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Autore: Frostsliver    01/07/2014    3 recensioni
“Lo, there do I see my father.
Lo, there do I see my mother,
and my sisters, and my brothers.
Lo, there do I see the line of my people,
Back to the beginning!
Lo, they do call to me.
They bid me take my place among them,
In the halls of Valhalla!
Where the brave may live forever!”
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Questa storia narra le vicende delle quattro figlie di Iwaldi,creature cresciute nel grembo di una terra fertile,nate per compiere grandi imprese.
Alla corte del re Odino vivono e prosperano queste fanciulle, protette unicamente dalla loro bramosia di vita.
Sigyn, Nanna, Lofn ed Idun, quattro sorelle legate dal sangue, dal dolore, da un segreto che minaccerà di distruggerle.
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Questa fanfiction è nata dall'unione del mondo di Thor e di Game Of Thrones, due racconti molto differenti che qui si fondono per dare vita ad un racconto di amore, guerra, sangue e fedeltà.
Enjoy!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Sigyn, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Now that I now what I’m without
You can’t just leave me
Breathe into me and make me real
Bring me to life






Nella fresca aria mattutina risuonava il sordo battere delle spade in legno.
Un martellare ritmico, furioso, crudele . Non c’era spazio per esitazione tra quegli assordanti palpiti che, simili alle contrazioni di un grande cuore, davano vita a una danza tanto violenta quanto imprevedibile.
I due giovani seguivano frementi I passi di quella danza, animati da un fuoco interiore che invece di consumarli sembrava donargli forza.
Il ragazzo dai capelli color rame si proiettò in avanti, tentando di sfondare la difesa avversaria con un colpo dall’alto. Sapeva come trarre vantaggio dalla minuta statura del nemico, ma fece l’errore di non considerarne l’agilità. 
La rivale scartò sulla sinistra, evitando il pesante ma maldestro attacco solo per porsi nuovamente in attesa. 
Un sorriso feroce deformò il simmetrico viso, donando ai delicate tratti un’aria quasi demoniaca.
Fjölnir le scoccò un’occhiataccia
”Lo trovi divertente?” disse, sputando a terra con fare innervosito. 
Sigyn rispose con un breve cenno del capo, come per indicargli di rimettersi in posizione e ritentare. 
Il seguente colpo venne assestato con tale vigore che nel pararlo una fitta attraversò il corpo vigile dlla fanciulla. Il ragazzo percepì l’esitazione nello sguardo della cugina e si mosse velocemente, vibrando l’elsa in direzione della morbida coscia. Sigyn evitò l’arma nemica passando sotto il braccio armato del rivale, rapida come un serpente, e con un unico movimento roteatorio colpì il retro delle ginocchia del povero fanciullo che si ritrovò inaspettatamente a terra.
Fjölnir emise un verso frustrato, sbrigandosi a rimettersi in piedi.
”Colpo leale, complimenti.” Disse poi mentre si massaggiava la gamba dolente.
Sigyn incrociò le braccia sul petto, schioccando sfastidiata con la lingua. 
“Da quando essere più veloce è considerate sleale? Avanti, ricomponiti che non ci fai una bella figura.” Rispose, per poi scorrere lo sguardo sul piccolo gruppo di spettatori che si era andato formando durante l’ultima ora di allenamento.
“Non per offendere il tuo ego femminile, ma anche tu non sei proprio un fiore al momento”
Sigyn sorrise all’azzeccato commento del cugino. Era vero, la fatica e la sporcizia avevano lasciato le loro impronte sul corpo di entrambi.
Sigyn si sentiva bruciare, il sudore l’avvolgeva come una seconda pelle viscosa e piena di fastidiosa sabbia. I capelli legati in una fluente coda erano ormai fradici.
Aveva le sembianze di una stracciona, ma il fuoco continuava a inondarle le vene.
“Ora tu ti difendi”
Affermò, raccogliendo la piccola spada da allenamento da terra. 
Andò all’attacco con la voracità di un animale, e l’aleatoria coreografia riprese il suo incalzante ritmo.

