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Autore: Wild One    01/07/2014    3 recensioni
"Voleva solo andarsene.
Ma lo avrebbe voluto ancora per poco.
I primi accordi di chitarra segnavano l’intro della canzone.
Poi la gran cassa, ed ora stava entrando anche il basso.
Billie cominciò a cantare.
La musica continuava, e continuava. Non si fermava, e cominciava a piacerle.
Le piaceva davvero. "|AGGIORNAMENTO NON REGOLARE.|
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                 Let yourself go.
 






La piacevole sensazione del calore sulla pelle la avvolgeva completamente. La pioggia l’aveva sorpresa prima che fosse riuscita ad arrivare a casa, per sua sfortuna, e non aveva tardato un attimo ad infilarsi subito dopo sotto la doccia. Si infilò l’accappatoio, maledicendosi di non aver preso prima il cambio dall’altra stanza, dato che i suoi vestiti erano completamente sporchi. Si infilò le ciabatte dirigendosi verso la propria camera da letto, cercando in tutti i modi possibili di non bagnare il pavimento con le gocce d’acqua che le scivolavano dai capelli ancora bagnati.
Raggiunse la stanza, frugando in tutta fretta nei cassetti per cercare qualcosa da mettersi. Alla fine optò per una canottiera nera ed un paio di pantaloncini corti.
I riff di chitarra che provenivano dalla stanza del fratello rendevano il tutto molto meno seccante del solito.
Si guardò allo specchio, colorando la lima dell’occhio con un velo di nero.
Soddisfatta del risultato, uscì dalla propria camera per dirigersi verso quella del fratello.
Spalancò la porta e un’ondata di note la travolse. Ci volle più del previsto prima che si accorse che il fratello era beatamente sdraiato sotto una ragazza che riconobbe immediatamente come quell’odiosa di Amy.
Lily lanciò un gridolino, che solo lei riuscì a sentire per colpa di quella musica.
 
“Alan! Ma che cazzo…?!”
 
Il fratello spostò la ragazza mezza nuda da sopra di lui.
 
“Lily… io… hem….” Amy lanciò sguardi di sfida alla riccia, cercando visibilmente di farla innervosire ancora di più.
“Nono. Non dire niente, non voglio sapere nulla, assolutamente.”
 
La ragazza si richiuse rumorosamente la porta alle spalle.
Furibonda si diresse verso la cucina, aprì il frigorifero e si versò in un bicchiere dell’acqua fresca.
Il fratello non ci mise molto a raggiungerla.
 
“Lily, ma insom-“
“Alan, ti ho detto che non voglio sapere nulla.” Il tono piatto.
“Non stavamo facendo nulla di male.”
“Non ho detto il contrario.”
 
Mise il bicchiere ormai vuoto nel lavandino, prima di dirigersi verso il salone.
 
“E allora qual è il problema?”
 
La ragazza esitò un attimo.
 
“E’ quella là, il problema.” Disse indicando ipoteticamente la stanza del fratello dove probabilmente Amy si stava rivestendo.
“Cos’ha che non va?”
“Tutto, forse. Chi lo sa? So solo che non mi piace per niente.”
 
Una terza voce si intromise nel discorso.
 
“Sappi che è una cosa ricambiata, nanerottola.”
 
Lily lanciò uno sguardo ad Alan. La mora si avvicinò provocante al ragazzo, stampandogli un bacio sulle labbra. Si staccò solo per sussurragli qualcosa, prima di lanciare un sorriso strafottente a Lily. Poi si dileguò uscendo dalla porta.
 
“E la lasci andare via così!? Non le dici nulla?!” Sbottò.
“E che dovrei dirle, scusa?”
“Senti, fa come ti pare. Hai 17 anni suonati. Ti chiedo solo di tenermela alla larga.”
 
