“Inquieto
giace il capo che porta
(Enrico IV – W.Shakespeare)
La notte fu tormentata da sogni agitati che si smuovevano nella mente del Re. Sogni di morte, di distruzione e di pericolo. Si svegliò, urlando il nome di Lisa.
Il
primo atto, spontaneo, quando la
vide l’indomani mattina fu di posarle le mani sul delicato
volto e baciarle la
fronte. Mai nella vita aveva negato l’orgoglio di padre ai
propri figli, ma mai
come in quel momento, aveva rimpianto di aver avuto una femmina come
primogenita. Erano stati tempi difficili, molto difficili e la sua
amata e
spensierata bambina era cambiata radicalmente alla morte della madre:
giustificabile pensando che aveva solo 8 anni e aveva dovuto
sostituirla nel
ruolo di madre con gli altri fratelli (la più piccola dei
quali era appena nata,
mentre gli altri avevano rispettivamente 7 e 6 anni!). La morte di
parto era
cosa comune a quei tempi, e
Lisa aveva un rapporto di rispetto e ammirazione nei confronti della madre, una grande ed imponente Regina, alla quale si era ispirata in quella tenera età e continuava a farlo…probabilmente era quella madre la ragione per la quale non aveva mai messo in atto il suo progetto di Fuga!