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Autore: SynysterIsTheWay    02/07/2014    6 recensioni
L'amore devastante è quello che non può essere urlato al mondo. Quell'amore segreto, che nessuno sa. Quell'amore così profondo, quanto distruttivo. Quando due mani, non possono ricongiungersi in alcun modo, ma possono sentirsi anche senza toccarsi. Brian ed Haven lo capirono subito, che i loro, non erano semplici sguardi. Capirono...che riuscivano a vedersi nei propri occhi, ma Haven è la moglie del suo capo. Del boss della mafia più temuto di Huntington Beach. Brian non può tradire l'uomo che considera come un padre, da anni. L'uomo, che gli ha dato un tetto sopra alla testa e due pasti caldi al giorno. L'uomo che era il migliore amico di suo padre. Riuscirà Brian a placare la sua sete d'amore e a trattenere i suoi istinti, vedendo la donna che ama, tra le braccia di un altro? Lo scoprirete, solo vivendo la storia nei panni dei due protagonisti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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8° Little,important things.








 
Tutti giudicano secondo l'apparenza, nessuno secondo la sostanza.
(Friedrich Schiller)






BRIAN POV'S

Poker, luci lampeggianti ovunque, persone che ballano mentre altre fumano raccontandosi
chissà quali grandi imprese.
E' sempre la solita storia qui al locale.
Sempre le stesse persone e solita routine notturna.
Alcune ragazze continuano a ballarmi dinanzi agli occhi ma ormai non riesco neanche più a guardarle.
La mia visuale è totalmente rivolta alla ragazza seduta al secondo tavolo in compagnia di suo marito, nonché il mio capo.
Haven sta bevendo dello champagne osservando poi i soliti coglioni mettersi a far scena sotto gli occhi di tutti.
Stanno ballando per esibizionismo, dopo qualche bicchiere di troppo. Per non parlare poi delle spogliarelliste che gli si
buttano addosso come se non avessero mai visto uomini in tutta la loro vita.
Haven mi rivolge degli sguardi ogni tanto, ma cerca ugualmente di prestare attenzioni a tutte le parole del capo e della coppia
accanto al loro tavolo.
Io e i ragazzi siamo seduti al nostro solito tavolo, bevendo della birra e fumando le nostre sigarette.
Non c'è granché da fare stasera...le cose sembrano filare al meglio per nostra fortuna.
Perché sapete...non è sempre bello trasformasi in un killer dinanzi agli occhi di tutte queste persone che di omicidio
ne sanno fin troppo.
Io ed i ragazzi qui dentro insieme al nostro capo siamo i più temuti.
Sarà che il locale è di proprietà di Stéphan. Dopotutto...sanno che è un osso duro nell'organizzazione.
Solo qualche giorno fa mi sono ricordato di quando un uomo offrì da bere ad Haven. Lo incenerii con lo sguardo e sembrava quasi impaurito
dalle mie minacce non verbali.
Fu quando il capo ci disse di fargli fare un bel volo che mi sentii esaudito. 
Nessuno avrebbe dovuto toccarla, eppure, è ciò che continuava a pensare anche il mio capo.
Mi sentii male per un'istante nel pensare continuamente alla donna del mio capo, ma l'attimo dopo...fui felice di aver ottenuto
una piccola vendetta.
Eppure adesso, non smetterei mai di guardarla.
Questa sera ha deciso di indossare un vestitino rosso, abbastanza lungo ma con uno spacco giusto sulla coscia. I suoi sorrisi
sono invidiati da chiunque ed i suoi occhi continuano a brillare sotto l'effetto delle luci accecanti.
Dio. E' così bella che non smetterei mai di guardarla.
E' nata per essere mia e farei qualsiasi cosa pur di averla con me per tutta la vita.
Farei qualsiasi cosa anche per vederla sempre sorridere e per farla allontanare da tutti questi demoni che si porta dentro.
E' per questo motivo che ieri ho deciso di portarla,anche se per poco tempo, dalla sua famiglia.
Tempo fa riuscii ad intercettare alcune telefonate e sentirla piangere ha smosso qualcosa dentro di me che non credevo neanche di avere.
Un cuore.
-Avanti Gates, smettila di fissarla in continuazione o potresti sciuparla!- Scherza Zacky, dandomi una piccola gomitata contro la costola.
Sorrido alle parole del mio amico, vedendo gli altri osservare ancora il mio viso.
E pensare che ieri, una volta tornati a casa...lei ha aspettato che Stéph si addormentasse per venire in camera nostra e ringraziare i
ragazzi per ciò che avevano contribuito a fare per la sua famiglia.
Dopo due baci, mi sentii costretto a lasciarla andare, sapendo che si sarebbe addormentata con un altro uomo. Ma dopotutto...è ciò che fa da
sempre, come potrei anche solo pensare di procurarle dei guai?
-Quella ragazza ti piace molto di più di quanto credevo.- Continua Matt, sorseggiando la sua birra.
-Che disastro! Spero solo che il capo non lo venga a sapere o ci farà mangiare la polvere!-
-Rilassati Christ. Il capo non lo scoprirà mai!-
-Come fai ad esserne così sicuro Rev?-
-Lo so e basta.-
-Se non altro Brian anche io sono con te. Se il capo scoprirà qualcosa, ti toglieremo noi dai guai.-
-Dici bene Christ! Noi non ti abbandoneremo mai Brian. Combatteremo tutti insieme e ci sosterremo a vicenda.-
-Io...non so che dire ragazzi.-
-Non devi dire un cazzo Haner, butta giù quella birra, su!- Continua Zacky, mentre io mi ostino a bere un po' di birra in più.
Sapevo di poter contare su di loro. Sono le uniche persone di cui riesco sempre a fidarmi.
Ci siamo sempre stati gli uni per gli altri...quindi credo che non possa fare nient'altro che ringraziarli.
Jimmy comincia a borbottare una di quelle sue solite battute assurde mentre tutti noi scoppiamo a ridere immediatamente alle
sue parole.
Credo che le serate qui al locale riescano ad essere sempre le migliori perché ci sono loro a farmi compagnia.
Nel momento stesso in cui scoppio a ridere, qualcosa mi fa cambiare improvvisamente espressione.
Il mio sorriso se ne va a puttane ed i miei occhi non fanno altro che incendiarsi alla vista di un qualcosa di fin troppo 
doloroso per me.
Stéphan ha appena chiesto ad Haven di ballare ma lei è diventata tutta rossa.
Gli sta facendo cenno di no, ma lui le prende le mani e la trascina sulla pista da ballo.
Entrambi ballano un lento ed il mio cuore comincia a vibrare come se stesse per spaccarsi definitivamente.
Le note di "Nothing Else Matter" dei Metallica mi fanno sentire parte della canzone.
Sento di aver appena perso una parte del mio cuore ricordandomi della prima volta in cui ballai questa canzone con Haven.
Nel momento stesso in cui vedo Stéphan circondare i fianchi della ragazza con le sue mani, un flashback mi fa ritornare indietro
nel tempo...a quando le chiesi di ballare per la prima volta.
Questa sarebbe dovuta essere un po' come la nostra canzone.
Ed adesso...lei la sta ballando con un altro.
Nancy mi si para dinanzi agli occhi, sedendosi poi accanto a me e stringendomi un braccio.
-Cosa c'è Brian, stai male forse?- Mi domanda la ragazza che considero come una sorella, dandomi un bacio sulla guancia.
-No...anzi.- Ribatto io, cercando di fare l'indifferente ma cazzo, non sembra riuscirmi questa volta.
I miei occhi sono puntati contro la figura di Haven, ma lei sembra esser troppo occupata per rendersene conto.
-Lei non appartiene al nostro mondo Brian...- Continua a sussurrarmi Nancy, mentre io sono fin troppo occupato a vederla ridere per
qualche cazzata che gli avrà raccontato il signor Mason.
Non posso neanche sopportare di vederla ridere per la battuta idiota di qualcun altro.
Le sue risa mi riempiono i timpani ed il cuore quasi sfracellato.
-Brian, mi stai ascoltando?-
-Nancy...perché cazzo mi stai dicendo queste cose?-
-Oh mio Dio...-
-Cosa?-
Nancy si ferma a fissarmi mentre sbarra gli occhi,quasi incredula.
-Tu...la ami.-
-Ma che cazzo dici...-
-Ti sei innamorato di lei!-
-Fa qualche differenza?-
-Io...io...-
-Mi dispiace Nancy. Sei una ragazza stupenda ma...il mio cuore appartiene a lei.-
-Non può essere vero! Io e te abbiamo...-
-E' accaduto solo una volta ed eravamo ubriachi fradici.-
-Mi stai cercando di dire che era uno sbaglio?-
-Ti sto cercando di dire di andare avanti. Io non sono il ragazzo per te. Tu meriti di meglio, non di certo un mafioso.-
Nancy mi guarda come se volesse quasi prendermi a schiaffi, ma io non sono mai stato più serio di così nei suoi confronti.
Deve capirlo una volta per tutte che tra di noi non potrà mai esserci niente e che io per lei provo solo affetto. Nient'altro.
-Brian io ti amo...-
-Mi dispiace.-
-Ti amo molto di più di quanto possa amarti lei! Nessuno ti amerà mai come ti ho amato io!-
Sbotta Nancy con rabbia, alzandosi dalla sedia
e correndo via in lacrime.
Gli altri restano in silenzio a fissarmi mentre io credo solo di aver fatto la cosa giusta.
-Non avrai un po' esagerato?- Mi domanda Johnny.
-No. Deve farsene una ragione anche se credo sia troppo tardi.-
-Dai Gates, facciamo un altro brindisi e non ci pensiamo più.- Continua Shads, cercando di farmi riprendere.
Tutti alzano le bottiglie di birra contro il cielo ed io faccio lo stesso.
-A Brian il don Giovanni!- Urla Jimmy, ripetendo il soprannome che mi ha affidato Maria.
Quella donna mi adora e mi odia allo stesso tempo.
-Ai migliori amici di sempre.- Continuo io, facendo il brindisi con i miei amici e tracannando la birra.
Sposto la mia visuale di nuovo contro la mia Birdie ma la vedo correre in bagno sotto gli occhi attenti di Stéphan.
La voglia di seguirla è fin troppa, ma Zacky mi tiene di già la spalla...tenendomi incatenato alla sedia.
-Legami alla sedia Vee.- Sussurro al mio amico che mi sorride con comprensione.











