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Autore: YlariaJongIn    30/06/2014    3 recensioni
"L’unica cosa che potei fare in quel momento, era quello di andarsene a gambe elevate, sperando di arrivare in tempo, anche se ci voleva qualche minuto. Eppure, proprio quando decisi di farlo, sentì un forte dolore alla nuca, che mi fece cadere ancora una volta.
Mckenna si accucciò disponendosi di fronte a me.
Il solo ricordo che ho di quell’attimo di secondo, era il sasso che teneva stretto nel pugno e il suo atteggiamento da omicida psicopatica.
Subito dopo non vidi più nulla..."
~Tratto dal 3 capitolo~
Una ragazza di nome Hyllary, decide di fare un'escursione in un bosco con la sua migliore amica Mckenna, alla quale fa grande affidamento. Improvvisamente, qualcosa di terribile accade alla giovane, ritrovandosi da sola in una grotta particolarmente misteriosa e inquietante, che metterà alla prova le sue più grandi fobie.
~Personaggi~
LAY-KAI-MINHO(Shinee)-TAO-KIM JAEJOONG-MAX CHANGMIN-ZELO-SUNGJAE (Btob)-KIM MYUNGSOO- VIXX (N)
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kai, Kai, Lay, Lay, Nuovo personaggio, Tao, Tao
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 35
The Reply
4.46
Ero rimasta dentro quella grande struttura per circa un quarto d’ora.
Uno dei quarti d’ora più interminabili che avessi vissuto in apnea.
 
Per la prima volta, però, sentii una grande forza interiore,
che mi fece comprendere che ero riuscita a sconfiggerlo.
Nonostante fossi sdraiata a terra, ricoperta da un numero interminabile di vetri,
che mi perforarono varie zone della superfice cutanea,
con il labbro spaccato e il naso sanguinante,
riuscii a trovare la potenza di alzarmi da terra.
Iniziai dandomi la spinta con le braccia
e successivamente, dandomi potenza con le ginocchia.
Esse sanguinavano e scivolarono più volte, dato che il suolo era ricoperto da quei cristalli che brillavano a causa dell’acqua che si adagiava su di essi.
Percepivo un bruciore lacerante,
ma la cosa più importante in quel momento era la possibilità di poter respirare normalmente.
Difatti, sputai l’ acqua ormai rossiccia dalla bocca più volte,
cercando di eliminarla del tutto dal mio corpo.
Aveva un sapore particolarmente metallico in gola,
andando a disgustare il mio palato in preda all’ossigeno.
Davvero insopportabile.
 
Qualche secondo prima di dirigermi verso Yook, però,
vidi a poca distanza da me, il coltello che mi aveva salvato per ben due volte.
Lo afferrai molto velocemente, e dopodiché, mi alzai del tutto,
indirizzandomi verso la sua figura, immobile e scioccata dalla mia perseveranza.
A quel punto presi la rincorsa, e come una pazza
tentai di infilzare la lama nella sua spalla.
Non volevo ucciderlo, ma volevo solamente fargli capire
che anche un’umana era dotata di potenza.
Quella potenza che loro non avrebbero mai potuto usufruire.
Quella che veniva dal cuore e dai sentimenti più profondi,
che solo persone deboli come noi, sarebbero riusciti ad avere.
 
Ma nonostante tentai di ferirlo,
la lama oltrepasso solamente la sua spalla,
per poi cadere a terra gocciolante d’acqua.
In lui si era formato un buco pieno zeppo di liquido trasparente,
per poi cicatrizzarsi con una sostanza
che gli creava un corpo simile ad un essere vivente.
 Al momento rimasi senza parole,
in preda ad un lungo sospiro di sollievo.
 
“E’ evidente che tu non lo possa fare, Signorina.
Come le ho già detto, rappresento l’acqua.
E come ciò, anche il mio corpo ne è costituito.”
 Commentò improvvisamente Sungjae, inclinando leggermente il viso di lato,
per riuscire a scorgere i miei occhi inumiditi dalla disperazione.
Visto l’accaduto, mi avvicinai di qualche passo,
disponendomi frontalmente al ragazzo:
“Eravamo rimasti a quando mi spiegavi
il motivo di quello che mi è successo, se non ricordo male.”
Asserì, ancora interamente inzuppata d’acqua.
Per un istante Yook non rispose,
rimanendo fisso con lo sguardo a vuoto.
“Perché?”
Chiesi, avvicinandomi ulteriormente al suo viso
particolarmente in alto rispetto al mio.
 
