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Autore: StormLight94    01/07/2014    4 recensioni
Fanfiction ambientata dopo la 7x24 fino alla 8x01 compresa.
Amy è arrabbiata e delusa per essere stata lasciata da sola senza alcuna spiegazione, ma non può fare a meno di pensare a Sheldon e a cosa stia facendo in questo momento.
Cosa accadrà quando si rincontreranno dopo tutti questi mesi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :D
Torno scrivendo una one-shot dopo il finale di stagione dove mi sarei aspettata di tutto tranne un episodio semi-drammatico che mi ha fatto dire: "Embè, cosa ci trovano di così divertente?"
Sta di fatto che fino al 22 settembre non so come farò a resistere (siamo al primo luglio, dai solo due mesi e mezzo T.T), probabilmente mi farò ibernare, perciò nell'attesa ho scritto questa roba e spero vivamente che non sia uno schifo ma probabilemente lo è.
È una songfic, la prima che scrivo, e la canzone che fa da sottofondo è "Il mio pensiero" del grandissimo Ligabue (ascoltatela poi ditemi se non è perfetta per questo contesto u.u)
Detto questo spero di leggere un vostro commento a riguardo :)
Alla prossima^^


Can you feel me when I think about you?




Cosa c'entra questo cielo lucido

Che non è mai stato così blu
E che se ne frega delle nuvole
Mentre qui manchi tu.
 
Amy si accanì su Leonard con la prima cosa che trovò. Un semplice cuscino nel suo caso.
<< Perché l'hai lasciato andare via?! >>

Amy si chiese per quanto tempo avrebbe dovuto aspettarlo ancora. Erano passati diversi mesi, l'estate stava giungendo al termine e ancora non era riuscita ad accettare completamente la sua scelta.

Si tolse il camice bianco e i guanti in lattice prima di prendere la borsa e uscire dal laboratorio. Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare al motivo per cui avesse deciso di andarsene di punto in bianco. Senza dare spiegazioni a nessuno, sopratutto a lei, l'unica che ne avesse davvero motivo di esserne a conoscenza. Più passava il tempo più si auto convinceva di essere, in fondo, poco importante per lui.
"Se davvero gli fosse importato qualcosa di me, non se ne sarebbe mai andato." continuava a ripetersi mentalmente in tono sconsolato.
Aveva cercato in tutti i modi di farsi dare qualche chiarimento al telefono, ma Sheldon usava un tono vago e cercava sempre di cambiare argomento. Forse la causa era lei, pensava.
Aveva insistito troppo con questa faccenda dell'andare a vivere insieme e lui doveva aver pensato che l'unico modo per cambiare idea fosse quello di allontanarsi per un po', capendo così l'importanza che Amy aveva ormai nella sua vita.
Sospirò mentre cercava le chiavi della macchina. Ma chi voleva prendere in giro? Doveva smetterla di fantasticare su cose irrealistiche come quella. Se aveva lasciato Pasadena era solo perché si era stancato di lei, della sua vita che stava prendendo una piega inaspettata e aveva bisogno di cambiare aria.
Eppure questo era quello che pensava lei. Quando Sheldon l'aveva chiamata qualche giorno prima ciò che aveva sentito da lui era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata. Le aveva detto che, fra tutti, lei era quella che più gli mancava. Non sapeva se essere felice o arrabbiata.
Felice perché per la prima volta le mostrava apertamente un lato di sé, quello più fragile e nascosto.
Arrabbiata perché c'era voluta la distanza di centinaia di chilometri per fargli capire che lei, ormai, era diventata parte integrante nel suo mondo perfettamente calcolato.

Pomeriggio spompo di domenica
Come fanno gli altri a stare su
Non arriva neanche un po' di musica
Quando qui manchi tu.


<< Ho dovuto farlo, Amy! Tutto quello che è accaduto nell'ultimo anno per lui è stato molto, molto difficile. Ha bisogno di staccare un po' e credo che andarsene sia stata la cosa migliore da fare. >>

Anche se ormai non lo dava più a vedere, dentro di sé incolpava ancora Leonard e Penny per avergli permesso di lasciarla. La vita ovviamente procedeva come sempre, tra i primi preparativi del matrimonio e la nuova fiamma di Raj e a Amy tutto ciò sembrava quasi surreale. Avevano un'aria tranquilla, quasi serena si potrebbe dire, nonostante si sentisse la mancanza di qualcuno. Era ancora difficile abituarsi a quell'atmosfera così calma, priva di puntigliose osservazioni su ogni gesto considerato sbagliato o lunghissimi ed esasperanti monologhi.

