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Autore: IMmatura    02/07/2014    8 recensioni
Chi non ricorda l'episodio 12 della prima serie di Hetalia. Diciamoci la verità, ce lo ricordiamo tutti solo per un motivo: la proposta matrimoniale fallita di Francia ad Inghilterra...
Ma se le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo se Francis non si fosse rassegnato?
Racconto di un improbabile matrimonio e delle mille catastrofi necessarie ad arrivarci, tra gelosie, malintesi, Nazioni shipper di passaggio e tanto FrUK!
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

scenes from a (crazy) wedding - des scènes d'un (fou) mariage

 

 

"CAPITOLO 3"

ovvero UNA PICCOLA TRAPPOLA...E GRANDI GUAI IN ARRIVO

 

-Ouch!-

-E sta fermo, damn it!- sbuffò Inghilterra, costretto all’imbarazzante ruolo della crocerossina. Impensabile l’idea di rimandare di nuovo il francese all’ospedale: innanzi tutto non ci sarebbe stato modo di spiegare quell’abbondante serie di morsi e graffi, inoltre le ferite inferte dai goblin richiedevano un medicamento particolare per non rivelarsi pericolose (anche per una Nazione.) Certo, la crema in questione era leggermente urticante, ma non era certo colpa sua.

-Angleterre potresti almeno spiegarmi cosa mi ha morso, esattamente?-

-No.- si limitò a rispondere, continuando a testa bassa la sua opera. Doveva solo stringere l’ultima fasciatura e poi avrebbe potuto cacciarlo con la coscienza a posto da casa sua. Coraggio, ancora un po’...

-Hai delle bellissime mani, lo sai, mon petit? Sono molto delicate...quasi femminili. Un vero peccato che tu non te ne prenda cura a sufficienza...-

-M-ma che diavolo dici?!- protestò Arthur ritraendo immediatamente gli arti incriminati e chiedendosi se tra i sintomi dei morsi dei goblin ci fosse anche il farneticare. Poi si ricordò che aveva a che fare con Francis.

-Serve altra pomat...accidenti, ho interrotto qualcosa?- disse Irlanda, entrando e vedendo suo fratello completamente paonazzo

-Cosa accidenti avresti potuto interrompere secondo te?-

-Beh, per esempio...- esordì la ragazza con gli occhi sfavillanti della yaoista che perora la causa della sua OTP.

-E-era una domanda retorica!- la zittì il fratello, spaventato da quell’espressione perversa.

-Comunque dovresti almeno ammettere che Francis è stato molto galante: non ti ha neppure fatto pesare l’aver rischiato la vita due volte...-

-N-nessuno gli ha chiesto di farlo.-

Francia tentò d’intervenire, asserendo che gliel’aveva ordinato il cuore, ma venne zittito da un’occhiata furba di Irlanda. Capì che la sua alleata aveva in mente qualcosa, e la lasciò continuare.

-Penso che dovremmo almeno scusarci in qualche modo. Accetteresti un invito a cena da parte mia e di mio fratello, domani sera?-

-Oui. Con piacere.-

-Cosa?! COSA?! N-non prendere iniziative strane, Abigail...you...-

-Allora siamo d’accordo per domani. Davvero spero che potremo farci perdonare per questa accoglienza un po’ turbolenta, Francis. Ti assicuro che da adesso saremo tutti più gentili, anche il nostro cocciuto Arthie.-

-Col cavolo...- bofonchiò il diretto interessato, impotente, mentre la sorella riaccompagnava il francese alla porta, sussurrandogli nell’orecchio: -Ah, scegli tu il posto e prenota per due...è “probabile” che io possa avere un “improvviso malore” e non venga...-

Francis le fece l’occhiolino uscendo.

Adesso però aveva un altro problema: occuparsi di Antonio che a breve sarebbe rinvenuto, più furioso di prima dato che era stato messo al tappeto (di nuovo) dall’inglese. Si, decisamente sarebbe stata una carneficina. Gilbert sembrava aspettare qualcuno, ed affermò che non c’era da preoccuparsi. Gilbird per sicurezza, avvantaggiato dal suo avere le ali, aveva abbandonato il suo “nido”, meglio conosciuto come la testa di Prussia, per appollaiarsi su un albero. Su un ramo alto...molto alto. Mica scemo, lui.

-Francia...- Spagna era tornato cosciente...e sembrava determinato a battere il record russo di aura minacciosa. -Il tuo futuro marito non mi ha colpito con un miserabile trucchetto per impedirmi di vendicare Consuelo, vero?-

-N-non lo so...perchè non lo chiedi a lui?-

-Tuo il fidanzato...vostro il problema.- sentenziò lo spagnolo, agguantando entrambi i suoi presunti amici e osservandoli con occhi rabbiosi e iniettati di sangue.

