Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: Reddy94    01/07/2014    1 recensioni
Gentile lettore, la storia che stai per leggere è un mio personale seguito scritto del videogame: Batman Arkham city; benchè recentemente ho saputo che stanno già lavorando al capitolo conclusivo, dubito che questa trama sia lontanamente simile a quella del videogioco in sviluppo(la mia non è superbia anzi, è l'esatto contrario, non credo che la mia trama si avvicini alla bellezza di quella ideata dagli sviluppatori del gioco) quindi puoi star tranquillo, non ci saranno spoiler.
In poche parole la storia parte qualche mese dopo gli eventi di Arkham City: con il Joker morto ed i principali super criminali ricoverati all' Arkham Asylum, le strade di Gotham sono più sicure che mai; tuttavia questo interminabile silenzio da parte delle forze del male, preannucia che qualcosa di terribile sta per accadere: un ombra minacciosa si abbatte pian piano a Gotham e toccherà, ancora una volta, al cavaliere oscuro l'arduo compito di risolvere la situazione. Ma qualcosa non va, dopo il trapasso di Joker e di Talia Al Ghul Batman non è più lo stesso; nonostante le premesse, riuscirà il cavaliere oscuro ad ottenere la vittoria ancora una volta, oppure rimarrà schiacciato dal peso delle sue colpe? Scopriamolo insieme.
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   Qualche mese dopo, all' estero...

"Ultimo diario del dottor Thomas Elliot... uhm uhm, scusatemi devo ancora abituarmi al suono della mia voce:  ce l' ho fatta, dopo tanti sacrifici ed anni di preparazione, alla fine il mio lavoro ha dato i suoi frutti; quegli stupidi dei suoi lacchè pensano di avermi messo nel sacco, non hanno ancora capito che stanno facendo il mio gioco. Adesso che è solo, la setta delle ombre non dovrebbe avere difficoltà ad ucciderlo...(risata) la setta, quegli sciocchi fanatici, non si sono ancora accorti che per tutto questo tempo ero una spia tra i loro ranghi, anche se devo ammettere che lavorando con loro ho avuto modo di accedere ad informazioni interessanti, come la sua doppia identità... ora è solo questione di tempo, aspetterò che lo uccidano poi, quando meno se lo aspetteranno, saranno sterminati dai miei padroni. La fine della setta segnerà l'inizio di un nuovo ordine mondiale; come ricompensa per i miei sforzi, avrò la mia vendetta ma soprattutto, sarò io il rappresentante di tale ordine. Già pregusto quel momento, ma devo stare attento a non abbassare la guardia: quei rompiscatole mi stanno ancora cercando, anzi, sospetto che abbiate già trovato questo nastro(risata). Se mi state ascoltando sappiate questo: non mi troverete, potete cercarmi quanto vi pare, ma ormai sono lontano dalla vostra portata. Quando scoprirete dove sono, sarà già troppo tardi; qualunque cosa facciate non mi fermerete, e anche se ci riusciste non potrete impedire la rinascita del nostro culto... lunga viva a Sant Dumas!(risata)" Queste furono le parole registrate sul nastro ritrovato da Barbara e Dick.
Erano lì, nella loro camera d'albergo, insieme ad Alfred che nel frattempo li aveva raggiunti in compagnia del pargolo di Joker, ancora increduli per quanto sentito; la rabbia si fece tale che in quell'istante il senso di giustizia inculcatogli dal loro mentore svanì.
"Dunque è così che è andata..." Affermò Dick.
"Si, è stata tutta colpa sua... è colpa sua se Bruce, Tim e papà sono... sono..." Disse Barbara che in quel momento, scoppiò in lacrime.
"Ti prego Barbara, calmati! Ti prometto che glie la faremo pagare!" Disse Dick tentando di consolarla.
"E come!? Quel... mostro ha assunto le sembianze di Bruce! Come possiamo fermarlo?"
"Non lo so, ci inventeremo qualcosa, di certo non glie la faremo passare liscia, anche a costo... anche a costo..."
"...di ucciderlo?!" Completò Barbara.
"...Si, anche a costo di ucciderlo."
Barbara e Dick si scambiarono un lungo sguardo di intesa, come se entrambi fossero d'accordo sul da farsi; solo Alfred, nonostante la rabbia, riuscì a mantenere saldo il suo animo; tuttavia comprese la disperazione che stavano provando quei due, quindi preferì non intervenire, ma li guardò con sguardo malinconico. In quel mentre, il piccolo sulle sue braccia esplose in un lungo e straziante pianto; l' aria li dentro era talmente tesa da essere ignorato completamente.