Era stato un sollievo i primi giorni e un ricordo nostalgico in quelli successivi, che poi divennero settimane e infine mesi.
Spesso si domandavano dove fosse, mentre erano seduti intorno al solito tavolino, o cosa stesse facendo e più di una volta balenò nella mente di alcuni l'idea di rintracciarlo e raggiungerlo, solo per dirgli che quello che stava facendo era superfluo e che soltanto insieme avrebbero potuto risolvere ogni problema.

Cosa c'entra questa notte giovane
Non mi cambia niente la tv
E che tristezza che mi fa quel comico
Quando qui manchi tu.


L'autunno era arrivato da un pezzo e un vento freddo che preannunciava l'arrivo dell'inverno scompigliò i lunghi capelli di Amy, ma non se ne curò affatto.
Aprì la porta di casa e si buttò sul divano con sguardo assente, ignorando la chiamata di Penny sul cellulare.
Accese il televisore, un po' per abitudine e un po' perché le voci e i suoni l'avrebbero fatta sentire meno sola.
Quello non era un giorno come gli altri. Era giovedì sera, la serata del loro consueto appuntamento. Ma c'era dell'altro: quello era il giorno del loro anniversario. Ben quattro anni, mica cosa da poco.
Dopo il famoso bacio sul treno si aspettava un anniversario degno del suo nome. Una serata che non si sarebbe dimenticata, che avrebbe portato dentro di sé per molto tempo.
Sospirò. Chiuse gli occhi e cercò di immaginarselo lì, seduto accanto. Provò ad immaginare come si sarebbe vestito: elegante o inconfondibile maglia da nerd?
Nella sua mente se lo raffigurò mentre criticava il lavoro di Leonard, la superficialità di Penny, l'inettitudine di Howard, le lamentele di Rajesh. Sembrava quasi potesse sentire la sua voce, ma quando riaprì gli occhi era di nuovo sola nel suo appartamento.
Perché infondo ciò che voleva solamente era passare un po' di tempo con lui. Non chiedeva poi molto. Venne riscossa dai suoi pensieri quando il cellulare vibrò una sola volta sul tavolino di fronte a sé. Aveva intenzione di ignorarlo, ma qualcosa la spinse ad afferrarlo e a leggere il messaggio.  

Buon anniversario, Amy.


Sorrise.

Stavano pensando la stessa cosa.
E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere

Amy era arrabbiatissima. Non si era mai sentita così con qualcuno prima.
<< La cosa migliore da fare?! Non hai pensato a me? Cosa dovrei fare adesso? Restare qui e aspettarlo fino a quando si deciderà a tornare? >>
Leonard prese un lungo sospiro. << È difficile Amy, ma devi farlo. Devi farlo per lui. >>

Si ritrovò a pensare a lui in ogni momento della giornata, nonostante facesse di tutto per non pensarci. Eppure ogni cosa lo ricordava. Il modo con cui aveva disposto gli oggetti in casa seguendo dei criteri ben specifici adottati direttamente da lui perché il modo in cui erano disposti prima lo infastidiva. Oppure quando passava un episodio di Star Trek e lei si ritrovava a guardarlo invece di cambiare canale, sentendo nella sua mente come ne parlava affascinato con gli amici.
Le mancavano il modo saccente con cui si rivolgeva alle altre persone e i suoi sproloqui esasperanti su qualsiasi cosa potesse stuzzicare il suo interesse.
Più si sforzava di non pensarci più si accorgeva di dettagli a cui non prestava attenzione quando lui era lì. Dettagli che, si era ripromessa, non avrebbe più ignorato.
Prese il cellulare e digitò velocemente sulla tastiera prima di uscire di casa.

Torna presto.


<< Mi ha lasciata non è così? Mi ha lasciata e non ha avuto il coraggio di dirmelo. >>
mormorò pur sapendo che non era affatto così. Era la paura, paura di essere stata abbandonata a farla parlare.
Leonard si avvicinò prendendole le spalle.
<< No, non ti ha lasciata. Non lo ha fatto e non lo farà mai. Ne sono sicuro. >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Sheldon tiene a te molto più di quanto pensi e questo lo sai anche tu. >>
Scosse la testa. Non era convinta di quello che aveva appena detto.
<< Amy, prova a fidarti di lui. >>


Cosa c'entra quel tramonto inutile
Non ha l'aria di finire più
E ci tiene a dare il suo spettacolo
Mentre qui manchi tu.


