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Autore: tanky    01/07/2014    1 recensioni
"...si nascondeva e non importava se era lui a cominciare verso Harry o verso chiunque, ma in particolare verso Harry, perché non erano le sue parole a farlo crollare ma più di tutti i suoi silenzi, i suoi sguardi, i suoi passi, tutto di Potter era una minaccia per lui ancora prima che aprisse bocca, per cui anche quando era Draco a cominciare: lui in realtà si stava già difendendo."
La storia è ambientata al sesto anno e non tiene conto degli avvenimenti del settimo libro.
Cosa sarebbe successo se Harry e Draco si fossero alleati?
Se le barriere crollassero? Quanto puoi sentirti simile al tuo peggior nemico?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I see fire.


Now I see fire
Inside the mountains
I see fire
Burning the trees
And I see fire
Hollowing souls
And I see fire
Blood in the breeze
And I hope that you remember me

 

Primo capitolo: Barriere.

***
Lunedì ore 15 sala comune Grifondoro.

Era chiaro.
Trasparente.
Cristallino.
"Harry,  Malfoy non ti conosce, lascialo parlare, lascialo perdere"
"Malfoy è un cretino" lo disse con un tono così fermo, irremovibile, che si capiva non accettasse discussioni al riguardo.
Nella sala comune Grifondoro Harry Potter stava cercando di riprendere fiato e calmare i battiti agitati del suo cuore.
Hermione lo guardava preoccupata, sinceramente preoccupata.
Ed era chiaro.
Ma che cosa con precisione? Perché più Harry ci metteva dentro la testa,  gli si contorcevano i pensieri e più gli sembrava che quella situazione fosse tutto fuorché chiara.
A parte la questione che Malfoy era un cretino, quello era un dato di fatto.

***
Lunedì ore 13 corridoio settimo piano.

Era un giorno senza sole.
Harry era salito al settimo piano, gli piaceva stare lì, seduto lungo il corridoio in silenzio concedendosi un po' di solitudine.
Non rischiava di fare brutti incontri e magari con un po' di fortuna poteva lasciare libero il flusso dei pensieri.
Era passata poco più di un'ora dalla fuga di Harry e sentì dei passi in lontananza che richiamarono la sua attenzione.
Draco Malfoy camminava a passo svelto verso la sua direzione, era solo.
Quando gli fu abbastanza vicino da poterlo sentire, vide che rallentò, lo guardò e nella sua espressione Harry capì che voleva dirgli qualcosa ma Draco rimase in silenzio e le sue labbra si obbligarono a rimanere serrate mentre i suoi occhi lasciavano trapelare che qualcosa era rimasto in sospeso.
Draco riprese il contegno di sé, gli concedette un' ultimo sguardo disprezzante e fugace e ricominciò a camminare più svelto che mai.
Anzi, Malfoy stava correndo e tutto in quel lungo: dal corridoio vuoto, all'aria tesa,  alle parole di Draco appese a mezza bocca, mute. Tutto suggeriva ad Harry che era una discussione appena aperta, aperta dal silenzio del biondo che lasciava mille interrogativi ma allo stesso tempo negava il diritto di appellarsi.
Improvvisamente il ragazzo si sentì strano e a disagio: gli sembrò di avere addosso una maglietta troppo stretta e dei pantaloni troppo corti, le sue guance avvamparono e inizio a sentire caldo, una rabbia furiosa e improvvisa si impossessò di lui, una rabbia che non era odio ma più che altro frustrazione.
Harry odiava Malfoy.
Lo disprezzava.
Lo ossessionava.
Lo irritava in  un modo così violento da far rizzare i peli delle braccia.
Non lo sopportava davvero, perché appena sentiva il suo nome i nervi si tendevano, i muscoli si irrigidivano e una sensazione di vuoto e nausea faceva capolinea alla bocca del suo stomaco, come se un violento conato di vomito attendesse il suo permesso per risalire lungo la parete della sua pancia.
Diventava nervoso, impaziente, irritabile quando sentiva parlare di lui.
Niente scherzi e niente giochetti, le battute lanciate con asprezza e cattiveria erano pugni sugli stinchi, calci sopra la cintura.
Gli salirono alla mente le ore di lezione passate a guardare di striscio la sua strana pettinatura platinata e a stare sempre sull'attenti cercando di schivare i colpi di Malfoy, caricando le armi sperando di fargli altrettanto male, di sfiorarlo con il suo rancore, la speranza di fare un po' di feriti.
Non c'era niente di scherzoso, di divertente e infantile in tutto questo sputarsi addosso reciprocamente, era una questione molto seria, sopratutto in questo sesto anno dove Malfoy non gli dava tregua.
Questo episodio nella mente di Harry sembrava mancare un passaggio, perdersi in un tassello, la frase che Draco non aveva detto, che forse aveva urlato dentro di lui dava la sensazione a Harry di arrivare  di corsa in cima ad una scala e mancare l'ultimo gradino, come si perde un battito di cuore e improvvisamente senti il vuoto per un istante sotto il tuo peso.
Harry si sentì disorientato come difficilmente gli accadeva, lui amava tenere la situazione sotto controllo di solito. Cercò a fatica di ricacciare tutti i pensieri all'interno di un posticino minuscolo dentro la sua mente e si diresse a passo svelto verso la sala comune Grifondoro dove sapeva avrebbe trovato Hermione.
Decisamente qualcosa non tornava nel teatrino che Malfoy aveva deciso di recitare proprio davanti ai suoi occhi due minuti prima.