Circa un anno più tardi, all'areoporto di Gotham...

... Selina, insieme a suo figlio, era in attesa del suo volo verso la Gran Bretagna. Dopo la morte di Bruce aveva deciso di cambiare vita: dentro di se, sentiva di essere diventata troppo vecchia per i furti, inoltre adesso aveva un figlio, non poteva certo continuare con la sua carriera criminale ne tanto meno poteva crescerlo in una città come Gotham, specialmente adesso, nello stato critico in cui si trovava: nonostante l' intervento dell' esercito riuscì a debellare le ultime sacche terroristiche, l' America non sborsò neanche un soldo per ricostruire la città; preferì lasciarla alla mercè dei cittadini che, senza un sindaco e senza un'autorità a capo della polizia si diedero al saccheggio e all'anarchia.
La fedina penale non era un problema, dato che grazie ad un suo amico si era fatta un passaporto falso con tanto di nuova identità; inoltre si era tinta i capelli di rosso per non dare ulteriormente nell' occhio. Per i soldi fu ancora più semplice: Selina non amava spendere, quindi da ogni colpo aveva risparmiato tanto da permettersi un viaggio di sola andata e magari di poter aprire una palestra per aspiranti ginnaste; dopotutto, a parte i furti, era la cosa che sapeva fare meglio.
Mentre attendeva, si sedette in sala d' attesa e diede un occhiata alla TV lì presente: stavano trasmettendo un servizio di Vicky Vale.
"Buona sera signori e signore, qui per voi Vicky Vale, in diretta dal tribunale di Gotham dove si sta svolgendo il processo per il rilascio di Bruce Wayne..."
Al suono di questa notizia Selina sobbalzò dal suo posto.
"... sembra che dopo un anno dalla reclusione all' istituto Arkham, i suoi avvocati siano riusciti a trovare delle prove per smentire le accuse del defunto commissario James Gordon; ora in questo momento staranno discutendo con il giudice i termini del rilascio, mentre una schiera di giornalisti, inclusa la sottoscritta sperano di potergli porre un paio di domande... ma un momento!... eccolo, sta uscendo!"
Dalle porte del tribunale Bruce Waine o meglio, Thomas Elliot, stava uscendo accompagnato dai suoi avvocati, ma viene circondato dai giornalisti.
Per un attimo, Selina rimase sorpresa, ma poi si ricordò del complotto a cui era stata messa in guardia: fu lei ad avvertire Barbara e Dick della morte di Bruce e loro, in cambio dell' informazione, l' avvertirono di un possibile sosia di quest'ultimo. Si risiedette e continuò ad ascoltare.
"Signor Waine! Signor Waine! La prego, solo un paio di domande..."
"... com'è stato il periodo ad Arkham?!"
"...Ha intenzione di sporgere denuncia per quello che le hanno fatto?!"
"Signor Waine! La permanenza nell' istituto ha influito sul suo stato mentale!?"
"Ora basta! Il mio cliente non ha nulla da dire!" Gridò uno degli avvocati, ma Elliot lo rassicurò.
"Va tutto bene, risponderò alle loro domande." Si avvicina ai microfoni. "Dunque, qualcuno di voi mi ha chiesto se avevo intenzione di sporgere denuncia; nonostante quello che ho passato, no! Non ho intenzione di denunciare nessuno; anche se le accuse del commissario erano infondate, ho pieno rispetto per lui, ancora di più adesso che è morto, e so che era in buona fede. Tuttavia il mio soggiorno ad Arkham mi ha dato tempo per riflettere e adesso non posso fare a meno di esprimere la mia indignazione nei suoi confronti: se avesse saputo gestire meglio il suo lavoro, gli