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Autore: Goldenslumber14    02/07/2014    2 recensioni
"-Ma questo è un fottutissimo triangolo, e da entrambi i lati!-
-In che senso?-
-Nel senso dell'eterosessuale e dell'omosessuale!-"
Si sono conosciuti ad Amburgo, erano ancora dei ragazzi e nessuno di loro avrebbe immaginato che, quella città sporca e violenta avrebbe cambiato per sempre la loro vita. Un semplice incontro in uno strip club si rivela essere più significativo di quanto avessero pensato e l'unico ricordo di quell'incredibile storia, è una bambina: Marilyn. Non le hanno mai detto nulla su sua madre, volendo come cancellare ogni ricordo di quel periodo, ma Marilyn vuole sapere, e forse sarà proprio ricordando che John e Paul capiranno che non possono continuare a fingere.
Dal testo (Cap VIII):
"-Paul, non ho più nessuno, se adesso te ne vai anche te- Paul lo zittì. Disse che avrebbe sicuramente trovato un'altra donna e sarebbe stato felice -Si, e poi magari viviamo per sempre felici e contenti? Paul non è come una fiaba, io non sono come te! Hai trovato la donna della tua vita, la mia se n'è andata. So che in passato ho sbagliato, ma non lo rifarei, perché adesso so cosa significhi per me"
•momentaneamente sospesa•
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo XI:

 

-Scozia- 11:03-

 

-Marilyn, non protestare, ci ha fatto stare in pensiero!-

Marilyn non la guardava. Da quando era arrivata a casa con Paul al suo fianco, Linda non aveva smesso un attimo di farle la predica. Paul ovviamente non aveva fatto nulla per impedirlo, troppo preso da altri pensieri.

La ragazza batté un pugno sul tavolo -Ma ti ho riportato indietro il marito! Potresti almeno ringraziarmi!-

-Non usare quel tono con me signorina!- la avvertì Linda puntandole un dito contro. Ma Marilyn era stanca, aveva sempre ingoiato tutte le prediche (anche ingiuste) di Linda e non ce la faceva più -Tu non mi dici con che tono devo parlare capito!? Tanto lo so che hai sposato Paul soltanto per i soldi!-

Aveva esagerato, lo sapeva, ma non era riuscita a trattenersi. Linda aveva assunto una faccia indignata e si stava avvicinando a Marilyn, quando Paul si mise tra le due -Adesso basta Marilyn- disse con voce ferma, senza emozioni. Marilyn si sentì mancare.

Proprio lui, lui che sapeva cosa era successo a Londra.

Si girò di scatto sentendo che le si stavano inumidendo gli occhi. Corse su per le scale evitando Mary, che era venuta a vedere cosa stesse accadendo.

Appena fu in camera, sbatté la porta e si buttò sul letto. Lasciò che le lacrime scorressero sul suo viso. Prese da sotto il cuscino la foto che le aveva dato John. Guardò sua madre, probabilmente non voleva che lei fosse infelice, ma proprio in quel momento non ce la faceva.

Nascose la faccia nel cuscino, bagnandolo.

-Marilyn- era Paul, ma la figlia non disse nulla. Lui si sedette piano sul letto, osservando sua figlia: i capelli scompigliati, le mani sottili e delicate che stringevano la foto, conosceva ogni particolare di quella creatura.

Le accarezzò i capelli, facendola smettere di piangere. Gli scappò un sorriso ricordando quanto John avesse provato a calmarla durante le sue solite scenate isteriche, ma soltanto Paul riusciva nell'intento.

-Perchè la tratti così?- chiese vedendo che si era decisa a mettersi seduta. Marilyn abbassò lo sguardo, ciò che aveva detto aveva ferito Linda e lo sapeva -Lei non è mia madre, non può darmi ordini- protestò comunque.

Paul le prese la mano comprensivo -Lo so, ma lei cerca in tutti i modi di essere una figura di riferimento per te, è normale che si preoccupi- la ragazza non disse nulla. Non voleva che Linda cercasse di prendere il posto di sua madre, non ne aveva il diritto, e non sarebbe stato lo stesso.