***

Erano passati un paio di giorni da quell'incontro strano e Harry non riusciva a non pensarci.
"Hei amico, davvero ci dai troppo peso, dai troppo peso a tutta questa storia di Malfoy se vuoi sapere la mia, come hai detto tu è solo un cretino, un vigliacco, un cretino" disse Ron.
Il suo migliore amico probabilmente non capiva, ed era giusto così. A volte Harry lo invidiava.
Ron Weasley era sempre stato quello che la gente chiama un ragazzo ordinario, simpatico e di piacevole aspetto, non estremamente bello, non estremamente divertente, non estremamente antipatico: non estremo. Come la sua vita che non era stata estrema e Potter non poteva dire lo stesso della propria.
Harry gli voleva bene proprio per questo, si riconosceva in lui, riconosceva la parte di se stesso, della sua infanzia tranquilla e serena che avrebbe voluto vivere sotto l'ombra rassicurante dei suoi genitori.
L'infanzia dei maglioni stretti di lana con colori ridicoli, delle cene di natale dove si è così tanti da non poter appoggiare i gomiti sul tavolo, l'infanzia dei fratelli e delle tazze di cioccolata calda a fare apposta a sporcarsi la faccia per fare a gara a chi era più disgustoso.
Tutto questo era mancato a Harry e lo vedeva in Ron.
Tutte queste sensazione gli scaldavano il cuore come dei ricordi che non aveva potuto vivere ed erano pieni d'affetto, provava affetto per il suo migliore amico e per la sua famiglia ma non riusciva mai a sentirsi pienamente parte di essa.
La mancanza dei suoi genitori veniva sempre prepotentemente a galla a ricordargli furiosamente tutto quello che a lui era mancato.
Per tutte queste ragioni e mille altre, le parole di Malfoy scivolavano su Ron ma mai su Harry e lui non riusciva mai a fare finta di niente.
Harry non era sicuro di sé come pensava la gente di lui.
E non ci voleva molto a capire che Draco era tutto fuorché sicuro di sé. Bastava sporgersi di pochi centimetri in quella che era stata la vita di Draco Lucius Malfoy per accorgersi che ogni attacco era una difesa, una maschera, un muro, un riparo alla sua roccaforte armata in cui lui dignitosamente si nascondeva e non importava se era lui a cominciare verso Harry o verso chiunque, ma in particolare verso Harry, perché non erano le sue parole a farlo crollare ma più di tutti i suoi silenzi, i suoi sguardi, i suoi passi, tutto di Potter era una minaccia per lui ancora prima che aprisse bocca, per cui anche quando era Draco a cominciare: lui in realtà si stava già difendendo.
"Io credo che voi due siate simili"
Potter si risentì alle parole di Hermione e l'amica abbasso subito il tiro.
"Non fraintendermi, io credo che tu sia migliore di lui come persona Harry, ma nonostante questo penso che Draco sia molte cose prima di essere una persona cattiva, penso che la sua supponenza sia solo la somma di tante piccole fragilità. Siete più simili di quanto credi Harry: in te queste fragilità fanno uscire uno scudo che rivela lealtà e coraggio il più delle volte, in Draco, il suo scudo rivela lo strato di sporcizia accumulato sotto la superficie, ma del resto le vostre storie sono diverse, tormentate da fantasmi diversi, e la vostra fragilità è altrettanto differente per cui è logico che siate all'apparenza così ineguali, ma guarda sotto la superficie Harry probabilmente i vostri incubi sono più simili di quanto immagini"
Come sempre Hermione era la prima della classe a spiegare il programma a tutti quelli che avessero perso qualche lezione.
