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Autore: weretogether    02/07/2014    13 recensioni
''-io mi sono innamorato di te Amy.- disse tutto d'un fiato.
-non importa, ormai è troppo tardi.-
-stai mentendo.-
La mia schiena era contro la parete fredda della camera d'albergo.
-sono solo un'amica, Justin.- dissi mentre sentivo le lacrime bruciarmi sul volto.''
E' passato un anno da quando Amy e Justin si sono detti addio, ma è arrivata l'ora di tornare a casa, anche se per qualche settimana.
Ma cosa succederà se, al ritorno di Amy, le cose non saranno più come le ricordava? Cosa succederà se si ritroverà a vivere in una realtà a cui però sente di non appartenere più?
E Justin? Cosa farà quando quella che un tempo considerava la sua migliore amica tornerà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14.
"you hurt me."


Lo guardai confusa e lui, notando il mio sguardo, iniziò a parlare.
-credi che Renée e Travis si metteranno insieme?- chiese.
Ci pensai qualche secondo.
–non so con esattezza, ma sembrano attratti l’uno dall’altra.-
Lui annuì.
-tocca a te.-
-umh..- ci pensai su qualche istante. -quanti anni dai a quella signora che ti fissa incessantemente da quando siamo arrivati?- ridacchiai.
Justin si girò con finta indifferenza per guardare la signora sui quaranta che non gli toglieva gli occhi di dosso.
Qualche istante dopo il biondo tornò a guardarmi e non riuscì a trattenere una risata –quarantacinque.-
Risi insieme a lui, mentre mi rendevo conto che il suo era il più bel sorriso che avessi mai visto.
-sei per caso gelosa di lei?- continuò a ridere mentre cercava di regolarizzare il suo respiro.
-io?- risi più forte e mi sembrò che le poche persone presenti avessero iniziato a fissarmi, poi scossi la testa più energicamente che potei. –ma scherzi? ovvio che no!- esclamai con troppa enfasi.
Mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e pensai ad una domanda da fare al ragazzo che stava seduto di fronte a me.
-c’è qualcosa che rimpiangi di non aver fatto? se si, cosa?- avevo smesso di ridere, ma sul mio viso era ancora presente uno stupido sorrisino.
Justin annuì per la seconda volta in dieci minuti.
-rimpiango di non aver fatto l’impossibile per non perderti.- disse tornando serio.
Il mio cuore iniziò a battere più lentamente e sentii una stretta allo stomaco. Stavo per ribattere quando Justin mi precedette, ignorando le sue stesse parole.
-e tu, Amy? c’è qualcosa che rimpiangi di non aver fatto?- mi chiese e io faticai a rispondere, mentre mi sentivo quasi soffocata da ciò che aveva detto poco prima.
-rimpiango di non averti detto che mi piacevi.- ammisi.
Avrei dovuto dirglielo io che l’amavo, non doveva leggerlo dal mio diario.
-amavi già mia sorella quando hai letto il mio diario?- mi ci volle tutto il coraggio di questo mondo per chiederglielo, ma era un peso che non riuscivo più a portare dentro.
Quando glielo chiesi il suo sguardo sembrava spento, quasi come se la consapevolezza che quel discorso avrebbe preso una piega dolorosa lo stesse travolgendo.
Non parlò per altri secondi, che mi sembrarono secoli, poi lo vidi scuotere la testa e d’un tratto mi sentii più leggera.
Sembrava che stesse per aggiungere qualcosa, ma poi si passò una mano fra i capelli e continuò con le domande.
-perché non mi hai detto che te ne saresti andata al college?- chiese.
Nella mia mente riformulai milioni di volte quella domanda, mentre ripensavo a quella sera in cui mi aveva chiesto la stessa cosa.
Ricordai che non avevo avuto il coraggio di rispondere e mi chiesi se avrei dovuto evitare quella domanda per la seconda volta.
Poi respirai rumorosamente, quasi come per incoraggiarmi.
-perché mi avevi ferita, Justin. avevi scoperto l’unica cosa che non dovevi sapere di me. questo mi ha fatta sentire debole e insicura. quel pomeriggio ero venuta per dirti che mi avevano accetta a Princeton.. ma sai com’è andata poi.- la mia voce era debole mentre pronunciavo a fatica quelle parole che sembravano non voler uscire.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi mi decisi a parlare.
-qual è il significato della rosa che ti sei tatuato?-
Lo vidi guardare il suo braccio, seppur coperto da strati di vestiti.
-è il simbolo dell’amore assoluto.- disse grattandosi poi la nuca, come se fosse imbarazzato.
Io annuii, facendogli intendere d’aver capito.
Nonostante tra noi aleggiasse della tensione, scaturita dalle domande che ci stavamo facendo a vicenda, né io, né lui avevamo intenzione di smettere.