avvenimenti di quella notte di un anno fa si sarebbero potuti evitare e adesso non staremmo affrontando un periodo di crisi come questo. La mia indignazione è rivolta anche al governo americano, che in risposta alle nostre suppliche d' aiuto a preferito ignorarci e lasciarci al nostro destino. Come cittadino americano non posso tollerare tale condotta da parte del nostro governo, ma soprattutto, come cittadino di Gotham, non posso lasciare la mia città in preda al caos ed alla follia! Ed ecco perchè oggi vi annuncio che mi candiderò alle elezioni del sindaco e vi prometto che, se sarò eletto, come prima cosa istituirò un corpo di polizia più efficiente di quello precedente e riporterò Gotham al suo splendore. Questo è tutto non ho altro da dire." Terminata l' intervista, Elliot sale sulla limousine giunta per portarlo a casa mentre i giornalisti tentano invano di fargli qualche altra domanda.
"Beh, lo avete sentito no? Bruce Waine che non si era mai interessato di politica, ha deciso di candidarsi per diventare sindaco di Gotham; sembra che, dopotutto, il periodo ad Arkham lo abbia cambiato davvero. Qui è Vicky Vale che chiude la trasmissione... ad un prossimo servizio."  
Terminato il programma, Selina, benchè avesse capito che quello non era il vero Bruce, non potè fare a meno di pensare a lui ed ai bei momenti passati insieme; i ricordi si fecero così sentire, da indurla ad un silenzioso e straziante pianto. Tuttavia, per quanto fosse silenziosa, attirò l' attenzione di uno sconosciuto che, commosso da quella figura pietosa, le offrì un fazzoletto.
"Ecco prenda, le farà bene..." Disse lo sconosciuto.
Selina alzò il capo per dare un' occhiata al suo misterioso consolatore: un ragazzo di bell'aspetto, che indossava un paio di occhiali e degli abiti semplici ma non troppo informali; anche se pensò che fosse solo un modo come un altro per adescarla, scelse di stare al gioco per tirarsi su di morale, quindi accettò il fazzoletto e si asciugò le lacrime.
"... grazie, molto gentile da parte sua."
"Si figuri, è suo figlio?!" Disse indicando il bambino in braccio a lei.
"Si, esatto..."
"Oh, è proprio un bel bambino, come si chiama?" Gli chiese sedendosi accanto.
"Ah... Terry, si chiama Terry."
"Ma che bel nome, ciao piccolo Terry..." disse giocherellando con le piccole manine del bambino facendolo sorridere.
"(risata dolce) é dov'è suo padre?" Chiese lo sconosciuto.
Selina non rispose, ma non ci volle molto a capire che quello era il motivo della sua tristezza.
"Oh... mi dispiace, non volevo..."
"Non si preoccupi, non è colpa sua..."
"è per questo che ha deciso di andarsene?"
"Si, in questa città ho troppi bei ricordi che mi legano a lui; la mia vita qui è diventata insostenibile, quindi ho deciso di ricominciare altrove..."
"Capisco... se non sono troppo indiscreto, posso sapere dove?"
"In Gran Bretagna, a Londra..."
"Che coincidenza, anch'io sono diretto lì... ma suppongo che non dovrei essere così sorpreso, oggigiorno è li che vanno le persone per ricominciare..."
"Anche lei si trasferisce li? Per quale motivo?"
"Credo per il suo stesso motivo: anch'io, quella notte, ho perso mia moglie e con essa anche il mio lavoro; nonostante questo però ho risparmiato abbastanza da permettermi un viaggio di sola andata e magari di aprirmi una nuova attività."
Selina rimase meravigliata dal modo semplice e tranquillo con cui affermava tali tragedie; tale fu l' indignazione che lo rimproverò.
