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Autore: nullusetamoremred    02/07/2014    1 recensioni
Questo racconto non è altro che un semplice racconto descrittivo. Non c’è azione, non c’è una trama, nulla se non il mare. Il mare, la cosa sulla faccia della terra che amo di più di tutte. La cosa che si avvicina di più ala mia idea di perfezione assoluta. Il mare.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Cielo combatte tra il viola notturno e il rosa del tramonto. Il Sole sta lentamente calando per dare spazio alla regina Luna e libera nella volta celeste tutte le tonalità dei colori: dal rosa più delicato, all’arancio più aggressivo al blu scarlatto che precede le Stelle.

Poche Nuvole soffici  incoronano quello spettacolo. Il Vento soffia leggermente, trasportando l’odore salato delle acque. La schiuma bianca delle onde balla sul manto acquatico. Anche esso, come il Cielo, è indeciso su quale tonalità appoggiarsi: vicino alla maestosa Scogliera si tinge del viola più dolce, poi si trasforma in un azzurro sporco, stanco. Infine diventa nero, come le paura di tutti i marinai che l’hanno salpato. Sulle Scogliere piccole piante crescono, verdi e gialle, protese verso l’infinito Cielo e l’irraggiungibile orizzonte del Mare.

Il Sole finisce il suo percorso scomparendo dietro i Monti rendendoli, anche per un solo attimo, scuri, come le porte dell’Inferno. Per pochi lunghi secondi il paesaggio scompare nell’abbraccio dell’oscurità finché la Luna non riaccende la Notte, accompagnata dalle piccole immense Stelle lattee.

I colori del blu, del nero e del viola lottano nel signor Mare, cercando di imporsi, di esserne i vincitori, di poterne dipingere l’immensità. Il Vento soffia un po’ più velocemente, alzando le onde che, con il loro biancore, spezzano tutta quell’oscurità createsi nelle acque marine. Il faro, nascosto, si permette di interrompere quella battaglia di colori con una luce fioca e artificiale, che ricorda quella delle Stelle. Le Stelle, indignate, splendono come mai. Non ci sono luci di lampioni ed è possibile ammirare un cielo che nessuno in città potrebbe vedere: sul manto nero blu sembra che Dio abbia voluto giocare, creando tanti, tantissimi infiniti forellini e per p poi puntarci una luce bianca e splendente attraverso. Il Cielo, oscuro signore, brilla. La Luna, piena e rotonda, è circondata dalle sue piccole compagne. Un Cielo così, si racconta, si trova solo quando la Natura combacia con la Vita.

Il Mare, meravigliato, si calma. I suoi colori ballano insieme. Colori scuri, potenti e armoniosi sono tutti insieme a danzare e a confondersi, uno nell’altro, vivaci e gioiosi. Il Mare è piatto, liscio e calmo che ammira quella meraviglia che è la Notte. All’orizzonte, che orizzonte non è, ma unione, il Cielo e il Mare si uniscono in un bacio. Un bacio tra il Mare turbolento e la calma Notte. Il Vento soffia, ma più piano, come se non volesse disturbare quell’amore così perfetto. Il Vento caldo, e al contempo freddo, sussurra a tutti questa storia di amore e unione. Sussurra a tutti come la regina dei pensieri sia stata conquistata dal re dei turbamenti. Racconta come, nel punto più lontano e infinito, i loro corpi diventano una cosa sola, come il loro buio si illumini. Racconta i loro segreti, i segreti delle Stelle e i segreti dei fondali marini. Racconta di come il Mare faccia perdere gli innamorati e come la Notte li faccia ritrovare. Racconta di quanto è forte e feroce il Mare e di quanto è delicata e calma la Notte. Racconta di come si completino, come due pezzi di un puzzle divino.

La Notte passa, scandendo pian piano la fine di quell’abbraccio. Il Sole comincia a risalire schiarendo quel buio così splendente. Il nero comincia a tornare blu, il blu si tramuta in viola e il viola decide di diventare rosa. Il Sole regala il suo arancione al paesaggio che, pian piano, diventa sempre più chiaro facendo ritornare smeraldine le Pianure, azzurro il Cielo e trasparente il Mare.

Il Vento, infuriato, soffia più forte, alzando Onde altezzose e facendo correre le piccole Nubi. Egli vuole continuare a raccontare di quel grande abbraccio che se non è amore, cosa altro è? Arrivato dai saggi Alberi si riposa e si ferma a riflettere. Sa che sarà inutile essere furioso perché sa che ogni notte quell’abbraccio ricomincerà e racchiuderà tutto l’amore esistente.

Quell’abbraccio tra due opposti che si uniscono in un solo unico grande corpo.

Calmatosi il Vento riprende la sua corsa, ma ora è più calmo. Prende un po’ del Mare e un po’ del Cielo e si avvia a spargerne i profumi a chi per la testa ha altri di profumi. Trasporta quella storia d’amore a chi l’amore lo cerca, a chi l’ha trovato, a chi è scappato.

Il Mare stanco, sorride e aspetta. Aspetta che il Sole finisca il suo giro, che gli Uccelli vadano a dormire, che le Stelle tornino a chiacchierare e aspetta la Notte per potersi di nuovo fondere in lei e con lei
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