L'assassina
Con un coltello in mano, l'infermiera fissava la sua vittima con gli occhi iniettati di sangue.
Lui correva, ma lei strinse la presa sul coltello e lo seguì con calma.
«Non hai scampo, topolino, il gatto sta arrivando» cantilenò la donna accelerando il passo dietro alla sua vittima.
Udì i suoi passi correre affrettati e lo vide svoltare in un corridoio dell'ospedale deserto. Una porta sbatté e l'infermiera sorrise sadica.
«Non puoi sfuggirmi, lo sai che devi operarti, prima o poi» sussurrò e una luce folle le illuminò gli occhi scuri.


La vittima
Il ragazzo si sedette a terra e riprese fiato dopo la lunga corsa. Osservò il luogo in cui era capitato e vide con orrore le macchie di sangue che sporcavano il pavimento della sala operatoria.
Non era la prima volta che la pazza uccideva qualcuno.
Il pensiero lo fece rabbrividire e l'istinto di sopravvivenza lo spingeva a cercare qualcosa con cui difendersi, ma il terrore per ciò che stava accadendo lo congelava al suo posto.
Alle sue spalle, la porta della sala operatoria si aprì con un cigolio.
«Pronto per l'operazione?» disse l'infermiera con la voce acuta e alzò il coltello.


E...
«Stooop!» gridò il regista e l'attrice abbassò la lama: «Questa era buona, veramente buona. Cinque minuti di pausa, poi si riprende a girare da questa scena!» ordinò battendo le mani.
L'attore protagonista prese una bottiglietta dalle mani dell'assistente e bevve un grosso sorso d'acqua, mentre l'attrice veniva circondata da truccatori che le risistemavano il pallore mortale del viso.
«Stai bene, Rose?» chiese una truccatrice notando l'espressione cupa della donna, ma lei non rispose.
"Se quell'idiota non avesse fermato tutto, avrei potuto ucciderlo sul serio" rifletté l'attrice abbassando gli occhi sul coltello.