Green ice
I
Mi
è
sempre piaciuta l'aria fresca del mattino, soprattutto quando il fumo
di una sigaretta mi entra nella gola e il panorama del piccolo
terrazzo di casa mi rilassa gli occhi. Proprio come quel giorno, a
metà maggio.
Mi
svegliai presto. Solo, come d'abitudine. La prima cosa che pensai,
ancora avvolto nelle coperte, fu il concerto che avrei dato quella
stessa sera ad Helsinki, la mia città natale.
Un
concerto importante, la prima tappa del nuovo tour con la band.
Avremmo suonato e cantato per la prima volta i nostri nuovi pezzi ed
ero elettrizzato all'idea.
Non
volevo che l'ansia cominciasse a divorarmi dai primi minuti della
giornata, così mi alzai, afferrai il pacchetto di sigarette
che
stava sul comodino ed uscii in terrazza.
Fui
investito subito dal profumo primaverile che emanava la
città, da
quell'altezza. Mi stropicciai gli occhi, non ancora abituati alla
luce del giorno, poi accesi una sigaretta. Cominciai a sentirmi
meglio quando me la portai alla bocca e un senso di piacere mi
pervase tutto il corpo.
Mi
affacciai al massiccio parapetto in pietra e osservai con
tranquillità la città sotto di me, poi il cielo.
Limpido, senza
nuvole.
Non
avevo tutto il tempo, però, per godere di quei attimi di
beata
solitudine, poiché Madalina sarebbe arrivata a momenti. Me
ne
accorsi quando mi voltai verso la portafinestra aperta e diedi
un'occhiata all'orologio da parete che stava appeso in camera. Ancora
un quarto d'ora e non sarei più stato solo.
Scrivevo
canzoni con Madalina, a volte. Quella mattina l'avevo invitata per
concludere un nuovo pezzo, magari da imparare per poi suonarla in
anteprima in una prossima data live, chissà in quale
città
straniera. I fans avrebbero gradito la sorpresa, ne ero certo.
Finita
la prima sigaretta della giornata, tornai dentro e mi preparai per
l'incontro con la mia scrittrice, nonché mia cara amica.
Adoravo
scrivere con lei, c'era sintonia tra noi. Nonostante la nostra
differenza d'età, ci intendevamo sempre perfettamente,
proprio come
se i miei trentaquattro anni e i suoi venticinque fossero la stessa
quantità di tempo vissuto.
Mi
liberai del pigiama e mi infilai sotto la doccia. Mi lavai in pochi
minuti, mi vestii e mi asciugai i capelli. Due spruzzate di profumo
mi coprirono lievemente la pelle, dandomi una piacevole sensazione di
freschezza sul collo.
Preparai
il salotto per l'incontro: posi dei quaderni, fogli volanti e delle
penne sul tavolino, posto di fronte al divano in pelle nera, poi
presi dal frigo una bottiglia di succo d'ananas e due bicchieri di
plastica dal ripiano della cucina e misi il tutto accanto alle carte.
Proprio
quando diedi degli ultimi ritocchi al nostro occorrente, sentii
suonare il campanello.
Avvertii
un colpo al petto nello stesso instante in cui sentii quel suono e mi
precipitai ad aprire.
-Buon
giorno, Mad- salutai la mia piccola amica dopo aver controllato nello
spioncino della porta che fosse lei e averle aperto.
-Buon
dì, vecchio musico- mi schernì Madalina con il
suo buonumore di
sempre. Teneva una busta marrone in mano.
-Cos'è
quello?- le chiesi indicando il curioso bottino macchiato d'unto.
-Sono
brioche alla crema, sono per noi- mi annunciò contenta Mad e
sollevò
il sacchetto, poi lo diede in mano a me. Lo aprii e vi introdussi il
naso per sentire il profumo della nostra colazione.