Il cuore del Grifondoro cominciò a tamburellare più forte, così come la sua testa.
"Devo chiarire questa situazioni e forse mille altre rimaste in sospeso con quello là, se è vero quello che dici Hermione la nostra è una guerra persa in partenza, non ci faremo mai abbastanza male per arrenderci all'altro e non saremo mai abbastanza coraggiosi da abbassare la guardia. Poi sapete, francamente ne ho abbastanza di guerre da combattere, sopratutto se sono così stancanti e così inutili"
"Non fare niente di avventato, Harry"disse Hermione.
"Se hai bisogno di prenderlo a pugni amico, puoi contare su di me" concluse Ron.
E quelle parole suggerivano ad Harry che era proprio così, se avesse avuto bisogno loro due ci sarebbero stati anche solo per metterlo di fronte alla realtà: come faceva sempre Hermione e per coprirgli le spalle dopo averla smascherata: come faceva Ron.
Si sentiva parte dei tre moschettieri e questo pensiero per un istante lo fece vergognare ma anche sorride e il suo cuore si strinse di affetto e gratitudine mentre scendeva le scale che portavano ai sotterranei di corsa.
"Ho bisogno di vedere Malfoy" Harry stava urlando e bussava convulsamente alla porta della sala comune dei Serpeverde.
"Ho bisogno..." continuava ad urlare ma non riceveva in cambio nessuna risposta.
"Ma insomma, ho bisogno di vedere Draco, ce nessuno???" disse infine disperato e nella sua mente prese forma un pensiero: si accorse di quanto era strano sentire pronunciare il nome del suo 'nemico' giurato, era proprio strano il suo suono e un'improvvisa ondata di brividi si diffuse su tutta la schiena quando si rese conto che questo lo rendeva più vicino a Malfoy di qualunque cosa avesse mai fatto prima, era come se avesse fatto un buco nel muro che li divideva, un buco nei pregiudizi, e per quanto ridicolo poteva sembrare, Harry pensò che anche Malfoy in fondo aveva un nome e non ci aveva mai veramente pensato prima di allora, un nome che lo rendeva meno Malfoy, meno figlio di Lucius, meno appartenente alla famiglia alleata con l'oscuro signore, meno lontano e più simile a lui.
Harry si risvegliò improvvisamente dai suoi pensieri quando sentì da dietro la porta girare una chiave.
Il portone si aprì e dietro c'era Blaise Zabini.
Harry sapeva poco di lui tranne che era probabilmente il migliore amico di Malfoy, prendeva parte alle discussioni fra lui e Harry solo per ridere e sghignazzare, oppure teneva gli occhi bassi fissi su un  punto ed era quasi sempre lui a trascinare Draco quando la situazione scappava via dalle mani di entrambi.
"Cosa vuoi Potter?" esordì, senza un saluto. Harry pensò che era sempre meglio di una porta in faccia o di rimanere li appeso a quella maniglia tutta la notte.
"Devo vedere Malfoy."queste parole uscirono dalla sua bocca in un modo così urgente che si meravigliò anche lui.
"E se Draco non volesse vederti?" disse semplicemente Blaise e si vedeva lontano un miglio che stava tenendo gioco a qualcuno, probabilmente avrebbe semplicemente voluto chiudere lì la questione ma la sua fedeltà a Draco glielo impediva.
"Voglio solo parlare con lui, niente imbrogli, niente insulti questa volta, devo parlargli con franchezza" sentì che già mutavano i suoi sentimenti vedendo la situazione in questa prospettiva ma del resto non si cancellano così facilmente sei anni di offese e sentì la nausea impossessarsi del suo stomaco.
"Senti lo devo vedere, è difficile anche per me..."Harry si ostinava a continuare a formulare frasi quantomeno coerenti nonostante fosse preda a capogiri spaventosi.
