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Autore: thedarknesswillfall    01/07/2014    5 recensioni
I figli di Persefone sono rari per un solo motivo. Dato che a Ade non piace che la moglie abbia dei figli con un altro uomo, questi semidei nascono con una quantità enorme di morte, cioè, hanno più probabilità di morire. Nessuno ha vissuto fino all'età adulta. Sono influenzati dalle stagioni: in primavera ed in estate sono forti e vigorosi, mentre in autunno ed inverno sono più stanchi e deboli e molto vulnerabili alle malattie e spesso muoiono per questo motivo.
"-Accetti?- disse Ade, tendendomi la mano scheletrica. La strinsi. Un ghigno malvagio fiorì sulle sue labbra. Sapeva che avrei perso il gioco. Lo sapeva da sempre.Ed anche io."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione, cari e care.
Questo capitolo contiene un tantiino di violenza in più del solito, vi ho avvertiti.
Seconda cosa, se siete affezionati alla mia storia, munitevi di fazzoletti, gelato e coperte. Di solito io curo così il mio cuore, quando viene spezzato.



7. L'ultimo respiro del satiro.


<< Lilith... >> sussurrò una voce. Aprii piano gli occhi, gemendo. Sentivo le tempie pulsare dolorosamente.
Il volto di Annabeth apparve davanti ai miei occhi. Aveva i capelli biondi sciolti sulle spalle, la fronte corrugata. Gli occhi grigi erano più scuri del solito.
Accennai un sorriso: << Annabeth >> dissi, con voce roca. Mi accorsi in un secondo momento degli altri, alle spalle della figlia di Atena. Tutti erano vestiti con le solite magliette del campo: sopra di queste, però, indossavano armature scintillanti, fatta eccezione per Nico, che continuava a stringersi nel proprio cappotto, in disparte. 
Mi misi a sedere: << Io... >> alzai lo sguardo verso Leo, mordendomi il labbro inferiore << ...mi dispiace. Avrei dovuto parlarvi di Nico >>. Spostai lo sguardo verso il mio fratellastro, che osservava le proprie scarpe nere, corrose dal tempo.
Annabeth mi mise una mano sulla spalla: << Di questo non devi preoccuparti. Nico ci ha spiegato le sue buone intenzioni...ora, ciò che devi dirci è come sai dell'attacco al Campo Mezzosangue >>.
Trassi un respiro profondo e raccontai di Ade, dell'Ombra e di mia madre, Persefone. C'era poco da dire in realtà: la visione era durata solo qualche secondo, massimo un minuto e il concetto era chiaro. Presto un'armata mandata da Ade avrebbe tentato di invadere i territori del Campo Mezzosangue.
Piper si passò una mano tra i capelli spettinati: << Io non capisco: perchè Ade prova tanto rancore nei tuoi confronti? Voglio dire...anche lui ha...tradito Persefone! >> lanciò una breve occhiata a Nico, ma lui parve non farci caso.
Doson si grattò il mento ricoperto dalla barba grigia: << E' una cosa che Ade si porta sin dall'inizio dei tempi. E' una questione d'onore, per lui >>. Non fiatai nonostante la discussione riguardasse principalmente me. Guardai il pavimento, partecipando di tanto in tanto alla discussione che seguì. Non conoscevo bene i territori del campo per capire come andava difeso:
<< ...comunque sia, Lilith, dobbiamo portarti via da qui >> esclamò Doson, guardandomi. Mi passai una mano tra i capelli, inspidi e pieni di nodi. 
<< Dove mi portate? >> domandai, dopo qualche secondo. Immaginai un secondo campo fantasma, più forte e con barriere più resistenti. 
<< Non lo sappiamo ancora >> borbottò Leo, senza guardarmi. Mi morsi un labbro: era ancora arrabbiato per la storia di Nico?
Rimanemmo qualche minuto in silenzio, io con lo sguardo fisso sulle punte delle mie scarpe. Percy si fece avanti con le mani in tasca: << Forse potrem... >> le sue parole furono interrotte dal suono di un corno. Quasi allo stesso tempo, il palmo della mano prese a bruciare, come quando l'Ombra mi aveva rapita e portata nel bosco per uccidermi.