Il silenzio calò sulle lame quando un improvviso richiamo attirò l’attenzione dei due giovani.
Oltre la steccionata la folla di spettatori era cresciuta, e tra i diversi presenti capeggiava Freya, accompagnata dagli onorati ospiti di Castel del Nord. Sigyn si ritrovò costretta ad abbassare la mano armata ed inchinarsi. Accanto a lei Fjölnir fece lo stesso, proprio come il restante gruppo di spettatori.
“Sigyn, Fjölnir,avvicinatevi” ripetè Freya, infastidita dalla mancanza di reazione al primo ordine.
I giovani ubbidirono, e a passi incerti raggiunsero la piccola compagnia.
La bellezza di Frigga e la solidita di Odino attrassero ancora una volta l’ammirazione della fanciulla. Alle loro spalle,Thor combatteva valorosamente contro una sbornia che sembrava in procinto di ucciderlo, cosa che a giudicare dallo sgradevole ghigno sembrava divertire il cadetto più del dovuto.
Sigyn li salutò tutti, ricevendo in cambio sorrisi e brevi cenni di capo, per poi indirizzare uno sguardo indagatore alle guardie reali che, silenziose, seguivano la scena a distanza.
Theoric era tra loro, intrappolato nella sua maschera di rigorosa inflessibilità.
Iinflessibilità che tra coltri di militare tempra custodiva il ricordo di teneri, fugaci segreti.
Non la degnò nemmeno di uno sguardo, ma quei segreti lo legavano a lei come invisibili catene.
“Vostra madre ha un’alta considerazione delle vostre capacità militari cara Sigyn” la voce calda della regina richiamò l’attenzione della ragazza che, nel sentirsi nominare, riemerse dagli abissi della sua mente.
”Per essere cosi priva di disciplina ha una straordinaria padronanza di sé” concordò Freya, squadrando attentamente sia la figlia che il nipote ”Maestro Sigfried sta compiendo uno splendido lavoro con entrambi”
”E dov’è ora il vostro maestro? intervenne Odino dal suo posto accanto alla moglie “Mi piacerebbe vedere queste giovani promesse combattere contro un soldato esperto ”
”Al momento è occupato nei preparativi per la vostra partenza insieme  agli altri soldati che prestano servizio qui a Castel del Nord, Vostra Maestà”
“Proporrei un combattimento con una delle nostre guardie allora” appaggiato alla steccionata della piccolo arena, Loki volse lo sguardo smeraldino al padre. Per un istante parve infinitamente soddisfatto di se stesso.
Sigyn fu pervasa dal desiderio di prendere a legnate il pallido viso del principe fino a cancellare quella linea compiaciuta dalle sottili labbra.
Odino invece ,sorrise entusiasta “Ottimo suggerimento,  scommetto che competere con un guerriero navigato di cui non si conosce lo schema di combattimento potrebbe  fornire qualche prezioso insegnamento”
Freya non si lasciò impressionare “Se posso permettermi Vostra Maestà, dubito che vostri uomini gradiscano l’idea, il loro compito è difendere voi, non giocare con dei ragazzini” disse , imperturbata.
“Non vedo minacce in giro, e poi siamo circondati dalle mura di un castello e da molti valorosi uomini, credo che potremo rinunciare ad una spada per qualche minuto.” Rispose Odino tranquillamente “Qualche volontario?”
La contrarietà dei soldati era quasi tangibile, e per qualche istante non accadde nulla.
Poi un uomo lasciò la sua postazione a grandi falcate.
“Mi offro io, Vostra Maestà”
Sigyn inchiodò il soldato con lo sguardo.
Theoric si ergeva davanti a lei,  nel vedere la sorpresa negli occhi della ragazza una piccolo ghigno increspo’ la stoicità della sua espressione.
“Ottimo” disse Odino “Theoric e Sigyn, iniziate voi”
“Con sommo piacere” pensò la fanciulla, ancora incapace di comprendere cose stesse succedendo.
 