***








HAVEN POV'S

Dopo esser stata sotto gli occhi di tutti per fin troppo tempo, corro verso il bagno per poter evitare la situazione.
Non avrei voluto far del male a nessuno, ma era inevitabile per me un lento con mio marito proprio nel suo locale.
Avendo riso per un po' con falsità agli occhi di Stéph, ho voltato lo sguardo contro quello di Brian che era con Nancy.
Lui le stava dicendo qualcosa mentre dopo un po' ho visto lei correre via verso il bar. Aveva tutto il trucco dissolto sul volto
e le lacrime che le scorrevano sul viso come un fiume in piena.
Entrata nel bagno, mi sciacquo un po' il viso osservando poi la mia figura allo specchio.
Ho appena lavato via un po' di trucco dalla faccia che avrebbe dovuto nascondere la guancia ancora un po' arrossata.
E' inutile. Continuo a portare i segni di Stéph sulla mia pelle e la situazione non credo potrà migliorare.
E' osservandomi allo specchio che improvvisamente, dietro di me, compare la figura di un uomo che non ho mai visto prima d'ora.
Un uomo dai capelli ricci e due grandi occhi cerulei pari a quelli di un serial killer.
Il suo modo di guardare è a dir poco perverso.
Mi volto di scatto, sentendo il cuore battermi a mille per lo spavento.
-Chi sei?- Domando, posizionando le mie mani contro il lavabo del bagno.
L'uomo non sembra rispondermi mentre ad affiancarlo sono ben presto altre due persone della sua stessa stazza.
Indietreggio per un po', ma li vedo bisbigliare tra di loro mentre il più alto comincia ad indicarmi.
Deglutisco, osservando poi i loro smoking perfettamente lucidi ma i loro sguardi poco sani e poco convincenti.
-E' lei?- Domanda il primo uomo che ho visto ad un altro.
L'altro annuisce.
Provo ad andarmene, ma uno di loro mi sigilla i polsi dietro la schiena incatenandomi al muro.
Gemo di dolore per la presa troppo violenta sui miei polsi e comincio ad urlare ma uno di loro mi intima di stare in silenzio 
minacciandomi con una pistola.
Resto in silenzio sbarrando gli occhi e desiderando solo di uscire il prima possibile da qui.
Chi sono questi uomini? E soprattutto...cosa vogliono da me?
-Okay tesorino, permettiti solo un'altra volta di urlare e ti spedisco direttamente all'inferno.- Mi minaccia il riccio, con un espressione
colma d'odio sul viso che non gli invidio.
-Mike, la tua idea è stata geniale. Far del male alla donna del signor Mason...per poter avere un riscatto in denaro.- 
Spero che stiano scherzando. Vogliono farmi del male per costringere Stéph a versare una somma di denaro per loro?
-Sta zitto Kev o questa puttanella potrebbe spifferare tutto al suo bel maritino.-
-Sempre se riuscirà a farlo.- Continua il riccio, mentre il suo compare continua a puntarmi contro la pistola.
Sto tremando e a momenti potrei quasi svenire per la paura.
Hanno di sicuro cattive intenzioni e potrei non uscirne viva da qui.
Con il cuore in gola, resto immobile contro il muro mentre uno di loro comincia a toccarmi le gambe con sensualità.
Schifata dal tocco di quest'uomo sulla mia pelle, inizio a stringere i denti senza poter far nulla per dimenarmi e fuggire.
Ma poi, prima che potesse portare la sua sporca mano al di sotto del mio vestito, calpesto con il tacco il piede dell'uomo facendo
gemere dal dolore.
-Puttana!- Mi urla contro uno di loro mentre io riesco a spingerli via e ad uscire dal bagno.
Tremo a più non posso e corro verso il tavolo che ho occupato fino a poco fa con Stéphan.
Quando arrivo al tavolo però, vedo Stéph e Brian parlare tra di loro senza neanche essersi seduti al tavolo.
Staranno parlando di qualcosa di importante mentre io mi sento divisa in due.
Mi butto tra le braccia di mio marito con delusione, avendo solo desiderato di lasciarmi stringere da Brian.
-Amore, cos'hai? Che ti prende, non ti senti bene forse?- Mi domanda Stéphan, stringendomi.
Porto il mio sguardo contro quello di Brian, vedendolo trattenere il respiro ed allontanarsi da noi.
E' come se si stesse mettendo da parte.
Lo osservo mentre continua a sentirsi spiazzato e probabilmente debole.
Si sta indebolendo.
-Degli uomini...volevano farmi del male!- Esclamo, vedendo Stéph e Brian sbarrare gli occhi di colpo.
-Degli uomini? Chi?- Mi domanda Brian, stringendo le mani in pugni.
-Io...non li conosco. Volevano uccidermi o forse farmi qualcos altro ma hanno detto di volerti minacciare Stéph...e l'unico modo
per poterlo fare sarebbe stato far del male a me.-
Sbotto balbettando e continuando a tremare a più non posso.
-Saranno persone appartenenti a qualche altra organizzazione. Brian, chiama anche gli altri...sapete cosa fare.- 
Brian annuisce, mentre fa cenno ai ragazzi da lontano di seguirlo. 
Tutti gli altri lo seguono mentre io comincio seriamente a preoccuparmi. 
Non sapevo che essere la moglie del capo fosse anche un qualcosa di così profondamente pericoloso. Cioè, in qualche modo, credevo
di sentirmi un po' più protetta del solito con degli scagnozzi che mi fanno quasi da guardie del corpo.
Stéph osserva con attenzione il mio corpo come se stesse cercando delle prove per far ancora più del male a quei pezzi di merda.
A dir la verità, non mi dispiacerebbe sapere che Brian li stia per gonfiare di botte!
-Ti va di tornare a casa amore mio? Questo posto non diventerà sicuro dato che i miei ragazzi sono andati a cercare quei figli di puttana.-
Ho già capito a cosa si riferisce Stéphan. In un modo o nell'altro...quando dà dei lavoretti da svolgere ai ragazzi, qualcuno finisce col morire
o potrei uscire ferita da qui coinvolta in chissà quale sparatoria.
Sembrano scene da film solo ad immaginarle, ma la realtà è ben altra. 
Nella realtà non ci sono le comparse a spruzzarti del ketchup ovunque, spacciandolo per sangue.
Nella realtà il sangue che ti scorre dalle mani è quello di una persona che è stata uccisa per davvero. Sai che il mondo non si fermerebbe
alla morte di una sola persona ma è comunque una perdita.
Annullando la mia voglia di restare qui e aspettare Brian che esca sano e salvo, annuisco alle parole di mio marito e lo convinco ad
accompagnarmi a casa.
Stéphan fa un cenno di mano ai camerieri e ad altre persone, per poi trascinarmi via con sé dal locale.
Entro con velocità in auto, sentendo poi uno sparo provenire dall'interno del locale.
Sbianco osservando poi Stéph sorridere e mettere in moto la sua BMW nera.
Possibile che lui sia sempre così sicuro di lasciare il locale in buone mani? E se Brian fosse ferito?
-Cos'era quello sparo...- Balbetto quasi, vedendo Stéph sorridere ancora.
-Rilassati amore. Ti preoccupi per i ragazzi adesso?-
-No, certo che no.- Mento, cercando di mostrare più indifferenza possibile a mio marito.
Un altro sorriso e la mia preoccupazione sale alle stelle.
L'auto mi fa scorrere via dal luogo mentre la mia faccia resta totalmente incollata al finestrino dell'auto.
La paura che Brian o gli altri possano esser stati feriti, continua a pulsarmi dentro senza darmi quasi la possibilità
di respirare per un istante in più.