<< L'allarme! >> gridò Doson. Riuscivo chiaramente a percepire il panico nella sua voce. Il vecchio satiro scattò in avanti e mi afferrò per il polso: << Ce la fai a correre? >> mi chiese, guardandomi fisso negli occhi. Annuii, troppo spaventata per pronunciare una sola sillaba. 
<< Perfetto, bimba. Preparati, ora si balla! >>.

Uscimmo fuori come dei razzi, Doson che continuava a stringermi il polso. Avevamo avuto giusto il tempo di afferrare ambrosia e qualche dollaro, prima di precipitarci all'esterno. La scena che si presentò davanti ai miei occhi fu una delle più spaventose, ma allo stesso tempo affascinanti, che si possano mai descrivere. Riuscivo a percepire qualcosa di antico e profondo nell'aria. Semidei in armatura scintillavano al sole: sembravano una moltitudine di monete d'oro, tutte messe in fila. E poi...e poi l'orrore.
La barriera che circondava il campo era assediata da Ombre, di ogni misura. Gli occhietti rossi brillavano come rubini, rubini colmi di furia omicida. Riuscivo a percepire i tonfi sordi che emettevano le creature oscure, lanciandosi contro la Barriera per mandarla in frantumi.
Doson mi strattonò il braccio e riprendemmo a correre. Troppo tardi. Con il suono di centinaia e centinaia di finestre che vengono distrutte, la barriera finì in mille pezzi. Le Ombre fecero il loro ingresso, continuando ad emettere i soliti strilli acuti. Il palmo della mano marchiata era andata completamente a fuoco. Era come se avessi poggiato la mano su un mucchio di carboni ardenti. Mentre correvo, voltai la testa per vedere che fine avessero fatto gli altri. Solo Leo e Nico continuavano a correre con noi, gli altri erano tutti impegnati a lottare contro i nemici.
Vidi Jason accasciato a terra, con un rivolo di sangue che gli scendeva dalla fronte. Cercai di gridare "Aiutatelo" ma avevo i polmoni in fiamme per la corsa e quello che mi uscì fu un debole e rauco lamento.
Continuavo a percepire le lame delle spade, le punte delle frecce conficcarsi in qualcosa che non sarebbe mai morto, o almeno non così.
Un nodo di sensi di colpa mi salì alla gola: non sarebbero mai riusciti a sconfiggerli. Io ci ero riuscita solo grazie all'aiuto del dono di mia madre. 
Non ebbi la forza di chiedere a Doson di fermarsi, di cercare un modo per aiutare gli altri. Continuammo a correre, dirigendoci verso una delle colline che nascondeva il Campo, una delle due non assediate dalle Ombre. Mi chiesi come mai quella collina non fosse stata attaccata: forse l'armata era composta da poche Ombre e avevano preferito attaccare tutte in un solo punto, per riuscire a catturarmi più facilmente...
Nonostante ci fossimo allontanati parecchio dalla battaglia, il palmo continuava constantemente a bruciarmi. La mia mente arrivò a pensare che tutta quella apparente tranquillità fosse una trappola, quando ci ritrovammo faccia a faccia con il pericolo. Fruscii e sibilii si trasformarono in grida laceranti:
<< E' una trappola! >> urlò Nico, estraendo la sua spada. 
Doson si fermò a pochi passi da una delle oscure figure. Strinse ancora di più la presa sul mio polso, si girò e riprese a correre, per ritrovarsi un'altra Ombra davanti.
Eravamo circondati: Leo, Nico e Doson si strinsero attorno a me, mentre i nemici avanzavano:
<< Fermatevi! >> gridò Nico, alzando la mano dove portava l'anello a forma di teschio: << Sono Nico Di Angelo, figlio di Ade! N-non potete ucciderci! >>
<< Oh, ma noi non abbiamo intenzione di uccidere te... >> sibilò un'Ombra, allungando una delle lunghe mani artigliate, puntando il dito indice verso di me: << ...è lei, il nostro bersaglio. Lasciatela a noi...padroncino >>. Sussultai a quell'ultima parola.
Padroncino.
Nico era pur sempre un figlio di Ade: perchè stava facendo tutto questo per me?