Paul la prese tra le braccia stringendola a lui. Marilyn appoggiò la testa sul suo torace, lasciandosi coccolare dal padre.

Lui le baciò la fronte -Vuoi che ti racconti un po' della mamma?- chiese con la voce leggermente bassa. La ragazza annuì col capo per poi ristendersi insieme al padre.

Paul appoggiò la testa vicino a quella della propria figlia, percependone il sospiro delicato e finalmente calmo, non più scosso dai singhiozzi.

-Allora, un giorno un tipo è venuto al Kaiserkellar dicendoci che aveva un ingaggio per noi al Top Ten Club- incominciò lui mentre accarezzava i capelli morbidi di Marilyn, che ascoltava rapita -Noi ovviamente accettammo, perché ci pagava di più e il posto era assolutamente messo meglio. Ma quando Koschmider lo venne a sapere, fece entrare la polizia nel locale, facendo saltar fuori che George era minorenne e che non poteva suonare oltre la mezzanotte e così lo hanno mandato via dalla Germania. Come sai, abbiamo appiccato accidentalmente fuoco al Bambi Kino, e ci hanno mandato via-

Marilyn ridacchiò un pochino. Le aveva raccontato molte volte delle mattanate che aveva fatto da giovane, descrivendole anche nei minimi particolari, ma aveva sempre omesso una persona: Jenn.

Paul le raccontò che lei fece di tutto per farli rimanere, ma Koschmider era irremovibile.

Sicuramente non sopportava l'idea di perdere nuovamente una persona a lei cara. Anche se li conosceva da poco più di un mese, erano diventati molto uniti -Continuammo a scriverci, ma non era la stessa cosa. Lei era l'unica persona che sapesse di me e John, avevamo bisogno di Jenn, perché con lei potevamo essere noi stessi-

-Ma allora cosa avete fatto?- chiese Marilyn, sapendo che pian piano si stava avvicinando l'anno della sua nascita.

Paul si passò nervoso la mano fra i capelli corvini -Noi niente, fece tutto da sola. John abitava nell'appartamento che gli aveva lasciato Stuart, quando era ancora in vita. Quando ritornammo dal nostro viaggio a Parigi, lei era lì dentro che ci aspettava. All'inizio pensammo di essere pazzi, perché non poteva essere lì, e invece si. Era seduta sul divano che stringeva la sua valigia, cenno che sarebbe sicuramente restata per un po' di tempo-

Paul lanciò un'occhiata alla finestra, che aveva scricchiolato all'ennesima folata di vento. Si stava per alzare una bella tempesta, il cantante sperava solo che non piovesse, del vento gli importava poco.

-Ma come aveva fatto ad entrare?- chiese Marilyn mentre si metteva più comoda sul letto.

-Lei ci disse che era entrata dalla finestra del bagno. Diciamo che da quel giorno si stabilì insieme a John. Quell'appartamento era diventato il nostro unico rifugio, perché sia io che John avevamo un'altra vita. John aveva Cynthia e io vivevo di relazioni occasionali. Ma in quell'appartamento, eravamo solo noi tre, che uniti affrontavamo il mondo-


                                                                       ***
 

-1961- Liverpool- 10:57

 

Jenn si girò nel letto. Non aveva voglia di alzarsi, ma quel raggio che filtrava dalla finestra le dava un fastidio tremendo.

Sbadigliò guardando la sveglia ben in vista sul suo comodino -Le 10:57- disse tra se e se. Fece per riaddormentarsi, ma sbarrò gli occhi di colpo “Le 10:57!?”.

Si alzò dal letto e corse fuori dalla sua stanza. Guardò il tavolo ma lo trovò sgombro dalla sera prima “Come pensavo, quei due non si sono svegliati” pensò mentre si avviava verso la loro camera.

Quando aprì la porta, vide che entrambi si nascondevano sotto le coperte, accecati dalla luce. Jenn si mise le mani sui fianchi, guardandoli con severità -Ragazzi, sveglia! Dovete andare a lavorare!-

-Ma che ore sono?- chiese John con la bocca impastata dal sonno.

-Le 10:57-

-Cazzo!- urlò Paul alzandosi immediatamente dal letto.

