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Autore: domiziana    23/08/2008    1 recensioni
Lì, che giaceva sulle strisce pedonali, si trovava il suo stesso corpo: inerme, privo di vita. L'angolo sinistro della sua bocca era rigato di rosso, così come la tempia e i capelli erano sporchi di sangue.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ti prego, Lore...! Svegliati! Svegliati...
Marissa, nel corpo del gemello, udiva la voce dell'amico del fratello, la sentiva lontana, ma pian piano riusciva a percepirla più forte e distinta, cogliendo l'agitazione di Tommaso. Molto lentamente aprì gli occhi e si trovò davanti il moro con un'espressione preoccupata, che immediatamente gli chiese:
- Grazie al cielo! Come stai?! - lo buttò fuori di getto, come se avesse paura che l'amico potesse svenire di nuovo.
- B-bene...- balbettò Marissa
- Senti, ce la fai ad alzarti? E' urgente, dobbiamo subito correre in centro! E' per Marissa... non ho capito bene, ma pare abbia avuto un incidente... ha chiamato Lena poco prima che tu svenissi.
Marissa scattò in piedi e cercò di non fare caso al giramento di testa che gli annebbiò un attimo la vista, si diresse nella sua vera camera e prese le chiavi della sua vespa.
- Non so se è il caso che guidi, sei appena svenuto e poi tu non sai guidare!
- Questo lo pensi tu! Dimmi dove sono!- urlò disperatamente all'amico, il quale si spaventò nel vedere Lorenzo così agitato.
- Lena ha detto parlato di una biblioteca... non è stata molto chiara però...
Marissa capì subito che si trattava della piazzetta vicino alla biblioteca dove si riunivano di solito; la raggiunsero in un attimo e vi trovarono una grande confusione di macchine, volanti dei carabinieri, ambulanze e passanti curiosi. Marissa si fece strada a spintoni in mezzo a questi, finché non si trovò davanti “all’oggetto” della curiosità di tutti e rimase pietrificata. Lì, che giaceva sulle strisce pedonali, si trovava il suo stesso corpo: inerme, privo di vita. L'angolo sinistro della sua bocca era rigato di rosso, così come la tempia e i capelli erano sporchi di sangue.
Marissa si buttò sul suo stesso corpo e scoppiò in lacrime. Stette un po' così, fino a quando qualcuno non gli mise una mano sulla spalla e gli disse:
- Scusami, ma dovremmo prendere la ragazza...
Marissa non ci vide più, spinse via la mano sulla sua spalla e si mise ad urlare:
- BRUTTO CRETINO! MA NON CE L'HAI UN PO' DI SENSIBILITA'?! CAZZO, SI TRATTA DI MIO FRAT...- si interruppe, non era vero che si trattava di suo fratello, si trattava di lei. Agli occhi di tutti era lei che era morta. Non appena realizzò questo, perse tutte le forze che aveva e si accasciò a terra. Non aveva più la forza di urlare o di piangere, semplicemente rimaneva lì, fissando il vuoto, immobile. Non faceva caso al movimento attorno a lei e neanche a Tommaso che senza dire nulla gli si era seduto accanto. A poco, a poco la gente si era diradata, le macchine e le ambulanze se ne erano andate ed era sceso il buio. Non c'era più nessuno, solo Tommaso era ancora accanto a lei; sentì il suo braccio cingergli le spalle:
- Lore, vieni. Ti riaccompagno a casa.- gli disse quasi sussurrando, poi lo trascinò sulla vespa e lo riportò a casa. Marissa si faceva condurre senza dire niente, senza controbattere.
- Stanotte sto qui io con te, almeno finché non arrivano i tuoi genitori, va bene?
Tommaso non ricevette risposta, ma non se l'aspettava nemmeno; si prese cura dell'amico, senza sapere che in realtà il suo amico era morto, e basta.
Verso mezzanotte tornarono i genitori dei gemelli, Tommaso andò da loro:
- Mi dispiace tantissimo... per Marissa... Lorenzo è di sopra che dorme, deve aver avuto uno shock tremendo.
- Grazie, Tommy... per tutto.
- Io tolgo il disturbo, arrivederci...
- Ciao Tommy...
Quando Tommaso uscì, i genitori andarono in camera del figlio e vedendo che dormiva non lo disturbarono.

In piena notte Marissa venne svegliata da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Si sentì chiamare col suo nome "Marissa", ma chi poteva essere dato che per tutti era Lorenzo?
Lentamente aprì gli occhi e nella penombra della stanza seduto sul suo letto vide la figura di un ragazzo un po’ spettinato; passò qualche istante in cui i suoi occhi si abituarono al buio e riuscì a riconoscere quei capelli biondi perennemente scapigliati, quegli occhi azzurri che brillavano anche al buio e quel sorriso.

- Lore, cosa ci fai qui? Sto sognando?
- No, sorellina, sono qui davvero...

  
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