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Autore: Sanzina Shirogane    02/07/2014    6 recensioni
Il mondo è un luogo davvero strano, la vita è davvero strana perché, da un momento all'altro, tutte le tue certezze possono cambiare...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Cavaliere Blu, Ichigo Momomiya/Strawberry, Profondo Blu, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sul labbro c’era una piccola ferita. Strawberry vi pose con delicatezza il lembo di un fazzoletto ma Aoyama non parve gradire il gesto perché si scostò tamponandosi la ferita con la manica della giacca. La ragazza rimase muta un istante per riordinare le idee. Comprendeva il fatto che il ragazzo fosse confuso e probabilmente ferito nell’animo per l’ennesima volta. Fu questa la cosa che la fece sentire maggiormente in colpa.
-So che sei arrabbiato- mormorò – E ne hai tutte le ragioni-
Mark seguitò a non guardarla. Era la prima volta che questo accadeva. Nemmeno il giorno in cui aveva confessato i suoi sentimenti per Ryan, gli occhi caldi di Aoyama avevano smesso di riflettersi nei suoi. 
-La verità è che non capisco- disse infine il ragazzo. 
Strawberry gli sedette accanto su di un muricciolo in cemento –Lo so, ad essere onesta nemmeno io capisco- giocherellò con le mani nervosamente – La prima volta che l’ho visto ero certa si trattasse di Ryan…-
-Ed ora non lo sei più?-
- Hai sentito quel che ha detto-
-Strawberry il suo aspetto è identico a quello di Ryan-
-Ma non la sua anima- e si sorprese lei stessa di dire una cosa simile –  Dopotutto può trattarsi davvero di un incredibile somiglianza. Sono arrivata al punto che non mi sorprende più nulla-
Mark provò l’impulso di cingerle le spalle, ma abbandonò il proposito un istante dopo. 
-Dov’è che ho sbagliato?- sussurrò tornando finalmente a guardarla. E lei sentì il corpo tremare, d’un tratto la ragazzina spensierata delle medie bussò contro la parete del suo cuore per domandarle di essere ascoltata. Ma era una voce troppo distante, un piccolo fantasma che offriva soltanto nostalgia. 
- Tu non hai mai sbagliato, Mark-
- E invece devo averlo fatto. Penso che ci siamo amati davvero Strawberry,  tu eri…sei importante per me. In quale momento il nostro amore ha finito per soccombere?-
In quale momento? Strawberry  si ritrovò inconsapevolmente a pensarci. L’amore per  Mark non era mai stato messo in dubbio. Ma poi era giunta Anna e a causa di questo lei e Ryan si erano ritrovati incredibilmente vicini. L’aver condiviso tanto l’aveva fatta innamorare di lui? O forse c’era stato qualcosa di non ammesso anche prima?
-Non penso che abbiamo mai smesso di volerci bene, Mark. Non c’è stato nulla che tu abbia sbagliato. Ma l’amore per Ryan è stato un fiume in piena dal quale sono tuttora travolta-
-Pensi di voler conoscere meglio quel ragazzo?-
Lo fissò sorpresa – Come?-
Aoyama si sforzò in un sorriso comprensivo – Pensi di volerlo frequentare?-
-No- disse risoluta – Non voglio più rincorrere illusioni-
-Stai escludendo definitivamente che possa trattarsi di Ryan, dunque- Aoyama parve pensieroso
- Perché, non è forse così?!- si alzò in piedi non riuscendo più a rimanere seduta -  Talvolta penso che se si fosse trattato davvero di lui non mi avrebbe allontanata. Avrei riconosciuto la luce dei suoi occhi. Ma mi sono resa conto che Ryo mi guarda come una perfetta sconosciuta-
- Forse non ricorda-
La ragazza rabbrividì – Ci avevo già pensato ma… Berry mi ha confermato che lei è suo fratello hanno sempre vissuto insieme-
-Potrebbe mentire-
-A che pro?- esclamò esasperata – E poi come mi diceste tutti due anni fa come sarebbe potuto sopravvivere all’esplosione? E’ pazzesco che ora stiate tutti cercando di istillarmi il tarlo del dubbio-
-Tu non hai mai creduto fosse morto-
- E’ più giusto dire che non ho mai voluto crederci- d’improvviso Mark vide la rassegnazione, non c’era più traccia della Strawberry di cui si era innamorato un tempo.
