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Autore: Light Clary    30/06/2014    3 recensioni
Violetta si è appena trasferita a Buenos Aires e quando comincia a frequentare i ragazzi del luogo, la sua vita cambia. Scopre di essere destinata a salvare la luce e per farlo dovrà ricorrere ai poteri che non sapeva di possedere.
Riuscirà Violetta a sfuggire al potere dell'oscurità che vuole impossessarsi di lei ad ascoltare il suo cuore che le indicherà la strada da percorrere per capire chi amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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VIOLETTA POV
Ora che sono seduta nella sala prove con Francesca e Camilla, la strana forza che ho sentito in petto poco prima è svanita. Però ricordo tutto. Leon mi ha chiesto un appuntamento e io ho accettato. Accidenti, uscirò con un ragazzo per la seconda volta. Però so che stavolta è un ragazzo di cui mi posso fidare, un amico, che non conosco da poco a differenza di Diego.
Ne parlerò di sicuro con le mie amiche, ma non adesso che siamo nel bel mezzo delle prove. Stiamo seguendo le istruzioni di Pablo e Angie, prima di salire sul palco ed esercitarci con i numeri. I primi a cominciare sono il gruppo dei ragazzi che si esibiscono con una graziosissima canzone chiamata “Vien con nosotros”. In seguito c’è il terzetto di Ludmilla, Nata e un’altra ragazza di nome Becca. Quest’ultima ha dovuto provare da sola visto che le prime due, se ne sono andate prima e ora sono assenti.
Nella terza canzone ci sono anch’io. È l’inno dello studio dell’anno precedente e si chiama “Veny y canta”. Mi muovo a ritmo e man mano che proviamo la imparo a memoria. Una volta conclusa anche questa prova Antonio si rivolge a me:
-Molto bene Violetta. Per essere nuova impari in fretta le canzoni – non rispondo, ma mi limito a sorridere – Bene. Direi di passare direttamente alla tua esibizione con Leon – e sento un caldo talmente forte che mi ricorda un’insolazione.
Io e il mio amico saliamo sul palco.
- Mmmh – pensa Pablo con una matita in bocca mentre cominciamo a intonare la canzone – ci sono! – esclama e ci fermiamo. Si rivolge ai suoi colleghi – Visto che Leon suonerà un piano, potremo procurargli un pianoforte a coda e rappresentare una scena alla Synth Pop!
-Io pensavo una cosa più classica! Potremo vestire lei alla francese, metterle una falsa sigaretta in bocca e un boa di piume, mentre lui avrò semplicemente uno smoking e un trattamento a quei capelli ribelli – ipotizza Antonio.
Vedo Leon cercare di lisciarsi i capelli ma questi tornano ritti alla svelta.
-No, e se invece con un paio di effetti speciali facessero finta di essere in cima al mondo? Dopotutto è questo il tema – dice Beto.
-Io pensavo a farli ballare un lento – provo poca irritazione verso Angie. Che cosa le viene in mente?
-Una tarantella – imita i passi Gregorio.
Continuano a discutere e nel frattempo Beto ci da il segnale di cominciare mentre loro decidono.
Mi viene consegnato un microfono acceso. Sul palco viene trasportata una tastiera e Leon ci si siede dietro. Dopo un po’ sta già suonando le prime note. Lo guardo sorridermi e incoraggiarmi ad iniziare. Prendo un respiro respirando e porto il microfono alla bocca.
MAXI POV
Violetta e Leon stanno provando. Caspita, sono davvero bravi. Non ho visto neanche un oscuro alle prove. Strano visto che oggi Ludmilla e Diego erano presenti alle lezioni che frequentiamo insieme. Esco dalla sala prove affaticato per la prima esibizione, cioè la nostra e vado a rinfrescarmi con un bel gelato al chiosco di fronte l’accademia.
Ringrazio e faccio per tornare dai miei amici, ma un suono mi blocca. Sento una frase ripetuta sottoforma di litania. Annuso l’aria. Puzza di zolfo. Un oscuro sta compiendo un incantesimo! Seguo la pista senza staccare le narici dalla scia nera che visualizzo grazie alle mie visioni. E finalmente scopro chi sta provocando tutto questo tanfo. Una ragazza bruna e riccia col volto sudato, lo stile rock e le mani tese davanti non la smette di ripetere questa frase: -  Cloud imevät verta – ma tutto quello che le esce dalle mani sono minuscole scintille nerastre che si condensano nell’aria aumentando la puzza.
Dopo vari tentativi si rassegna sedendosi sull’erba e ... piangendo? Si, sta singhiozzando. E molto rumurosamente. L’ho subito riconosciuta come Nata. L’oscura più fannullona, come la definisce sempre Ludmilla quando ci ritroviamo in uno scontro. In effetti è un tantino rimbambita. Non le riescono bene molti incantesimi e finisce sempre per sforzarsi a tal punto da creare un disastro. Come questo. Il parco è talmente pieno di vapore nerastro che molti fiori appassiscono. Devo fare qualcosa prima che colpisca anche le persone e provochi loro un coma per intossicazione. Mi faccio avanti senza preoccuparmi che lei mi veda e uso il mio elemento, quello dell’aria, per creare una piccola tempesta di freddo che in breve trasforma il fumo in nuvole di vapore che soffiano lontano. Ora si respira meglio, anche se mi sono beccato qualche spirale in gola.
Tossisco allontanando i residui con la mano. Ecco adesso il parco è più libero. Ma c’è un’altra cosa di cui mi devo occupare. Infatti Nata mi sta fissando inquietantemente ma senza smettere di versare lacrime.