Raggiunto il centro dell’arena Sigyn lanciò uno ultima occhiata al gruppo di spettatori. A parte Odino e Loki sembravano tutti sorpresi quanto lei. Freya dava l’impressione di essere in procinto d’ingoiare un limone.
“Concentrati” la voce di Theoric tuonò bassa. Sigyn reagì intraprendendo la posizione di difesa.
“A voi l’onore” disse
Theoric ridacchiò, giocherellando con la spada di legno come per testarne il valore.
Attaccò improvvisamente, con velocità e potenza tali da stordire la ragazza facendola stramazzare a terra.
Sparse risate inondarono il campo, infiammando il sangue della ragazza.
La vergogna bruciò più della caduta
”Concentrati” ripetè impassibile l’uomo. Aspettò pazientemente che Sigyn si rialzasse, per poi passare nuovamente all’azione con un vigoroso colpo di taglio proveniente da sinistra. La ragazza  riuscì a parare, costringendosi poi a spostare il peso all’indietro per schivare la saetta che prontamente cercò di sfondarle una spalla.
Negli istanti a venire la ragazza si ritrovò a evitare con qualsiasi mezzo a sua disposizione I pesanti colpi dell’amante che dimostrò, rovescio dopo rovescio, di non avere alcuna intenzione di trattenersi.
Sigyn tentò un timido attacco che venne scanzato con la stessa facilità di chi scaccia una zanzara. Nel farlo si scoprì troppo e, senza capire come fosse successo, si sentì stretta al vigoroso corpo dell’avversario che, tenendola bloccata in una morsa soffocante alla vita, le poggiò l’elsa dell’arma alla gola. La sua di spada giaceva nella polvere a metri da lei.
”Morta” le sussurrò, il respiro caldo le divorò l’orecchio come fuoco.
In quell momento qualcosa scattò nell’anima della ragazza.
Con un rapido movimento scaraventò la testa all’indietro, colpendo in pieno il viso di Theoric che, per sorpresa o per desiderio, la lasciò andare.
Non poteva rimanere disarmata. Senza esitare si gettò a terra e girando su se stessa raggiunse l’arma dal colore fin troppo simile a quello della sabbia. Era a stento riuscita ad afferrare l’oggetto di legno quando l’avversario le diede nuovamente contro. Non attese che la ragazza si rialzasse questa volta ma, al contrario, sfruttò la situazione a suo vantagio. Dalla sua posizione  Sigyn schivò maldestramente per  poi sfuggire alla minaccia aggirandola. Con un calcio ben assestato alla schiena fece perdere l’equilibrio al rivale, approfittandone per sbatterlo a terra con il peso del proprio minuto corpo.
Si ritrovarono entrambi a terra. Lei, seduta con le gambe a cingere i fianchi dell’uomo che le riservò un grande, fiero sorriso.
“Morto” sospirò Sigyn puntandogli la spade alla gola senza riuscire a staccare gli occhi da quelli di lui. Le catene invisibili si strinsero ancora. Tra I due passò un fulmine di orgoglio, amore, desiderio e promesse.
Dopo un istante di intrinseca eternità la ragazza abbandonò la propria vittima che si alzò agilmente per poi aiutarla a fare lo stesso.
Dall’altra parte della steccionata, gli spettatori sembravano essersi svegliati da un sogno. 
Odino fu il primo a rompere il silenzio con una fragorosa risata
“Questa poi, uno dei miei migliori soldati sbattuto a terra da una fanciulla.”
Theoric sorrise, passandosi una mano tra i capelli.
”Temo di averla sottovalutata Vostra Maestà, la ragazza sa il fatto suo per essere cosi giovane. Errore mio”
Sigyn alzò impercittibilmente gli occhi al cielo. Stentava a credere a quelle parole, e a giudicare dalle espressioni nessun’altro gli credette più di lei.
La ragazza era abbastanza saggia da capire quante possibilità l’uomo le avesse consapevolmente lasciato per batterlo, ma quella mezza vittoria la rese comunque felice.
“Forse dovrei dare il tuo incarico a lei” riprese il re scherzoso, per poi passare a Fjölnir.
“Allora ragazzo” disse “adesso è il tuo turno”
 
 
 
