sono un pochino agitata, perché ho
pensato che forse non sarei stata in grado di affrontarlo..››
‹‹Non fare la sciocchina››
mi disse lei.
Sorrisi.
‹‹Non si può mai sapere. Comunque,
mi hanno chiamata e io sono entrata nel loro studio! Avresti dovuto vedere come era bello!
Tutto elegante e lussuoso! Allora mi chiedono di recitare il mio pezzo e me lo
fanno provare in più modalità: allegramente, piangendo e così via! È stato
bellissimo Giuly! Non puoi immaginare quanto sia
stato bello!››
‹‹Ti mancava tanto recitare, è Gi?›› disse lei con un tono un pochino malinconico.
‹‹In realtà si, ma non dirlo a
nessuno. Sono felice di come ho vissuto fino ad adesso la mia vita, e non
voglio che nessuno si senta in colpa perché io non ho recitato in questi ultimi
anni.››
‹‹Lo so, non preoccuparti…
la tua famiglia ti ama tanto, e noi amici pure! Quindi adesso goditela più che
puoi! E fammi sapere appena ci saranno delle novità! Che bello!›› esclamò lei ‹‹Tra poco tempo
ti potrò vedere in televisione! Aw, non vedo l’ora!››
‹‹Ah ah! Ne passerà di tempo sai,
prima che tu mi possa vedere!!››
‹‹Ma io aspetterò!››
‹‹Grazie Giuly,
davvero, per tutto quanto.››
‹‹Figurati, che ci sto a fare qui
altrimenti?››
‹‹Oh! Sento che Tom sta scendendo
le scale, vado a dargli la buona notizia!››
‹‹Ok! Vedrai che ne sarà felice
anche lui! Noi ci sentiamo presto! Stammi bene!››
‹‹Ok e grazie ancora!Ciao Giu!›› e riagganciai.
Appena Tom fu vicino a me, mi cinse con le
braccia i fianchi e mi diede un leggero bacio sulle labbra, uno di quelli che
mi facevano stare terribilmente bene.
Poi mi sorrise, e sulle guance si formarono
quelle sue bellissime fossette che aveva ogni volta che sorrideva.
Mi chiese dolcemente.
‹‹Allora… Come è andato il provino?
Sono stato in ansia tutto il tempo, sai?››
‹‹Oh Tom! Tu sapessi come è stato
bello!››
Lui mi sorrise.
‹‹Voglio che tu mi racconti tutto! I
tuoi occhi brillano da quanto sei felice, lo vedo! Mi sa che deve essere andato
particolarmente bene!››
Mi conosceva meglio di chiunque altro.
‹‹Si è stato meraviglioso! In
pratica sono arrivata li e…››
Gli raccontai ciò che avevo affrontato quel
pomeriggio e lui in tutta risposta mi disse:
‹‹Sono veramente fiero di te! Anche
dopo questi anni, ti hanno trovata in grande forma!››
‹‹Io non me lo sarei mai
aspettata, te lo giuro! Tornare a recitare, è stato fantastico!››
‹‹Lo so, era parte della tua vita
e per questo lo sai, mi rammarico ogni giorno, che non abbia potuto continuare
a farlo, ma adesso è giunta la tua occasione e fai vedere a tutti che cosa sei
capace di fare.››
Avevo le lacrime agli occhi.
Tom era sempre troppo gentile con me.
‹‹Sono veramente felice Gi ›› continuò lui ‹‹Te lo meriti,
dopo tutto quello che fai per noi.››
Mi prese la mano sinistra con la sua mano
sinistra.
Abbassai lo sguardo.
Le nostre fedi d’oro erano veramente vicine,
con le dita concatenate tra di loro, e si sfioravano.
‹‹Ma io vi amo, lo sai! Voi siete la mia vita e non potrei mai vivere
senza!››
Mi sorrise.
‹‹Lei dove è?››
chiesi curiosa.
‹‹Sta dormendo! Oggi ha chiesto
per tutto il tempo di te! Poi ad un certo punto, esausta, si è addormentata
come un angioletto!››
‹‹Mi dispiace che ti abbia fatto stancare››
‹‹Ma scherzi? È la nostra vita
quella piccoletta, ogni volta che dice anche una sola sillaba io sono felice.››
Lo capivo benissimo.
Era la stessa cosa che provavo io.
Mi avviai nella sua cameretta e quando la aprii,
trovai la mia piccola bambina che dormiva beatamente nel suo lettino.
HollyAnn Fletcher aveva due anni e
mezzo ormai e Tom aveva ragione.
Quella piccola era il nostro piccolo
angioletto.
Lunghi boccoli biondi e grandi occhi color
nocciola. Era un perfetto incontro tra me e Tom.
Le accarezzai i capelli e lei nel sonno sussurrò:
‹‹Aww mamy..
Io bene… mamy..››
Sorrisi.
Non
avrei mai potuto vivere senza di lei.
*
*
*
Eccomi qua.
Spero che il capitolo sia stato di
vostro gradimento…
La storia deve entrare nel suo vivo,
quindi i primi capitoli saranno un po’ così, diciamo annoccanti.. xD Ma spero che continuiate a seguirmi.
Anna94_17: Che bello ritrovarti.. Sono
felice che il capitolo ti sia piaciuto.. Capito cosa è successo a Gi? xDDD Un bacio
RubyChubb: Sono felice
che tu abbia trovato il capitolo più scorrevole degli altri precedenti.. Ti
dirò (come ho già detto prima) che questi sono un po’ pallosi e mi piacciono poco… Magari perché ci vedo sempre degli sbagli visto che
non li rileggo da un po’.. Ma mi ha fatto comunque un immenso piacere leggere
quello che mi hai scritto. Grazie <3
Commentini???