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Autore: DalamarF16    02/07/2014    11 recensioni
Sono passate poche settimane dagli eventi di New York, e Clint deve fare i conti con la sua coscienza, con le azioni commesse sotto il controllo di Loki. Accanto a lui, a cercare di aiutarlo, ci sarà Natasha, ma una nuova recluta darà una svolta alla vita di Occhio di Falco...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: Rieccomiiiii!!!! Sono esaltatissima perchè hanno dato l'ufficialità della quarta stagione di Sherlock, cosa di cui non vi fregherà sicuramente nulla, ma io amo profondamente la serie e questo mi lascia molto pimpante...però va bè, sherlock qui dentro non c'entra...indi per cui... GRAZIE a GINGER e ALEXISSLYTERIN, che mi hanno recensita...mi fa davvero piacere che state apprezzando questa fanfiction e spero continuerete a seguirmi!
Bando alle ciance e... buona lettura! Ci si rilegge in fondo!

CAPITOLO 3: Incontri

Natalia se ne era andata. Aveva ignorato la sua offerta di una seconda possibilità e si era dileguata nell'oscurità, chissà dove.
Ed era toccato a lui trovare una scusa per averla persa. Gli era costato una bella lavata di capo da parte di Fury, ma tutto sommato se l'era cavata con poco: la Vedova Nera non era oggettivamente un bersaglio facile da gestire, e Clint non era il primo a cui era sfuggita dalle mani. Anche se non tutti avevano le capacità dell'arciere.
Di lei non aveva saputo più niente per qualche anno, fino a quando non si era letteralmente trovato con la lingua di lei nella sua bocca alla Grand Central Station di New York, qualche mese dopo.

Good Bye Lenin le sembrava una scelta azzeccata. Un bel film non troppo pesante sulla caduta del muro di Berlino.
Poi però pensò anche a Clint, e decise, per una volta, di accontentare l'amico, almeno in parte. Visto il suo stato d'animo, quasi se lo meritava.
Si spostò nella sezione dei film d'azione, guardando orde di titoli che per lei erano uno meno significativo dell'altro. Sospirò, meditando quasi quasi di chiudere gli occhi e prenderne uno a caso. O di chiedere aiuto a quel commesso che non riusciva a togliere gli occhi dal suo fondoschiena.
-Non ti facevo da film d'azione-
La voce la fece sobbalzare, non tanto per averla presa di sorpresa, ma quanto per averne riconosciuto subito il proprietario.
-Non ti facevo da videonoleggio. Almeno sai come si usa un lettore dvd?-
Steve Rogers fece una risata divertita. Sì salvare il mondo ti autorizzava a prendere per i fondelli Capitan America.
-Touchè- rispose avvicinandosi a lei.
Non si vedevano dalla mega mangiata di Shawarma a cui Tony Stark li aveva obbligati post salvataggio del mondo, riunione a cui Clint non aveva potuto partecipare, ricoverato all'ospedale dello SHIELD per controlli, analisi e test sui possibili postumi che il controllo di Loki avrebbe potuto lasciare su di lui. -Sei riuscita a digerire quella roba dopo?- le chiese
-Sì...con qualche litro di Vodka- rispose -cercavo un film per accontentare Barton, ma per me è arabo questa roba. Siamo agenti segreti, la nostra vita è già abbastanza piena di azione...che cosa ci troverà mai in questi agglomerati di effetti speciali...-
-Come sta l'agente Barton?-
Tutti naturalmente sapevano che lei e Clint erano molto uniti, quasi come fratelli
-Sta bene... qualche senso di colpa di troppo, ma si riprenderà. Presto tornerà sul campo, credo-
-Non deve sentirsi in colpa. Di quello che ha fatto non era responsabile, e con le sue azioni si è già fatto più che perdonare-
-Dillo a lui- rispose la donna.
Il pensiero di Cap era quello che cercava di inculcare nella testa dell'amico da quasi due settimane, ma senza risultati. E se quella sera le aveva addirittura chiesto compagnia, bè allora la faccenda era più seria del previsto. Nonostante il loro rapporto, non erano il genere di amici che si trovano a casa a vedersi un film, non andavano mai oltre una birra dopo il lavoro, di solito.
-Comunque- Steve arrivò alla lettera M dello scaffale dei film d'azione e prese un Dvd dalla copertina bianca -Questo dovrebbe piacerti. Lui sicuramente l'avrà già visto-
Natasha lo prese. Mission Impossible. Sì, ne aveva sentito parlare.
-Graz...- il ringraziamento le morì in gola. Dio. Si era appena fatta consigliare in materia di film da uno che fino a poche settimane prima era un surgelato? I suoi pensieri dovevano leggersi come un libro, perchè Steve rise.
-Non c'è di che. Mi ricambi il favore?-
Lei in risposta prese una seconda copia di Good Bye Lenin e gliela porse.
-Una donna attivista della DDR (Deutsche Demokratische Republik, o Germania Est se preferite ndr.) cade in coma, e si risveglia dopo la caduta del muro. Per non traumatizzarla i figli fanno di tutto per farle credere che tutto sia ancora come prima. Può andare?-
-Perfetto. Non è facile recuperare 70 anni di storia-
Natasha gli sorrise e insieme si diressero alla cassa. Ora il commesso sembrava decisamente infastidito dalla presenza dell'uomo al suo fianco. Pagarono e uscirono.
-Bè...ci si vede, Capitano-
-A presto, Natasha-
I due si separarono, e la ragazza proseguì verso la seconda tappa del suo viaggio, dopo aver nascosto per bene il film d'azione nella borsa, in modo che se avesse frugato nei suoi effetti per scoprire il film della serata, non l'avrebbe visto. E' vero che voleva accontentarlo, ma non dopo averlo fatto soffrire un po'.
Entrò poi in un supermercato. Gelato era quello che ci voleva. Sì, lo stava decisamente viziando, ma era anche vero, che se le meritava tutte le sue attenzioni, anche per quello che aveva fatto per lei in passato.