NATA POV
Ho passato ore e ore a provare l’incantesimo della nuvola succhianima, ma non mi è mai riuscito. Come non mi sono mai riusciti gli incanteismi più forti. Ora però mi ritrovo davanti questo ragazzo che in breve ha fatto scomparire il fumo tossico che hanno provocato i miei tentativi. È Maxi. Mio compagno di scuola. Un lucente. Un nemico. Se ci fosse Ludmilla lo attaccherebbe scagliandoli contro una lestrigone greca. Però io non ne sono capace. E poi non sento tutta questa voglia di fare qualcosa di malvagio in questo momento. Perciò resto a fissarlo asciugandomi le mani. Mi aspetto che si allontani, invece resta dov’è. Improvvisamente avanza di qualche passo: - Stai bene?- mi chiede. Chino la testa confusa. Mi ha chiesto come stavo. Nessuno me lo ha mai chiesto prima. Sarà perché sono cresciuta in mezzo a gente meschina e crudele. Cosa che a me non è mai riuscita. Annuisco mettendomi i palmi negli occhi ancora lacrimanti.  –Lo sai che quel fumo era pericoloso – dice ora con tono poco severo – avresti potuto finire male anche tu – questa frase la dice come se non gli piacesse il fatto che io potevo finire male. La seconda cosa più gentile che qualcuno mi abbia rivolto. È ora di rispondere: - Lo sapevo. Infatti ... stavo per andarmene.
-Si vede – continua lui – Intanto hai le lesioni provocate dalla sua tossicità sulle gambe – mi indica le ginocchia – da quanto tempo sei qui?
-Poche ore – rispondo massaggiandomi le cosce nere –mi stavo ... esercitando.
-Sì. Questo l’ho notato – incrocia le braccia – ma non sei molto esperta a quanto pare – ricomincio a singhiozzare – no ... cioè ... voglio dire che dovresti allenarti di più – siamo alla terza gentilezza. Si è corretto sapendo di avermi insultata.
-Allenarmi ... allenarmi ... non faccio altro – dico – ogni singolo giorno lo passo standomene in solitudine a provare gli incantesimi più potenti sperando di riuscirci. Ma solo ora ho messo in chiaro che sono una buona a nulla!
-No. Non sei una buona a nulla – quarta – anzi, sei la prima oscura che non mi parla in modo perfido o mi maledice – si china – sembri diversa dagli altri – so di essere arrossita. Ho sempre creduto che c’è qualcosa che non va in me. Sento di essere un’oscura, ma non riesco a essere come loro. Infatti nella maggior parte delle volte non approvo i loro piani. Mi limito soltanto ad eseguirli sapendo che è la cosa giusta da fare. Ma ora ... non ne sono più così sicura. E ora che questo ragazzo si sta rivolgendo a me come nessun’altro si era mai rivolto, provo qualcosa mai sentita prima. Sto per rispondere, stavolta con un mezzo sorriso sulla bocca ma ...
-OH! Eccoti finalmente! – la vocetta stridula e insopportabile di Ludmilla mi rompe come sempre i timpani. Sento le sue fredde e lunghe unghie cingermi il braccio e sollevarmi con la sua forza. Faccio fatica a reggermi sulle ginocchia ancora doloranti – Sono ore che ti cerco – sbraita la bionda - si può sapere dove ti eri cacciata?
-Io ... stavo ... – provo a dire, ma come sempre vengo interrotta.
-Va bene non m’interessa. Giocherai alla streghetta, ovvero quello che non sarai mai, più tardi. Ora Peter ci vuole riuniti al... – ma sembra accorgersi solo ora della presenza di Maxi – E tu ... cosa ci fai qui?
-Quello che noi lucenti facciamo ogni giorno – risponde lui rimettendosi in piedi – difendiamo il pianeta da voi! – indica i fiori che ho fatto appassire. Poverini!
-Nataaaa – piagnucola la mia compagna – ma potevi zittirlo infilandogli qualche Amanita verna in bocca. È uno delle poche cose che ti esce meglio – e mentre impreca queste cose crea intorno a noi due un cerchio dal quale esce un velo oscuro che ci ricopre. Prima di sparire ho il tempo di guardare Maxi negli occhi e sento un palpito nel petto.
VIOLETTA POV
Abbiamo appena finito la prova. Ci siamo guardati intensamente mentre cantavamo e alzavamo di più la voce senza staccarci gli sguardi di dosso. Pochi insegnanti però hanno assistito. Gli altri sono ancora nel bel mezzo di una discussione su come farci esibire e anche quando Antonio ci rassicura dicendoci che siamo stati bravissimi e che domani sapremo cos’hanno deciso mandandoci via, non la smettono. Alla fine è diventata una vera lite fra professori e mentre alcuni cercando di fermare Gregorio che cerca di saltare addosso a Pablo io e le mie amiche ce ne andiamo.
-Accidenti. Quando ci esibiremo in “Algo suena en mi” devo ripassare quella piroetta con Broadway – dice Camilla con la testa che gira per le mille prove – ma il fatto è che è così muscoloso che non controlla la sua forza e mi fa sembrare una trottola!
-Basta che gli imponi la stretta ardente e allenterà – dice Francesca.
Io non le sto a sentire. Anzi, sto aspettando che usciamo direttamente dallo studio, in modo da poter rivelare cosa mi succederà domani. Ma qualcosa mi precede. All’uscita incontro Leon in corsa. Si ferma pochi secondi e sorridendomi mi dice: - Allora ti vengo a prendere presto.
-S-s-sì … - sorrido rossa – ti chiamerò appena sono pronta.
-Bene. Allora ciao – e corre via.
Sento quattro paia di mani afferrarmi le braccia e le voci di Francesca e Camilla alitarmi sul collo: - Come ti viene a prendere? Dove ti porta? Esci con lui?
E in breve racconto ogni cosa.

 
  
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