Dovevano essere al Cavern alle undici, era quello l'accordo, quella settimana avevano il turno di pranzo. In più Paul odiava arrivare in ritardo, a differenza dell'altro.

Intimò a John di alzarsi, che a fatica si tirò su in piedi -Paul, ma dove cavolo hai messo i miei vestiti?-

Paul si guardò intorno cercandoli con lo sguardo -Non lo so John, ieri non ho fatto caso a dove li ho tirati-

A quelle parole Jenn per poco non scoppiò. Gli aveva già detto che non voleva sapere nulla su ciò che facevano la notte, ma visto che abitava con loro era inevitabile -Dai ragazzi, mancano due minuti!-

I due si sbrigarono, infilandosi velocemente i vestiti che probabilmente erano dell'altro, visto che a Paul stava tutto un po' più grande -Non importa Paul, sei sexy anche con la mia roba- lo rassicurò John mentre si pettinava i capelli guardandosi attentamente allo specchio.

Paul lo abbracciò dal dietro, posandogli un piccolo bacio sul collo. John sorrise appoggiando la testa su quella di Paul.

-Piccioncini! Dovete andare a lavorare!- ricordò Jenn battendo le mani più volte.

I due andarono in cucina dove presero quel che capitava sottomano. Jenn scappò per un momento in camera sua, uscendone poco dopo vestita e pettinata.

Paul andò da lei e le prese le mani -Perfetta, come al solito- commentò appoggiando la fronte su quella di lei. Jenn gli sorrise baciandolo -Se non mi vesto a modo non mi fanno entrare in libreria-

Raggiunsero John che li aspettava alla porta. Uscirono tutti insieme, come erano soliti fare.

Jenn, da quando si era trasferita a Liverpool, aveva deciso di rimediare alla sua vita e così era andata a lavorare in libreria. Adorava quel posto e certe volte si perdeva a leggere qualche libro che la ispirava.

John si accese una sigaretta mentre camminava sicuro per la strada -Non abbiamo una scaletta- disse rivolgendo uno sguardo a Paul. Lui rimase per un po' interdetto, pensando a cosa fare -Rock Around the Clock è la prima indiscussa, poi qualche canzone di Jerry Lee Lewis, Elvis, Johnny Cash...qualche love song e ci infiliamo qualcuna delle nostre-

-Non l'avrei saputa fare meglio- commentò John con un sorriso sarcastico che gli illuminava il volto.

Si fermarono tutti e tre quando iniziava la strada che portava alla libreria. Jenn li guardò entrambi -Fate i bravi, mi raccomando- certe volte le sembrava di essere una madre, ma si divertiva in quel ruolo.

John la abbracciò per poi baciarla delicatamente -E tu invece non fare porcherie con qualche intellettuale, d'accordo?- Jenn sorrise maliziosamente spingendolo via.

Diede un'occhiata all'orologio “Oh Cristo!” pensò mentre si metteva a correre per la viuzza di pietra.

Entrando con foga nella libreria fece sobbalzare la donna occhialuta che stava alla cassa. Era molto magra e aveva moltissimo riccioli neri che andavano da tutte le parti.

Si sistemò i grandi occhiali rotondi cercando di ricomporsi -Le sembra il caso di entrare in questa maniera?- la rimproverò. Era il suo sport preferito, sembrava quasi che l'avesse assunta apposta per quello. Ma Jenn aveva subito di peggio e quindi un pochino ci stava al gioco di quella “vecchiaccia”.

Le diede subito un malloppo di libri da sistemare negli scaffali. Jenn prese rischiando di cadere la grande pila e si mise a disporli per la libreria.

 

 

-Finalmente siete arrivati!- esclamò George correndo verso John e Paul. Quest'ultimo diede un'occhiata all'orologio e notò che erano le 11:02. Erano in orario.