"Ma non si vergogna?!"
"Perchè, che ho fatto?"
"Come può parlare in modo così schietto di una tragedia simile?!"
"Non capisco, cosa vuole dire?"
"Lei ha perso sua moglie signore! Forse dovrebbe smetterla di provarci con me e..."
"E cosa? Rannicchiarmi e piangermi addosso? Non mi fraintenda signora, ho amato molto mia moglie e l' amo tuttora e sono convinto che anche lei prova la stessa cosa per suo marito, ma si chieda una cosa... pensa davvero che sarebbe felice di vederla in questo stato ?!"
"Io..."
"No, non credo! Sa una cosa? Quando lo vista sola, immersa nel suo dolore, ho capito subito cosa l'affliggesse, ma non ho provato pena, anzi ho provato invidia."
"Cosa?"
"Guardi bene la creaturina che ha in braccio: lei dice di volersene andare da qui per dimenticare, ma lei è davvero convinta di riuscirci con quel bambino? Ogni volta che lo guarderà negli occhi le verrà in mente suo marito e allora non potrà fare a meno di pensare a lui e di soffrirne. E cosa crede che penserà il suo bambino in quel momento? Crederà di essere lui la causa del suo tormento e lei vuole davvero che cresca afflitto da questo pensiero?"
"Io... io... allora me lo dica lei! Che cosa devo fare?!" Gridò Selina con le lacrime agli occhi.
"Beh, tanto per cominciare potrebbe smettere di piangere e tornare a sorridere, e si ricordi che la vita non è finita, ci sono tante occasioni per essere felici; inoltre, fossi in lei, mi sentirei fortunato ad avere un figlio: almeno lei è riuscita a condividere qualcosa di bello con suo marito; non sprechi un così bel dono vivendo il resto della sua vita nel dolore, non credo che lo meriti, ne lei ne suo figlio."
"...Per favore, un attimo di attenzione! Si avvisano i signori passeggeri che il volo per Londra partirà tra cinque minuti! Vi preghiamo di affrettarvi!" Disse una voce femminile proveniente dagli altoparlanti.
Dopo questo messaggio, lo sconosciuto approcciatosi con Selina si alzò dal suo posto. "Bene, direi che è il momento, è stato un piacere conoscerla, spero che ci rincontreremo."
Mentre lo sconosciuto si allontanava da lei, Selina pensò a quanto gli era stato detto ed in quel momento provò un senso di nostalgia: diede un' occhiata a suo figlio e provò ad immaginare quale futuro possibile sarebbe stato il migliore per entrambi. Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a pensare a niente di ottimale; forse il futuro non poteva essere programmato, magari sarebbe arrivato quando meno se l'ho aspettava... o forse era proprio lì, davanti a lei. Fatte queste considerazioni, Selina smise di piangere e richiamò a se l'attenzione dello sconosciuto.
"Aspetti!" Lo raggiunse prima che se ne andasse.
"Le dispiace se facciamo il viaggio insieme?" Gli chiese Selina.
"Mi farebbe molto piacere... aspetti, l' ha aiuto con i bagagli... oh, a proposito, non ci siamo presentati, mi chiamo Warren McGinnis." Disse tendendogli la mano.
"Piacere di conoscerla! Il mio nome è Seli... volevo dire, mi chiamo Mary!" Disse utilizzando il falso nome che aveva scelto per i suoi nuovi documenti e gli strinse la mano.
"Bene Mary, vogliamo andare? Altrimenti rischiamo di perdere il volo."
"Oh si certo, ha ragione, avanti andiamo."
Presi i bagagli e fatti i biglietti, Selina, insieme al suo nuovo compagno volarono verso Londra, entrambi con la speranza di un futuro migliore, magari da condividere insieme.