-Un momento, io che c’entro?- protestò Prussia, guardandosi velocemente intorno. Aveva avuto da subito la sensazione che Spagna potesse degenerare e aveva fatto un giro di telefonate già prima della seconda sortita a casa di Arthur. Adesso bisognava solo sperare che i rinforzi arrivassero in tempo...

Una testata colpì Antonio in pieno stomaco. Neppure il tempo di rendersi conto della situazione, che un’altra gli centrò il mento. Erano arrivati i soccorsi, sotto forma di italiano scazzato. Il quale, ovviamente, prima avrebbe tirato testate e poi (forse), fatto domande.

-Ma l’hai chiamato tu?-

-Io ho chiamato West, perché sapevo che Italien sarebbe ripassato da casa nostra al ritorno, e gli ho chiesto se ci mandava il suo “gentile fratellino” per gestire Spagna...sul serio, stava diventando inquietante con quella storia della chitarra!-

Francis annuì approvando l’idea del compare, mentre Lovino Vargas era impegnato a ricoprire Antonio di insulti irripetibili, lamentandosi di averlo cercato “per una fottutissima ora in quel postaccio di merda”. Sorprendentemente, cotante dolci esternazioni non sembravano far infuriare oltre lo spagnolo, anzi: sorrideva di nuovo, adesso, divertito e felice per la presenza del suo Romanito.

§§§

E così in un pub, tra un rasserenato Spagna, intento a spiegare un po’ tutta la faccenda a Romano, e Gilbert che tracannava una meritata birra, Francis tirò le somme della sua “missione”. Aveva ottenuto un appuntamento! Oramai era fatta, Arthur era già suo, praticamente...era il momento di occuparsi delle cose serie. Doveva ancora prenotare il vestito, comprare gli anelli, far distribuire gli inviti...

-Scusa, ma se lui nemmeno sa che starete da soli, non starai correndo un po’ tropp...-

Purtroppo il francese si era già precipitato al telefono a gettoni del locale. Doveva assolutamente farsi aiutare da qualcuno di responsabile e, comunque, discreto.

Un telefono squillò dall’altra parte dell’oceano. Matthew rispose, salvo vedersi subito strappare la cornetta di mano da Alfred.

-Hello?-

­-Oh, Amerique...che piacere sentirti.- mentì Francia. -Per cortesia, potrei parlare con tuo fratello, per favore.-

-‘Key...bro, è per te!-

-Ma non mi dire, siamo a casa mia...- mormorò Canada, riprendendo il ricevitore in mano e pentendosene un attimo dopo. Francis sembrava decisamente esagitato e si mise a fargli un elenco di cose per cui aveva bisogno di una mano.

-Scusami, puoi aspettare solo un secondo?- disse, prendendo carta e penna per prendere appunti. Ebbe la malaugurata idea, però, di intitolare la lista “Cose per il matrimonio”.

-What? Marriage? Chi si sposa?- chiese America, sbirciando i fogli.

-Stttt...-

-Eddai, bro! Voglio saperlo!-

-Magari è una conversazione privata, tu che dici?- chiese Matthew, prima di ricordare che la privacy suo fratello non sapeva neppure dove stesse di casa. L’intimidazione verbale, soprattutto fatta a bassa voce, non poteva certo fermarlo, infatti si era riappropriato della cornetta giusto in tempo per sentire Francis fantasticare su come (ri)fare la proposta ad Arthur.

Canada lo vide sbiancare. Qualcosa gli diceva che non aveva preso la notizia nel migliore dei modi...

Francia intanto si era reso conto che qualcosa non andava. Più che altro perché qualcuno gli aveva riattaccato il telefono in faccia, e quel qualcuno non poteva essere la sua educatissima ex-colonia. Certo, America avrebbe dovuto comunque saperlo, prima o poi, ma chissà perché una vocina stranamente razionale nella sua testa gli diceva che sarebbe stato MOLTO meglio poi. Aveva, improvvisamente, un bruttissimo presentimento...

 


 

Angolino epico

Irlanda sei il male...lo hai incastrato per bene Iggy! xD

Comunque buon per me che così ho molto di più da scrivere nella mia fic.

Ovviamente non potevo resistere ancora senza aggregare alla bizzarra compagnia il mio amato Romano (anche se credo che lo lascerò ad Antonio, per stavolta...), che sicuramente aggiungerà un po’ di pepe alla storia, così come America...

Qualcuno ha appena scoperto il karma, o sbaglio? :D

Chiedo perdono per l’aggiornamento così tardivo, ma sono stata presa da un sacco di cose, tra cui un fastidiossissimo blocco della fanwriter. Per fortuna adesso sembra andare meglio...anche se ammetto di non essere soddisfatta al 100% di questo capitolo.

Saluti

IMmatura

  
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