Sheldon guardava distrattamente fuori dal finestrino il panorama scorrergli davanti. Dopo aver viaggiato a lungo, fermandosi nei posti più disparati, aveva deciso di tornare a casa in Texas da sua madre. Aveva bisogno di un posto familiare, ma non era ancora pronto a tornare a Pasadena.

Eric, seduto al suo fianco, gli raccontava con grande entusiasmo qualche aneddoto sui treni che aveva scoperto di recente. Il fisico però non lo stava neanche ascoltando. Nonostante la passione che li accumunava, il lungo tragitto che avevano trascorso insieme e l'intesa che ormai si era creata tra di loro, c'era qualcosa che gli mancava e Eric non sarebbe mai riuscito a colmare il vuoto che sentiva.
Provò a riflettere per capire cosa esattamente gli mancava. Ripensò a quando leggeva i fumetti, cosa  che non faceva da solo da molto tempo poiché con Leonard aveva creato una buona base su cui discutere e scambiarsi opinioni. Gli venne in mente quando Leonard gli regalò la biscottiera di Batman che sfoggiava con orgoglio nella parte più visibile della cucina.
Ripensò al suo lavoro in università tra equazioni e formule intricate, a quanto tempo passasse immerso nella sua amata matematica e a quando senza riflettere aveva parlato male di Howard alla tizia dell' FBI mandando a monte la sua opportunità lavorativa e rallentandogli la carriera di ben tre anni. Era riuscito a farsi perdonare regalandogli il suo posto sul divano, il fulcro su cui si basava il suo intero universo.
Sorrise. Doveva essere fuori di testa in quel momento per avergli offerto una cosa a cui teneva così tanto. Fortunatamente era tornato in sé in tempo per reclamare ciò che era suo.
Ripensò a Raj e al breve periodo in cui lavorarono insieme e a come, nonostante le piccole diatribe e incomprensioni, fossero riusciti a spiegare quella cosa dei buchi neri lasciando piacevolmente stupito il direttore dell'università.
Si ricordò anche di Penny e di quando gli cantava soft kitty quando stava male o quella volta che gli regalò il tovagliolo autografato da Leonard Nimoy o di quando gli aveva preso il teletrasporto dell'Enterprise per il signor Spock -che aveva poi rotto, ma quelli sono dettagli-, e di tutte le volte che sì, litigavano e si facevano i dispetti, ma tutto sommato sapeva di poter contare su di lei.
Sospirò. Sentiva davvero la loro mancanza.

Così solo da provare panico
E c'è qualcun'altra qui con me
Devo avere proprio un'aria stupida
Sai com'è, manchi te.


<< Aspetta Leonard. >> disse quando l'amico si voltò per andarsene dopo averlo salutato. Leonard si girò aspettando che continuasse.

Sheldon sospirò.
<< Prenditi cura di Amy mentre io non ci sono. >>
Leonard annuì. << D'accordo. >>


Poi c'era Amy.

Fra tutti lei era a cui si ritrovava a pensare più a lungo. L'aveva lasciata da sola, senza dirle nulla e si sentiva davvero in colpa. Sapeva di poter contare sui suoi amici, ma non si sentiva poi così tranquillo. Rimurginava su come, senza pensarci, l'aveva accusata di dire una cosa stupida e fuori dal mondo quando gli aveva proposto -per la seconda volta- di vivere insieme. Ora che però Leonard stava per sposarsi non era una cosa poi così assurda. Non poteva restare con loro come aveva precedentemente presupposto, -Leonard era stato ben chiaro al riguardo- perciò occorreva stabilire un nuovo piano che riguardasse la sua possibile locazione futura.
Prima di questo però c'era un'altra cosa che lo tormentava.
Amy era arrabbiata con lui? Cosa avrebbe fatto una volta tornato?
Non lo sapeva e aveva paura che non lo avrebbe mai saputo fino a quando non si fosse trovato di fronte a lei.
<< Ti è arrivato un messaggio. >> disse Eric sentendo la suoneria e vedendo il cellulare che si illuminava nella tasca dei pantaloni.
Sheldon lo guardò leggermente sorpreso per non aver sentito nulla. Strano, di solito il suo udito da vulcaniano non lo tradiva mai.
Prese il cellulare e lesse il messaggio che conteneva soltanto due parole.
Piegò un angolo della bocca in un mezzo sorriso sghembo.
Eric lo guardò curioso, ma Sheldon non gli disse nulla.
Ripose l'oggetto in tasca e ritornò con lo sguardo sul panorama monotono che gli passava davanti.

