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Autore: Boreale    01/07/2014    0 recensioni
L'ordine cronologico non il mio forte.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Per l’ennesima volta contava i presenti nella stiva dell’imbarcazione, come se il numero potesse cambiare. Erano in sette e quel numero, nella sua mente ossessionata da particolari espressioni ed equazioni che associavano i numeri a eventi particolari della sua vita, non prometteva nulla di buono.
Sin da subito, come era solito fare, aveva inquadrato i suoi attuali colleghi mercenari. L’ingaggio consisteva in una semplice scorta di un considerevole bottino di un ricco mercante. Le probabilità di un attacco da parte dei pirati, in quel tratto di mare, erano al di sopra del cinquanta per cento, perciò
 sperava di avere a che fare con abili guerrieri mercenari.
Una coppia proveniente dai regni di Camelot, un umano e un mezzogigante Vir’Kior, si erano messi ai lati della porta, presidiando in silenzio. Armati fino ai denti le loro armature mostravamo ammaccature con ripetute riparazioni, ma le loro armi erano in ottime condizioni. Questo genere di coppie non gli erano nuove, anzi nei regni di Camelot veniva favorito questo binomio razziale, merito soprattutto del re Riccardo Cuor di Leone, uno dei pochi sovrani ad aver favorito una convivenza multirazziale nel proprio regno.
Un mago guerriero, di cui non aveva capito le sue origini, ascoltava le chiacchiere del più giovane tra gli ingaggiati. Ciò che l’aveva colpito di più del suo equipaggiamento erano i suoi guanti di pelle di basilisco, atti a neutralizzare gli effetti magici a contatto con le creature viventi. Gli effetti interessati riguardavano la preveggenza e la morte. Aveva scartato immediatamente la seconda opzione. I cosiddetti Maghi della Morte nascevano a Capua, con una cadenza di ogni trent’anni circa. Per via di una maledizione, di origini a lui sconosciute, questi maghi maledetti dovevano astenersi dal contatto con altre forme di vita, pena la morte della creatura. Una mago nato col così detto mana a doppio strato della morte lo si identificava sin dalla nascita con la morte della sfortunata madre. Anche se gli veniva fornito un vestito fatto di pelle di basilisco che fungeva come seconda pelle, l’individuo tendeva, col crescere, a impazzire diventando un pericolo pubblico. Questo tizio sembrava piuttosto sano di mente, quindi i suoi guanti servivano ad evitare di avere ripetute visioni al contatto con altre persone.
Il giovane ragazzo che non la finiva di parlare aveva un accento inconfondibile della città portuale di Bari, detta anche la città del baratto. Importantissimo sito di scambi commerciali dell’Impero Romano nonché anche ottimo punto strategico militare. In questa città la moneta non è mai riuscita imporsi, commerciando ancora alla vecchia maniera. Il ragazzo diceva di conoscere il reggente della città, il paladino Don Nicola, famoso per le sue grandi imprese e per aver difeso la città dagli attacchi dei brutali orchi, innalzando le massicce mura di Altamura, costruite assieme agli inesperti cittadini locali. Se bastasse un solo uomo per evitare un guerra contro un impero troppo ambiguo per poter essere considerato affidabile e non pericoloso per la salvaguardia di altre razze e popoli, lui sarebbe quell'uomo.
Il suo compagno, un ragazzo di colore dall'aria decisamente più matura, ascoltava anch'egli divertito l'amico, intervenendo ogni tanto per correggerlo nei suoi racconti. L'ipotesi che quello potesse essere il figlio di Don Nicola gli sfiorò la mente, ma dubitò immediatamente: figuriamoci se l'Impero Romano permettesse ad un paladino di andarsene in giro a fare il mercenario.    
Ad ascoltare le storie del barese c'era anche il mercante. Non aveva mai lavorato per un commerciante che si mostrasse così tranquillo durante un viaggio dove i suoi averi erano a rischio. Sedeva tranquillo, rideva di gusto e ogni tanto applaudiva alle gesta del ragazzo. Era abituato a lavorare con mercanti che non facevano altro che ripetere di stare attenti e non abbassare mai la guardia, minacciando anche di non pagarlo, mentre stavano vicino alle loro merci come se non si fidassero neanche dei mercenari ingaggiati.