***











Sono le due di notte ed io continuo a fissare il soffitto della mia camera.
Stéphan non è ancora tornato e con lui neanche i ragazzi. Stéph mi ha riaccompagnata ma poi ha deciso di tornare al locale.
Continuo a torturarmi le mani immaginando le cose più improbabili e devastanti che possano
accadere sulla faccia della Terra.
Può essergli accaduto qualsiasi cosa...e tutta questa preoccupazione non mi permette neanche di dormire 
con serenità.
Tutte queste situazioni non faranno altro che frantumarmi ancora di più, ne sono sicura.
Ormai conosco fin troppo bene come vanno a finire queste cose e la maggior parte delle volte...si concludono proprio
con la morte di qualcuno.
Purtroppo quando ci sei dentro fino al collo, non puoi più tirarti indietro. La tua...non è una vita, ma diventi quasi
un animale da macello.
Sai che prima o poi dovrai morire, ma sarà così in fretta che ti renderai conto di esserti perso tutte le più belle cose
che può riservarti una vita pulita e fatta di sincerità.
E' inutile credere a tutte quelle bugie di persone che ci stanno dentro e ti ripetono che in qualche modo ne usciranno.
Proprio quando lo diranno, non faranno altro che immergersi in quell'organizzazione fino ad uscirne morto.
Ed è tutto così devastante che non so neanch'io ancora a cosa aggrapparmi. Ho provato ad aggrapparmi a Stéph, ma per quanto
abbia provato ad innamorarmi di lui, dopo un po' ho capito che non puoi innamorarti di una persona che vive del tuo dolore.
Poi invece è arrivato Brian ed ha scombussolato tutto. Tutti i miei sogni sull'amore vero sono come riemersi dal nulla e tutte quelle
speranze che avevo lasciato morire sembravano esser rinate.
Come me.
E' da quando lo conosco che mi sento come rinata.
Porto il mio sguardo contro il braccialetto con l'ancora, sorridendo come una stupida.
Incredibile come un semplice oggetto possa farmi tornare il sorriso quando credevo di averlo perso. Ma a dirla tutta...non credo
che sia merito solo del braccialetto in sé ma anche di colui che me lo ha regalato.
E' stato incredibile sapere che quel mercante sbucato dal nulla era proprio Brian. Non lo avrei mai immaginato e credevo quasi
che mi stesse prendendo in giro.
Invece no. I suoi occhi brillavano ma la sua mascella contratta spiegava ogni cosa.
Improvvisamente, il telefono fisso che ho sul comodino comincia a squillare.
Non rispondo, per paura di una qualsiasi telefonata che possa spaventarmi. Non mi bastava ritrovarmi dal sola in quest'enorme villa
nel cuore della notte...ma ricevere anche telefonate improvvise a quest'ora.
I miei genitori non sono...perché avrebbero dovuto chiamarmi alle due di notte?
Decido di non rispondere per evitare qualsiasi tipo di problema. Sicuramente sarà una telefonata per Stéph ed io non voglio
rischiare di sapere altre cose sulla sua vita da mafioso che ancora non so.
Non mi piace per niente immischiarmi nei suoi affari e nella sua vita da capo della mafia. 
Il telefono fisso smette finalmente di squillare ed i miei occhi ricominciano ad incollarsi sul soffitto.
I pensieri che mi affollano la mente non mi danno ancora la possibilità di dormire così decido di alzarmi dal letto e scendere in cucina
per prepararmi una buona tazza di camomilla ed accendermi una sigaretta.
Dopo essermi preparata la camomilla, decido di berla tutta per potermi tranquillizzare ma quando accendo la sigaretta, delle parole
mi ronzano nella mente facendomela spegnere di botto nel posacenere.













"Non devi fumare. Ti rovini la salute."