Madalina
entrò in cucina quando chiusi la porta. I suoi occhi azzurri
continuavano ad esplorare la casa come se ci fosse entrata per la
prima volta. Non capivo perché lo facesse sempre.
-C'è
del succo d'ananas in salone- dissi mentre accompagnavo Madalina al
divano. Lei si sedette accanto a me poco dopo che presi posto
anch'io.
-Uh,
adoro l'ananas- confessò lei sorridendo. -E con queste
brioche
dev'essere una bomba.
-Bé,
sicuramente- concordai. -Ne vuoi un po'?- le offrii subito il
bicchiere. Lei annuì e le versai il succo facendo attenzione
a non
rovesciarlo fuori dai bordi.
Tirai
fuori dal sacchetto una brioche e l'addentai su un lato. La crema era
così tanta che mi sporcai i pantaloni con una grossa goccia
gialla.
-Oh,
merda- imprecai, ma subito dopo mi misi a ridere per l'imbarazzo e mi
pulii la bocca con un tovagliolino che presi dalla busta marrone.
-Che
pasticcione che sei!- mi prese in giro Madalina, contagiata dalle mie
risate.
-Non
credevo che ci fosse così tanta crema- mi giustificai mentre
provai
a togliere la macchia dai pantaloni, ma l'alone aveva bisogno di
detersivo per dissolversi.
-La
prossima volta morderai la brioche con meno voracità.
-E' da
ieri pomeriggio che non mangio, ho saltato la cena- confessai
ritornando a mangiare la mia colazione.
-Come
mai?- chiese Madalina masticando la pasta morbida e zuccherosa.
-Ho
preferito suonare un po'- risposi indicando la mia chitarra acustica,
sorretta dal piedistallo nero, accanto alla TV.
-Hai
ripassato qualche canzone per stasera?
-Sì,
provare non fa mai male- dissi annuendo. Madalina mi sorrise
teneramente mentre continuava a mangiare la brioche facendo
attenzione a non sporcarsi. Era adorabile quando si leccava le labbra
per pulirle dalla crema che fuoriusciva dal dolce ad ogni suo morso.
Finita
la colazione, Mad tirò fuori dalla sua borsa dei fogli a
righe,
alcuni bianchi e alcuni scritti. Erano un po' spiegazzati, ma tenere
le cose in ordine non è mai stata una qualità di
Madalina.
-Ho
scritto qualche poesia questa settimana, mi sentivo ispirata.
-Lo
vedo, ma quanti fogli sono?- chiesi sbalordito nel vedere Mad cercare
qualcosa in quell'ammasso di carta.
-Non
prendermi per pazza, alcune le ho scritte tempo fa! Oh, guarda, qui
c'è In joy and sorrow- estrasse dal
mucchio un foglio, sul
quale era scritta una delle canzoni con cui io e la band facemmo
più
successo. Personalmente l'amavo, ma il merito della sua bellezza era
soprattutto di Madalina.
-Adoro
cantarla- ammisi prendendo il testo della canzone in mano e lo
guardai.
-E
questa è Circle of fear- mi
mostrò lei un altro foglio,
facendomi alzare lo sguardo.
-Dove
l'hai messa When love starts to die? Siamo qui per
completarla, no?- le ricordai, giusto per non perdere altro tempo.
-Oh,
sì, adesso la cerco- Mad ricominciò a smistare
l'insieme di fogli.
Posai
il testo di In joy and sorrow sul
divano, accanto a me, poi riempii il mio bicchiere di succo e bevvi.
Il sapore ricco e dolce dell'ananas mi ha sempre deliziato il palato
e quella bevanda l'ho sempre bevuta a fiumi. Non è mai
mancato nel
mio frigorifero.
-Eccola!-
esultò felice Madalina. -Allora, dove eravamo rimasti? Il
ritornello
l'abbiamo sistemato, tant'è che abbiamo pure determinato il
titolo
di tutta la canzone, ma dobbiamo sistemare la seconda strofa, ho
ragione?- fece, infine, un riepilogo del nostro lavoro svolto la
volta precedente. Mad aveva davvero una bella memoria.
