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Autore: TeamInspired    01/07/2014    3 recensioni
"Shawn...cosa abbiamo fatto? -disse lei mantenendo lo sguardo fisso verso la luna- tu sei mio fratello..."
a quelle parole, lui scosse la testa e realizzò il tutto.
"ma..."
"ma niente, Shawn! non avremmo dovuto farlo!"
"non lo diremo a nessuno! e poi..."
"e poi cosa?!"
"a me è piaciuto.."
"anche a me... -rispose lei, voltandosi verso di lui, il quale le si avvicinò un pochino- ma non è giusto...che diranno i tuoi? e tua sorella?"
"non lo sapranno!"
"io...scusa... -disse alzandosi, ma Shawn la seguì subito e la fermò prendendola per il braccio e tirandola a se- mi fai male"
ma al ragazzo importava poco, la avvicinò del tutto a se e la baciò di nuovo. anche questa volta, nessuno dei due si tirò indietro perché ad entrambi piaceva.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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 "Hayley Anderson" gridò la guardia dalla porta dell'edificio, mentre con lo sguardo scrutava il viso di ogni persona presente nel cortile, in cerca della ragazza bionda che rispondesse a quel nome.
 "HAYLEY!" ripeté con voce ancora più forte. finalmente una ragazza si voltò nella sua direzione.
 "eccomi" disse lei scocciata.
 "è arrivata" annunciò la guardia. immediatamente, un velo di ansia e terrore coprirono il suo corpo come un lenzuolo: gli occhi si aprirono sempre di più, le pupille si allargarono, i muscoli si irrigidirono e dalla bocca uscirono sospiri profondi. quella ragazza puzzava di paura. e se non fosse piaciuta? no, non doveva succedere. lei doveva uscire da lì, a tutti i costi.
 la guardia si mosse e fece cenno alla bionda di seguirla. e così fece. dopo pochi minuti passati a camminare per i corridoi dell'edificio, dove gli unici rumori erano i loro respiri e le loro scarpe, arrivarono in una stanza molto accogliente, con una libreria piena di libri dai titoli a lei noti, una scrivania ordinata, con sopra fogli, documenti, un portapenne, una foto, il computer con una foto di un cane come sfondo, dei quadri e attestati alle pareti e delle sedie occupate da una coppia abbastanza giovane. non superavano i 40 anni.
 "signori Mendes, lei è la ragazza di cui vi ho parlato negli incontri passati" disse la direttrice, la quale era seduta alla scrivania con postura elegante.
 a quelle parole, i due si girarono e posarono i loro sguardi sulla quasi sedicenne, accogliendola con un sorriso cordiale. "Hayley, loro sono i signori Mendes, hanno una famiglia e vorrebbero prendere in affidamento una ragazza da qui. dal momento che ti sei comportata bene, soprattutto delle ultime settimane, pensiamo che tu sia la ragazza ideale per loro."
 improvvisamente apparve un sorriso sul volto di Hayley, i suoi occhi si illuminarono di speranza e felicità. aveva trovato una famiglia disposta a portarla via da quel posto orrendo. nei minuti successivi, i tre dovettero firmare alcuni documenti, le solite cose che certificano i fatto che la famiglia si prende ogni responsabilità e bla bla bla. poi, finalmente, arrivò il momento da lei tanto sognato: "allora Hayley -disse la direttrice alzandosi e rivolgendosi alla ragazza- a quanto pare ci dobbiamo salutare. credo tu sia felice di lasciare l'istituto, ma sappi solo che a noi mancherai.."
 "se..tutte balle.." pensò Hayley mentre la signora che sembrava la Umbridge con la ricrescita continuava a ripetere quanto fosse fiera di lei e degli sviluppo che aveva fatto.
 "arrivederci signorina Anderson. signori Mendes." salutò cordialmente lei mentre la ragazza e la coppia si dirigevano verso l'uscita.
 "arrivederci signora Walters" disse lei per l'ultima volta prima di lasciare quel edificio dopo 7 mesi.
 il viaggio in macchina durò circa mezz'ora e lo passarono in silenzio, se non per qualche frase scambiata da i coniugi tra di loro, mentre lei continuava a fissare il paesaggio fuori dal finestrino e a pensare a come si sarebbe dovuta comportare da quel momento in avanti con la sua nuova famiglia. però una cosa la notò: avevano davvero dei buoni gusti musicali.
 una volta a casa, i due la scortarono lungo tutto il vialetto fino all'ingresso. appena i tre entrarono, due figure apparvero dalle scale: un ragazzo e una ragazzina che avrà avuto al massimo due anni in meno.
 "mamma, Shawn mi ha rubato il pc!" disse la seconda.
