I wanna take you somewhere so you know I care
But it's so cold and I don't know where
I brought you daffodils in a pretty string
But they won't flower like they did last spring
Lucrezia poggiava il capo sulle ginocchia di Paolo, mentre lui le accarezzava i capelli. I cavalli erano legati all'albero, il prato era pieno di fiori, i raggi del sole cullavano la bionda, ma l'ombra delle fronde non la faceva sudare e il solo rumore che sentiva era quello del ruscello poco distante.
Talvolta Lucrezia si perdeva a immaginare di scappare assieme al suo Narciso, lontano, dove nessuno li avrebbe raggiunti né fatto del male; e sapeva che anche Paolo fantasticava in quel modo. Quanto avrebbe voluto proteggere la sua Lucrezia?
Ma la figlia del papa sapeva che tutto quello non era possibile. Lei valeva troppo, per chiunque, non sarebbe mai riuscita a fuggire, tanto meno gliel'avrebbero permesso. In fondo era ancora una bambina, seppur avesse perso la sua innocenza.
Nel mito greco, Narciso si era innamorato del suo riflesso nello specchio d'acqua; ma quando Paolo guardava nel ruscello, Lucrezia poteva sentire che il suo sguardo era rivolto a lei. Mentre la bionda in quell'acqua cristallina riusciva a vedere solo casa sua.
Così si chiedeva se lei in realtà fosse Narciso.
And I wanna kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights
I wanna cry and I wanna love
But alla my tears have been used up
Ursula si chiedeva quando suo marito fosse tornato. Oramai stava tardando di giorni, era troppo strano.
Le lenzuola non erano più fresche come quando era partito, doveva cambiarle perché oramai odoravano troppo di Cesare. Ma le piaceva quell'odore, le piaceva mentre lui l'accarezzava e le baciava il collo e la stringeva a sé.
Ma oramai Ursula l'aveva capito. Come poteva continuare a vivere con la consapevolezza di quell'atto?
Ma Cesare non voleva tornare a casa. Che cos'avrebbe fatto lì? Continuare la sua falsa vita cardinalizia? Servire suo padre? Sopportare suo fratello? Quella casa oramai era così vuota senza la sua dolce Lucrezia. Che cosa ci andava a fare se lei non c'era ad allietarlo? Era di certo meglio condividere il letto con qualcuno che potesse veramente abbracciare, che potesse proteggere lì, ora, in quel momento.
Sembrava che la vita per Cesare avesse riservato solo amori proibiti e pieni di scandali.
On another love, another love
All my tears have been used up
On another love, another love
All my tears have been used up
Una suora aveva rapito il suo cuore, così diceva il suo Cesare.
E Lucrezia sorrideva, stringendo la sua mano e facendosi cullare dai suoi abbracci. Amava il modo in cui suo fratello la guardava negli occhi, come le sorrideva, la confortava, le sussurrava quelle promesse. La verità era semplice: Lucrezia amava Cesare, solo non sarebbe stato più semplice se l'avesse rivelato al mondo.
Meglio se suo fratello si lasciava incatenare da un'altra donna, così magari avrebbe dimenticato lei così come lei avrebbe fatto con lui, magari sarebbe stato felice, non avrebbe più sofferto per la sua sorellina.
Ah, dimenticare Cesare? Impossibile. Cosa andava pensando?
E lei cos'avrebbe fatto mentre suo fratello l'abbandonava? Suo marito non sarebbe rimasto invalido per sempre, non aveva altra scelta se non fuggire.
Continuava comunque a sorridere a Suor Marta, ne era quasi affascinata; aveva perso i suoi capelli, ma era ancora bella come la ricordava al suo matrimonio.
No, doveva smetterla, Cesare non l'avrebbe mai abbandonata, non dopo tutte quelle promesse a cui Lucrezia continuava a credere.
And if somebody hurts you, I wanna fight
But my hands been broken, one too many times
So I'll use my voice, I'll be so fucking rude
Words they always win, but I know I'll lose
Oramai Cesare era segnato a vita. Sembrava che tutti volessero fargli del male attraverso le persone a lui più care.
Avrebbe voluto uccidere tutti quando scoprì che il massacro in cui Ursula era morta era stato ordinato da Giovanni Sforza.
Lo stesso Giovanni Sforza che aveva violato la sua Lucrezia, che ne aveva strappato via l'innocenza e l'aveva gettata con noncuranza. No, Cesare non gliel'avrebbe mai perdonato.
Così come non avrebbe mai perdonato suo fratello per aver turbato la serenità di Lucrezia. Sapeva che quello stalliere l'aveva ucciso lui, non si faceva ingannare, così come sapeva che anche Lucrezia ne era a conoscenza. Sua sorella non era stupida. Aveva visto gli occhi di Juan puntati su di lui mentre teneva il piccolo Giovanni sospeso in aria, come se volessero sfidarlo.
Non si era sentito in colpa a trafiggere il cuore di Giovanni Sforza con quel pugnale e a porgerlo a sua sorella, così come non si era sentito in colpa a uccidere Juan e a gettarlo nel Tevere. Erano cose che andavano fatte, si ripeteva, prima che fosse troppo tardi.
E tutti quelli che avrebbero fatto del male alla sua Lucrezia avrebbero fatto la stessa fine.
And I'd sing a song, that'd be just ours
But I sang 'em all to another heart
And I wanna cry I wanna learn to love
But all my tears have been used up
Cesare le aveva chiesto di raccontargli ancora del padre di Giovanni e così lei aveva fatto. Doveva essere geloso del suo Narciso? No, mai; o almeno non quando la abbracciava, perché quando erano solo loro due, non vi era nient'altro.
Solo Dio, che non faceva altro che giudicarli.
Che ironia che una famiglia che aveva fatto così tanto per raggiungere la santità, fosse condannata all'inferno. Si erano spinti troppo oltre, avevano bramato troppo il potere.
Sorrideva nel vedere Cesare cullare Giovanni, suo figlio sembrava così felice, fra quelle braccia probabilmente si sentiva sicuro come lo era lei quando suo fratello le era accanto. Sarebbe stato bello se fosse stato lui il padre, ma ciò non sarebbe mai potuto accadere.
Giovanni era un Borgia, ma chissà a chi avrebbe somigliato.
Quando Lucrezia aveva chiesto a Cesare di sposarla, lui aveva acconsentito; non ne aveva dubbi che l'avrebbe fatto. E poi aveva iniziato a fantasticare, così come spesso aveva fatto lei. Fuggire lontano, vivere in povertà ma felici, cambiare identità, potersi amare senza occhi indiscreti... Oh, quanto desiderava quella vita! Qualunque cosa Cesare dicesse, lei era pronta a crederci ciecamente. Ma aveva altre priorità e lo sapeva bene.
Erano Borgia e purtroppo quel nome li legava alla famiglia e al suo bene.