Entrambi sapevamo che quella sarebbe stata la svolta decisiva. Che di li a poco il nostro rapporto sarebbe cambiato, per sempre, che noi saremmo cambiati per sempre, perché non ci sarebbero stati più segreti, perché le cose che non ci eravamo detti nel tempo stavano venendo fuori e forse ci avrebbero fatto un po’ male, ma era necessario.
-hai conosciuto qualcuno al college?- mi chiese poi, fissando un punto indefinito oltre la mia spalla.
Stava cercando in tutti i modi di evitarmi, di evitare i miei occhi, segno che era parecchio nervoso.
-vado a prendere una cioccolata.- dissi alzandomi dal tavolo e interrompendo poi bruscamente la nostra conversazione.
Due minuti di pausa ci avrebbero aiutati a metabolizzare tutte quelle risposte che avevano lasciato entrambi un po’ spiazzati.
Quando ritirai la mia ordinazione ripresi posto al tavolo e finsi di non ricordare quale fosse la domanda, anche se in realtà non ero riuscita a togliermela dalla mente nemmeno per un istante.
-dicevamo?-
Lo vidi appoggiarsi più comodamente allo schienale della sedia, poi corrugò la fronte, non ricordando di cosa stessimo parlando, facendomi rimanere un po’ delusa.
-oh,- esclamò come se gli fosse venuta in mente un’idea geniale –hai conosciuto qualcuno al college?-
-un paio di persone.- finsi di non capire ciò che realmente intendesse. –quanti altri tatuaggi hai fatto da quando me ne sono andata?-
-una decina.- disse con nonchalance, poi fece una pausa. –hai conosciuto qualche ragazzo al college?- chiese questa volta specificando.
-alcuni. perché ti interessa?-
Lui fece spallucce. –non mi interessa, è solo curiosità.- sfilò dalla tasca il cellulare che gli era appena squillato e digitò qualcosa velocemente, poi lo infilò nella tasca del giubbino. –sei uscita con qualcuno di loro?-
-ho frequentato un ragazzo per un po’ di tempo.- girai il cucchiaino dentro la tazza –e tu? quando ti sei fidanzato con mia sorella?- nel mio tono c’era una finta disinvoltura che aveva colto alla sprovvista anche me.
-circa tre settimane dopo che sei partita.- disse e mi sentii come se il terreno si stesse sgretolando sotto i miei piedi e io non avessi nessun appiglio.
Gli era davvero bastato così poco per innamorarsi di mia sorella?
Justin non sembrò notare il tremolio delle mie mani e, per la prima volta da quando eravamo arrivati, puntò i suoi occhi nei miei. –come si chiama quel ragazzo? come è andata tra voi due?-
-Chris. era amico di un ragazzo che sta nel mio stesso corso di lettere. siamo usciti molte volte e devo dire che mi divertivo molto con lui.-
-e poi? cosa è successo?- chiese impaziente.
Ignorai la sua domanda, perché non avevo assolutamente intenzione di rispondere.
-ehi, è il mio turno.- mi finsi quasi offesa. –come fai a ricordare ancora il testo della mia canzone preferita?-
Lui fece spallucce –non so.- si limitò a dire. –e, ora, dimmi. cosa è successo tra te e Chris?-
-fammi un’altra domanda.-
-rispondi prima a questa.-
-no.- scossi la testa.
-sono le regole.-
-non ci sono regole.-
-le ho appena inventate.- sembrava sul punto di alzarsi e andarsene.
-e io le ho appena infrante.- annunciai, infastidita da quella sua insistenza.
-Amy, rispondi.-
-il gioco è finito, Justin. stop. non ho intenzione di discutere.- cercai di mantenere un tono di voce basso per non attirare l’attenzione della ragazza dietro al bancone.
-davvero? eppure mi sembra che noi lo stiamo già facendo.- lo disse come se volesse discutere.
-vado fuori. quando ti sarai calmato magari ne riparliamo.- dissi alzandomi dalla sedia, indossando il giubbino e dirigendomi fuori dal locale.
Ne avevo fin sopra la testa di quelle sue stupide scenate che alla fine non portavano a niente.
-Amy..- lo sentii dire con tono di voce basso, ma non mi girai a guardarlo.
Appena fuori l’aria fredda mi pizzicò la pelle, cosa che mi fece rabbrividire all’istante.
Circa dieci minuti dopo, vidi un taxi arrivare e mi diressi verso l’auto senza nemmeno avvisare Justin, che, ero sicura, stesse seguendo tutti i miei movimenti.
Come previsto passarono pochi secondi prima che sentissi la porta aprirsi e richiudersi alle mie spalle, ma non gli rivolsi nemmeno uno sguardo.
-posso?- chiesi al tassista che se ne stava avvolto in un giubbino marrone.
L’uomo annuì e io salii in macchina, poco dopo anche Justin salii e gli disse di riportarci in albergo.
-voglio andare all’aeroporto a salutare Renée.- parlai a Justin, nonostante il mio orgoglio mi dicesse di non farlo.
Justin ignorò la mia domanda, cosa che mi fece infuriare.
Mi girai, guardando fuori dal finestrino mentre sentivo le lacrime agli occhi.
Le ricacciai indietro, perché non volevo che lui sapesse che aveva vinto un’altra volta. Perché, in fin dei conti, lui avrebbe sempre vinto, che lo volessi o meno.
 