- Ryan era comunque una creatura aliena, di certo aveva molte più probabilità rispetto ad un normale essere umano-
-Lo era anche Deep Blue ma questo non ha impedito che si disintegrasse- e le costò uno sforzo enorme dire una cosa del genere, figurandosi che anche  Knight Blue avesse fatto la medesima fine. 
- E sa avesse trovato rif…- ma Strawberry alzò prontamente una mano impedendogli di continuare 
- Non ne  voglio più parlarne Mark. Voglio porre fine a tutto questo. I morti non ritornano. Se continuo così questa cosa finirà col distruggermi totalmente. Stasera ho capito che non è giusto nei confronti di nessuno, tanto meno nei miei, che io continui a perseguire questa strada-.
Mark si alzò abbracciandola, tenendola stretta contro di sé come per impedire che svanisse da un momento all’altro. Strawberry rimase rigida ma lasciò che il calore del ragazzo le scaldasse un po’ l’anima così lacerata dagli eventi.
-Permettermi di starti vicino. Non voglio nulla solo continuare a vegliare su di te-
La rossa accennò un sorriso – Devo essere proprio un disastro se tutti quanti volete continuare a vegliare su me-.
-E’ solo che ti vogliamo bene. Molto bene-.
- E perché non sento di meritarlo- si abbandonò contro il petto di Aoyama. Sentiva di non aver più lacrime per piangere, pungevano agli angoli degli occhi ma rifiutavano di voler scorrere e liberarla dal quel peso opprimente. 

Era rimasta ferma sui gradini di ingresso. Nonostante la sua insistenza Tasuku non aveva voluto lasciarla sola, ed ora le teneva la mano assecondando il suo silenzio.
-Non è qui- disse infine Berry – Mio fratello non è tornato a casa-
-Come lo sai?-
Alzò le spalle – Lo sento. E’ come se, non te lo so spiegare, ma io e Ryo condividiamo qualcosa. Tipo i gemelli, sai?-
-E’ perché gli vuoi bene. A me accade la stessa cosa-
- Cosa?- Berry lo fissò perplessa
-Sì con te mi accade la stessa cosa-
La ragazza arrossì, la pelle chiara del viso non dava adito a fraintendimenti. 
-Smettila- borbottò
-Ma è la verità-
Strinse di più la  mano di Tasuko prima di schioccargli un bacio sulla guancia – Vedi di non montarti la testa però- disse infine d’un fiato per poi lasciargli la mano.
In ragazzo ancora un po’ sorpreso dall’improvvisa spontaneità della coetanea non poté fare a meno di sorridere. Un sorriso che a Berry piacque molto.
-Ora vai a metterti a letto altrimenti domani ti avrò sulla coscienza- disse lei iniziando a dirigersi verso l’ingresso della casa.
-Ti dirò credo di essere guarito- esclamò lui con entusiasmo.
-Quello che credi non è quello che è in realtà. Fila!-
- E va bene. Ma chiamami se dovessi aver bisogno di me-
- Non ci sarà bisogno di chiamarti- rispose lei senza nascondere il sorriso – Tanto tu saprai se ho bisogno di te, giusto?-
-Giusto- Tasuko la guardò un' ultima volta prima di iniziare a pedalare verso casa.
Berry lo seguì con lo sguardo fino a vederlo scomparire alla vista. Ora era sola. Si fece coraggio e infilata la chiave nella serratura aspettò ancora qualche secondo prima di farla scattare.