 
 
               
                                                                         ***
 
 
L’aria fresca della prima mattina le scompigliava dolcemente i capelli. Amava uscire di casa a quell’ora, se solo non fosse stato che di li a 20 minuti sarebbe stata rinchiusa in un’aula al secondo piano di una prigione comunemente chiamata ‘scuola’.
Quella mattina però , i suoi pensieri vagavano altrove.
Avrebbe rivisto Mike dopo il fatidico bacio, cosa che la metteva parecchio a disagio. E poi ci sarebbero state le frecciatine da parte di Billie, che al Rod’s non si era risparmiato. E poi Lo avrebbe saputo Alan -con il quale no aveva più parlato dopo l’uscita di scena di Amy- e da lì sarebbe scoppiato il finimondo.
Scosse il capo come per cercare di rimuovere dalla testa quegli assurdi pensieri, anche se, abbastanza inutilmente.
Riusciva ad intravedere la scuola, e con essa, gruppi di ragazzi appostati sotto il cancello principale in attesa del suono della campanella.
Solo allora le venne in mente di allungare i tempi andando il più lenta possibile.
Sarebbe entrata a scuola spedita, senza che nessuno la vedesse, e poi sarebbe stata al sicuro nell’aula di filosofia.
Sembrava un piano perfetto.
Sembrava.
 
Come previsto arrivò ai cancelli esattamente al suono della campanella, riuscendosi a mimetizzare fra gli altri ragazzi.
Non aveva ancora visto il gruppo di Mike, e forse era stato un bene.
 
‘Se io non vedo lui, lui non vede me’
 
Continuava a ripetersi tenendo lo sguardo puntato verso il basso.
Superò il primo corridoio.
Si sentiva tremendamente sola in quel momento. L’amica l’aveva lasciata li, a marcire, mentre lei era andata a fare la bella vita.
Un pizzico d’odio le salì in corpo a quel pensiero.
Stava  per entrare in classe. Pochi metri e sarebbe stata salva.
Ancora poco…
 
Una mano le toccò la spalla facendola girare. Davanti a se, la ragazza trovò due splendidi occhi azzurro cielo che la guardavano fissa.
 
‘Merda.’
 
“Hey…” Disse lei, cercando di sorridere in modo più vero possibile.
 
Il ragazzo afferrò le mani della riccia, come per immobilizzarle, prima di sfiorarle le labbra con le proprie.
A quel contatto la riccia sobbalzò, facendosi poi trasportare dal ragazzo che approfondiva sempre di più il bacio.
Un ragazzo la urtò, interrompendo così il contatto tra i due.
 
‘Grazie al cielo!’ Pensò lei.
 
“Ciao.” Le sussurrò lui.
 
Lily non ancora ripresa completamente dal bacio non proferì parola.
 
“Come è andata ieri?” Aggiunse lui.
“Oh, hem… benissimo.  Invece… a te?”
“Bene, ma aspettavo con ansia oggi.” Le sorrise.
 
‘E sta dolcezza?’
 
Lei ricambiò il sorriso.
 
“Hem, io devo entrare a lezione… Potremmo vederci a pranzo, se ti va?” Chiese lui.
“Si, perfetto.”
“Perfetto.” Ripetè lui rubandogli un leggero bacio.
 
Tutto questo era decisamente nuovo, e strano per lei.
Insomma, non era andata poi tanto male la cosa, ma non ci era abituata.
Entrò in classe, e si ritrovò tutti gli sguardi dei compagni puntati addosso.
 
‘Ma perché tutte a me?!’
 
Abbassò la testa, andandosi a sedere in uno dei banchi in fondo.
L’arrivo del professore salvò la situazione.
L’ora di filosofia poteva cominciare.
 
 
Riuscì a seguire poco e niente, dei discorsi del professore.
Inutile specificare la sua testa a cosa pensava.
Lo sguardo ipnotizzante del ragazzo, il contatto fra i due corpi e le loro labbra che si sfioravano dolcemente.
Un brivido le percorse la schiena. Mike le faceva uno strano effetto. Di questo ne era sicura.
Si risvegliò dal suo trance al suono della campanella. Come al solito i corridoi erano un via vai di ragazzi che si dirigevano verso le proprie aule. La scuola era un vero caos in quei momenti.
Riuscì a scivolare tra i ragazzi più grandi di lei fino ad arrivare all’aula di storia dell’arte.
Lily amava quella materia. Le aveva sempre suscitato un grande interesse.
Prese posto ad uno dei banchi in prima fila. Ovviamente nessun’altro era così interessato alla lezione da condividere il primo banco con lei, così sistemò comodamente la borsa sulla parte libera del banco, cominciando ad ascoltare la lezione del professore.
 
