13 giugno 1799

Ho ripensato a lungo al mio passato. 
A com'ero prima, o meglio a com'eravamo tutti prima: a come era la Francia, a come erano i cittadini, le strade e tutto il resto.

Sono stanca, indurita, spossata. Come tutti, anche io mi sto ancora riprendendo dalla tremenda ed allo stesso tempo grandiosa rivoluzione che ha stravolto il nostro paese anni fa.

Ne ho versate di lascrime e proprio io, che a detta di tutta ero la ragazza più sensibile e piagnucolona di Parigi, ora ho smesso finalmente di paingere. Le ho finite le mie dolci lacrime, non è ancora da versare, non ne ho più. La mia vita è stata tutt'altro che insipida, mi ha indurita, cambiata sia in meglio che peggio. E' vero: ho forse perduto la mia tenera dolcezza e la mia candida ingenuita', ma ho guadagnota la forza, il coraggio e la fede nella speranza.

Il cielo è azzurro oggi, gli uccelli volano nel blù e adesso sono qui che medito sulla mia trascorsa giovinezza, sulla mia vita a casa Jarayes, su i gironi felici...sono qui che ripenso a lei. Semplicemente perchè quando penso a lei mi ritorna il sorriso e, finalmente, ritornano anche le lacrime. Ma sono lacrime di nostalgica gioia, di commozzione.

Con gli anni ho appurato di avere una memoria invidiabile. Ricordo, sì, ricordo tutto alla perfezione. Mi viene da pensare che sia a causa della rilevante importanza che ha avuto per me questo periodo della vita...l'importnza che ha avuto quell'incontro, quella persona.

Dall'alto dei miei trentastte anni posso dire di aver avuto una vita, movimentata, completa. Posso dire di aver vissuto in molte situazioni diverse. Ho visto e conosciuto la fame, la sventura, la poverta' e il disagio; allo stesso modo ho conosciuto la gioia, la felicita' e la spesieratezza.
 Ma nessuna di tutte le belle cose che mi sono successe sarebbe mai accuduta senza l'ausilio di questa donna.

Mi si riempiono gli occhi di lacrime di rugiada, solo a pensare a lei, che ormai è nell'alto dei cieli e veglia su di me. Il mio cuore sta battendo forte per il dolore e la nsotalgia che provo mentre scrivo queste note.

Lei era così semplice e complessa allo stesso tempo. La creatura più perfetta ed indiscutibilmente meravigliosa che io abbia mai avuto l'onore di conoscere. Non ce ne sono al mondo di persone come lei, era irripetibile.

Ma il solo averla conosciuta ha del tutto completato la mia esistenza. Ero diversa prima di lei...mi ha fatto maturare in tutte le sfumature della crescita.

Per me quella donna rappresentava tutto: la salvezza, la misericordia; era la mia ancora ed io ero la sua. Rappresentava il miraggio di una vita migliore, una vita felice, piena di emozioni positive.

Parlo e la descrivo con gli occhi e la memoria di un'innamorata ma io la ricordo così: aggraziata e leggadra nella sua uniforme, infondeva sicurezza ed allo stesso tempo uno strano timore.

Sul suo volto era abitualmente presente un espressione seria ed intensa, che si addolciva unicamente mentre io ero con lei, mentre parlavamo o stavamo insieme.

Appena ella passava, tutti rabbrividivano...rabbrividivano di sorpresa, paura, invidia e meraviglia perchè mai si era vista una donna così bella, così buona, messa nei panni di un comandante di palazzo.

Sono sempre stata una persona molto sincera...ma una cosa non ho mai detto a nessuno. Io e lei eravamo d'accordo di tenere il segreto sigillato tra le nostree rosee labbra, ti tenerlo nascosto nei chiari occhi celesti, nella brezza delle coste norvegiesi, nel calore delle lenzuola dei nostri letti.

Ed ora narro le mie memorie allo spoco di rivelare a tutti coloro che meritano di sapere qual'era il nostro irraggiungibile segreto. Il mio segreto e il segreto della grande donna di cui sto scrivendo,Oscar François de Jarjayes. Coraggiosa, bella e intelligente. La mia maestosa rosa bianca...il mio primo, inteso e struggente amore.