Film > Altro - Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: GRACE_WHITE    01/07/2014    2 recensioni
[La guerra dei mondi]
Anno 2045.
I protagonisti di questa storia sono Jena e Theo, figli di Rachel Ferrier, la più giovane superstite alla guerra dei mondi avvenuta nel 2005. I due si accorgono cogliendo i segnali collegati all'infanzia della madre, che i Tripodi sono tornati. Dovranno combatterli con le poche persone che saranno in grado di aiutarli, e capiranno che la prima guerra dei mondi non era niente, niente in confronto a quella che sta per scoppiare.
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Theo
 
Sono dovuto uscire dalla stanza per permettere a Jena di togliersi i vestiti zuppi d’acqua e mettersene di puliti. Il problema è che sto morendo dalla paura qui, nel corridoio fuori dalla sua camera. Quanto ci metterà nostra madre a far atterrare l’elicottero degli Stati Uniti sul tetto della scuola?

Sento la voce di Jena chiamarmi, quasi un grido, mi copro con la mano gli occhi e entro velocemente in camera- Che c’è? Che è successo?- allungo il braccio verso il centro della stanza, ma inciampo su qualcosa, probabilmente uno zaino- Sei vestita, posso togliere la mano?- non aspetto una risposta e riesco di nuovo a vedere.

Jena è inginocchiata davanti alla finestra e fissa l’alto. Le vado accanto e appoggio le mani sopra le sue spalle, avvicino una tempia alla sua per vedere l’oggetto della sua attenzione: il mezzo di trasporto che mamma ha mandato è li. Prendo per mano Jena e l’aiuto ad alzarsi, afferra lo zainetto dove sono inciampato e se lo mette in spalla, corriamo verso la scala antincendio e apriamo la porta. Una volta sul tetto mi sporgo dalla grondaia, gli studenti non ci sono più, forse li hanno fatti evacuare e sono tornati nelle loro case, ma è soltanto un ipotesi. Il vento non c’è, la pioggia ha cessato di cadere, è un’orribile sensazione quella che sto provando. Jena sale sull’elicottero e mi sbrigo a montare su anche io. Quando si solleva non mi sento più sicuro, per chi soffre le vertigini di certo non è il mezzo più appropriato del mondo, ma cerco di ingoiare quella palla di cera incastrata nella gola che mi impedisce di respirare. Ci sono due piloti e un militare e davanti ai sedili dove siamo allacciati, è una donna muscolosa e alta, ha due spalle enormi ed ha una carnagione olivastra. Il berretto verde chiaro e scuro con la visiera giace composto sulla sua testa e ha i capelli neri scalati ma che non le vanno più giù del lobo dell’orecchio. In spalla, appoggiato sulla pancia, ha un mitra ma non so dire di che calibro è. Ci guarda con occhi vigili e severi, sembra una vera e propria Marines, la tipica soldatessa che ti prende in giro per il tuo fisico da mammoletta. La fa sembrare ancora più dura il tatuaggio che ha nel braccio destro: dei teschi insanguinati, attorcigliati da un filo spinato. Noto, però, sul polso, dove finisce il tatuaggio, una spina trasformata in rosa. Non avrà più di ventitré, ventiquattro anni; come si fa ad avere il coraggio di arruolarsi a quell’età?!

-Che hai da guardare?- mi chiede, grugnendo- Hai paura, eh?- fa uno scatto avanti con il piede e io sobbalzo. Lei ridacchia e guarda fuori dal portellone del velivolo, aggrappandosi ad una maniglia lo apre e si affaccia di sotto. Vengo quasi scaraventato via dal vento che picchia a forte velocità contro l’elicottero. Lo richiude e fa un ghigno nella mia direzione, apre la porta della cabina dei piloti ed entra, sbattendosela alle spalle.
Jena ha lo sguardo spento, fissa il vuoto e sembra quasi traumatizzata. Le sue mani sono intrecciate attorno le ginocchia. Vedo i muscoli della faccia tesi, ha la mascella serrata.
-Stai bene?- chiedo allacciandomi le scarpe slacciate che mi sono messo prima di uscire al segnale d’allarme. Non mi sono accorto che, oltre ai jeans che mi sono ricordato di indossare prima delle scarpe, addosso ho la maglia a maniche corte del pigiama, e con quella non credo di avere l’aspetto di un duro visto che c’è il disegno di un cagnolino che dorme su un amaca assieme ad un gattino.

Jena ormai è da un po’ che non parla e credo abbia deciso di prolungare il silenzio, come del resto per tutta la durata del viaggia. Sbatte le ciglia un paio di volte quando sente la voce della soldatessa- Stiamo per arrivare a Washington, atterreremo fra quattro minuti e mezzo.- addirittura il tempo preciso, mancano solo i millesimi ora.
Jena si slacciale cinture e si alza in piedi, appoggiandosi al telaio di ferro attaccato ai sedili. Arriviamo e mia sorella salta qualche centimetro prima che l’elicottero possa atterrare definitivamente, guarda stringendo lo zainetto la Casa Bianca che  troneggia davanti a noi. Nel petto della soldatessa c’è una targhetta con scritto il suo nome: Scarlett Kelly, non suona proprio come un nome da dura. Scendo insieme a lei e accompagna me e mia sorella fino all’entrata della dimora più importante del mondo.

