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Autore: parveth    02/07/2014    4 recensioni
Due ragazze per non perdere il lavoro accettano un trasferimento ad Edimburgo: nuova casa, nuova vita e sopprattuto nuovi dirimpettai...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Tennant, Georgia Moffett, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sometimes they come back Una delle maggiori preoccupazioni che affliggevano i nostri genitori era che secondo loro il fatto che lavorassimo da casa c'impediva di avere una normale vita sociale al pari dei nostri coetanei.

Io una volta replicai un po' piccata che perlomeno in questo modo non avevamo discussioni con i colleghi come invece capitava a lei (era mia madre in genere a tirar fuori questa tiritera) lei rispose che si, alle volte capitava di discutere ma in genere si trattava sempre di questioni inerenti al lavoro  "certo ma almeno noi evitiamo di arrivare nervose a fine giornata"   "non so come fate tu e Sofia: io diventerei matta a starmene sempre in casa".

"Fortuna che non saro' presente quando andra' in pensione"  commentai poco dopo con la mia amica  "spesso diceva che appena smesso di lavorare avrebbe fatto un mucchio di cose: andare di qui, fare volontariato di la...ma se la domenica mattina a stare seduta un po' piu' del solito per la colazione gia le veniva mal di schiena! E per quanto ne so io, il volontariato non si fa certo da fermi".  Il punto era che mia madre una volta finito di lavorare per come la vedevo io davvero dopo una settimana avrebbe dato di matto: gia le poche volte che era stata a casa malata o in ferie dopo due giorni smaniava e l'unica cosa che faceva erano le pulizie, capisco che lavorando tutto il giorno hai voglia di pulire a fondo casa tua ogni tanto ma diamine, mica abitavamo a Versailles, quante volte dovrai pulire sei stanze? Neanche andassimo tutti i giorni per paludi...

Comunque a dispetto di quel che pensava mia madre, nonostante lavorassimo da casa avevamo ottimi rapporti con i colleghi nonostante li vedessimo solo una volta la settimana: quel giorno infatti veniva a trovarci Mina una ragazza scozzese di trent'anni che nella nostra agenzia si occupava di traduzioni da e per l'arabo.

Arrivo' verso le due e mezza del pomeriggio: era circa un metro e sessanta con lunghi capelli neri indossava jeans ed un trench beige, siccome era la prima volta che veniva da noi eravamo sull'uscio ad aspettarla "ciao, accomodati" disse Sofia ma non fece in tempo a finire la frase che sentimmo una voce in lontananza urlare "ehi ragazze!"  con nostra gran meraviglia era la voce di Ben che si stava avvicinando accompagnato da David e Georgia che erano andati a prenderlo all'aereoporto, in men che non si dica e dopo qualche insistenza li invitammo tutti a bere il caffe' da noi tanto tazzina piu' tazzina meno...

Mentre versavamo il caffe' notai che Mina era piuttosto tesa e mi sembro' strano: in quei mesi non mi era mai sembrata una persona timida tanto piu' che non ci aveva mai detto di essere whovian ne tanto meno sherlockian...anche se ovviamente li' da loro non era obbligatorio essere l'una o l'altra cosa per conoscere le persone al nostro tavolo...altro che aplomb britannico!

"Jo, mi passi lo zucchero per favore?"  chiesi   "no aspetta faccio io"  "grazie Dave"  (ormai era normale che li chiamassimo cosi, noi a volte ci eravamo sentite chiamare "Charlotte"  e "Sophie"  e non sto neanche a dirvi quante volte ci era scappato "Doctor") la nostra collega era sempre piu' sconcertata anche se tentava di non darlo a vedere ma d'altronde era comprensibile: non ne avevamo fatto parola a nessuno sul lavoro delle nostre conoscenze anche se devo dire li' sono molto meno impiccioni che da noi, nel senso che magari avrebbero detto "fortunate" ma non si sarebbero mai lasciati andare a scene isteriche e poi noi non avevamo un carattere tale da andarlo a sbandierare in giro cosi.

"Oh devo farti vedere una cosa" dissi a Ben e poi mi precipitai al piano di sopra da cui tornai pochi minuti dopo con in mano "tutto Sherlock Holmes" edizione mammuth (e a ragione visto che passava le milletrecento pagine)  "l'ho comprato molto prima di conoscerti, e me lo portai in aereo nel bagaglio a mano una volta che andai a Londra con i miei"  risposi alla sua faccia stupefatta alla vista di quel "gigante di carta".


Insomma, quel pomeriggio ando' cosi bene che mi venne quasi voglia di andare di sopra a prendere la telecamera che ci eravamo comprate mesi prima, riprendere tutto e mandare il filmato in dvd ai miei con un bel biglietto con sopra scritto "non abbiamo bisogno di uscire di casa per divertirci NOI",



angolo autrice: altro capitolo corto ma con un nuovo personaggio su richiesta di Jessica21: puo' darsi che in seguito ci lavorero' ancora, nel frattempo tenetevi pronti perche' il prossimo capitolo e' quello di Natale...
  
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