Tornerò presto. Te lo prometto.

 



E adesso che sei dovunque sei
Ridammelo indietro il mio pensiero
Deve esserci un modo per lasciarmi andare.


Dopo tutti quei mesi in cui Amy aveva provato più solitudine che in qualsiasi altro momento della sua vita, capì che era inutile cercare di isolarsi ancora di più. Ritornò a frequentare il gruppo di amici più assiduamente, esattamente come faceva prima. E anche gli altri erano ben felici di riaccoglierla nuovamente. Ovviamente però non era più esattamente come prima e nonostante lei cercasse di nasconderlo, si accorsero che c'era qualcosa che non andava, non ci voleva un genio per capirlo.


<< Non mi importa, dico davvero. >> disse quando Penny le chiese ancora una volta come si sentisse e cosa ne pensasse di Sheldon. << Per me può fare quello gli pare. Ormai non mi interessa più nulla. >>

Aveva ancora ben in mente il modo in cui l'avevano guardata quando aveva risposto a Penny in quel modo così freddo e inconsueto. Erano perplessi, stupiti, amareggiati.
Aveva detto quelle parole solo per cercare di mostrarsi forte, una a cui non importava nulla esattamente come era prima di conoscerli. Anche se dentro di sé soffriva ancora non voleva che gli altri scoprissero quanto in realtà fosse fragile e insicura in questo momento.
Se lui aveva preso una decisione tanto drastica, beh, perché non poteva farlo anche lei?
Cominciò a insinuarsi nella mente il pensiero che forse, se avesse deciso di interrompere la relazione con lui si sarebbe sentita meglio. Avrebbe potuto iniziare una nuova vita, no? Infondo aveva tutte le ragioni del mondo per farlo.
Ma sarebbe riuscita davvero a fare una scelta simile?
Era così assorta che quando improvvisamente sentì bussare alla porta trasalì. Decise di ignorare lo scocciatore che aveva deciso di disturbarla a quell'ora.
 Bussò un'altra volta, tre colpi esatti e Amy spalancò gli occhi. Rimase immobile per secondi che parvero infiniti.
Quando lo sentì per la terza volta scattò in piedi e fissò la porta con il cuore in gola.
Non può essere qui pensò e intanto si stava già avvicinando lentamente. Fece scivolare la mano sulla maniglia e la girò con un semplice scatto sperando che non si fosse illusa inutilmente.
Trattenne il fiato quando se lo ritrovò davanti. Era come se il tempo in realtà non fosse mai passato, come se non se ne fosse mai andato e si fossero visti soltanto il giorno prima.
<< Ciao Amy. >> disse stringendo nervosamente la tracolla.
<< Sheldon...>> mormorò con un filo di voce.
<< Sono tornato. >>
Amy annuì e il fisico abbozzò un sorriso. Entrò e abbandonò la valigia in un angolo, poi la guardò nuovamente.
<< Appena sono sceso dal treno ho deciso di venire prima qui. Nemmeno Leonard sa che sono tornato. >>
<< Perché? >> chiese socchiudendo gli occhi.
<< Non lo so. >> sospirò. << Immagino che sia per il fatto che ti ho lasciata sola per tutto questo tempo. Quando Leonard era tornato dalla spedizione al Mare del Nord mi aveva mentito sulla sua data di ritorno per stare da solo con Penny. Ora capisco perché l'abbia fatto. >>
Amy scosse la testa. << No, intendo perché sei andato via? >>
Sheldon indugiò qualche secondo. << Pensavo  che ormai fosse ovvio. >>
<< Voglio sentirtelo dire. >>
<< Avevo solo bisogno di capire cosa volessi davvero dalla vita e per farlo era necessario tagliare ogni tipo di ponte con le persone che più mi influenzano. >> si avvicinò di più a lei, accorciando la distanza e Amy si sentì improvvisamente più vulnerabile. Era passato molto tempo dall'ultima volta che si erano ritrovati così vicini. << Sono accadute molte cose che mi hanno messo in una condizione in cui non sono più certo di nulla. Non posso controllare tutto quello che mi sta attorno, come non posso convincere le persone a fare quello che voglio io. >>
<< E cosa sei riuscito a capire? >> chiese.
Il fisico si sedette sul divano e si prese una lunga pausa prima di rispondere. Era una domanda difficile e non era del tutto sicuro della risposta, ma Amy voleva sapere ed era giusto provare almeno a darle qualche chiarimento.