George li guardò comunque con disappunto -Lo sapete che il proprietario del Cavern ci tiene alla puntualità, se arrivavate qualche minuto più tardi vi avrebbe scannato-

John lo oltrepassò, lo spettacolo sarebbe cominciato a minuti. Radunò dietro le quinte tutti gli altri. Spiegò loro che avrebbero improvvisato un paio di pezzi che ormai conoscevano a memoria e la cosa sarebbe andata liscia come l'olio -Avete capito ragazzi? Forza, strumenti alla mano!-

Quando furono sicuri di essere soli nel camerino, Paul si avvicinò a John -Mi ha detto Pete che se il concerto va bene, il capo ci offre una giornata di bevute gratis- lo abbracciò da dietro, mentre lo guardava pettinarsi i capelli.

John si levò la sigaretta di bocca e la lanciò lontano nel camerino -Non pensavo che ci volesse così bene- commentò.

-Ma sai, gli affari vanno bene, perciò...- Paul cominciò a baciare il collo di John, che sorrise a quel contatto. Si girò e prese le mani di Paul perdendosi negli occhi del compagno -Lo sai Paul, hai dei bellissimi occhi- Paul arrossì abbassando lo sguardo.

John ridacchiò per la sua timidezza, che certe volte riaffiorava nell'amico. Gli prese il mento fra il pollice e l'indice, alzandolo alla sua altezza -Principessa, lo spettacolo la attende- Paul lo spintonò via ed imbracciò il basso. Facendo un cenno col capo a John, andarono dove gli altri li stavano aspettando.

Pete alzò il pollice e andò per primo sul palco, scatenando già una miriade di urletti.

A John piaceva stare sotto i riflettori, avevano un effetto rilassante su di lui. Certe volte, prima di andare sul palco aveva degli attacchi di panico e cominciava a sudare freddo, ma quando era lì, davanti al pubblico, tutto andava per il meglio. Paul a differenza sua, invece era sempre tranquillo, o forse non lo dava tanto a vedere.

Lanciò un'occhiata al pubblico, non vedeva un accidente. Bene, si poteva cominciare.

 

Dovevano essere almeno le quattro, quando Jenn sentì della gente cantare al di fuori della libreria. Rise avendo riconosciuto quelle voci.

La libreria era un po' più sotto rispetto al livello della strada e da una finestra riusciva a vedere soltanto le scarpe dei passanti.

La porta si spalancò, John e Paul tenendosi a braccetto saltellarono fin da Jenn. Paul si inginocchiò baciandole la mano -È un piacere rivederla milady- disse guardandola intrigante. John invece si limitò ad abbracciarla.

La signora Boumb, così si chiamava la proprietaria della libreria, li guardò con cattiveria trovando quelle smancerie non adatte a quell'ambiente prestigioso. Per non parlare dell'abbigliamento poco elegante dei due ragazzi.

Anche se la sfruttava, la signora Boumb aveva sempre pensato che Jenn fosse una ragazza per bene e che quindi non dovesse frequentare gente simile.

-Salve signora Boumb- la salutò John sorridendole. La signora sbuffò e tornò a sistemare delle cose alla cassa.

Jenn li trascinò entrambi dietro ad uno scaffale pieno di libri che sembravano esser lì per cadere da un momento all'altro. Lì almeno nessuno li avrebbe visti.

-Allora, com'è andato il concerto?- a lei era sempre interessata la carriera del gruppo e voleva essere sempre aggiornata sulle novità.

-Splendidamente come al solito- disse John dandosi un'aria da principe di chissà quale contea -Però...staserà non ci sarò a casa- disse mettendosi le mani nelle tasche.

Jenn li guardò contrariata -Proprio oggi che ho imparato a fare la pizza!- incrociò le braccia sul petto. John la prese per le spalle e la guardò negli occhi -Ho un appuntamento con Cynthia oggi, lo sai che devo andare- Jenn sospirò.

La ragazza di John non sapeva nulla di quel che accadeva nell'appartamento di Stuart. Per John doveva essere difficile avere due vite, ma fino a quel momento non c'erano stati problemi.

John spinse Paul verso di lei -Per questo Paul resterà con te!- esclamò divertito. Jenn sorrise a Paul e gli prese la mano -Allora, sei tutto per me oggi- disse lei sensuale. Lui le fece fare una giravolta per poi riattirarla a se -Si, mia cara- le sussurrò all'orecchio.

John li guardò con finta disapprovazione -Paul, quante volte ti devo dire di trattenere le tue voglie- rise quando Paul lo spinse scherzosamente, facendolo sbattere ad uno scaffale.