- Non c'è motivo di avere paura- si disse entrando nell'atrio illuminato. Fissò prima la scala che portava al piano superiore. La stanza di Ryo era la prima una volta girato l'angolo delle scale.
Sapeva che non l'avrebbe trovato.
Poco dopo una voce ansiosa la raggiunse. Era sua madre. Il viso era pallido e l'espressione preoccupata. Quando vide Berry sul principio parve delusa, e questo non sfuggì alla ragazza.
-Berry- la donna cercò di celare la propria ansia - Già di ritorno, ti sei divertita?-
-Mamma, Ryo è qui?- chiese immediatamente sapendo che era inutile tergiversare. 
-NO- scosse il capo - è rientrato e uscito nuovamente pochi minuti fa- 
-Avete parlato?-
Lo donna distolse lo sguardo incamminandosi verso il salotto.
-Mamma-
-Sì...Sì abbiamo parlato un po'-
-Ti ha detto cosa è successo alla festa?-
Lei parve spaventarsi - Perchè cos'è successo?-
Berry prese un profondo respiro - Di cosa avete parlato?-
-Io...Gli ho chiesto cosa era successo, perchè era rientrato prima e soprattutto senza di te. Lui non mi ha dato spiegazioni, ha detto solamente che si sentiva stanco e che tu avevi preferito rimanere al ballo con i tuoi amici-
-Nient'altro?-
- Ho detto che mi sembrava strano e lui mi ha risposto bruscamente dicendo che...-
-Cosa?- insistette Berry
- Che un cadavere che si presenta ad un ballo pare strano a molta gente-
-Ha detto questo-
-Sì, e poi è uscito senza aggiugnere altro. Sono in pensiero. Che cosa voleva dire?-
Berry si lasciò cadere sul divano, d'improvviso si sentiva sfinita. 
- C'è stata una discussione con la mia sempai ed un suo amico-
-Che genere di discussione?-
- Loro sostengono che Ryo in realtà sia un'altra persona-
-Un'altra persona?-
La ragazza annuì - Un certo Ryan Shirogane. Pare che sia morto un paio d'anni fa e che Ryo gli somigli in modo impressionante-
La madre sedette su una poltrona, i suoi occhi seguitavano ad essere ansiosi. - Che cosa sciocca- mormorò - Per Ryo deve essere molto frustrante-
Berry la imitò sedendo sulla poltrona accanto - Mamma forse dovremmo...-
-No!- non la lasciò terminare - So quello che vuoi chiedermi ma non sarebbe giusto-
- Non sarebbe giusto per chi?- insistette la ragazza.
-Per Ryo, per questa famiglia. E' stato difficile per me tenere tutti i pezzi insieme, e non lascerò che questa cosa mandi tutto all'aria solo perchè quattro idioti vanno dicendo cosa senza senso-.
-Come vuoi. Ma se permetti ho intenzione di saperne di più su questo Ryan Shirogane-
Lo sguardo della signora Shirayuki si spostò immediatamente sulla figlia - Perchè? Dovresti lasciar perdere non c'è nulla da voler sapere-
- Lo sappiamo entrambe mamma che non è così-
- Credevo volessi bene a tuo fratello-
- E' proprio perchè gliene voglio che desidero saperne di più su tutta questa storia-
- Gli farai ulteriormente del male. Finalmente Ryo ha una vita serena perchè vuoi turbarla con questa storia!-
A quel punto Berry si alzò in piedi - Ryo non è felice mamma!-
-Te lo ha detto lui?-
Scosse il capo - Non è difficile percepirlo-
- Io credo che tu ti sia fatta influenzare da quella tua sempai e vedi cose che non ci sono-
- Vorresti dirmi che per te Ryo è felice?-
-Sì! Io ho fatto in modo che lo fosse-
- Oh ti prego- Berry sentiva la rabbia esplodere - Tenerlo sotto una campana di vetro non vuol dire renderlo felice-
- Non ne voglio più parlare-
- Come ti pare-
- E gradirei che smettessi di parlarne anche tu-
- Non ne parlerò più con te-
- Voglio che non ne parli con nessuno. Berry ti supplico, andava tutto bene prima che uscisse questa storia. Ryo è turbato come lo sarebbe chiunque-
-Ryo è turbato perchè non capisce quel che succede- ribatté la ragazza con un tono di voce più alto - E onestamente non lo capisco nemmeno io-
-Berry-
- Ricordi cosa mi dicesti prima di partire da Parigi?-
- Berry ho detto che non ne voglio più parlare- sua madre aveva gli occhi lucidi -Ti prego-
- Continueremo così?-
-Vai a dormire. E' tardi. Domani potremo ragionare meglio-
-E Ryo?-
-Tornerà. Non preoccuparti-.