“Ovviamente i colori principali di questo dipinto sono il rosso e il giallo, che sulla tavola dei colori vengono identificati come due dei colori caldi…”
 
La porta dell’aula si aprì improvvisamente. Dalla soglia comparve una figura traccagnotta, che sfoggiava una ‘meravigliosa’ crocchia biancastra sul retro del capo, seguita dopo da una testa color paglia che camminava strafottente di fianco alla professoressa.
 
“Mi scusi per il disturbo professore, ma questo ragazzo ha seriamente bisogni di rivedere alcuni concetti basi dell’arte. Le dispiace se glielo lascio? Nella mia classe è solo uno degli elementi disturbanti!”
 
La donna parlava svelta e contrariata.
 
“Oh, non c’è problema. Fa sempre piacere vedere vecchie facce. Vero, Armstrong?”
 
Il ragazzo sbuffò prendendo posto vicino alla riccia.
La donnona uscì dalla classe, lasciando il povero Billie al suo destino da ripetente.
 
“Dove diavolo eri stamattina?” le chiese a bassa voce.
“Che vuoi dire?”
“Non ti abbiamo vista entrare. Pensavamo non fossi venuta.”
“Oh, e da quando in qua vi preoccupate delle mie presenza a scuola?”
“Senti, miss so-tutto-io, non eravamo di certo io, Trè ed Alan a preoccuparci.” La ragazza trasalì.
“Oh, bhè… tranquillo. Alla fine mi ha trovata.”
 
Il biondo lanciò un’occhiata maliziosa alla ragazza, facendola arrossire visibilmente.
 
“Piantala.”
“Ma io non ho fatto niente.” Rispose lui in tono di scherno.
 
La ragazza sbuffò rumorosamente, tanto che il professore lanciò un’occhiata in direzione dei due ragazzi.
 
 
Ora di pranzo.
Il caos incombeva come sempre nei corridoi. La maggioranza dei ragazzi era diretta verso la mensa.
Entrò nella grande sala mettendosi in fila per prendere il pranzo, facendosi poi spazio tra i ragazzi per cercare Mike e gli altri.
Da dietro due mani le si posizionarono sul viso, coprendole gli occhi.
 
“Indovina!”
“Frank, riconoscerei la tua voce ovunque.”
 
Sentì il ragazzo ridacchiare
 
“Siamo da quella parte, vieni.” Il ragazzo le indicò un tavolo all’angolo della sala.
 
La ragazza lo seguì svelta, cerando di non perderlo di vista.
Billie e Mike erano già seduti al tavolo. La ragazza si sedette vicino a quest’ultimo, mentre Trè si posizionò davanti a lei, vicino a Billie.
 
“Alan?” Chiese la riccia.
“E’ tornato a casa alle seconda ora. Ha detto che non si sentiva bene.” Rispose Billie.
 
Forse solo in quel momento la riccia si rese conto che era rimasta sola con Mike e gli altri.
Billie lanciava continue frecciatine ai due ragazzi, che provavano ad ignorarlo il più possibile.
Trè era per le sue, con lo sguardo fisso sul piatto.
Un silenzio parecchio imbarazzante circondava il tavolo dove loro erano seduti.
 
“Hem… allora, che di dice ragazzi?” chiese Mike.
“Oh, bhè, diccelo tu, Mike.” Rispose Billie mentre si infilava un pezzo di pane in bocca.
 
Mike stava per aprire bocca, probabilmente per mandare a fanculo Billie, ma Trè fù più veloce.
Si alzò dal tavolo, visibilmente seccato.
 
“Trè, che ti prende?” Gli chiese Lily prima che non potesse più sentirla.
“Niente.” Grugnì lui.
 
Mike e Billie si lanciarono un’occhiata confusa.
 
“Forse oggi gli girano le palle. Capita” Affermò Billie, che si stava alzando.
“Ok piccioncini. Vado a vedere che gli prende. Ci vediamo dopo.” Detto questo billie si incamminò nella stessa direzione dell’amico, lasciando i due ragazzi da soli.
 
“Hem.. Vogliamo andare fuori?”
“Ok, andiamo.” Rispose la riccia.
 
Stavano per uscire dal cortile quando la campanella dell’inizio delle lezione risuonò.
 
“Cazzo.” Mormorò il biondo.
“Senti, che ne dici di saltare l’ultima ora?”
 
Inizialmente la ragazza storse il naso.
 