Per circa un secondo mi sono sentita in grado di poter abbandonare un vizio che mi porto avanti
da non troppo tempo.
Ho iniziato a fumare con Stéph ed ho smesso con Brian.
E' strano quanto una persona possa influenzarti a dare sempre il meglio di te.
Ma poi senti chi parla! Quello che si fuma cinquanta pacchetti di sigarette al giorno! 
Okay, forse adesso ho esagerato ma...chi è lui per fare la predica a me?
"Teoricamente Haven, non ti ha fatto la predica"
Ah, adesso ci mancava solo la mia coscienza! 
Che serpe che è lei. Deve sempre contraddirmi in tutto. 
O sono io forse ad avere le idee confuse a quest'ora della notte?
Ritorno in camera e questa volta il telefono ricomincia a squillare. Forse stava già squillando da un bel po'
ma al diavolo Stéph e la sua genialata di costruire delle stanze insonorizzate.
Mi avvicino al telefono e questa volta alzo la cornetta con decisione, rispondendo.
-Pronto?-
-Ma che cazzo, è da ore che provo a chiamarti!- 
Sospiro riuscendo finalmente a tranquillizzarmi nel momento stesso in cui mi rendo conto che è Brian ad avermi
chiamato per tutto questo tempo.
-Brian...allora sei tu...e sei vivo!-
-Non dite cazzate Mrs Haven! Io sono vivo e vegeto, Zacky forse un po' meno ma ce la caviamo!-
-Cosa è successo a Zacky?-
-Nulla di preoccupante, solo una piccola ferita.-
-Menomale! E gli altri? Stanno tutti bene?-
-Si, alla grande. E di me? Non chiedi niente? Pensavi solo che fossi morto?-
-Non devo darti tutte queste attenzioni!-
-Sappi che me lo ricorderò!-
-E...Stéph?-
So che forse non avrei dovuto chiederlo proprio a lui perché in effetti il suo silenzio spiega tutto.
Ma Stéphan è pur sempre mio marito...
-Sta meglio di quanto tu creda. E' rimasto al locale.-
-A quest'ora? E cosa sta facendo?-
-Cosa c'è Mrs Haven, si preoccupa per lui adesso?-
-Brian, non sarai mica geloso spero!-
-Certo che no. Ci vuole ben altro per farmi ingelosire...e poi cazzo,io non mi ingelosisco mai!-
-Già...sei diventato verde di gelosia quando ho ballato con Stéphan...-
-Comunque sia, sta sbrigando delle faccende per l'organizzazione...affari abbastanza importanti che occuperanno un bel po'
del suo tempo.- 
E' davvero bravo a cambiare argomento.
-Capisco...-
-Vieni con me alla spiaggia.-
-No Brian io...non me la sento e poi a quest'ora non è il caso.-
-Perché?-
-Brian...ci stiamo uccidendo a vicenda.-
-Da quel che vedo ti ho solo insegnato a sorridere e a vivere.-
Ed infatti ha ragione. Come può un killer insegnarti proprio queste cose? 
-Brian...-
-Dai, solo per queste volta!-
E poi già so come andrà a finire. Ci ritroveremo a fuggire via come due amanti che ovviamente non possono esprimere il loro amore
in alcun modo.
-Haven...-
Il suo tono di voce così pacato, mi fa quasi sciogliere.
Ora mi farà star male, me lo sento. Darà la possibilità agli pterodattili di avere la meglio su me stessa e le mie emozioni.
-Ti...- 
-Pronto? Brian? Ci sei?-
E' caduta la linea.
Possibile che le persone non fanno altro che riattaccare quando parlano con me al telefono?
Beh...forse questa volta dev'esser caduta la linea per davvero.
Sentendo ugualmente gli pterodattili svolazzare nello stomaco, divento tutta rossa se penso che avrebbe potuto dirmi ciò che speravo
mi dicesse.
Mi sento proprio come una teenager in questo preciso istante. Che disagio.
Mi rimetto a letto, coprendomi il corpo con le lenzuola ma sobbalzando l'istante dopo, nel momento in cui qualcuno ha bussato con prepotenza
alla porta della mia camera.
-Mrs Haven, allora, non mi ha ancora dato alcuna risposta!-
Come immaginavo.
Mi alzo di scatto dal letto, avvicinandomi alla porta della camera ed aprendola con velocità.
Brian mi compare dinanzi agli occhi con un sorriso beffardo, una canottiera nera che gli mette in risalto i muscoli ed i tatuaggi sulle braccia
ed uno di quei soliti jeans strappati che ama tanto indossare.
Sul collo invece...ha una sottospecie di graffio piuttosto profondo.
-Oh mio Dio, ma cosa ti hanno fatto!- Esclamo, avvicinandomi a lui e toccandogli per un po' il collo.
-Non è nulla.- Ribatte lui, spostando la mia mano dalla sua pelle.
Se solo la smettesse di far irrigidire sempre quella sua mascella...sarebbe tutto più facile.
-Cosa stavi per dirmi al telefono?- Gli domando, vedendolo però fare l'indifferente.
-Io? Assolutamente niente. Cosa volevi che ti dicessi?-
-Che so...mi aspettavo tipo qualche dichiarazione!-
-Ti aspetti troppo da uno come me.- Brian mi afferra dai fianchi e mi fa spalmare contro il suo torace.
Io posiziono le mie mani sul suo petto ma mi sento piuttosto imbarazzata.
-E cazzo, dovrei farti visita a quest'ora di notte più spesso. Utilizzi proprio un bel completino per dormire!-
-Smettila, stupido!- Ribatto alle sue parole, cominciando a prender fuoco.
Ho bisogno di un po' d'aria...Brian se la sta rubando tutta!
Le sue risate riescono a rientrarmi nella testa, aprendomi il cuore.
E' così bello sentirlo ridere.
-Allora, ci vieni con me alla spiaggia?-
-Se proprio insisti okay.-
-Non fare la trattenuta, so che non aspettavi altro!-