Quando arrivammo in albergo non c’era ancora nessuno, così, rapidamente andai in camera, senza nemmeno curarmi di Justin.
Appena entrata il mio cellulare squillò e, notando il nome sul display, mi ricordai di dover vedere Josh.
Mi sbattei una mano in fronte, sentendomi una completa stupida e rispondendo alla chiamata, mi scusai col mio amico che mi propose di vederci quella stessa sera.
Accettai volentieri, mentre ripensavo al pomeriggio appena passato con Justin.
Quando la chiamata terminò mi accorsi che il biondo aveva ascoltato ogni mia singola parola.
-non andrai con lui questa sera.- disse e sentii la rabbia ribollirmi nelle vene. Questa volta, però, non riuscii a trattenermi e gli diedi uno schiaffo sulla guancia.
Si portò una mano sul punto che avevo colpito, quasi incurante di quel mio gesto.
-che ti prende?- nel suo tono c’era una calma innaturale che mi fece andare su tutte le furie.
-no, che cazzo prende a te. ti stai comportando come un vero e proprio coglione.- gli urlai contro.
-è questo quello che voglio.- disse, alzando anche lui il tono di voce. –voglio che mi urli contro tutto quello che ti passa per la testa, voglio che mi urli contro tutto quello che non mi hai detto.-
-ah si?- feci una pausa e lo vidi annuire.
-sono così incazzata con te, Justin. vorrei odiarti, dico sul serio. vorrei odiarti per il modo in cui ti comporti, vorrei odiarti perché l’istante prima ti comporti come se ti importasse e quello dopo come se non te ne fregasse niente. vorrei odiarti perché sono stata male per te e perché non hai nemmeno voluto chiarire quello che era successo tra noi. vorrei odiarti perché mi hai ferita e non mi riferisco solo a quel dannatissimo diario.- mi muovevo avanti e indietro per la stanza, incapace di fermarmi o di trattenere un’altra parola. –mi riferisco al fatto che non mi hai mai amata e che mai lo farai. questo mi ha ferita davvero, sai? le tue parole mi si ripetono in testa da quando me ne sono andata da casa tua, quel giorno. “mi dispiace Amy, tu per me sei solo un’amica”. ogni dannata volta in cui sono pronta a ricominciare, l’eco di quelle parole mi rimbomba forte in testa, con una forza maggiore, facendomi sempre più male.- mi odiai per quello che gli stavo dicendo. –ma non è solo questo. vorrei odiarti anche perché ci hai messo solo tre fottutissime settimane per innamorarti di mia sorella e solo ora mi sono resa conto che non ti basterebbe un’intera vita per innamorarti di me. e vorrei odiarti Justin, vorrei davvero farlo, ma non ci riesco e so che non posso biasimarti se non mi ami.- feci una breve pausa.- e non chiedermi il perché di tutto quello che ti sto dicendo.- mi sentivo quasi stanca. –non chiedermi il perché, non ho assolutamente intenzione di dirti che ti amo come mai ho fatto. non chiedermelo, Justin, perché non ho assolutamente intenzione di dirtelo.-
Lasciai uscire le lacrime e, insieme a loro, anche tutto il dolore che mi era rimasto incastrato nel petto per tutto quel tempo.
Qualche secondo dopo Justin mi si avvicinò e mi strinse forte a sé.
-non abbracciarmi.- gridai mentre cercavo di divincolarmi dalla sua presa. -per favore, Justin, non farlo.- piagnucolai con un tono di voce più basso.
-shh..- sussurrò mentre mi accarezzava i capelli.
-lasciami andare, per favore.- mi lamentai mentre sapevo che se fossi rimasta solo un secondo in più tra le sue braccia non sarei più riuscita a lasciarlo.
-non voglio.- disse e mi abbracciò ancora più forte, come se questo servisse a rinforzare il nostro legame.
-non ho bisogno di te.- mentii, sperando che questo gli facesse allentare la presa, ma niente.
-ma io si.- disse e il mio cuore perse svariati battiti.
-io ho bisogno di te, Amy, e mi dispiace se mi sono comportato da stupido, ma non sopporto l’idea che qualcuno possa uscire con te e renderti felice, perché so che quello è il mio compito e che ho lasciato correre troppe volte, fingendo di non provare niente per te.-