Intravide dietro la porta, alle spalle di Blaise, una figura con un lungo mantello che sembrava stesse percorrendo la stanza a lunghi passi, avanti e in dietro.
Harry a quel punto perdette la ragione e l'impulsività che da sempre l'aveva contraddistinto si impossessò di lui, diede una spallata a Zabini quanto bastò per farlo indietreggiare e lasciare libero uno spiraglio da cui Harry potette intrufolarsi.
Trovò Malfoy allibito, non riusciva a chiudere la bocca dalla sorpresa della sua irruenza, forse pensava che almeno certi spazi e certi vincoli li avrebbe rispettati Potter in questa guerra fra di loro, ognuno al proprio campo di battaglia, ma Harry era una persona a cui piaceva ribaltare le carte in tavola e da sempre le regole gli stavano un po' strette.
"Potter, come osi..."Draco era tutto rosso in volto e un'espressione di offesa comparve sul suo viso stanco, magro e pallido.
Harry non aveva voglia di recitare il suo solito ruolo.
"Senti Malfoy mi sto rendendo già abbastanza ridicolo, ho bisogno di parlar con te, in privato." scandì l'ultima parola così che fosse chiaro al suo interlocutore che non era una domanda ma bensì un'affermazione, un'imposizione.
<< Basta trucchi Draco, basta leccaculo che ti coprono le spalle, questa stupida battaglia fra di noi deve finire e saremo solo io e te >> pensò il Grifondoro, deciso come lo era stato poche volte in vita sua.
Perché alla fine questa situazione, tutto questo gran casino, era importante per lui: riguardava come viveva ogni singolo fottuto minuto di ogni giornata e in un modo o nell'altro doveva finire, era stanco, non aveva nessuna pretesa di guadagnarci un amico ma nemmeno voleva che le loro tensioni creassero altre vittime.
Draco capì, chissà come ma mise un attimo da parte tutte le sue obbiezioni e guardando negli occhi Harry capì cosa voleva dire e alla fine anche lui era stremato da questa guerra molte volte fatta di soli sguardi sfuggenti e pieni di astio.
Fece un gesto del capo a Blaise che chiuse la porta della sala comune con un incantesimo impedendo a chiunque di poter entrare, uscì anche lui dopo essersi assicurato che nel dormitorio non ci fosse nessuno.
Draco insonorizzò la stanza.
Decise su due piedi di cambiare registro e stabilì che la sua difesa vincente non sarebbe stato lo sdegno ma chiamò in suo aiuto un'altra arma che conosceva bene: la sua bocca si muto in quello che doveva essere un ghigno divertito e il suo volto si riempì di sarcasmo.
Erano distante circa cinque passi l'uno dall'altro, rivolti di fronte, si guardavano con un'intensità tale che le loro pupille sembravano bruciare.
Tutto era immobile in quella stanza in attesa.
Gli occhi di Draco luccicarono appena per una frazione di secondo, un momento di cedimento e Harry capì che era ora di agire.
"Io credo che noi non ci siamo mai davvero concessi l'occasione di capire chi siamo...credimi è tremendamente difficili per me parlarti così, ma del resto uno dei due doveva prendere in mano questa situazione" Disse Harry cercando di abbozzare un sorriso che risultò tremendamente forzato.
Sentendo le ultime parole Draco abbassò subito lo sguardo, vigliacco.
Si sentiva tradito, più di tutti forse da se stesso.
"La fai facile Potter"
"Senti Malfoy è stata colpa di entrambi..."
Ci fu un lungo silenzio che Draco non ebbe il coraggio di interrompere.