(Piccola nota prima di continuare: leggendo avrete sicuramente notato che ho fatto riferimento a Terry McGinnis, ovvero il futuro Batman; so che non è Selina sua madre, ne che è nato in questo modo, ma per evitare un copia e incolla  ho pensato di idearla così la sua nascita.)



Nel frattempo, in un tempio in decadenza, nascosto su delle montagne di ubicazione sconosciuta...

... Bane e Shiva vengono condotti al suo interno da dei loschi figuri incappucciati.
Giunti all' interno, vengono posti d' innanzi ad una vasca contenente uno strano liquido.
"Ehi piano! Ho le ossa fragili dannazione!" Rimproverò Bane mentre veniva lasciato delicatamente a terra.
"Bane? Secondo te dove siamo?!" Chiese Shiva.
"Ah, e come faccio a saperlo!"
"Silenzio! Il maestro sta arrivando!" Disse uno dei tizi incappucciati.
Dalle scale che scendevano per quella stanza giunse Azrael; al suo cospetto gli uomini incappucciati si inchinarono.
"Sono questi i nostri ospiti?" Chiese Azrael.
"Si mio signore."
"E allora che aspettate, slegateli!" Ordinò Azrael e così fecero.
"Aspetta un momento... ho capito chi sei! Sei il famoso Azrael, il leggendario guerriero al servizio di Sant Dumas! A cosa dobbiamo l' onore della tua presenza?"
Azrael non rispose, ma fece un cenno con la testa, cosa che portò uno degli uomini incappucciati a gettare Bane nel liquido.
"Bane!" Gridò preoccupata Shiva in procinto di tuffarsi per salvarlo, ma venne subito ammonita da Azrael.
"...Fossi in te non interromperei la sua guarigione."
"Guarigione?! Vuoi dire che quella..."
"Si, è una pozza di lazzaro."
"Cosa?"
"Sorpresa? Pensavate davvero voi della setta di essere gli unici a possederne uno?"
"Perchè ci hai portati qui Azrael? Se speri di convincerci ad unirci al tuo ordine ti sbagli di..."
"Hai frainteso le mie intenzioni Shiva, io ed i miei uomini non facciamo più parte dell'ordine di Dumas, anzi stiamo cercando di contrastarlo il più possibile."
"Oh? E a cosa è dovuto questo tradimento?"
"Diciamo solo che ho fatto una promessa ad una persona a cui devo molto... comunque ho bisogno del vostro aiuto, voglio che vi uniate al nostro gruppo, le vostre abilità potrebbero farmi comodo."
"E perchè mai dovremmo farlo?"
"Per due motivi: anche se vi rifiutaste dove andreste? La setta delle ombre non esiste più, inoltre non avete idea di dove vi troviate, se adesso vi lasciassi uscire da questo tempio, probabilmente morireste prima di trovare segni di civiltà; poi perchè abbiamo un nemico in comune: Bruce Wayne."
"Cosa?"
"Si, a quanto pare Bruce Wayne è un affiliato dell'ordine di Dumas; in questo momento si trova a Gotham a porre le basi per l'ascesa dell' ordine, ben protetto dai suoi seguaci."
"Stai scherzando, vero?"
"No, nessuno scherzo, in questo momento l'ordine sta assumendo il controllo della città; se non li fermiamo subito, presto la loro influenza da li si estenderà in tutto il mondo."
"E quindi vorresti il nostro aiuto... perchè proprio noi?"
"Ho sentito molto parlare di voi, siete probabilmente i membri più forti rimasti della vostra organizzazione poi, visto i vostri trascorsi con l'obiettivo credo siate i più indicati per questo genere di missione."
"Aspetta! Stai dicendo che dobbiamo uccidere Bruce Wayne?"
"Si, esatto. Qualcosa in contrario?"
"... Beh, visto che ci hai liberato dalla prigione ti dobbiamo un favore, e poi sono anni che voglio tagliare la testa a Bruce Wayne... tuttavia non so se Bane sarà d' accordo."
In quel momento dalla vasca riemerse Bane completamente in forma.
"D' accordo?(risata) Voi ridatemi il mio Venom e vi assicuro che a quel pendejo non rimarrà nessun osso su cui reggersi!(risata)." Disse Bane alludendo alla sua adesione per la missione.
"Bene, è deciso, benvenuti tra i Rinnegati." Disse Azrael.