John guardò l'orologio -Oh, il tempo è volato, devo andare una donzella mi attende!- baciò sia Paul che Jenn per poi andarsene di corsa.

Gli unici rimasti si lanciarono un'occhiata, aspettando che uno dei due dicesse qualcosa.

-Devo ancora finire il mio turno quindi...- Jenn non terminò la frase e preferì andare a sistemare gli altri scatoloni pieni di libri. Paul la seguì -Posso aiutarti- disse mentre le prendeva un libro dalle mani. Jenn sorrise e acconsentì, sperando che la signora Boumb non facesse uno dei suoi soliti commenti.

Paul prese un'intera scatola di libri e la spostò vicino a se, e cominciò a disporre i libri, senza dire nulla.

Jenn si ritrovò a fissarlo, era da tanto tempo che non stava da sola con lui, anche se in verità soli non erano, visti gli occhi severi della signora Boumb che li osservava.

-Perché mi guardi?- al suono della voce di Paul lei si riscosse e cercò immediatamente di trovare una scusa -No, niente. Stavo...riflettendo ecco- disse velocemente. Paul ridacchiò avendo capito che Jenn era imbarazzata. Guardò la copertina del libro che aveva in mano e chiamò Jenn -Questo è il libro adatto per John- disse porgendole il libro. Lei lesse il titolo che a grandi caratteri diceva “Cucina per principianti”. Lo diede in testa a Paul -Dai! Sei crudele così!- lo rimproverò lei scherzosa.

Sapeva bene che John non era un genio della cucina, e che la maggior parte delle volte rischiava di dar fuoco alla casa, ma visto che era permaloso nessuno glielo faceva notare.

Passò un'oretta e ormai il sole era calato, e le strade si facevano sempre più buie. La signora Boumb picchiettò la vecchia scrivania con la penna e volse lo sguardo sui due giovani. Sorrise nel vedere che Jenn era felice, perché alla fine era quello che sperava per quella ragazza, la felicità.

-Jenn- la chiamò con uno schiocco di dita. La ragazza si girò aspettando l'ennesimo ordine che quell'arpia le avrebbe dato, ma invece si stupì -Puoi uscire prima oggi- le disse guardando Paul e facendosi intendere.

Sul viso di Jenn si allargò un sorriso che illuminò quel posto vecchio e che sapeva di legno.

Prese Paul per la mano e lo trascinò fuori dalla libreria, dopo aver ringraziato la signora Boumb ovviamente.

-Cena a casa o cena fuori?- chiese Paul costringendola a fermarsi. Lei ci pensò su -A casa, cucino io!- disse baciandolo.

Si sorrisero entrambi e Paul si lasciò trascinare fino all'appartamento.
J
enn girò su se stessa per tutta la piccola sala fino a sedersi sul divano. Paul si sedette accanto a le e cominciò ad accarezzarle i capelli, senza dire nulla, solo guardandola. Certe volte dimenticava quanto l'avesse desiderata. Ricordò la prima volta che l'aveva vista, ad Amburgo. Non si sarebbe mai scordato ciò che aveva provato in quel momento.

E adesso era lì, insieme a lui, solo loro due.

Jenn chiuse gli occhi abbandonandosi al tocco delle mani di Paul. Alla fine lui era l'unico che potesse considerare suo.

-Paul- lo chiamò lei riaprendo gli occhi. Paul continuava a guardarla, come se non si stancasse mai -Prepara la tavola e metti fuori la farina, ci vorrà un po' per la pizza- Paul la baciò e annuì.

-Io intanto mi faccio una doccia- detto questo si alzò e si avviò verso il bagno. Paul si sdraiò completamente sul divano, mettendo le mani dietro alla testa. Chiuse gli occhi volendosi riposare un po', ma qualcosa gli arrivò in faccia.

Si accorse ben presto che era la camicia di Jenn. Si alzò immediatamente e vide che lei era rimasta in biancheria intima.