Mamma è diventata vice presidente degli Stati Uniti lo scorso anno, io e Jena non abbiamo avuto mai l’occasione di entrarci visto che da quando lo è diventata siamo sempre stati alla New York University. Io la frequento da due anni, Jena ha iniziato questo settembre anche se ha ancora diciotto anni, ha fatto la primina perché secondo la mamma era molto intelligente.
-Dov’è nostra madre?- chiede Jena. Scarlett le rifila un’occhiataccia e solleva il labbro superiore.
-Vi ci sto portando.- si limita a dire. Appena vede un altro soldato si blocca e fissa il dito sopra la fronte e di scatto lo toglie e dice:- Colonnello.- e prosegue.  L’ho inquadrata. Non le importa di nessuno, vuole solo salvare se stessa, è egoista e superficiale. Ne conosco di tipi così.

Dentro, la Casa Bianca è pattugliata da altri come Scarlett, soldati con armi senza sicura, pronti a sparare al minimo sospetto. Non sono spara sedativi o teaser elettrici, di questo ne sono certo. Abbiamo avuto molte armi come quelle a casa, erano di papà, quando faceva spedizioni in Vietnam. Dall’ultima spedizione, quando io avevo solo sei anni e Jena tre, lui non è più tornato.
Svoltiamo dei corridoi e finalmente la soldatessa apre una porta e ci fa entrare. Lo Studio Ovale. E’ esattamente come me lo aspettavo, l’aquila americana dentro al suo cerchio dorato ed è ricamata nel tappeto bluastro in moquette. Ci sono delle poltrone e due divani. Il presidente Andrew Civilian è seduto dietro la sua scrivania e nostra madre è in piedi davanti a lui, tiene in mano uno di quei raccoglitori per appunti o per fogli. Appena ci vede si gira.

-Scusate l’interruzione presidente.- Scarlett fa un passo avanti e divarica appena le gambe, con le mani dietro la schiena una congiunta all’altra. Vedendo Andrew Civilian annuire si volta verso Rachel- Vice presidente Ferrier, come richiesto i vostri figli sono qui. Posso proseguire con gli ordini?-
-Riposo soldato Kelly,- dice nostra madre e Scarlett rilassa i muscoli del corpo- fra un secondo momento potrai procedere.-
La soldatessa annuisce- Presidente Civilian. Vice presidente Ferrier.- poi esce.

Jena corre verso nostra madre, cerco di fermarla, siamo davanti al presidente degli Stati Uniti e lei l’abbraccia? Tipico. Rachel sembra irrigidirsi ma risponde all’abbraccio, forse si sente costretta visto che è la figlia. Io mi avvicino a loro due ma non manifesto nessun gesto di affetto, mamma si avvicina e mi bacia sulla fronte, ha capito che ho compreso che questa è una situazione importante vedendo davanti a chi siamo, ma a Jena non importa più di tanto. Ormai mamma ha quasi cinquanta anni, ma ancora nei capelli qualche ciocca bionda e chiara. I suoi occhi non sono mai stati così celesti. Mia sorella è molto simile a lei.
-Andrew,  questi sono i miei due figli. Lui è Theo, il più grande e lei è Jena.- ci presenta Rachel. Chiama per nome il presidente? Vorrei farlo anche io.

Lui si alza con un sorriso che gli mette in risalto le rughe, ha i denti di un fumatore, grigi. I capelli sembrano tinti e perfezionati in un riporto verso destra, sono di color marrone. A me stringe la mano e anche a mia sorella. Ha qualche anno più di mamma- Piacere di conoscervi.- ci invita a sederci in un divano- Allora, Rachel mi ha detto che pensate che i Tripodi siano tornati, giusto?-
-Si.- risponde Jena, senza darmi il tempo di spiegare. Forse lei la sta facendo più grande di quella che è, evidentemente  l’infanzia di mamma l’ha traumatizza. So che è assurdo ma secondo me non sono tornati, però abbiamo fatto bene a venire qui.

-Bene, grazie per averci contattato.- il presidente arriccia le labbra e ci fa alzare, conducendoci con delicatezza fuori dallo Studio Ovale- Scarlett, porta i nostri giovani al QG e fai quello che ti è stato chiesto di fare.-
Non capisco. Che cose’è il QG? Cosa deve fare? Cosa centriamo noi?
Rachel non si muove- Fate quello che vi viene chiesto.- ci dice solo.

La porta si chiude alle nostre spalle e ci ritroviamo di fronte a Scarlett- Forza, seguitemi.- ci conduce ad una jeep con lo stemma dell’aquila americana sul cofano e ci fa salire.
-Cosa intendete farci?- chiede con un filo di isteria nella voce mia sorella.
-Un interrogatorio.- risponde secca la soldatessa- Vi faremo delle domande a cui dovrete rispondere separatamente, per verificare se quello che avete riferito a vostra madre è vero.-
-Che cosa?- ribatte Jena- Non ci credete?-
-Evidentmente il presidente Civilian e il vice Ferrier no, perché sono stati loro a darmi questo ordine.-



NOTA D'AUTRICE: Che ne pensate? Devo scusarmi ma d'ora in poi le note d'autrice non ci saranno, o ci le metterò ma più corte (tipo questa), sorry :'( 
Forse vi stresserò un pò, ma se volete andate anche a visitare gli altri miei racconti :)
QUESTO E' UN ANNUNCIO PER TUTTI I FAN DI PERCY JACKSON: siete contenti se vi dico che sto per sfornare un racconto ambientato nel suo "mondo"? Lo spero ^_^
GRACE_WHITE <3 <3 <3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: GRACE_WHITE