E infine c'era lui, Morenu, mago con un dono magico singolare, alla attuale ricerca del misterioso L'Apo Calisse, misterioso sciamano dalle origini etrusche, scampato al genocidio dei romani e in cerca di vendetta. Aveva ricevuto una lettera col suo sigillo, un vulcano, che diceva di seguire le indicazioni scritte sulla stessa se voleva unirsi al suo esercito. Le indicazioni l'avevano portato su quella nave, dove aveva approfittando di quest'offerta di lavoro ben pagata.
Erano a quasi metà del viaggio ed era tutto tranquillo. Dopo l'ultimo racconto del giovane Asoth, questo il nome del mercenario barese, che vedeva lui alle prese con un coniglio, ma non una persona fifona ma proprio l'animale, conclusasi con le risate di tutti i presenti nella stiva, cominciarono a darsi i turni di guardia per la notte.
I camelottiani, Rubilac e Xe, si offrirono per il primo turno. Uscirono fuori dalla stiva.
Tutti gli altri rimasero dentro. Asoth e il commerciante si addormentarono subito. Il mago veggente e il guerriero di colore si misero a parlare a bassa voce, invitando anche Morenu a unirsi a loro. Lui accettò.
-Mi fa piacere vedere che tra voi due va tutto bene, Boreale.
Boreale, questo nome fece capire a Morenu che doveva provenire anche lui da Bari.
-Ogni tanto mi fa innervosire con le sue uscite fuori di testa, ma passa tutto molto in fretta. 
Ora che Morenu gli era più vicino poteva udire meglio la sua voce e quindi il suo accento che non era quello di un barese, ma egiziano. Decise di lasciar perdere le origini per ritornare a ragionare alla sua maniera, coi numeri.
-In fondo non è proprio questa la vera amicizia? 
-Il perdonarsi tutto e il più velocemente possibile.
Il mago guerriero rise,-Allora ti ricordi questa mia frase.
-Diciamo che Asoth mi da modo di ripescarla spesso dai miei ricordi.
Risero entrambi. Per qualche strano motivo Morenu si sentiva come un osservatore storico.
-Invece tu, Lucifero, come va con la tua missione segreta?
Il mago guerriero sogghignò compiaciuto.
-La mia missione? Diciamo che è a un buon punto. Mancano pochi tasselli, ma quello più importante, di cui la sola ricerca non basta, ma del quale ha bisogno degli eventi giusti per poter essere raccolto e sistemato al centro del mosaico che il mio signore sta meticolosamente preparando, rende la mia missione ancora lungi dall'essere portata a termine.
Morenu sgranò gli occhi vedendo nel mago guerriero accendersi un bagliore sinistro che lui conosceva benissimo. Boreale invece rimase indifferente. 
- Ogni volta che ci incontriamo nomini il tuo signore. Sarei curioso di incontrarlo un giorno.
-Quando un giorno per seguirete lo stesso scopo sarà lui stesso a contattarvi.
-Parli al plurale- replicò quasi sospettoso Boreale.
-Si, ho parlato al plurale, in quanto mi sembra che nulla possa scalfire la vostra amicizia e dividervi.
Boreale rimase in silenzio, in sovrappensiero.
Morenu non aveva distolto lo sguardo da Lucifero per un solo attimo, analizzando ogni singola parola che usciva dalle sue labbra sottili e sogghignanti. Il suo istinto paranoico si attivò automaticamente, portando il mago dei numeri a fare ragionamenti rapidi, ma di cui dava alle sue ipotesi un'alta perccentuale di vericità di oltre il settantacinque per cento. 
Quando un giorno: non un se, ma un quando, perciò quei ragazzi avevano attrattò in qualche modo l'attenzione dell'ultimo degli etruschi. Era sicuro che anche i camelottiani avevano ricevuto la lettara. Ed era certo che il mago guerriero Lucifero fosse L'Apo Calisse in persona.    
I suoi pensieri vennero interrotti dal suono di una campanella e del marittimo che gridava "Nave pirata all'orizzonte!".

Fine prima parte.
  
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