“Mi farete sospendere un giorno. Me lo sento.” Ammiccò prima che il biondo, ridendo,  gli contornasse le spalle con il braccio, dirigendosi verso l’uscita della scuola.
 
 
“Possibile che non ci sia mai il controllore che si occupi dei ragazzi che entrano e escono senza permessi?”
“A quanto pare no. Ma a me non sembra un male, in fin dei conti.” Scherzò Mike.
“E invece lo è. Non è una cosa proprio giustissima saltare le lezioni.”
“Ah si, senti chi parla. Vorrei ricordarti che è già la seconda volta che salti.”
“Ecco, insomma. E’ diverso.”
“Ah, si? E perché?”
“Senti. Lasciamo perdere. Forse non sarei dovuta venire.”
“I sensi di colpa ti divorano, principessa? Vorresti dire che questa fuga d’amore non ti piace?” La ragazza avvampò.
“Tanto per precisare, n-non ho nessun senso di colpa.” Il ragazzo la guardò divertito.
“Lasciamo perdere.” Rise “Vieni, ti porto in un posto.”
 
Mike prese la ragazza per mano. Un brivido le percorse la schiena al tocco.
 
“Dove?” Chiese la ragazza curiosa.
“Diciamo che è una sorpresa.”
“Mh, ok.”
 
I due camminarono a lungo, restando sempre mano nella mano.
La maggior parte del viaggio fù parecchio silenzioso, e l’imbarazzo era parecchio percepibile.
Lily non riusciva a capire dove Mike volesse portarla dato che la loro era un buco di cittadina, sperduta nella California.
 
“Ci siamo quasi.”
La avvertì Mike.
 
Sorpassarono un edificio andato quasi in rovina fino a ritrovarsi davanti ad un cancello.
Mike lo aprì come se niente fosse prima di fare cenno alla ragazza di seguirlo.
Dietro al cancello era nascosta una grande distesa d’erba giallastra, probabilmente bruciata dal sole.
Al di là di essa il mare e gli scogli facevano un bell’ingresso, creando un paesaggio mozzafiato.
Mike continuava a camminare e lei lo seguiva.
Si fermò solo quando fù arrivato agli scogli.
“Si, lo so che è una cagata di posto. Ma io lo trovo molto rilassante.” Disse, come per cercare una scusa al suo comportamento.
“Mike… E’ bellissimo.”
“Trovi?” La ragazza annuì con il capo.
 
L’aria della mattina ancora si faceva sentire, nonostante il caldo pomeridiano la sovrastasse piano piano.
I due ragazzi si sedettero sulla sabbia, con la schiena appoggiata agli scogli.
Il rumore del mare rendeva il tutto incredibilmente rilassante.
 
“Lily…”
“Si, Mike?”
“Mh… No, niente.”
“Avanti, dimmi.” Lo incitò lei.
“Niente” Rise. “Era una cazzata.”
 
Lei lo guardò, dritto negli occhi, che la facevano tanto impazzire.
 
“Mike, pretendo di sapere cosa stavi per dirmi.” Disse lei con un tono giocoso, ma al tempo stesso curioso.
 
Mike scrollò le spalle.
 
“Sei davvero sicura di volerlo sapere, Lily?”
“Certo che lo sono.”
 
Seguirono parecchi secondi di silenzio.
 
“I-insomma…” Il suo tono che era sempre stato sicuro cominciava a far trapelare un briciolo di timidezza. “Sai di piacermi, cioè, mi pare di avertelo fatto capire. Quindi, ti volevo domandare…”
 
‘Oddio, non può essere.’
 
“Si, sai, se ti andrebbe di essere la mia ragazza…”
 
BEM.
Un colpo dritto al cuore.
Per un attimo la ragazza sentì il panico salirle dentro.
Prese un bel respiro prima di rispondere. Lo sguardo del giovane era basso, quasi come se trovasse i granelli di sabbia terribilmente interessanti.
 
“Mike…”
“Mh?” Il ragazzo alzò lo sguardo.
“Credevo che non me lo avresti mai chiesto.” Mike sorrise leggermente, prima di avvicinarsi alla ragazza, premendo dolcemente le sue labbra su quelle della riccia.
 