Non dissi nulla, incapace di credere a quello che stavo ascoltando.
-ma ora, Amy. ora che sei tra le mie braccia, io non ci riesco. non ci riesco più a lasciarti andare, fingendo che vada tutto bene e che ognuno debba vivere la propria vita. non ci riesco, perché mi sei mancata così tanto e non c’è stato un solo, singolo giorno in cui non ho pensato a te, ascoltando la tua canzone preferita e immaginando come sarebbe stato cantartela mentre te ne stavi accoccolata sul mio petto.-
Ci fu un attimo di silenzio in cui meditai di fuggire, di correre via lontano dalle sue parole, dai suoi sentimenti, da lui, da noi. Ma i miei piedi non ne volevano sapere di muoversi, perché volevo sentire le sue parole, volevo sapere cosa gli stesse passando per la testa.
Prese un lungo respiro mentre trovai il coraggio di compiere solo qualche passo indietro.
-io mi sono innamorato di te, Amy.- disse tutto d’un fiato.
Raccolsi quel poco di coraggio che mi restava e mi chiesi se stare insieme sarebbe stata la cosa migliore per entrambi.
Ripensai poi a mia sorella e sentii una stretta al petto.
-non importa, ormai è troppo tardi.-
Le lacrime scendevano come se fossero fiumi in piena e la consapevolezza che quel mio pensiero fosse vero mi fece quasi mancare l’aria.
-stai mentendo.-
Si avvicinò sempre più, mentre io indietreggiavo ancora e ancora, poi sentii le mie spalle scontrarsi contro qualcosa.
La mia schiena era contro la parete fredda della camera d’albergo.
-sono solo un’amica, Justin.- dissi mentre sentivo le lacrime bruciarmi maggiormente sul volto.
Il biondo poggiò le mani sulla parete, quasi intrappolandomi e scosse ripetutamente la testa, quasi per negarmi le parole che mi aveva detto l’anno precedente.
-non sei mai stata solo un’amica, Amy.- poggiò la sua fronte contro la mia e il mio petto andava su e giù, velocemente, senza che io potessi realmente controllarlo.
-non..- le parole mi morivano in gola. –non è vero.-
-io ti amo, Amy.-disse e le mie gambe iniziarono a tremare.
Quelle parole si scontrarono con il mio corpo con una tale velocità che quasi non me ne accorsi e d’un tratto sembrava che tutto il dolore fosse sparito.
Voltai lo sguardo, cercando di evitarlo, sapendo che se l’avessi guardato negli occhi l’avrei baciato, ma lui mi prese il viso fra le mani e fece in modo che lo guardassi.
-io ti amo, Amy, l’ho sempre fatto.- disse per poi unire le nostre labbra.
In quel momento era come se esistessimo solo io e lui e potei giurare di sentirmi quasi felice.
Potei giurare d’essere davvero felice.

 
**
Salve! 
Eccomi qua, gente.
Allora, so che vi avevo ''promesso'' che questo capitolo sarebbe stato più bello e che sarebbero successe più cose, ma sono sicurissima di avervi deluse.
Lo so che vi aspettavate qualcosa di fantastico e mi dispiace per aver deluso le vostre aspettative, ma quest'idea nella mia mente sembrava decente.

Questa volta sarò molto sintetica, quindi passo direttamente ai ringraziementi (mi dileguo per il pessimo capitolo che ho scritto).
Allora, voglio ringraziare tutte le ragazze che hanno la storia tra le preferite e\o seguite, quelle che leggono e che non hanno il tempo per recensire e, soprattutto, le 11 ragazze che hanno recensito il capitolo precedente.
Un enorme grazie va a loro, giuro, vi ringrazio di cuore.
Non sapete quanto mi avete resa felice, siete davvero fantastiche!

Spero sinceramente che questo capitolo, nonostante tutto, vi piaccia e aspetto una vostra recensione per sapere cosa ne pensate.

Ah, scusatemi per eventuali errori. Ho rivisto il capitolo un paio di volte ma non sono riuscita a corregere granché. 


 
  
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