Passato un altro anno...

...Alla fine Bruce Wayne, alias Thomas Elliot, era riuscito a diventare sindaco di Gotham, grazie ad una serie di investimenti finalizzati alla ricostruzione della città ed all'aiuto dell ordine di Sant Dumas.
Terminate l'elezioni, Elliot organizzò un suo discorso alla popolazione davanti al municipio; salì sul palco organizzato per l'occasione, accompagnato dagli applausi del pubblico, e cominciò a parlare davanti ai microfoni.
"Vi ringrazio! Vi ringrazio cittadini di Gotham! Senza il vostro consenso, non avrei mai potuto raggiungere tale posizione e di questo vi sono grato. Tuttavia, non dovete fraintendere la mia posizione sociale: oggi ,di fronte a voi, vi parlo, non a titolo di sindaco o di miliardario, ma come umile rappresentante della volontà di Gotham! Guardate cosa siamo riusciti a fare nel giro di un anno e senza il sostengo del governo americano! Gotham è rinata solo grazie alla nostra forza di volontà!" (applausi)."Comunque, posso tranquillamente affermare, in comune accordo con voi, che tale condotta da parte dell' America non può essere accettata! é stata l'unione e la solidarietà di vari popoli che ha reso questo paese il più grande del mondo, così è stato, così deve essere e così sarà!" (Applausi).
"Ecco perchè non posso accettare la diffidenza del governo ed ecco perchè ho deciso di candidarmi anche alle elezioni del nuovo presidente degli stati uniti!!!" (applausi).
Mentre Elliot procedeva con il suo discorso, Vicky Vale lo riprendeva per il suo servizio televisivo.
"Salve signori e signore,qui in diretta per voi Vicky Vale dal municipio di Gotham dove si sta svolgendo un discorso del sindaco Bruce Wayne; come immagino avrete sentito, sembra che le sue intenzioni siano di andare oltre la semplice carica di sindaco; immagino che la domanda che noi tutti ci porremo nei prossimi giorni e se davvero sia in grado di farcela! Ma se volete altre delucidazioni, restate sintonizzati con noi nelle prossime ore dove cercheremo di intervistare Bruce Wayne; a te la linea Bob!" Disse contattando il conduttore televisivo del programma.
"Grazie Vicky! E adesso tra breve ci metteremo in contatto con il nostro inviato speciale Jack Ryder!" Si mette in contatto con Jack. "Allora Jack, di cosa ci parlerai oggi?"
"Salve Bob, oggi in "Passati criminali", parleremo affondo di uno dei più enigmatici e strani criminali della storia: il Joker. In questo momento mi trovo alla Ace Chemicals, completamente restaurata grazie ad un generoso investimento da parte del nostro sindaco, dove si dice abbia avuto qui origine la carriera criminale del folle. Se questo vi sembra strano, allora restate sintonizzati con noi a "Passati criminali", per saperne di più sul passato del Joker; a te la linea Bob."
"Grazie Jack, e adesso pubblicità!"
Chiusa la trasmissione, il falso sorriso di Jack, si tramutò in rabbia; si trovava sospeso sullo stesso ponticello da dove era caduto Joker, in balia della stessa vasca di agenti chimici, riflettendo sul suo lavoro.
"Dannazione!" Tirò un pugno contro il pannello di controllo lì vicino. "Hanno scelto lei... hanno scelto quella troia per i servizi più importanti! Mentre io invece sono bloccato qui, in questo stupido show che nessuno segue... ah, tutti questi anni di duro lavoro e ancora non valgo nulla... accidenti!" Pensò Jack.

Nel frattempo, su un tetto vicino al municipio...