Ma Berry non aveva intenzione di rintanarsi in camera e di certo non sarebbe riuscita a chiudere occhio sapendo che suo fratello era fuori chissà dove. 
Senza ascoltare il richiamo della madre uscì nuovamente di casa affidandosi semplicemente all'istinto.

Aveva corso per lungo tempo. Le strade della città a quell'ora andavano pian piano svuotandosi. Se ne sentì sollevato. Le gambe lo condussero a girovagare ancora a lungo prima di ritrovarsi di fronte a quel café dalle pareti rosa scrostate divorate dall'edera.
Su quel vialetto aveva abbracciato Momomiya dicendole che tutto sarebbe andato bene. Le aveva fatto una sorta di promessa senza nemmeno accorgersene. Ma nulla era andato bene, e ricordare gli occhi della ragazza, il modo in cui quella sera l'aveva ferita, lo facevano sentire miserabilmente in colpa.
Sedette sul primo gradino dell'ingresso. Si sentiva stanco e irrimediabilmente vuoto.
- E' un luogo anomalo questo per passare una serata- 
Ryo alzò velocemente lo sguardo. Una ragazza dai lunghi capelli e gli occhi più profondi che avesse mai visto lo fissava dall'alto in basso.
-Chi sei?- 
-Volevo domandarlo io a te. Chi sei?-
- Mi pare di aver posto la domanda per primo-
- Ma che simpatico giochino. Sono solo un lupo solitario che non ha di meglio da fare che girovagare accanto agli edifici in rovina-
-Poetico- Ryo si concesse un sorrisino - Allora io potrei dire che sono un lupo solitario a mia volta-
- Chissà che tra simili non ci si intenda- senza chiedere il permesso la ragazza gli sedette accanto. Per qualche tempo rimasero in silenzio.
-Vieni spesso qui?- fu Ryo a rompere il silenzio per primo.
- Solo quando fiuto una preda-
-Capisco. Ed io sarei la tua preda?-
- Togliti quel sorriso malizioso dalla faccia. Non ho intenzione di essere fraintesa-.
Ryo alzò le spalle - Ti ho fraitesa?-
- Ho solo visto un ragazzo solo con lo sguardo triste quanto il mio ed ho pensato "ehi, bel soggetto per fare quattro chiacchiere"-.
- Sei la prima persona che mi dice che ho lo sguardo triste-
- Evidentemente hai passato una serataccia- 
- Puoi ben dirlo-
- Capita- la ragazza stiracchiò le braccia e Ryo non poté non osservarla meglio. L'aggettivo che gli passò per primo nella testa fu semplice e immediato. Bella.
- Ultimamente capita piuttosto spesso-
-Stai cercando di incuriosirmi-
Sorrise - Pare che io sia morto-
La ragazza non disse nulla attendendo che proseguisse. Ma Ryo non pareva averne più l'intenzione.