-Assolutamente
sì- concordai e le sorrisi. -Fa' vedere- allungai una mano
verso di
lei e Madalina mi passò il foglio. Appoggiai la testa su una
mano
mentre cominciai a leggere la strofa che doveva essere modificata.
My
foot fail me?
In
heart and stone
Still
waiting for your cold
Ooh
Love
is a cirlce?
Like
angel wings spread
Riflettei
qualche secondo per capire cosa ci fosse di sbagliato in quel pezzo.
Non suonava tanto bene, ma il problema era trovare cosa spaccasse
l'equilibrio tra quella parole.
-Sai,
a casa l'ho riletto qualche volta- disse Madalina. -Forse dovremmo
eliminare qualche verso, anziché modificare solo due parole-
propose
grattandosi il mento con un dito.
La
guardai come se il suo corpo stesse brillando di luce propria. Come
sempre, aveva ragione.
-Certo!-
esclamai. -E' l'insieme dei versi che non funziona- osservai
più
attentamente, poi provai a canticchiare il testo e me ne resi conto
ancora di più.
-Prendi
la chitarra, proviamo a mettere questa strofa in musica- mi
suggerì
Mad. Mi fiondai sullo strumento musicale e mi risedetti sul divano.
Posizionai la chitarra sopra di me, cominciai a strimpellare qualche
nota e cantai.
Madalina
mi guardava con interesse. Sapevo che la mia voce le piaceva e
ciò
mi faceva sentire bene. Adoravo cantare per lei.
-Secondo
me dovresti fermarti a “Still waiting for your cold”,
poi
riproponi il ritornello- mi consigliò la mora gesticolando
con le
dita
-E
gli altri versi? Un po' mi dispiace eliminarli, in sé sono
belli.
-Uhm,
potremmo spostarli dopo il secondo ritornello, che ne dici?
-Proviamo.
La
mano pizzicava ancora le corde della chitarra mentre cominciai a
cantare la canzone tutta d'accapo, provando per la prima volta il
testo modificato. Tenni gli occhi concentrati su dove mettevo le
dita, ma di tanto in tanto lanciai qualche sguardo a Madalina, la
quale mi stava guardando con la stessa espressione di poco prima, di
sempre. Le sue guance erano lievemente imporporate, così
dolci.
Provai
una soddisfazione immensa quando cantai il pezzo nuovo della canzone
nel sentire quanto suonasse bene. Mad, ancora una volta, aveva fatto
centro. Anche lei sorrise non appena notò la differenza
rispetto
alla prima volta che cantai When love starts to die,
quella
mattina.
-Ce
l'abbiamo fatta!- esultò lei mostrandomi il palmo della
mano,
invitandomi a battere la mia sulla sua.
-E
ci è bastato così poco- constatai nel momento in
cui le nostre mani
si scontrarono in una mossa complice. Una bomba mi scoppiò
in petto,
ma volli ignorarla.
-Già,
perfetto.
-Il
merito è tuo, hai una mente straordinaria- mi complimentai
con lei
per le sue idee, mai sbagliate.
-Non
esagerare, sei tu la star, qui- precisò Madalina, ma non ero
d'accordo con lei.
-Io
ho la voce, ma il cervello è tuo.
-No,
è nostro- mi corresse. -Noi collaboriamo, non lavoriamo
ognuno per
conto proprio.
Annuii,
anche se non avevo ancora abbandonato l'idea che fosse tutto merito
del suo ingegno.
Mad
guardò lo schermo del suo cellulare per controllare
l'orario. Sperai
che non avesse fretta di andarsene.
-Ti
va se proviamo pezzi che abbiamo già scritto? Magari quelli
che io e
i ragazzi faremo questa sera- proposi sperando che Madalina potesse
accettare. Mi sarebbe piaciuto averla lì con me per altro
tempo,
prima di raggiungere Migé, Linde, Gas e Burton alle prove.