Paul ridacchiò -Simuli uno spogliarello?- chiese mentre ammirava il corpo della bella ragazza che trovava di fronte -Mi ricorda i vecchi tempi- fece una giravolta improvvisando una piroetta. Paul la prese tra le braccia prima che cadesse a terra -Ma questa doccia la vuole fare da sola, signorina?- gli accarezzò i fianchi avvicinandola a se.

Lei stava per rispondere, quando la porta dell'appartamento si aprì. Riconobbe all'istante la voce di John e, sfortunatamente per loro, anche quella di Cynthia.

I due si girarono verso John, che era rimasto davanti alla porta, come per bloccare l'imminente entrata di Cynthia.

Gesticolò come un pazzo per dire a Jenn di nascondersi -Cyn, ma guarda com'è bello quel quadro- disse per dare il tempo a Jenn di nascondersi. Lei scappò nel bagno sperando che Cynthia non ne avesse avuto bisogno.

John entrando guardò male Paul -Paul, già ritornato?- chiese per sembrare il più normale possibile -Beh si, non avevo nulla da fare- Paul guardò Cynthia e le baciò la mano, come era solito fare.

Questo a John diede fastidio -Non cercare di fregarmi la ragazza, McCartney!- risero entrambi.

-Ma Paul cosa hai combinato?- chiese Cynthia indicando i vestiti che giacevano per terra. Paul sembrò preso alla sprovvista -Ehm, niente non ci fare caso- disse buttandoli via.

John intanto si avviò a prendere i soldi, che aveva lasciato sul tavolo. Il cuore di Paul ricominciò a battere normalmente, Cynthia non si era accorta di nulla per fortuna.

Si appoggiò per un momento sul divano. Un rumore di cose che cadevano fendette l'aria silenziosa dell'appartamento.

John e Cynthia si voltarono verso Paul. Il rumore veniva dal bagno “Maledetta Jenn”. Paul vide che Cynthia si stava avvicinando a lui e pensò al peggio che poteva accadere.

-Sarà stata la pila di deodoranti di Paul- obbiettò John naturalmente. Si infilò in portafoglio nella tasca della giacca e si avvicinò ai due prendendo sottobraccio la sua ragazza -Sai, Paul ha questa mania di fare una specie di torre con i suoi deodoranti, profumi o quello che sono-

Una scusa migliore non la poteva inventare!?” pensò Paul cercando di mantenere la calma.

Quando riuscì finalmente a mandarli fuori di casa, entrò furibondo nel bagno trovando Jenn che raccoglieva le cose che aveva fatto cadere -Potevi farci scoprire!- la rimproverò Paul congelandola con lo sguardo. Lei abbassò gli occhi senza dire nulla e riprese a raccogliere i suoi trucchi.

Paul incrociò le braccia sul petto guardandola severamente. Lei alzò lo sguardo, cercando in qualche maniera di intenerirlo, ma niente. Riabbassò il capo e rimise i suoi trucchi a posto per poi alzarsi.

Se ne andò dal bagno senza spicciar parola a Paul, che se la rideva sotto i baffi.

La raggiunse che era in camera sua, seduta sul letto e imbronciata.

Paul scosse la testa e le si sedette accanto -Non mi dire che te la sei presa- le accarezzò un braccio mentre la baciava sul collo. Lei annuì, senza però fermare i baci di Paul.

-Potrebbe essere- disse mentre voltava la testa verso Paul. I loro sguardi si incrociarono, e bastava quello sguardo per farsi intendere.

Lei appoggio la testa sulla spalla di Paul, che le accarezzò i capelli. Jenn chiuse gli occhi cercando di imprimere nella mente quel momento, quel momento in cui si sentiva amata.

 


Angolo Autrice:
Salve a tutti :D
Metto adesso il nuovo capitolo perchè la prossima settimana sarò molto impegnata.
Non so cosa pensare di questo capitolo, da una parte...beh non succede nulla, ma da un'altra si da uno sguardo alla vita dei tre. Quindi aspetto dei vostri pareri in proposito.
Voglio ringraziare Chiara_LennonGirl06 e GaaraIstillloveyoubaby per aver recensito il precedente capitolo, e Kia85 che ha iniziato a leggere la storia e mi sta dando degli ottimi consigli ^^

With Love
Goldenslumber14
  
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