- Mi stai dicendo che sto parlando con uno zombie?!Bè complimenti ti mantieni bene-
- Zombi? Chissà, potrebbe essere così-
Senza preavviso la ragazza gli diede un pizzicotto sul braccio, e senza particolare delicatezza.
-Ehi!-
-Controllavo. Ma sono delusa a quanto pare non sei uno zombi-
- Accidenti ne hai di forza- 
- Sono un lupo te l'ho detto-
- E che ci fa un lupo così vicino alla civiltà?!-
La ragazza sospirò -Ho dovuto adattarmi a molte cose particolari in questi ultimi anni. Non ultima la convivenza con un alieno-
- Hai tutta la mia comprensione- Ryo seguitò a scherzare, ma nonostante quella ragazza sorridesse di rimando i suoi occhi rimanevano indubbiamente seri.
- Davvero? Hai avuto a che fare con alieni anche tu?-
Alzò le spalle - Talvolta penso che mia sorella provenga da qualche pianeta sconosciuto. Ma preferisco tenere questo sospetto per me-
-Può essere, talvolta gli alieni si mescolano agli esseri umani, e vivono come noi. Ma vivere come un essere umano non è semplice, non trovi? Siamo così complicati, pieni di piccole e grandi tragedie personali, a volte preferiremmo dimenticarle. Ricominciare da capo, magari senza legami. I legami portano in un modo o nell'altro a soffrire-
Ora Ryo non sorrideva più. La vicinanza di quella strana ragazza, le sue parole. Perchè gli stava dicendo tutto quello?
- Io ho perso la mia famiglia in una maniera orribile- lei ignorò lo sguardo di lui e proseguì - Ero persa ed ho iniziato a vivere superficialmente. Credevo che una simile anestesia mi avrebbe salvato. Però non funziona così-.
Ryo distolse lo sguardo non riuscendo più a sostenere quello di lei - E come funziona?-
- Dovresti dirlo tu a me...-
Ora il ragazzo era sorpreso - Non saprei. Non ho perso nessuno dei miei cari. Sì mio padre vive all'estero e la sua presenza nella nostra vita è pressoché nulla ma non credo proprio sia quello che intendi tu-
Lei alzò le spalle - Una volta ho conosciuto un ragazzo molto simile a me. Anche a lui erano state tolte le cose più importanti. A dispetto di questo però ero sorpresa dalla sua determinazione. Aveva messo tutto se stesso in una causa perseguendola senza mai vacillare-
- Una cosa importante-
-Sì, molto importante. Sai perchè lo faceva?-
Ryo non rispose.
- Lo faceva perchè era una brava persona certo. Ma anche per mantenere vivo lo scopo di coloro che l'avevano preceduto. Ho imparato molto da quel ragazzo. Ed è grazie a lui che sono cambiata. Avevamo una silente complicità ed ho sempre creduto di poterlo comprendere meglio di chiunque altro. Ora però comincio a pensare che forse qualcosa mi sia sfuggito-.
-Dov'è lui ora?-
-E' quello che vorrei sapere anch'io-.
- Hai appena elogiato la sua determinazione ed ora vuoi dirmi che tutto un tratto è sparito!? Che ne è stato di quel famoso scopo?-
-Lo ha portato a termine-
Gli occhi di Ryo tornarono a riflettersi in quelli blu e profondi della ragazza.