-Sai molto male invece.-
-Vorresti dirmi che preferiresti stare con quel vecchio lì?-
-Quel vecchi lì è il tuo capo!-
-Non ho detto nulla di male!-
-Sei incorreggibile...-
Brian mi dà un bacio sulle labbra ed io gli do uno schiaffetto sulla nuca.
Lui d'istinto mi prende in braccio e mi fa cadere sul letto.
Scoppio a ridere nel momento stesso in cui Brian comincia a farmi il solletico senza neanche darmi la possibilità di respirare.
-B...basta...ti prego!- Borbotto tra le risa, vedendo poi lui fermarsi e stamparmi un altro bacio a fior di labbra.
Egli mi abbassa una bretella della camicia da notte, cominciando a torturarmi il collo con i suoi baci.
Mi irrigidisco all'istante, con la paura che Stéph possa tornare da un momento all'altro.
-Brian...cosa stai facendo?-
-Di che parli?-
-Di questo.-
-Questo cosa?-
-Non fare il finto tonto!-
-Voglio averti Haven. Ti desidero da troppo tempo.-
Sento gli occhi diventarmi sempre più lucidi. Arrossisco ancor di più e a momenti, potrei quasi dimenticare tutto ciò che ho intorno.
In questo preciso istante...esistiamo solo io e lui.
Brian ricomincia a baciarmi ed io potrei quasi toccare il cielo con un dito.
Sentire le punta delle sue dita entrare in contatto con ogni angolo della mia pelle, non fa altro che farmi rabbrividire sempre di più.
Cosa sta facendo al mio cuore?
Avrei voluto dirgli che è troppo presto per me e che ho come la sensazione che Stéph possa sbucare qui da un momento all'altro ma come faccio
a fermarlo?
Il mio desiderio è pari al suo.
Brian incolla per un attimo i suoi occhi ai miei sentendosi fortemente affamato. Ma la sua è una fame diversa...la sua è fame d'amore.
Mentre continua a guardarmi negli occhi, sta provando ad alzarmi la camicia da notte immettendo le sue mani tatuate al di sotto del mio vestiario.
Ma qualcosa ci ferma.
O meglio, direi qualcuno.
La porta della camera si apre ed io e Brian ci voltiamo di scatto contro di essa.
Sto cominciando a pregare che non sia Stéph, ma Brian si allontana di scatto da me facendomi capire che potrebbe esser proprio così.
Il mio peggiore incubo si sta per avverare.
-Cazzo Jimmy, non potevi bussare?- 
Ricomincio a respirare, sentendomi sollevata dopo aver ascoltato con attenzione le parole di Brian.
-Beh, ti ricordo che dovevi sdebitarti, vedendoti scopare con Haven!- Ribatte Jimmy mentre io respiro con profondità e mi alzo con velocità
dal letto riaggiustandomi la camicia da notte.
-Uscite da qui!- Continua Brian, imbarazzato almeno quanto me.
Osservo Zacky e Matt coprire gli occhi al povero Johnny ed inizio a ghignare sotto i baffi.
-Uffa! Io volevo vedere!- Esclama il nanetto, tentando di sbirciare ma Vee e Shads continuano a posizionare le loro mani dinanzi ai suoi
occhi.
-Calma Gates, volevamo solo assicurarci che stavate bene! E soprattutto avvertirti che non vi aspetteremo giù per tutto il giorno!- Continua Vee.
-Okay, ma adesso uscite!- Brian caccia fuori dalla camera sia Jimmy che gli altri.
Jimmy continua ad urlare cose senza senso mentre gli altri si lamentano perché probabilmente volevano assistere alla scena.
In questo preciso istante non so neanch'io se ridere o piangere.
-Scusali, non lo fanno apposta...è che sono fatti proprio così.- Continua Brian, facendomi sorridere ancor di più.
-In fondo, sono bravi ragazzi.- Ammetto, vedendo poi Brian ricambiare i miei sorrisi.
-Dove eravamo rimasti?-
-Al momento in cui io dovevo vestirmi perché dobbiamo andare alla spiaggia.-
-Mh, giusto.-
-Bene. Esci fuori.-
-Che cosa?-
-Hai sentito bene. Esci fuori.-
-E dai, mi giro e prometto di non sbirciare!-
-Non ti crederei neanche se ti bendassi!-
-Voi donne siete così suscettibili! Dai, te l'ho promesso!-
Sbuffo con sonorità, dandogliela vinta almeno per questa volta.
-E va bene. Ma guai a te se ti becco che sbirci!-
Brian mi sorride con malizia ma poi si sdraia sul letto, voltandosi dall'altro lato.
Io prendo con velocità un vestitino abbastanza leggero dall'armadio mentre lascio cadere a terra la camicia da notte.
Ogni tanto, osservo Brian restare sempre nella stessa posizione per assicurarmi che non mi stia guardando.
Indosso il vestitino con velocità e mi sciolgo i capelli, prendendo poi un paio di ballerine ed indossando anche quelle.
-Okay, ho fatto.- Annuncio, vedendolo voltarsi e scendere dal letto.
Brian mi osserva con attenzione, per poi ricominciare a sorridere con malizia.
-Che c'è?- Gli domando, vedendolo poi aprire la porta della camera per uscire.
-Però...hai proprio delle belle tette!-
-Che cosa?! Non fare lo stupido...non hai visto niente!-
-Hai dimenticato un piccolo particolare.-
-Quale?-
-Lo specchio.-
Mi volto di scatto contro lo specchio posizionato dinanzi al letto che riesce a riprendere sia l'armadio che la porta.
E' posizionato proprio nell'angolo.
-Brutto disgraziato!- Urlo contro Brian, vedendolo poi correre via ed io con lui.
Lo rincorro fino a giù continuando ad urlargli contro ma sentendolo di nuovo ridere.
Più lui ride ed io più mi innamoro.