A quel punto, lo vidi portarsi la mano alla bocca,
massaggiandola un pochino con le dita,
subito dopo fece un bel respiro
che andò a rinfrescare le mie guance bagnate.
“Quella lama che stai ripetutamente trattenendo, è l’aiuto più riconosciuto da un umano.
Essa ti da’ la sicurezza e la forza di poter proseguire con le paure, ma purtroppo se ci si trova in un momento di massima difficoltà in cui non si può ribellarsi, essa ha poco valore alla nostra potenza.
In più, in quel preciso istante, avevi paura di poterlo uccidere, e questo non ha fatto altro che accrescere la Trypanophobia. Paura che avevi già superato, ma che in quel momento ti avrebbe potuto dare una mano per sconfiggerlo. Ecco perché quella Paura si è fatta avanti per aiutarti.
E’ come se avessi utilizzato una Paura per eliminare un’altra.”
 
“Per quale motivo allora, i suoi occhi per pochissimi secondi gli sono diventati bianchi?”
Domandai, incuriosita dalle sue affermazioni veritiere.
 
“In questo caso, Hakyeon, sconfiggendo Tao ha il pieno controllo della sua paura.
Di conseguenza Tao è impotente nei suo confronti, perché tutta la nostra forza è basata su un'unica paura. Nel momento in cui Hakyeon riesce a dominarla, non ha nessun’altra arma da utilizzare.
Perciò, il colore bianco degli occhi ha indicato
 che sconfiggendolo, la sua potenza diventa maggiore.”
Dichiarò, mostrandomi un anello completamente nero di pelle,
costituito da delle borchie disposte frontalmente una con l’altra,
che si congiungeva al polso con tre catene di medio spessore,
che proseguivano lungo il polso, rivestito da un braccialetto di pelle,
con una piccola lastra di metallo adagiata nella parte superiore.
 
“A me non si sono illuminati gli occhi,
ma la grande goccia di vetro con all’interno uno scheletro,
che vede al centro del dorso della mano,
è diventata ormai parte della mia costituzione fisica.”
Proseguì, guardandola attentamente.
 
“Quindi, anche tu hai sconfitto qualcuno?”
Chiesi, sfiorandogli appena con le dita,
la goccia incastonata nella pelle.
 
“Si”
Concluse, facendo scivolare la mano nel suo lungo trench nero,
definito da delle rose azzurre verso la parte finale delle maniche e della parte inferiore di esso.
 
“E’ tutto talmente impossibile, che è quasi difficile a crederci”
Commentai improvvisamente, fissandolo sbalordita.
“Nulla è impossibile per noi”
Terminò, facendomi soffermare particolarmente sulla sua pelle bianca latte,
quasi trasparente e rilassante come l’acqua, che sotto quella luce soffusa
risplendeva sempre di più.
“Anche per noi quindi, non è impossibile batterle, vero?”
Chiesi, sperando mi potesse dare un ulteriore risposta.
“Impegnati al massimo e spera di riuscire a rimanere in vita.
Io non posso aiutarti in questo aspetto.
E’ tutta una questione di autocontrollo personale.
Se ce la farai ben per te.”
Disse, voltandomi le sue possenti spalle, suggestive ma allo stesso tempo protettrici.
“Aspetta! Quale sarà la prossima sfida?
Con chi avrò a che fare adesso?”
Domandai, completamente immersa nella discussione.
 
In quell’istante, si voltò per un secondo verso di me,
facendo spostare leggermente il suo ciuffo di color nero corvino nel viso,
lasciando trasparire solamente quel meraviglioso colore degli occhi,
che mi aveva conquistata sin dall’inizio.
Non disse nulla.
Si limitò a guardare verso la direzione del cammino,
aspettando che anche io facessi la stessa cosa.
Così, senza esitare, osservai attentamente ciò che mi stava dinanzi:
Una vecchia porta di legno completamente oscurata,
con una maniglia di color oro al centro di essa,
tremolante e spaventosamente cigolante.
Una piccola lanterna pendeva dal soffitto, esattamente al centro di essa,
rotta e penzolante, che per poco non sarebbe caduta a terra.
“Ma che cos-?”
Interruppi il silenzio, cercando di scorgere la figura del ragazzo.
 
Ma senza nemmeno avere il tempo di una maggiore spiegazione,
notai che era sparito nel nulla.
E ora? Che cosa mi aspettava al di la della porta?
Che prova avrei dovuto affrontare?
 
Con il cuore in gola, e una grande paura di ciò che mi potesse capitare,
mi avvicinai cautamente alla struttura,
accorgendomi che pian piano l’intensità della luce diminuiva sempre più,
fino a che non si spense completamente lasciando solamente un filo di luce
risplendere dalla lampadina scintillante all’interno della lanterna.
 
A quel punto, decisi di fare il passo più pericoloso.
Girare la manopola della porta, che già stava tremando da minuti.
Terrorizzante e inaspettato.
Stavo tremando e allo stesso tempo sudando continuamente senza sosta.
 
Quando finalmente appoggiai la mano, essa si fermò, lasciandomi la possibilità di aprila.
A quel punto lo feci. Aprii quella maledetta porta oscura. 
  
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