... Dick Grayson, con addosso il suo costume da Nighwing, aveva steso alcuni membri dell' ordine appostati lì per sorvegliare Elliot; si avvicina all'orlo del palazzo per avere una buona visuale sull'obbiettivo, poi si accovaccia appoggiando a terra una valigetta.
Si mette in contatto con Barbara, ancora rifugiata all' estero.
"Pronto Barbara, sono Dick, sono in posizione."
"Ah, ciao Dick, com' è andato il viaggio?"
"Un po' turbolento... e lì invece, come va? Il bambino sta bene?"
"Si , il piccolo James sta bene, in questo momento è fuori a giocare con Alfred."
"Bene, e dimmi, hai notato qualche comportamento strano, magari simili a quelli del padre?"
"No per fortuna, credo sia ancora troppo piccolo per sviluppare simili comportamenti, ma in fondo credo che crescerà sano."
"Bene, mi fa piacere sentirlo, ma ora concentriamoci sulla missione."
"Si, hai ragione... allora, l'obiettivo è davanti a te?"
"Si, procedo al montaggio del fucile." Dick apre la valigetta: al suo interno vi sono vari pezzi per montare un fucile da cecchino.
"Dimmi, è uguale a lui?"
"Anche troppo, dannazione! Quel figlio di puttana si è fatto un bel lavoro... "
"Stai calmo Dick, non possiamo permetterci di fallire."
"Lo so, lo so... ah, devo ammetterlo, sono un po' nervoso, questo è il mio primo omicidio."
"é necessario Dick, non abbiamo altra scelta, adesso o mai più!"
"Si scusami hai ragione... chiudo le comunicazioni."
"Buona fortuna."
Chiuse le comunicazioni, Dick terminò di montare il suo fucile e lo puntò contro Elliot.
"Eccoti qui bastardo! Questo è per Bruce, maledetto..."
Mentre puntava, una strana nube bianca circondò il suo corpo e per qualche strano motivo i suoi occhi si fecero bianchi; aveva il dito sul grilletto, ancora una leggera pressione ed Elliot sarebbe stato un lontano ricordo. Ma prima che potesse farlo, dietro di lui apparve un losco figuro che lo fermò togliendogli il fucile.
"Ehi, ma che diavolo..." Si girò notando che il suo fucile era in mano a Batman.
"No, non è possibile... perchè mi fai questo? Perchè mi tormenti in questo modo Bruce?!" Non gli rispose.
"è così che vuoi fermarmi vero, facendomi credere di essere pazzo!? Con delle illusioni!?" Dick stava delirando: credeva di essere impazzito.
"Beh, non ci cascherò! Devo farlo anche se è sbagliato, per il bene della città... e per il bene di Barbara!"
A quelle parole, Batman reagì, colpendolo violentemente in faccia; in quel momento la nebbia che circondava Dick svanì ed i suoi occhi tornarono alla normalità.
"Come è possibile? Ma allora tu..." Batman non rispose, si limitò semplicemente a spaccare in due il fucile e poi svanì nel nulla.
Sconvolto da queste serie di eventi, rimase fermo immobile incredulo perciò che era accaduto, finchè non ricevette una chiamata da Barbara.
"P...pronto?"
"Dick, sono Barbara... allora, com'è andata?" Dick non rispose. "Dick? Dick, mi senti?"
"...Barbara, mi dispiace, non posso farlo."
"Dick, questo non è il momento di farsi prendere dal moralismo..."
"è troppo tardi Barbara... ho distrutto il fucile."
"Cosa? Sei diventato matto, e adesso come faremo?!"
"Troveremo un altro modo..."
"Lo sai meglio di me che non c'è un altro modo! è l'unica scelta che abbiamo, non possiamo lasciarlo in vita... altrimenti che ne sarà del sacrificio di Bruce, Tim e di mio padre!?" Gridò Barbara piangendo.
"Barbara! Si sono sacrificati proprio perchè credevano nell'esistenza di un bene superiore, un bene che hanno voluto trasmetterci affinchè potessimo condividerlo con il resto del mondo!"
"...Io..."
"Se ci arrendessimo adesso al male che abbiano combattuto per anni, allora il loro sacrificio non sarà servito a nulla!"
"Dick, io... non lo so..."
"Senti, lo so che in questo momento stai attraversando un periodo difficile, ma è proprio in questi casi che dobbiamo resistere e sforzarci di avere successo dove i nostri padri hanno fallito!"
"Dick..."
"Ti prometto che troveremo un' altra soluzione! Per favore, fidati di me!"
In quel momento il segnale si fa più debole fino a scomparire.
"Barbara? Barbara, mi senti?"
Poi all'improvviso scoppia un terremoto.
"Ah, ma che sta succedendo!?" Urlò Dick preoccupato.
Le scosse raggiunsero ogni angolo della città, gettando nel panico l' intera popolazione