- Non pensi che una volta portato a termine ciò che si era prefissato non avesse più nessuna ragione per...-
-Per?-
Ryo scosse il capo - Non lo so-
-Stavi dicendo vivere?-
Alzò le spalle - Come posso saperlo. Sei tu che lo conoscevi non io-
- Ipotizza-
- Forse voleva semplicemente lasciarsi tutto alle spalle-
-Forse- ora il tono di lei si era fatto malinconico
- Ne eri innamorata?-
- Non nel senso che credi- rispose con un sorriso - Eravamo tutti un po' innamorati di lui, in un certo senso
- Non mi hai detto come ti chiami- 
-Nemmeno tu. COmunque il mio nome è Ryo-
- Carino- mormorò lei
- Toccherebbe a te-
- Pam- 
- Sei una idol o qualcosa del genere?-
-Qualcosa del genere-
- Credo che mia sorella abbia un tuo poster in camera-
- Tua sorella ha buon gusto-
 Il ragazzo sorrise me un istante dopo il suo viso si addombrò rivelando una profonda tristezza - Ho ferito molte persone stasera-
- E non puoi porvi rimedio?- domandò lei inarcando le sopracciglia 
Ryo rimase spiazzato dall'ovvietà che la domanda sottointendeva - Non ne sono sicuro-
Pam si alzò porgendogli la mano un istante dopo - Bè se te ne rimani qui a rimuginare non potrai mai saperlo. Tuttosommato è vero che non gli somogli...-
- Cosa?-
- Lui avrebbe agito senza pensarci due volte- fece l'occhiolino e così come era comparsa d'improvviso altrettanto velocemente scomparve. A RYo venne il dubbio di aver sognato tutto.


Berry aveva corso ininterrottamente, i polmoni le bruciavano dallo sforzo e sembrava che l'aria non fosse più in grado di saziare il suo bisogno di ossigeno. Non credeva possibile di non riuscire a trovarlo. 
Si lasciò scivolare per terra esausta sforzando la mente su altri eventuali posti in cui il fratello avrebbe potuto trovarsi.
Quando rialzò lo sguardo si resa conto di dove si trovava. La costruzione fatiscente dall'altro lato della strada non lasciava dubbi. Percorse i pochi metri che la separavano dalle mura mangiate dall'edera. Ne strappò un po' rivelando la porta d'ingresso. 
Non si aspettava certo di trovarla aperta. 
Fece il giro dell'edificio. Una finestrella dai vetri rotti poteva rivelarsi la soluzione per riuscire ad entrare. A Berry non era chiaro il perchè quel luogo l'attirasse tanto.
Con agilità riuscì ad issarsi sulla finestra, non riuscendo ad evitare qualche graffio procurato dai frammenti di vetro. 
L'interno era buio, e più volte urtò ed inciampò nella mobiglia ammucchiata all'interno. Tuttavia si stupì della facilità con la quale riusciva a muoversi, come se quella non fosse la prima volta che vi metteva piede. 
Tastò le pareti alla ricerca di un interruttore. Forse la corrente elettrica non era stata staccata. 
Un pulsantino impolverato fece accendere l'unica lampadina rimasta su un grosso lampadario a centro sala. Tutto intorno non era altro che piramidi di tavole e sedie, polvere e scricchiolii. 
Spettrale era di certo la parola giusta. Ma più che paura quel luogo le rievocava una strana malinconia.
Individuò una scala che portava al piano superiore. Non c'erano luci funzionanti ad illuminare il percorso e Berry dovette attendere di essere arrivata in cima prima di poter trovare un altro interruttore funzionante.
Puntò lo sguardo sulla penultima porta infondo al corridoio. Le gambe la condussero fin lì con sicurezza. Spinse la maniglia rivelando una stanza spoglia con una grande finestra. La luce aranciata del lampione esterno ne definiva i contorni. Una scrivania, le doghe di un letto. 
Si avvicinò a quest'ultime e si sorprese nel vedere cosa c'era sopra.
-Art- mormorò scorgendo l'animale addormentato. Gli accarezzò la testa ed il micio la alzò appena. Non era difficile capire che fosse estremamente debole.
Lo prese delicatamente in braccio cercando di scorgere il luccichio degli occhi celesti. - Art che ti è successo- 
Il gatto emise appena un miagolio poggiando la testina sul petto della ragazza.

Note: so che non ho scusanti e che questa ff è una storia infinita. Ma mancano tre capitoli e finalmente sarà conclusa.

Ringrazio la vostra immensa pazienza verso la mia latitanza. 
  
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