<< Doson, come si uccidono queste..cose?! >> esclamò Leo, la voce tesa e lo sguardo che continuava a roteare, passando da un'Ombra ad un'altra. Doson rispose con un ringhio: << Possono essere uccise solamente con i Doni degli Dei, o da un Dio stesso. Bestie! >>. A quella parola le Ombre emisero un rauco sibilio: pensai che stessero ridendo.
<< Ma quante cose sappiamo, vecchio satiro. Sai, se non fosse per il fatto che tieni tanto alla vita della ragazzina ti avrei già portato dal mio padrone. Ha bisogno di gente con un po' di sale in zucca >>
<< Non accetterei mai! >> abbaiò Doson, pestando gli zoccoli caprini sul terreno. Tremavo, mi sentivo male.
Abituata com'ero al calore del mio rifugio, il gelo dell'inverno sembrava una pugnalata dritta dritta al petto.
<< Mi sa che è ora di combattere, ragazzi! >> disse Leo, infilando una mano nella cintura degli attrezzi che portava sempre con sé. Ne fece uscire fuori un martello enorme, la quale parte superiore era ricoperta da borchie. Sbattei le palpebre più volte: << E quel coso da dove diamine...? >>
<< Te lo spiego più tardi, se sopravviviamo, eh? >>. Nico continuava a stringere tra le mani la spada. Gli unici disarmati eravamo io e Doson. 
Il satiro mi guardò per una manciata di secondi, mentre il figlio di Ade e il figlio di Efesto si lanciarono sulle figure oscure, alzando le armi sopra la testa.
Nico trapassò un'Ombra, che non battè ciglio: << Oh, mi fai il solletico! >> rise quella. Leo e Nico si scambiarono uno sguardo inorridito. Ben presto si scatenò il putiferio: la maggior parte delle Ombre si lanciò sui due ragazzi, mentre altre due decisero di dar del filo da torcere a me e a Doson. Il satiro continuava a saltellare e a correre schivando gli artigli delle Ombre. Io gli arrancavo dietro, cercando di fare il possibile per non essere colpita, ma mi sentivo stanca.
Qualcosa nella mia testa mi consigliava di abbandonarmi al terreno gelido, di porre fine a quella sofferenza inutile. Stavo solo rallentando gli altri. Inciampai e caddi lunga distesa, trascinando con me Doson, che non aveva nemmeno minimamente pensato di abbandonarmi in balia di quelle creature.
<< Fine dei gioch... >> ma fu interrotta dalle grida di Leo. 
<< LILITH, DOSON! >> diceva. Le Ombre che combattevano contro di lui e Nico poco prima, presero a seguire il figlio di Efesto, lasciando il figlio di Ade svenuto a terra. Provai ad alzarmi sulle ginocchia, senza successo. Mancavano così pochi passi...
Una delle due Ombre che sovrastavano me e Doson si voltò rapidamente verso di noi ed alzò un braccio scuro. Gli artigli luccicarono alla luce del sole che stava tramontando: << Il Padrone vuole averti viva. Peccato per il tuo amico caprino, era così.. >> Leo corse ancora più velocemente << ...inutile >>. 
Il braccio scese ad una velocità impressionante, andandosi a schiantare sul corpo tremante di Doson.
Lo trapassò rapido, violento e nello stesso modo ritirò l'arto. La camicia di flanella di Doson prese a colorarsi di rosso sangue, che gli scendeva anche dalla bocca, macchiando la barba grigiastra.
Aveva gli occhi spalancati, puntati verso di me. Affondai le unghie nel terreno, trascinandomi verso il suo corpo, che si muoveva percorso da lenti spasmi di agonia.
Non poteva morire. Non ora.
<< NO! >> strillò Leo, fiondandosi sull'assassino di Doson. Il martello gli attraversò la testa, senza scalfirlo minimamente. Leo prese a menare fendenti a destra e a sinistra, tentando di portare via le Ombre da me e dal corpo di Doson.
Le lacrime cominciarono a rigare le mie guance: dolorante, strinsi la mano del satiro. Anche lui piangeva.
<< Ti prego Doson, sei l'unico che mi è rimasto... >> singhiozzai. Lui si sforzò di sorridere e alzò lentamente l'altra mano, che alzò sopra la mia testa, scompigliandomi i capelli. Poi la fece tornare al suo posto, chiuse gli occhi ed esalò l'ultimo respiro.