-Non
le suonerai oggi, con loro, dopo pranzo?
-Certo,
ma mi piacerebbe anche cantare qualcosa con te, se non ti dispiace...
Madalina
si irrigidì sul posto, come se non avesse voluto sentirsi
chiedere
di rimanere a casa mia.
-Ehm,
certo, ma solo un paio di canzoni, che dopo ho da fare- si
giustificò
con voce incerta.
-Che
cosa?
-Varie
faccende... e poi devo uscire con un'amica- mi rispose. -Bé,
dai,
cantami Into the night! La suonerete, no?
-Certo,
è la terza in scaletta.
Ricominciai
a suonare la chitarra e a cantare. Provai a concentrarmi pensando che
dovevo sapere la canzone alla perfezione, se non volevo fare
figuracce al concerto. I fans si sarebbe sciolti dalla tenerezza nel
vedermi sbagliare, soprattutto le donne, ma per orgoglio personale
non mi andava di commettere errori.
Mentre
la musica mi entrava nelle orecchie insieme alla mia voce, una
preoccupazione mi assalì il cuore: non era la prima volta
che
Madalina desiderava andarsene presto da casa mia, dopo aver lavorato
un po' sulle canzoni. Pensai che dovesse avere qualche problema con
me, ma non ci sperai.
Poi,
però, quando la vedevo osservarmi suonare, era
così serena e dolce
in viso. Se le piaceva così tanto sentirmi cantare,
perché non
vedeva mai l'ora di andare via?
Forse
erano tutte mie strane ed infondate sensazioni, ma non riuscivo ad
ignorarle. Mi pesavano sul cuore, come potevo toglierle da
lì e
dissolverle nell'aria?
-Sempre
bravissimo- mi fece i complimenti Mad, applaudendomi.
-Grazie-
risposi semplicemente. -Ti prego, vieni stasera- la invitai al
concerto piegando la testa da un lato e facendo la faccia
più tenera
che potessi fare. Non è mai stato il mio forte fare smorfie
dolci,
ma ci provai.
Madalina
scoppiò a ridere. La mia espressione era più
buffa di quanto
pensavo.
-L'ultima
volta che sono venuta, sono tornata a casa tardissimo- mi
ricordò
lei, ma io insistetti.
-Ti
accompagnerò io a casa, dai! E poi, dovresti considerarti
molto
fortunata: sai quante fans vorrebbero avere un pass per vedermi nel
backstage, dopo il concerto? Tu ce l'hai e non vuoi venire, ti rendi
conto?
Mad
rise di nuovo e scosse la testa portandosi una mano in fronte.
Sembrava non poterne già più della mia insistenza.
-Okay,
va bene, ci sarò- confermò lei mostrandomi i
palmi delle mani, in
segno di resa.
Suonai
un altro paio di canzoni prima che Madalina se ne andasse: The
funeral of hearts e The sacrament, le sue
preferite.
L'accompagnai
alla porta a malincuore, ma non feci trasparire nessuna delusione dal
mio viso. Probabilmente, se l'avessi fatto, Mad si sarebbe sentita a
disagio.
-Allora
a stasera- disse lei dopo aver varcato la porta d'ingresso e si
voltò
verso di me. Mi appoggiai allo stipite con una spalla ed incrociai le
braccia al petto.
-Mi
ha fatto piacere suonare per te, oggi- le dissi sorridendole e lei
arrossì. Portò lo sguardo al suolo e si
schiarì la voce.
-A
me ha fatto piacere ascoltarti, sono contenta di aver risolto il
problema con When love starts to die. Sai, spero
che
l'aggiungerai ad un prossimo album.
-Mi
piacerebbe inserirla in Tears on tape, ma ormai
è già
uscito.
-Non
fa niente- Madalina scrollò le spalle e
indietreggiò di qualche
passo. -Adesso vado, a più tardi!
