Fanfic su artisti musicali > Selena Gomez
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Autore: ashlenasheart    02/07/2014    2 recensioni
Se due migliori amiche, conosciute su internet, si incontrassero nella città dei sogni, New York, cosa succederebbe?
Trailer: http://youtu.be/914ujQLWijk
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Selena Gomez, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“What am I supposed to do when the best part of me was always you?
And what am I supposed to say when I'm all choked up and you're OK?
I'm falling to pieces, 
I'm falling to pieces”
 
 
Chapter 31
Victoria’s POV


-Ti sto dicendo che ti capisco, ho provato le stesse cose- insistette Zayn.
-Non prendermi per il culo perché se avessi provato anche solo la metà di quello che provavo non avresti fatto tutto quello che hai fatto- iniziai ad alzare la voce, la gente iniziava a notarci.
-No Vic, davvero, sono stato male anch’io perché io ti amo e quando ti sei infuriata per Stephanie mi sono sentito una merda-
-Hai fatto bene, e non chiamarmi Vic, per te sono Victoria- dissi scarabocchiando qualcosa sul block-notes.
-Vic- lo guardai male. –toria- aggiunse.
-Zayn, te ne potresti andare via? Sto lavorando e non ho tempo da perdere in chiacchiere- gli dissi seccata.
-Io non me ne vado finchè non chiariamo- sbattè i pugni sul bancone.
-Non c’è niente da chiarire, abbiamo capito tutto, io ti amavo ma ora è finito tutto, la nostra storia, se si può definire così qualcosa che non è mai iniziato veramente, è finita, chiusa, archiviata, seppellita-
-Ma- iniziò lui.
-Buon ritorno a casa Zayn, salutami New York- gli dissi andando a prendere l’ordinazione ad un tavolo.
Dopo qualche minuto con la coda dell’occhio lo vidi uscire dal locale. Ero sollevata e triste allo stesso tempo, mi faceva ancora un certo effetto vederlo, ma non potevo soffrire ancora, dovevo rimanere sulle mie posizioni.
Finii di prendere l’ordinazione e attraversai il ristorante per andare in cucina ma un cliente mi fermò e mi consegnò un biglietto.
-Non è mio- disse –Mi hanno solo detto di darglielo-
-Chi?-
-Penso che lo scoprirà leggendolo-
-Lei lo ha letto?-
-No no, stia tranquilla, ma penso che lo capirà lo stesso- mi sorrise.
Io lo guardai confusa e mi allontanai verso la cucina.
Mi nascosi in un angolo e aprii il foglietto.
“Tu non vuoi ascoltarmi, non vuoi credermi, non so nemmeno io cosa tu voglia fare ma dammi almeno una seconda possibilità. Se decidi di farlo ti aspetto alle 17 a Concert Square”
E adesso?
 
Marie’s POV
Non potevo crederci, Harry era davvero lì con me e in quel momento stavamo abbracciati sul dondolo nel giardino sul retro.
-Tua madre è davvero un’ottima cuoca- mi disse Harry baciandomi la fronte.
-Non farti ingannare, ha imparato tutto da mia nonna- risi io e lo strinsi più forte.
Rimanemmo lì per un po’, senza dirci niente, c’eravamo solo io e lui. Poi mi venne in mente Victoria.
-Ma secondo te come sta andando a Zayn?- gli chiesi.
-Victoria è un osso duro, non gli starà andando molto bene-
-Io non voglio che Vic soffra, le voglio troppo bene però penso che forse Zayn avrebbe bisogno di una seconda opportunità-
-Alla fine non è un completo coglione, solo per metà- ammise lui.
-L’altra metà sei tu-
-Hey- fece l’offeso.
-Ammettilo, all’inizio non sei stato un angelo-
-La coglionaggine sarà di famiglia-
Risi, era così scemo ma così dolce contemporaneamente. Lo strinsi ancora più forte e lui ricambiò la stretta.
-Levami una curiosità- mi disse.
Io lo guardai negli occhi.
-Cos’hai pensato la prima volta che mi hai visto?-
Io ci pensai un po’. –Non lo so, ma penso di essere rimasta ipnotizzata dai tuoi ricci-
-Mmh-
-O dalla tua voce- aggiunsi.
-E poi sei caduta come una balena- rise lui.
-Ma stronzo!- gli colpii un braccio e scesi dal dondolo.
-No dai non prendertela-
Io incrociai le braccia.
-Dai, se tu sei una balena io sono un rinoceronte- cercò di rifarsi lui.
-Si si- gli risposi. –Preparati a una doccia fredda- mi girai per tornare in casa.
-Ma sei una balena bellissima.
-Gelata!- gli urlai entrando nell’edificio.
 
Zayn’s POV
Erano le 17.15 e Victoria non era ancora arrivata. Iniziavo seriamente a pensare che non si sarebbe presentata. Be’ in effetti potevo immaginarmelo, avevo fatto una cretinata, ma perché non potevo starmene buono? Perché la amavo, ecco perché. Avevo preparato tutto in poche ore e il progetto era nato in pochi minuti, l’amore mi faceva fare queste stupidate e l’avevo appena capito.
Presi la chitarra che avevo appoggiato accanto a me sulla panchina e mi alzai.
-Stai andando via?- sentii una voce femminile davanti a me e alzai lo sguardo. Era Victoria, era davvero venuta.
Un sorriso spuntò sul mio volto ma lei mi bloccò subito: -Non sono venuta qui per darti un’altra possibilità, ma per ascoltarti finalmente, poi deciderò- mi disse.
Io annuii, avevo un nodo in gola e non riuscivo a farlo sparire. Iniziarono a sudarmi le mani.
Lei mi guardò impaziente.
-Sai che c’è?- riuscii a dire infine.
-Cosa?-
-Che ci ho provato un sacco di volte a spiegarmi a parole e non ci sono riuscito-
-Cosa intendi?-
-Questo- riappoggiai la chitarra sulla panchina e in mezzo secondo ero già a un centimetro da lei. Le presi il viso fra le mani e la baciai, a lungo, fin quando me lo permise.
Quando ci separammo lei mi chiese: -Era tutto quello che volevi dire?-
Mi stava guardando negli occhi.
Io la guardai altrettanto negli occhi.
E rimanemmo lì, non so per quanto, per un tempo che mi sembrava infinito, senza risposta, né un sì, né un no, cosa mi avrebbe detto? Non si decideva a parlare.
-Allora? Che dici?- le chiesi impaziente.
-Io io- balbettò lei, immaginai fosse un po’ scioccata, non se lo aspettava di certo.
-Tu?- insistetti.
Le squillò il cellulare. Ma chi cazzo poteva interrompere un momento così?
Sbirciai lo schermo del suo telefono: Marie. Non avrebbe mai rifiutato una chiamata della sua migliore amica per rispondere a uno come me.
-Devo rispondere- disse infatti.
-Anche a me devi rispondere- le dissi.
Lei mi guardò.
-Posso aspettare- acconsentii infine.
-Pronto Marie?- esclamò la bionda rispondendo al telefono.
La mia impazienza cresceva di secondo in secondo.

  
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