Mi afferrai la testa tra le mani, cominciando a strillare. Avevo la gola in fiamme, ma non mi importava. Non riuscivo a sopportare ancora quel dolore. 
Un gemito mi arrivò alle orecchie. Leo venne scaraventato accanto a Nico. Fu abbastanza forte da rimmettersi in piedi, ma non era capace di alzare il martello: << B-bastardi.. >> balbettò, zoppicando.
Le Ombre parvero non considerarlo più di tanto: puntarono gli occhietti rossi su di me. Si avvicinavano sempre di più, emettendo il loro ormai familiare sibilio acuto. 
Non importava: non c'era nessun'altro modo per salvare gli altri. E fu lì che la vidi. Bianca, dagli occhi azzurri. Una colomba poggiata sul ramo di un albero poco lontando da me. 
L'animale, che sembrava emanare una specie di area dorata, spiccò il volo. Volò sbattendo così forte le ali, che fece cadere una piuma.
Una piuma argentata.
Fu allora che capii. Quello era un dono. Pensai velocemente a cosa portasse la colomba, che significato avesse e la soluzione fece risvegliare in me una forza che pensavo di aver perso. Mi alzai in piedi, e strinsi la piuma nel palmo della mano marchiata. Il contatto con quel dono calmò il bruciore, miracolosamente.
Chiusi gli occhi e pregai, implorai Afrodite di aiutarmi. Per Doson, per Leo, per Nico e per tutti quelli che tentavano di proteggermi al Campo. 
Riuscii a percepire il calore che emanava la piuma tra le dita. Aprii gli occhi non appena mi arrivarono alle orecchie gli ululati di dolore delle creature Oscure. Sentii in lontananza anche quelli delle Ombre rimaste al Campo.
Aprii il palmo della mano che stringeva la piuma e la luce divenne ancora più intensa. Leo mi guardava, lo sguardo colmo di stupore. Con la coda dell'occhio osservai il corpo di Doson privo di vita. 
La luce assunse una sfumatura argentea. Come una spada di metallo trafora il corpo di un uomo, la luce attraversò le Ombre che svanirono, lasciando al loro posto un cumolo di polvere, che volò via, disperdendosi nel vento.
Mi accasciai sulle ginocchia, sfinita. Sentivo di star per perdere i sensi e mi lasciai cadere sull'erba soffice.
Sentii Leo fare lo stesso, stendendosi di fronte a me.
Strinse la mia mano: aveva gli occhi rossi e gonfi. Grossi lacrimoni gli rigavano le guance. Scoprii che anche le mie erano umide di lacrime salate.
<< Doson...lui sarebbe fiero di te >> gli sentii sussurrare, prima di sprofondare nell'oscurità.





Cieo.
Come state? Siete traumatizzati?
Allora, non credo che ora tutti quanti mi amiate particolarmente, eh? Oltre per il capitolo molto, ehm...
ma anche per la mia lunghiissima assenza.
Vedete, avevo gli esami, quindi ho staccato la spina dal mondo "virtuale" per dedicarmi a quello "reale". 
Quando li ho finiti, ho preferito prendermi un altro po' di pausa, per dedicarmi alla scrittura di un'altra breeevissima storia, su Lilith, che pubblicherò dopo la fine della prima parte delle avventure della figlia di Persefone, yeeeeh. 
Si perchè la storia è divisa in due parti: la prima è quella che state leggendo, mentre la seconda... eheheh.
Comunque, siamo già ad un bel punto della storia, anche se manca parecchio..ma parecchio al punto centrale del racconto. Beh, vi annuncio che da oggi pubblicherò più capitoli che posso, forse anche uno al giorno, vedremo.
Per quanto riguarda il canale youtube, sto per aprirlo, quindi preparatevi. Volevo solo chiedervi una cosa per il trailer. 
Ovviamente per crearne uno, ho bisogno di attori che diventino i personaggi della mia storia. Sapete consigliarmi qualcuno per Lilith, Doson, Leo e Nico? Nico ne avevo trovato uno...ma era troppo piccolo!
Detto questo, vi lascio. Devo dire che mi siete mancati tutti!
Alla prossima, un bacio!
-thedarknesswillfall
  
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