 Harry si avvicinò al divano sistemato al centro della stanza e si sedette: appoggiò i gomiti sulle ginocchia, si prese il volto fra le mani e iniziò a piangere, silenziosamente, senza far rumore, strozzava i singhiozzi prima che potessero arrivare all'orecchio del ragazzo che gli stava di fronte. Aveva il respiro irregolare, quello si, e Draco potette distinguerlo chiaramente da qualsiasi altro rumore mai sentito prima: il suono delle lacrime di Harry, della sua debolezza che sembrava così tanto simile alla sua.
Non se lo aspettava.
Tutto ma non quello.
Le difese di Malfoy si allentarono quanto bastò per farlo vacillare.
Potter era lì e piangeva sul divano della sua sala comune.
Che diamine stava succedendo? Forse il suo cuore glielo suggerì appena.
Si sedette all'estremità del divano su cui Harry era seduto per concedere un attimo di tregua all'avversario, l'illusione di una piccola privacy e si mise a fissare un punto indefinito, oltre le fiamme del camino che zampillavano colorando la stanza di rosso.
<< Rosso il colore di Potter >> pensò Draco, e si disse quel cognome mille volte nella sua mente << Potter, Potter, Potter >> per non lasciare che la minima scia di una qualche compassione facesse breccia nel suo cuore e nella sua mente per lasciare spazio ad una parola: Harry.
Passarono dieci minuti buoni prima che il Grifondoro sentì Draco deglutire e iniziare a parlare.
Harry era sommerso dal suo stesso imbarazzo, si stava tremendamente vergognando di aver ceduto, di essere caduto nella sua debolezza che non trovò il coraggio di girarsi a guardarlo.
Draco alla fine parlò e le sue parole erano quasi un sussurro, le labbra erano due lame sottili che tagliavano l'aria fuori e dentro la sua bocca.
"L'altro giorno, quando sono venuto a cercarti al settimo piano dovevo dirti una cosa..."il suo tono si era ammorbidito ma era ancora molto secco e asciutto, risoluto, ma senza tracce di sfida.
Era bastato poco per sentirsi simili.
Uguali in due fragilità che erano due facce della stessa medaglia.
Harry rimase in silenzio come segno che Draco poteva continuare e lui non lo avrebbe interrotto inutilmente, per nessun motivo.
L'aria nella stanza sapeva di solennità, come se il tepore del camino si fosse accorto che tutto ciò che usciva dalla bocca di entrambi era estremamente importante.
Così Draco spiegò con calma che quel giorno era andato a cercarlo. Draco Malfoy era talmente disperato da chiedere l'aiuto di Harry Potter, ma che poi lì davanti a lui gli era mancato il coraggio, perché quando ha incrociato gli occhi di Harry tutto è tornato in superficie: la guerra, la sua famiglia, il ruolo e il compito che gli era stato assegnato, la paura di non essere all'altezza delle aspettative del padre e di non meritare l'amore di sua madre, ma anche la voce che gridava, urlava, si strozzava talmente sbatteva i pugni sulla parete della sua anima che gli diceva che era tutto sbagliato e che poteva scegliere. Era quest'ultimo tassello ad averlo spinto a correre per le scale che portano al settimo piano dove sapeva di trovare il ragazzo.
Draco era andato a cercare Harry, a cercare una scelta.
A scegliere Harry che gli era sembrato l'unico spiraglio a cui appigliarsi, l'unica via di fuga nonostante le mille contraddizioni che si imponevano spaventose fra di loro, ma Draco in fondo sapeva che di Potter si poteva fidare, che la sua immancabile lealtà gli avrebbe offerto un'occasione, una protezione.
Ma alla fine aveva ceduto al buio: vigliacco.
Malfoy non era una persona cattiva alla resa dei conti, ed Hermione aveva ragione, aveva sempre avuto ragione su tutto.