-Ci
si vede al concerto, Mad. Ciao- la salutai quando mi diede
già le
spalle e la vidi allontanarsi, dritta verso le scale.
Chiusi
la porta e gettai un sospiro. Mi ritrovai ancora solo, in casa mia.
Le pareti bianche, la cucina in disordine e il silenzio che si
estendeva per tutta l'area. Essere uomini solitari, a volte, non
è
il massimo. A volte si sta bene, a volte si soffre... e in quel
momento mi sentii vuoto.
Vuoto
perché Madalina se n'era andata.
Andai
in salotto per rimettere la chitarra a posto e riordinare il
tavolino. Guardai i miei quaderni, rimasti intatti. Peccato che quel
giorno non scrissi nulla di nuovo, ma dovetti rassegnarmi all'idea.
Mi
chinai per prendere la bottiglia di succo d'ananas, ma la mia
attenzione cadde su un paio di fogli che Mad, probabilmente, fece
cadere distrattamente sul divano quando sistemò le sue
carte, prima
di andare. Li raccolsi e li osservai con interesse. Il primo era il
testo di Love, the hardest way. Oh, quante canzoni
ho scritto
insieme a quella ragazza.
Portai
quel foglio dietro al secondo, ma quello che mi si presentò
sotto
gli occhi era un testo a me sconosciuto. Una poesia, forse.
S'intitolava Green ice. Mi sedetti sul divano
mentre cominciai
a leggere quelle parole mai cantate prima.
When
I look at you
There's
no land under my feet
No
oxygen in my lungs
Nothing's
better than your eyes
'Cause
they're made of green ice
So
cold, so hot
'Cause
they're made of green ice
And I love it
And
I suffer in my silent secret
When
I look at you
I
imagine my arms around you e and yours around me
I
wanna feel your warmth on my body
Touch
my heart
Touch
my soul
And
touch my ears with your velvety voice
[Chorus
x2]
Rimasi
immobile e senza respiro. Non era una poesia qualsiasi. Era una
canzone scritta per me. Non potevo avere dubbi, perché
quelle parole
parlavano di me e di quei momenti in cui io e Madalina lavoravamo sui
testi per i miei album.
Allora
Mad provava qualcosa per me? Così tanto da ispirarsi per una
canzone?
Immaginai
Madalina cantarla e suonarla pensando a me, mentre mi portai quei due
fogli al petto. Un'emozione mi fece vibrare lo stomaco e si accese in
me una nuova speranza.
Mi
sentivo tanto come quando avevo quindici anni e morivo dietro alle
ragazzine carine.
No,
Mad non era una ragazzina carina. Lei era una donna bellissima.
Quella
sera l'avrei rivista al concerto. Non vedevo l'ora di trovarla in
prima fila a sentirmi cantare e di poterle parlare. Le avrei
restituito Green ice. A quel punto non avrebbe
potuto trovare
una scusa per scappare da me.
O
forse sì, ma io non glielo avrei permesso.
––––•(-•♥•-)•––––
E DARKEH COMINCIA DA QUI.
ciao
a tutte, mie care himsters!
questa è la prima volta che scrivo qualcosa per il fandom
degli HIM e sono felice di proporvi questa breve storia.
dura per soli due capitoli, ma spero di riuscire a realizzare una long
in futuro.
per Green ice
mi sono ispirata sia a dati veri su Ville che alla mia
fantasia.
qui Ville non abita in una torre, l'età dei personaggi
è stata decisa per mia comodità, non so se Ville
vada matto per il succo d'ananas e il testo della canzone Green ice l'ho
inventato io.
lo so, è pietoso, ma non sono riuscita a fare di meglio,
chiedo perdono.
come vi è sembrata questa prima parte? secondo voi cosa
succederà nella seconda?
lo scoprirete tra qualche giorno con il nuovo ed ultimo capitolo! ;)
Kisses and heartgrams,
Darkeh