***





Come sempre, alla spiaggia si respira aria diversa.
Aria di chi ha bisogno di libertà, di chi ha voglia di innamorarsi o di chiunque stia
cercando qualcosa di diverso.
Il mare di Huntington Beach è un qualcosa di indescrivibile. Ormai, abito in questa città da troppo tempo. C'è chi non lo ha mai visto e c'è invece
chi lo ha osservato e può parlarne come una cosa rara o un diamante prezioso.
A quest'ora della notte poi ha un qualcosa di magico. Diventa del colore del cielo e quindi una pozza quasi nera ma pur sempre
brillante.
I soliti amici di Brian, che ho già conosciuto, sono sempre qui e questa volta sono sdraiati sulla sabbia aspettando probabilmente
che il sonno li colpisca.
Tutti tranne una.
Una di loro che mi sembra di non aver mai incontrato, se ne sta in riva al mare in solitudine con una chitarra classica tra le mani
ed una di quelle lavagnette da disegno portabili.
Mentre Brian ed i ragazzi scherzano e parlano tra di loro, io non riesco in alcun modo a seguire i loro discorsi restando incantata
dalla dolcezza che continua ad esprimermi quella ragazza anche solo stando ferma, seduta intrecciando le gambe contro la sabbia.
Ha un viso così dolce e dei lineamenti che però da qui non riesco bene a scorgere.
-Brian...chi è quella lì?- Domando al ragazzo, mentre io gli indico un punto in particolare della spiaggia.
-Aspettami qui.- Continua Gates, alzandosi dalla sabbia su cui era seduto poco fa, accanto a me, avvicinandosi alla ragazza con 
un sorriso a trentadue denti.
Brian le sta parlando ed anche lei non smette neanche per un istante di sorridere.
Che ci sia stato del tenero tra di loro?
-Hey Haven, tutto bene?- Mi domanda Jimmy con premura.
Questo ragazzo è un tale imbranato ed una tale dolcezza allo stesso tempo.
-Si...tutto bene.- Ribatto, continuando a fissare la ragazza e Brian.
-Brian è un bravo ragazzo...di lui puoi fidarti.-
-Si, lo so.-
-Se non fosse stato per lui a quest'ora non sarei neanche qui.-
-A cosa ti riferisci?-
-Beh...volevo solo farti capire che nonostante abbia un carattere di merda a volte...ha anche un cuore d'oro. Come me del resto.-
Jimmy vaneggia, strappandomi un sorriso.
-Quindi...ti ha salvato la vita?-
-Diciamo pure di si. Mia madre e mio padre sono morti in un incidente d'auto. Facevano parte dell'organizzazione opposta ed io ero con 
loro in quell'auto. Mia madre mi ha portato in salvo prima ancora che potesse morire per colpa di tutto il sangue che stava perdendo.
Mi allontanò dall'auto ed io cominciai a correre via piangendo sotto la sua estrema richiesta. Poi incontrai Brian e lui...era un ragazzino come me.
Avevo bisogno d'aiuto. Non avevo più niente e lui mi portò a casa sua. Mangiai nel suo stesso piatto e da allora non ci separammo più.
Suo padre non mi aveva mai disprezzato pur appartenendo ad un'altra organizzazione e mi aveva permesso di restare con loro. Poi il resto...credo
che tu già lo sappia.- 