Vedendo la sua esitazione Amy si avvicinò con cautela fino a sedersi accanto a lui, mantenendo comunque una certa distanza. L'ultima cosa che voleva era metterlo a soggezione ulteriormente.
<< Ho capito che fuggire non è servito a nulla. Tutto quanto sarebbe proseguito nello stesso identico modo sia che fossi rimasto o no. Sono stato egoista nel prendere questa decisione e ho pensato solo a me stesso. >> si fermò un attimo prima di proseguire. << Mi dispiace. >> mormorò infine.
Amy rimase colpita da quelle parole. Per una volta Sheldon si era scusato e aveva ammesso di aver sbagliato, di essere in errore. Una cosa non da poco considerando il suo spropositato egocentrismo.
Amy addolcì lo sguardo. No, non poteva essere ancora arrabbiata con lui. Forse, però, non lo era mai nemmeno stata veramente.
<< Non importa, Sheldon. >> disse. << Adesso sei qui. Questo è l'importante. >>
Il fisico si sentì improvvisamente e inspiegabilmente più sollevato. Era come se si fosse liberato da un grosso macigno. Un grosso macigno che si era portato dietro dal preciso momento in cui aveva messo piede su quel treno che lo aveva portato via da Pasadena, dai suoi amici, dalla sua vita. Il suo viso si illuminò e prese a trafficare nella borsa finché non tirò fuori il uso fedele ipad.
Lei lo guardò leggermente divertita.
<< Cosa stai facendo? >> chiese notando la sua espressione concentrata mentre faceva scorrere il dito sullo schermo.
<< Vorrai vedere tutto il mio viaggio suppongo. >> rispose con ovvietà. << Non ti ho aggiornato accuratamente durante questi mesi e diverse cose, quelle più superflue, le ho tralasciate. >>
Amy si sistemò meglio sul posto e lisciò la gonna sulle ginocchia. << D'accordo. Fammi vedere. >>
Sheldon le avvicinò l'ipad per farle vedere una cartina.
<< Queste sono state le tappe principali, mentre questi i posti in cui mi sono fermato un giorno soltanto. >> disse indicando cerchi di due colori differenti. << Ho anche incontrato il mio amico Eric esattamente due giorni dopo la mia partenza. Un vero colpo di fortuna non trovi? Non che io credi alla fortuna sia chiaro, solo gli ignoranti e i creduloni posso affidarsi a una cosa senza alcuna base scientifica, però posso dire che sia stata una fortuita coincidenza, ecco. >>
Amy sorrise. Non aveva ancora perso il suo tono saccente.
<< Così mi ha tenuto compagnia per tutto il tempo. Dovresti vedere quante cose sa sui treni, sembra un'enciclopedia ambulante. Non pensavo di trovare qualcuno con una passione addirittura superiore alla mia e...>>
La neurobiologa smise di ascoltarlo. Non per cattiveria o per mancato interesse, ma perché si stava concentrando su altro. Più che ascoltare le sue parole, Amy stava osservando il suo volto, i suoi occhi posarsi alternativamente su di lei e sull'oggetto che aveva in grembo, i suoi gesti così enfatici ogni volta che argomentava qualcosa a cui teneva particolarmente.
Senza pensarci due volte si allungò velocemente verso di lui appoggiando le labbra sulle sue.
Il fisico aveva gli occhi sgranati, completamente colto alla sprovvista. Non si aspettava certo una cosa simile dopotutto. Eppure non voleva che lei si allontanasse, che lo lasciasse. Rilassò i muscoli tesi e Amy notò che poco alla volta il suo disagio iniziale si stava affievolendo sempre di più per cui con una mano appoggiata sul cuscino del divano fece leva per avvicinarsi di più, quel tanto che bastava per sentire il calore del suo corpo a contatto con il suo. Per poco l'ipad non cadde per terra quando Sheldon spostò la mano per sfiorarle il viso.
Lei si staccò lentamente specchiandosi nei suoi occhi azzurro ghiaccio.
<< A Houston mi avevano offerto la possibilità di lavorare nella loro università e poter proseguire le ricerche sul campo che avevo scelto io, non per forza sulla teoria delle stringhe. >> disse Sheldon con un voce così bassa da risultare roca.
L'espressione serena sul volto di Amy si spense improvvisamente e rimase completamente immobile aspettando la sua risposta nonostante avesse paura di sapere cosa avrebbe scelto.
<< Ho rifiutato. >>