 "non è vero! mi serviva per scuola, lei era in doccia e le ho lasciato un biglietto sulla scrivania per avvisarla!" ribatte il primo, una ragazzo meraviglioso, alto con gli occhi stanchi di un bellissimo color nocciola.
 "Aaliyah, lo sai pure tu che domani tuo fratello ha il test..lasciaglielo a lui e sta sera lo usi tu, ok?" disse la donna.
 "va bene" rispose la ragazza.
 "mamma, papà..chi è lei?" chiese il ragazzo guardando attentamente Hayley.
 "ragazzi, lei è Hayley e starà con noi da oggi in avanti. trattela come se fosse parte della famiglia." disse il padre appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.
 "Shawn, voi due avete la stessa età, fai amicizia con lei e falle vedere la stanza degli ospiti. dormirà lì." gli disse la madre con tono gentile, rivolgendo poi un sorriso alla ragazza ancora titubante su ciò che avrebbe dovuto fare, come avrebbe dovuto comportarsi. il ragazzo le fece un cenno con la testa per dirle di seguirlo, e così fece. una volta saliti al piano di sopra, le mostrò tutte le stanze, anche quelle più inutili per il momento come lo sgabuzzino, come se fosse un tour per una città.
 "e questa è la tua stanza. per ora è un po' vuota ma puoi riempirlo con poster e foto, a mamma non darà fastidio.- le dice ridacchiando e facendo sorridere anche lei- vuoi che ti faccio compagnia mentre ti sistemi?...così possiamo conoscerci.." lei rispose con un semplice sorriso che però rese evidentemente contento il ragazzo.
 Hayley si avvicinò al letto e ci appoggiò sopra l'unico borsone non molto grande che aveva con se.
 "non hai molte cose vedo...come mai eri in orfanotrofio?" chiese lui, rendendo si poi conto della sfrontatezza con cui aveva posto la domanda.
 "riformatorio.." rispose lei a dio di voce.
 "cosa?"
 "ero in riformatorio...mi padre mi ha mandata lì perché gli ho sfasciato il parabrezza dell'auto..."
 "e perché l'hai fatto?"
 "per ripicca.."
 "in che senso?"
 "lui mi ha molestata e io gli ho sfasciato il parabrezza."
 "ti...ti ha molestata?- non ricevette nessuna risposta, solo silenzio -e chi lo sa?"
 "tu"
 "e..?"
 "e basta!" gridò lei scoppiando in lacrime. lui non sapeva che fare, cosa dire. l'unica cosa che gli venne in mente fu abbracciarla. era ancora quasi una perfetta estranea, ma lo fece comunque e lei non si tirò indietro.
 "io...scusa, non dovevo chiederetelo. ti do il permesso di picchiarmi, se ti può far sentire meglio" disse lui sentendosi in colpa per ciò che aveva appena fatto.
 "non lo farei mai- rispose lei tirando su con il naso, mentre lui le asciugava  le lacrime -raccontami qualcosa di te"
 "oh, ok. beh...io sono Shawn Mendes, 16 anni, nato a Toronto. ho una sorella più piccola, Aaliyah. amo la musica, in particolar modo Ed Sheeran e John Meyer. adoro suonare la chitarra e me la cavo con il cantare"
 "aspetta! ti piacciono Ed e John? basta, io ti adoro!! hahahah" disse lei incredula, per poi scoppiare in una fragorosa risata, coinvolgendo pure Shawn.
 "tu? parlami di te"
 "Hayley Anderson, 16 anni, Toronto.  figlia unica. ho perso mia madre quando ero piccola per colpa di un intervento al cuore andato male. mio padre era un alcolista drogato che molestava sia me, che mia madre, che le sue ragazze. mmh...che altro? ho cambiato più scuole perché venivo bulleggiata, io o mi ribellavo o subivo e basta...però vabbeh. la tua ragazza? ne avrai sicuramente una"
 "no, non ce l'ho"
 immediatamente un sorrisetto apparve sul viso di Hayley, e Shawn lo notò. ma che le prendeva? perché quella risposta la rendeva così felice? perché?
 il ragazzo si alzò e prese il suo telefono dalla tasca. "comunque...dammi il tuo numero così se hai bisogno.."
 "non ho un telefono. non lo avevo quando mi hanno messa la dentro, e poi non avevamo il permesso di usarne o averne uno.."
 "ah, forse ho un mio vecchio telefono in came-"
 "non voglio elemosinarti un telefono.."