Queste persone sono così affascinanti quando parlano della propria vita. Ognuno di loro ha un passato alle spalle da dimenticare ma
nonostante la vita che svolgono, continuano ad avere un cuore grande quanto un grattacielo.
Sarà perché sono la moglie del capo ma ho come l'impressione che si comportino bene anche con altre persone. 
Questo posso anche intuirlo dal buon rapporto che hanno con Maria che non ha mai avuto Stéph.
-Mi dispiace tanto per ciò che ti è accaduto Jimmy...-
-A me non più. Avrebbero dovuto bere meno del solito e constatare il fatto che a bordo di quell'auto c'era anche un bambino. Ma adesso
non m'interessa più di nulla. Questi ragazzi sono la mia famiglia e sai cosa? E' grandioso.-

Sorrido alle parole di James, ma mi volto velocemente verso Brian e la ragazza per continuare ad osservarli.
Lei ha ancora quella sua chitarra sfasciata tra le mani e la lavagnetta sul fianco.
Brian invece, sta ritornando da noi.
-E Hayley?- Domanda Matt, incuriosito.
Che sia questo il nome della ragazza?
-Non è voluta venire.-
-E perché?- Domanda Zacky questa volta a Brian.
-Perché c'è Johnny.-
-Che cosa?! Ma io non le ho fatto niente!- Si difende Christ mentre i volti dei suoi amici dicono il contrario.
-Non sono stato di certo io a fare quella squallida battuta sui sordi.- Ribatte Brian, mentre Johnny resta in silenzio non sapendo
più cosa dire.
Sui sordi? Okay, non ci sto capendo niente.
-Come biasimarla!- Continua Jimmy, accendendosi poi una sigaretta.
Osservo di nuovo la ragazza, mentre continua a disegnare qualcosa su quella solita lavagnetta.
Sembra essere immersa nei propri pensieri.
Mi alzo di scatto dalla sabbia su cui ero seduta, dirigendomi verso di lei.
-Haven ma cosa...- Prova a dire Brian, ma si zittisce l'attimo dopo osservandomi ormai in lontananza.
Mi avvicino alla ragazza, vedendola poi fermarsi senza continuare a disegnare.
Lei porta il suo sguardo contro il mio ed io faccio lo stesso.
Proprio come dicevo prima...ha un viso dolcissimo.
Ha degli occhi sporgenti a dir poco splendidi. I capelli lunghi, tenuti un po' mossi e di un colore sul castano chiaro, con dei riflessi
dorati impeccabili.
-Che cosa stai disegnando?- Provo a chiederle, vedendola osservare con attenzione i movimenti emessi dalle mie labbra.
Lei non mi risponde ma si volta come infastidita.
-Non voglio infastidirti...ma ti ho vista qui da sola e non mi piace vedere le persone starsene in solitudine a combattere contro un qualcosa
che continua a tormentarle.-
La ragazza ancora non mi risponde ma al contrario, continua a prestare attenzione alle mie labbra.
-Ho capito...scusami se ti ho infastidita.- Concludo il discorso, cercando di allontanarmi da lei ma è proprio la ragazza a non permettermelo.
Mi fa un cenno di mano come se volesse fermarmi.
Uno stop chiaro e tondo.
Poi, sempre con i gesti, mi fa capire che devo riavvicinarmi.
Faccio come mi fa capire, ritornando da lei.
Lei mi indica questa volta la sabbia, come se volesse suggerirmi di sedermi.
-Devo sedermi?- Le domando, vedendola annuire.
Mi siedo dinanzi a lei, osservando quegli occhioni lucidi sembrare due pozze di speranza.
Non ne capisco principalmente il motivo ma ho come l'impressione che questa ragazza abbia qualche problema con sé stessa.
Con velocità, Hayley comincia a fare dei gesti con le mani che purtroppo non riesco a capire.
Mi indica la sua lavagna da disegno e poi fa finta di scrivere attraverso l'aria.
-Beh...però puoi almeno parlarmi...- Le dico, vedendola socchiudere quasi gli occhi con disperazione.
-Non può.- Borbotta Brian alle mie spalle, vedendoci incontro. 
Hayley si rattrista mentre il suo sguardo è perso nel vuoto.
-Legge il labiale per capirti...è successo tanto tempo fa.-
Adesso ho capito tutto. E' una ragazza sorda.
Mi si stringe il cuore nel vederla sorridermi improvvisamente.
-Oh...capisco. Scusami, non volevo...- Sussurro ad Hayley, con dolcezza.
Mi sento davvero una sciocca.
Lei mi prende una mano e mi sorride ancora, come se volesse dirmi che è tutto okay e che non devo preoccuparmi.
Ricambio il suo sorriso, vedendola poi ricominciare a disegnare.
Dopo un po' però, lei inizia a disperarsi, toccandosi i capelli con disperazione e lanciando nel mare alcune matite colorate.
Leggo la disperazione nei suoi occhi e l'ambizione pulsarle dentro con accanimento.
-Posso aiutarti io a disegnare magari...- Mi propongo, avvicinandomi a lei e prendendo gli ultimi gessetti che le sono rimasti.
-Questo disegno è...perfetto. Solo che possiamo perfezionarlo ancor di più.- Le dico con un po' di lentezza per darle la possibilità
di capire ciò che le sto dicendo.
E lo penso per davvero. Ha disegnato una coppia che si bacia in riva al mare. E' davvero bravissima ed ha un talento a dir poco
invidiabile.
Dopo averla aiutata per un po' con il disegno, sotto gli occhi attenti di Brian, la ragazza comincia a sorridere.
-Brava, così.- Continuo a ripeterle, vedendola sfumare al meglio le ombre dei due amanti.
Una lacrima le scivola dal volto mentre lascia la sua lavagnetta per abbracciarmi.
Ricambio la sua stretta, restandone però a bocca aperta.
E' così affettuosa...
Dopo avermi abbracciata, riprende la lavagnetta e questa volta per scrivermi qualcos'altro.
"Grazie mille Haven"
-Come sai il mio nome?- Le domando, incarcando un sopracciglio.
-Le ho parlato di te.- Dice Brian, sorridendo anche lui.
-Davvero?-
Hayley annuisce per poi rivolgere uno sguardo spensierato sia a me che a Brian.
-Vedo che avete già fatto amicizia!- Continua Gates, avvicinandosi sempre di più a noi.
-Beh...non ci è voluto molto.- Rispondo a Brian, vedendo la ragazza fare dei gesti che non riesco a decifrare in alcun modo.
Brian invece, sembra capire benissimo e fare molta attenzione a ciò che sta cercando di dirgli.
-Dice che le sei simpatica e che...insieme siamo la coppia perfetta.- Borbotta Brian una volta che Hayley ha finito di gesticolare.
-Oh...- 
Hayley si avvicina a noi, prende una mia mano e poi quella di Brian.
Lei ricongiunge le nostre mani per poi sedersi di nuovo sulla sabbia e ricominciando a disegnare con una velocità 
incredibile.
Da lontano, mi sento osservata da Nancy che continua a fissarmi mentre si siede tra le gambe di Matt.
Mi fissa come se volesse quasi prendermi a sprangate e forse conosco il motivo di questa sua reazione.
E' sintomo di gelosia.
Brian si distende improvvisamente sulla sabbia e stringendomi ancor di più la mano, riesce a coinvolgermi.
Mi distendo anch'io sulla sabbia con la differenza di ritrovarmi la testa ed il viso accanto a quello di Brian.
Entrambi fissiamo il cielo mentre Hayley fa da sfondo alla situazione, osservandoci e disegnando allo stesso tempo.
-Cosa le è accaduto?- Domando a Brian, vedendolo fissare il cielo.
-Da quando ha visto il suo fratellino di cinque anni esser sgozzato dinanzi ai suoi stessi occhi...non ha più parlato con nessuno.-
Un dolore mi colpisce al cuore e all'istante, mi pento di averglielo chiesto.
-Lei e suo fratello erano orfani. Lui era tutto ciò che le rimaneva.-
-Basta...ti prego.-
-Come vuoi.-
Riprendiamo entrambi a fissare il cielo, che in questo preciso istante mi sembra molto più costruttivo di fissare sempre e solo
il soffitto.
-Ah...dimenticavo di dirti una cosa.-
Esito, non volendo sapere altro sulla vita di quella povera ragazza.
-Ti amo.- Mi sussurra con dolcezza e tutto sembra avere finalmente un senso.
Sorrido contro il cielo, alzandomi per un po' dalla sabbia e stringermi tra le braccia del ragazzo.
Entrambi ci addormentiamo con i nostri soliti cuori sovrapposti.
Al mio risveglio, mi guardo intorno osservando tutti dormire con tranquillità.
Jimmy accanto a Zacky, Vee accanto a Matt e Johnny accanto a Hayley.
Un momento.
Mi strofino gli occhi, osservando Hayley dormire sul petto di Johnny ed il nanetto tenerle una mano sulla spalla.
Mi volto infine verso Brian, osservando la luce del sole illuminargli per un po' il viso e renderlo ancor più bello del solito.
Riposiziono la mia testa sul petto del ragazzo, riprendendo a dormire.
Forse dovrei alzarmi e tornare a casa. 
Ma no, cosa sto dicendo.
Abbiamo ancora tempo.



