Sorrise perché capì il motivo di quel rifiuto. Non lo avrebbe mai ammesso, ma se non ci fossero stati lei e i suoi amici non sarebbe mai riuscito a lavorare e a vivere in un posto che non sembrava familiare, nonostante in quella città ci fosse cresciuto.
<< Ora che Leonard e Penny si vogliono sposare come pensi di comportarti a riguardo? >> domandò sinceramente incuriosita.
<< Pensavo di trasferirmi nel vecchio appartamento di Penny così che, dopo aver disinfettato accuratamente ogni angolo dell'abitazione, io possa sistemarmi e vivere per conto mio. >>
Amy rimase delusa, ma sapeva fin da subito che sarebbe finita così. Non c'era bisogno di illudersi.
<< Però poi considerando i vari pro e i contro ho pensato che forse avrei potuto cambiare la connotazione del mio piano iniziale che prevedeva per l'appunto il restare da solo nell'appartamento di Penny, per vertere su un'opzione in cui forse avrei potuto considerare l'idea in cui tu subentravi al posto di Leonard nel contratto tra coinquilini che abbiamo sottoscritto e che quindi avresti potuto diventare, forse, mia coinquilina, vivendo perciò nel mio vecchio appartamento. >>
Amy sgranò gli occhi incredula. Le stava davvero offrendo la possibilità di diventare sua coinquilina?
Assottigliò lo sguardo. << D'accordo. Ora ripetilo senza il triplo uso di avverbi dubitativi. >>
Sheldon si irrigidì. << Ogni volta diventa sempre più difficile...>> mormorò contrariato. << E va bene. >> si sistemò meglio sul posto giusto per prendere un po' di tempo. << Amy, presupponendo che comunque non ci sarà alcun tipo di contatto fisico che non sia già stato discusso e approvato e posto nel nostro contratto e che in alcun modo la nostra relazione si sposterà di un ulteriore livello, saresti disposta a sottoscrivere un documento in cui ti sottopone formalmente e legalmente a una coabitazione con il sottoscritto? >>
Amy avrebbe preferito qualcosa di più semplice e diretto, senza tanti giri di parole, ma sapeva che il termine "semplicità" poco si addiceva alla sua personalità.
La neurobiologa gli mostrò un grande sorriso. << Quando si firma? >>
Sheldon si schiarì la voce. << Ci sono alcuni aspetti da verificare ancora, ma nel giro di pochi giorni dovrebbe essere pronto. Il documento avrà validità il giorno successivo le nozze di Leonard e Penny. >> scosse la testa sconsolato. << Leonard avrebbe potuto trovare di meglio invece di accontentarsi di una mediocre cameriera con un sogno impossibile da realizzare. >> fece una smorfia e rifletté per qualche secondo fissando un punto dietro di lei. Poi fece spallucce tornando a guardare Amy. << Nah, in fin dei conti quello è il massimo a cui può aspirare uno come Leonard. >>
Amy alzò gli occhi al cielo. Poteva dire quello che voleva, ma infondo era felice per il suo amico. Molto, molto infondo.
Sheldon stava per alzarsi, ma venne bloccato per il braccio.
<< Prima di firmare però promettimi che non andrai più via lasciandomi qui. >> mormorò.  
Lui sbatté gli occhi un paio di volte come se stesse cercando di metabolizzare bene il senso di quello che aveva appena detto.
<< D'accordo. >> disse con un filo di voce.
Amy si tranquillizzò sapendo che poteva avere fiducia in quelle parole.
<< A meno che non mi offrano l'opportunità di lavorare al CERN. In quel caso non credo sarei in grado di mantenere la promessa. >> aggiunse.
<< In questo caso non c'è bisogno. >> Amy appoggiò una mano sulla sua e finalmente poté farlo senza alcuna remora ora che aveva appurato che a lui, tutta questa vicinanza, non intimidiva.
<< Perché io verrò con te. Ovunque deciderai di andare. >>

***

Non so perché, ma sono quasi convinta che nella prossima stagione 'sti due andranno a vivere insieme. Ok forse non nel primo episodio, magari all'ultimo, però penso che stavolta ci siamo.

Infondo se Leonard e Penny si sposano davvero Sheldon non penso proprio che vivrà con loro (anche se ha affermato il contrario ma vabbè xD) e sappiamo tutti quanto sia impedito a badare a se stesso per cui con qualcuno dovrà pur andare (speriamo non Stuart, vi prego xD).
Chi lo sa, ma ho fiducia negli autori u.u
Spero di non aver reso tutto troppo surreale e inverosimile :/
Va bene ora scappo.
Adios.

  
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