Nel frattempo...
...le scosse raggiunsero anche la Ace Chemicals.
"Ehi! Ma cosa succede!?" Gridò spaventato Jack Ryder, che si manteneva a malapena in equilibrio sul pontile. Ad un certo punto però, un masso cade sul quadro comandi, attivando il rilascio delle sostanze chimiche nel canale di scolo; Un altro masso stava per cadere proprio dove si trovava Ryder che, non potendosi muovere per via delle scosse, non ebbe altra scelta se non quella di buttarsi nella vasca chimica, finendo risucchiato nel canale di scolo.

Tornando al municipio...

... le scosse si fecero così potenti da ridurre l'edificio in un cumulo di macerie. Cessato il terremoto, da quelle macerie spuntò fuori un enorme blocco d'argilla: era Clayface, a quanto pare ancora vivo ed anche ingigantito, probabilmente in seguito all' esposizione con il Lazzaro.
"GOTHAM! ADESSO SEI NELLE MIE MANI!(RISATA)"
Prima che iniziasse il peggio, Elliot si avvia velocemente sulla sua limousine, allontanandosi dal luogo del fattaccio. Dick, dal tetto in cui si trova, osserva preoccupato la situazione, finchè non riceve l'ennesima chiamata da parte di Barbara.
"Dick, ma cosa è successo!? C'è stato un forte calo di segnale!"
"Barbara, ho paura che dovrò restare qui ancora per un po'..."
"Perchè? Cos' è accaduto?"
"Clayface è tornato..." Chiuse la comunicazione.

...nel frattempo, giunto alla fine del canale, Jack Ryder, si ritrovò alla deriva di un enorme lago di sostanze chimiche.
"Ah, menomale, sono riuscito a salvarmi... ahi, ma cos'ho sulla pelle? Mi pizzica!"
Per verificare i danni, si specchiò sul riflesso del liquido rimanendone sconvolto: i suoi capelli erano di colore verde scuro, la sua faccia completamente deturpata e la sua pelle aveva assunto un colorito giallo limone. L' unica reazione "sensata" ad un evento simile fu una lunga e grassa risata da parte del giornalista stesso.

(Eccomi qui, ho concluso; molti di voi avranno notato anche il riferimento a Creeper;  per chi ha visto la serie animata, non avrà nulla da ridire su come sia nato; altrimenti vi informo che la versione animata è diversa da quella fumettistica, ed io ho preferito la prima. A parte questo, come ho già detto ho terminato; lo so che il finale lascia molti punti aperti, ma veramente credete che l'incubo di Arkham avrà mai fine? Secondo me no, non importa quante volte Batman salvi la situazione, il male ritorna sempre alla carica, più saldo e più forte di prima, così come appunto il bene. Un fumetto come Batman non potrà mai avere una fine e quindi, di conseguenza neanche la mia storia. E dopo questa riflessione mi affido ai vostri commenti; un ringraziamento a tutti coloro che hanno seguito questa storia fino alla fine, in particolare a quelli che me l' hanno recensita; vi prego di scrivermi quello che pensate e, soprattutto, ditemi se vale la pena che io continui a scrivere. Ciao a tutti.) 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: Reddy94