NOTE DELL'AUTRICE.

Salve a tutti lettori! Eccomi con un nuovo capitolo appena sfornato!
Vi sta piacendo la storia? Ed i personaggi?
Bene, ricordatevi di farmelo sapere!
Da questo capitolo le cose cominceranno a smuoversi. Riuscirete a capire meglio i vari
caratteri dei personaggi, le situazioni ed il vero messaggio di questa ff.
Come vi ho già ripetuto altre volte, ci tengo molto a questa storia perché credo che il messaggio
sia un po' più particolare del solito. 
Spero che tutti riescano a percepire le giuste emozioni e spero vivamente di non annoiarvi. In caso contrario,
vi do la possibilità di avere il mio indirizzo e venirmi a picchiare lol.
Ma a parte gli scherzi, sono curiosissima di leggere le vostre recensioni per questo capitolo.
*Ringraziate Saya per la pazienza che dimostra di avere con un caso perso come me*
Questa volta come vedete...ho creato un Brian diverso da quello che ero solita creare. E' un Brian molto più particolare
perché nonostante vive una vita particolare e poco dignitosa...ammette di essere innamorato della moglie del capo.
Non si nasconde ma al contrario, darebbe la vita per la donna che ama.
Questo dimostra una gran cosa. MAI SOFFERMARSI ALLE APPARENZE.
Di merda nel mondo ce n'è già troppa ed io spero di aiutarvi a sognare come meritate.
Attendo come sempre le vostre recensioni e mi dileguo all'istante perché ho cinquecentomila faccende da sbrigare!
Grazie a tutti i lettori che continuano a seguirmi e ai nuovi che si son iscritti qui su EFP per seguire le mie storie.
Un bacio a tutti!




-SynysterIsTheWay.









   
 
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