 "non lo stai elemosinando, te lo sto regalando io. vieni, settimana scorsa mi hanno regalato il nuovo iPhone 5s quindi ho il mio vecchio, il 4, in camera"
 "un...un'iphone?! no, non posso accettarlo"
 "dai, muoviti" ridacchiò lui prendendola per mano e trascinando la con se. quella ragazza aveva qualcosa di interessante che lo incuriosiva e gli piaceva molto. era una ragazza normale, bionda, occhi azzurri, abbastanza alta, sorridente, nonostante il suo passato. eppure c'era qualcosa di più, come un lato misterioso, che lo attirava. una volta in camera sua, lui si mise a frugare nei cassetti, mentre lei guardava la stanza in ogni su dettaglio: la chitarra ai piedi del letto, il poster dei The Fray sulla parete, la collezione di plettri sulla scrivania, i cd e i libri disposti in modo ordinato sulla libreria. era davvero confortante come stanza.
 "tieni...è già stato resettato. dobbiamo solo trovarti una SIM e sei a posto- disse porgendole il telefono -dopo cena esco con degli amici e mi piacerebbe che tu venissi"
 "dove si va?"
 "una festa, possiamo vedere se mia mamma ha un vestito che ti possa stare bene" gli sorrise.
 "io? un vestito? hahahahahahahah nono hai capito male! io non metto vestiti o gonne- disse lei ridendo a gran voce -credo che dei jeans e una felpa, vadano bene" continuò prima che la madre entrasse nella stanza.
 "ragazzi, la cena è pronta" disse lei facendogli segno di seguirla. scesero in  cucina dove la tavola era già apparecchiata. al centro c'era un pollo arrosto e un piatto enorme pieno di patatine fritte. "spero che la cena sia di tuo gradimento"
 "ooh, si che lo è!" disse Hayley mentre si sedeva accanto al ragazzo e difronte alla bimba.
 "allora, Hayley, ti piace la tua camera?" chiese il padre con tono calmo.
 "oh, si, è molto carina e molo più grande di quello che mi aspettasi" ridacchiò lei.
 "se hai bisogno, durante la notte, non esitare a venire da noi. siamo giusto infondo al corridoio..."
 "oppure ci sono io nella stanza difronte! mi fa piacere aiutare la gente... -disse Shawn con tono alquanto innervosito da qualcosa detto prima- comunque, ma', dopo i e Hayley andiamo alla festa di Aaron. è ok per voi?"
 "certo! così puoi farla inserire nella tua compagnia!" disse la madre sorridente.
 "e così posso usare io il pc senza essere tormentata!" disse la ragazzina in tono scherzoso.
 "quindi tu sei Aaliyah..." le disse Hayley
 "yepp, in carne ed ossa! hahahah"
 "mi è parso di capire che tuo fratello ti infastidisce ogni tanto"
 "si, a volte è un vero rompi-palle, ma gli voglio bene comunque hahahah"
 a quella parole il ragazzo le rivolse una linguaccia, seguita da una risata e un 'ti voglio bene anche io'. in quel momento Hayley si mise a pensare al fatto che, da quando la madre se n'era andata, non aveva più avuto qualcuno che le volesse bene come se ne vogliono i due fratelli; si chiese se avrebbe mai trovato qualcuno che la considerasse, le dicesse che era felice di averla nella sua vita.
 dopo cena, i due ragazzi andarono nelle reciproche stanze per prepararsi. shawn le aveva detto che era una festa in casa tra pochi e che, se pure simpatici, i ragazzi della sua compagnia erano davvero insistenti e pervertiti a volte. quelle parole la rassicurarono all'inizio, ma la spaventarono pure un po'. per evitare di accendere il lato "pervertito" dei ragazzi, decise di mettersi dei semplici skinny jeans, una canotta e...una felpa che non aveva. o almeno, l'aveva, ma era cresciuta in altezza e l'ultima felpa che aveva indossato, presa dai vestiti del riformatorio, era diventata piccola. forse Shawn ne aveva una da prestarle. titubante, uscì dalla stanza e si diresse dall'altra parte del corridoio, bussò alla porta e il ragazzo le aprì subito, come se fosse stato già dietro la porta in attesa del suo arrivo.
 "ehm...Shawn, mi stavo chiedendo se tu avessi una felpa da prestarmi dal momento che io ne avevo una e non mi va più..."
 "certo! di che colore la vorresti? secondo me, questa blu ti sta bene perché è più o meno dello stesso colore dei tuoi occhi, che per l'appunto trovo meravigliosi" disse porgendo le una felpa senza cerniera con il cappuccio e la scritta "can i _ _ _ _ you?" davanti, rivolgendo le pure un tenero e amichevole sorriso, che le fece attorcigliare lo stomaco. ma che le prendeva? perché faceva così? infondo, era suo nuovo fratello, non poteva piacerle. giusto?
 pochi minuti dopo uscirono di casa e si incamminarono verso la casa infondo alla via. il tragitto che sarebbe dovuto durare circa 10, che diventarono quasi 20 perché, per un motivo o l'altro, si rallentavano a vicenda, forse perché entrambi avevano questa voglia di passare del tempo da soli. ma perché? che stava succedendo ai due?
  
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