Mike si alzò di scatto, come preso da non so quale idea.
Lily rimase seduta, e guardava il ragazzo con sguardo interrogativo. Mike lanciò prima uno sguardo all’acqua, poi a Lily.
Si tolse in men che non si dica scarpe e maglietta, lasciano il petto e l’addome  -di una perfezione che la ragazza non aveva mai visto- completamente scoperti. I pantaloni  portati a vita bassa lasciavano intravedere l’elastico dei boxer del ragazzo.
In un attimo si lanciò contro l’infinita distesa d’acqua, immergendocisi completamente.
La ragazza si alzò in piedi.
 
“Mike, ma che diavolo stai facendo?!” Urlò la ragazza dalla spiaggia.
“Un bagno, credo. Vieni principessa! L’acqua è stupenda!”
“Ma non ci penso proprio!” Disse con il tono contrariato.
 
Il ragazzo tornò alla riva con fare minaccioso.
 
“Adesso vediamo se vieni oppure no.” Le lanciò un sorriso sghembo.
“No, Mike, non ti avvicinare! Che diavolo…?! No!”
 
Il ragazzo la abbracciò, bagnandole completamente la maglietta. Lui scoppiò in una risata fragorosa, mentre lei, più che incazzata imprecava terribilmente.
 
“Lily, è questo il modo di parlare per una principessa?” Le chiese lui sarcastico.
“Adesso te la do io la principessa.”
 
La riccia corse incontro al ragazzo che si stava dirigendo di nuovo verso il mare, facendolo cadere catastroficamente.
 
“La delicatezza di un elefante.” Sbuffò lui.
“O forse, farti cadere era esattamente il mio intento.” Ridacchiò lei.
 
Il biondo si rialzò in piedi.
 
“Vuoi la guerra?” Le lanciò un’occhiata di sfida. “Guerra sia.”
 
La ragazza sgranò gli occhi indietreggiando.
Mike la prese in braccio- con un po’ di difficoltà dato che Lily non sembrava voler stare ferma-, portandola dentro l’acqua e lanciandola tra le onde del mare.
 
“Tu.. tu sei…”
“Bellissimo? Lo so.” La ragazza per quanto arrabbiata scoppiò a ridere.
“Stavo per dire ‘un idiota’, veramente.”
“Oh, bhè. Sono anche quello.” Disse lui schizzando la ragazza.
 
Uscirono dall’acqua completamente fradici.
 
“Se adesso ci prende un polmonite darò la colpa a te, Mike Dirnt.” Disse lei con tono di rimprovero.
“Però non puoi negare che ne è valsa la pena.” Ammiccò lui.
“D’accordo. Lo ammetto.” Sbuffò lei divertita.
 
I due si sdraiarono sulla sabbia.
 
“Però hai ragione. Dobbiamo decisamente asciugarci.”
“Già.” Rispose lei, lo sguardo perso nel cielo, che gli ricordava gli occhi del ragazzo sdraiato di fianco a lei.
“Vieni a casa mia? Se vuoi ti presto qualcosa da metterti. O alle brutte freghi qualcosa dall’armadio di Billie. Non è molto più alto di te.” La ragazza rise.
“Se continui a prestarmi le cose ti va a finire che avrai l’armadio vuoto.” Rise.
 
Lui si alzò per primo aiutando ad alzare lei.
Cominciarono ad incamminarsi a passo svelto verso casa di Mike, mano nella mano.
I due si scambiarono uno sguardo, prima di continuare a camminare. Gli occhi di lui erano qualcosa di imparagonabile, a confronto dei suoi, di un verde smorto.
Gli unici che reggevano il paragone con gli occhi di Mike erano quelli di Trè.
Un veloce pensiero la riportò alla realtà, che subito decise da mettere da parte, per godersi quei momenti che avrebbe voluto non finissero mai.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE-----------------------------------------------------------------------------------------------
Ci risiamo, lo so. Non aggiorno da secoli. Scusatemi, ma a volte manca la voglia di scrivere.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D Tanto felici le Fan della LIKE hihihihhi:3 che patati.
No ok. Stop.
Ho visto che siete dimunuiti T_T vi prego. Non abbandonatemi, ho bisogno di voi. :c
Si, tu soprattutto, lettore che sta –per l’appunto- leggendo questo e che non recensirai.
Vi prego ancora di non abbandonarmi. <3 baci
 
-Asia
  
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