 
Dal suo nascondiglio Sigyn vide la guardia reale varcare la soglia della stalla private, per poi dirigersi verso l’unico animale rimasto. L’enorme stallone Kattla, il favorito.
L’imponente bestia scalpitò impaziente alla vista del suo padrone. La sella in cuoio scuro si amalgamava alla perfezione al manto quasi nero dell’animale, la lunga criniera pendeva lungo il possente collo come una coltre oscura.
Una bestia magnifica, ed un guerriero instancabile.
Sigyn aspettò che l’uomo si allontanasse da lei per poi uscire silenziosamente allo scoperto.
Ovviamente ogni tentativo di sorprendere il soldato si rivelò inutile
“Sigyn, cosa ci fai qui?” disse nel voltarsi. La ragazza gli sorrise dolcemente
“Credi davvero che ti avrei lasciato andare cosi?” rispose, la bocca a qualche centimetro da quella dell’uomo che la osservò senza fare una mossa.
“É meglio se vai, non devono vederci insieme.”
”No, non me ne vado”
“Possibile che devi rendere sempre tutto cosi difficile?” la voce profonda dell’uomo  assunse un tono infastidito. La fanciulla non se ne curò.
“Mi hai lasciato vincere, vero?”chiese, avvicinando le mani ai fianchi dell’amato per poi stringerli teneramente. Theoric la scanzò con convinzione
“No, non qui.” Ordinò fermamente “e non ho neanche intenzione di discutere la tua cosidetta vittoria. Sii soddisfatta di te stessa, hai fatto un ottimo lavoro. Ora vai”
Un suono fece scattare Theoric, allontanandolo da lei.
“A quanto pare ho interrotto qualcosa qui”
Sigyn reagì  a contatto con quella voce.
“Vostra Maestà, in cosa posso esservi utile?” la precedette Theoric
Il principe scanzò le formalità con la mano. Si guardò intorno con estrema attenzione, per poi fissure gli occhi sullo stallone.
Gli occhi Verdi scintillarono compiaciuti.
“Avete un bellissimo animale Theoric, qual’è il suo nome?”
“Kattla, Vostra Maestà” rispose il soldato.
“Kattla, uno stallone quindi”
“Si, Vostra Maestà”
“Che strano, ero convinto aveste una preferenza per le giumente.” Disse il principe nel posare le affusolate dita sul corpo dell’animale “Dovete sapere, cara Sigyn, che le stalle della corte vantano alcune delle bestie più belle del reame, e molte di esse appartengono proprio a Theoric.”
Il silenzio calò sulla compagnia, ed un’istante dopo Loki inchiodò gli occhi nella fanciulla “Invidio molto la sua capacità di scegliere sempre e solo il meglio”
Sigyn non capì il senso di quel discorso, ma vide I lineamenti di Theoric incordarsi lievemente.
”Vi ringrazio Vostra Maestà” disse freddamente
”Non ringraziatemi” rispose il principe senza staccare gli indagatori occhi da Sigyn. La ragazza sentì il disagio montare  come un’onda, disagio che si calmò solo quando il cadetto distolse gli occhi da lei.
“Piuttosto sbrigatevi, non vorrete far attendere le vostre giumente ancora, no?”
E con quest’ultimo commento abbandonò la stalla, lasciandosi dietro solo la scia di quel misterioso odore.
I muscoli indispettiti di Theoric si rilassarono di colpo
“Cosa voleva dire Theoric?” chiese Sigyn, sospettosa
“Non ne ho idea. Adesso vattene, non voglio che qualcun altro ci veda.” Ripose con tono lapidario “Questa cosa ci creerà problemi, non peggiorare la situazione.”
“Ma…”
“Vattene”
Fu come ricevere una frustata.
Senza una parola la ragazza se ne andò, trascinandosi dietro un cuore pesante come pietra.
 
 
 
 
Quella mattina la famiglia reale lasciò Castel del Nord, lasciando dietro se solo nubi  di dubbi e paure.
 
 
 
 
 
ANGOLO DELLO SCRITTORE:

E dopo amen ecco il nuovo capitolo. Sono consapevole di aver promesso un twist of plot, ma ho deciso di aggiungere un avvenimento in più cosi da non rendere lo stacco troppo pesante.
Devo ammettere che scrivere questo capitol è stato un vero e proprio parto, quindi qualsiasi appunto o critica è ben accetta. Vorrei anche precisare che, trovandomi in Svezia, sono costretta ad utilizzare il computer dei miei nonni a cui non posso ASSOLUTAMENTE cambiare alcun tipo di impostazione. Risultato: Microsoft word impostato su svedese che mi cambia le parole a cazzen. Credo di aver sistemato la maggior parte di queste dannate correzioni automatiche, ma sicuramente me ne saranno sfuggite a vagonate. Chiedo venia.
Grazie per aver letto
Frostsliver
 
   
 
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