Harry stette ad ascoltarlo in silenzio.
Draco non smise di parlare, gli raccontò del patto infrangibile che legava sua madre e Piton, il compito che il Signore Oscuro gli aveva affidato: uccidere Silente, dei suoi tentativi falliti e spregiudicati spinti dalla disperazione di cercare di riuscire nell'impresa: la collana, l'idromele e di quando poi, quando si rese conto quanto tutte le sue azioni avessero portato a così tanto male, il tentativo, forse quello più disperato di tutti, di cercare Harry.
Il biondo era sconvolto glielo si leggeva in volto e Harry dopo molto silenzio, con gesti semplici e cauti, fece combaciare il palmo della sua mano a quella di Draco, nello stesso modo in cui avevano combaciato alla perfezione le loro fragilità, i loro incubi, ed Harry aveva capito, semplicemente aveva capito.
Draco non ritirò la mano ma guardò il ragazzo seduto di fianco a lui.
 Guardò Harry e forse per la prima volta lo vide davvero.
Fu chiaro che ogni tentativo di allontanare quel ragazzo da lui era stato un richiamo a sentirlo più vicino, cercava di prendere il pesce all'amo offrendogli il veleno.
Cercando di combattere contro tutto, contro se stesso.
Il cervello di Harry era completamente svuotato da ogni minimo pensiero, gli era sembrato tutto così assurdo, tutto, perfino il suo gesto di stringere la mano di Draco alla fine, per sentirlo un po' più vicino, per sentire la sua pelle e la sentì, sentì la pelle di Draco bruciare sotto la sua al contatto, andare letteralmente a fuoco come ogni certezza che aveva avuto fino a due ore prima.
Sentiva perfettamente combaciare il tassello mancante che da sempre lasciava un vuoto indicibile alla bocca del suo stomaco.
Come se la storia di Draco disegnasse delle linee parallele alla sue con il medesimo colore.
Due rotaie infinite che non si sarebbero mai incontrate e che ora si erano sovrapposte mandando i treni in collisione.
Niente di tutto questo aveva un gusto definitivo però.
Cerano cose da sistemare, distruggere e ricostruire e forse distruggere ancora, ma i loro palmi erano a contatto ora e già quello sembrava incredibile.
Forse avrebbero ricominciato da li, forse.
"Stupido Potter" disse Malfoy e il moro scoppiò in una bella risata.
Era bastato così poco, infrangere qualche barriera per ritrovarsi e non solo: ritrovarsi così simili.

Continua...

Note dell'autrice :) Allora, prima cosa mi scuso per eventuali errori di battitura ecc...l'ho ricontrollata ma vi confesso che ero molto impaziente di pubblicarla quindi probabilmente qualcosa mi sarà sfuggito di sicuro!
La storia è ambientata al sesto anno e quindi non tiene conto (ovviamente) dei fatti avvenuti nel settimo libro, ho voluto raccontare come sarebbe stato se Draco avesse cercato l'aiuto di Harry e ripartire da lì.
Questo primo capitolo è stato molto descrittivo, sopratutto dei pensieri e delle sensazioni dei due ragazzi, perché volevo rimanere il più possibile fedele alla psicologia dei mie due personaggi preferiti senza tradirli completamente è per questo che i due ragazzi non si scoprono subito innamorati ma il loro sarà un avvicinamento graduale: in questo primo episodio hanno già abbattuto qualche barriera, sopratutto in una situazione così delicata era inevitabile che i due si avvicinassero, insomma hanno un cuore anche loro anche se quello di Draco può sembrare un po' nascosto ;) Comunque nel prossimo ci saranno più dialoghi e più avvenimenti. Spero vi sia piaciuta!

 

   
 
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