Dopo Milano, lei era sparita.
Davanti a quello sconosciuto non l'avrebbe mai ammesso, ma l'idea di essere braccata dai suoi stessi capi, peraltro senza un valido motivo da quel che poteva ricordare a memoria facendo mente locare, la spaventava a morte.
Loro erano l'unica cosa che lei avesse. Certo non poteva considerarli una famiglia, ma nel bene o nel male si erano presi cura di lei, crescendola (anche se in modo piuttosto discutibile) e dandole un tetto sopra la testa.
Ora che cosa le restava?
Non perse troppo tempo a chiederselo. Ora doveva sparire, far perdere le sue tracce.
Solo più tardi, dopo essersi tinta e tagliata i capelli e essersi infilata su un volo per la grande Mela, si era chiesta se forse non fosse stata un po' troppo precipitosa a fuggire dall'invito dello sconosciuto.
E' vero, si era fidata di lui e delle sue parole, ma il fatto che conoscesse il suo nome la disturbava abbastanza da chiedersi cosa volesse veramente da lei. Avrebbe sempre potuto chiedere no?
Ma ormai era fatta, e non l'avrebbe mai più rivisto.
O almeno era quello che pensava.
Si sarebbero incontrati di nuovo, più avanti. Complice la sua identità nuova, Natalia era riuscita a restare nell'anonimato. Si era presa un appartamento anonimo in affitto e aveva trovato da lavorare come cameriera in un ristorantino a gestione famigliare.
Si era dovuta adattare a una vita completamente nuova. Aveva adottato lo stesso approccio di una missione sotto copertura. Ma questa poteva durare in eterno.
All'inizio si annoiava.
Dopo il lavoro e le pulizie non le restava niente di meglio da fare che mettersi sul divano e poltrire. La televisione la annoiava, ed erano davvero pochi i film che non la facevano addormentare dalla noia dopo 10/15 minuti.
Per cui aveva iniziato a leggere. Leggeva di tutto.
Quindi era questa, la vita normale?
Vedeva persone attorno a lei innamorarsi, fare amicizie. Lei non se lo poteva permettere.
Per quanto si illudesse, sapeva benissimo che sarebbe arrivato il giorno in cui qualcuno sarebbe entrato nel locale o l'avrebbe vista al supermercato, o incrociata in metro e tutto sarebbe finito. Lei sarebbe stata di nuovo in fuga. O morta.
E un giorno qualcuno effettivamente entrò nel locale.
L'aveva visto solo di notte, ma la sua voce le era rimasta impressa a fuoco nella mente.
-Un caffè da portar via-
Al bancone c'era la sua collega, e lei si era voltata a pulire un tavolo appena in tempo per non farsi riconoscere. Non era possibile.
New York vantava circa 8 milioni di abitanti, sparsi in cinque distretti. E lui entrava proprio nel locale dove lavorava lei?
Rientrò in cucina con i piatti sporchi da lavare, e diede uno sguardo al suo viso, per sapere per lo meno che faccia avesse, nel caso fosse servito. Per poterlo riconoscere in futuro ed evitare che diventasse una minaccia, o il suo assassino.
Lui, fortunatamente, non si accorse di niente, e lei non uscì dal retro finchè non fu certa che se ne fosse andato.

Da allora però si era ufficialmente trovata un hobby.
Un po' per sospetto, un po' per deformazione professionale, un po' per noia, e un po' per curiosità, aveva iniziato a seguirlo.
Abitava non molto distante da lei, e per fortuna non metteva spesso piede nel suo posto di lavoro.
Non era una cosa morbosa, semplicemente quando lo incrociava lo agganciava e lo seguiva. Era anche un ottimo allenamento per non perdere le vecchie abitudini.

Anche quel giorno, lo stava seguendo. Era presto e lei aveva appena staccato dal lavoro. Non aveva troppa voglia di andare subito a casa, così si era concessa un giro al centro commerciale per comprare una nuova tintura per capelli. Dio solo sapeva quanta voglia aveva di tornare al rosso, ma sapeva di non poter rischiare una mossa del genere. Sicuramente era la ricercata numero uno sulla lista.
Optò per il solito, anonimo, castano scuro, che ben si sposava con i suoi occhi.
Poi però lo aveva intravisto, vestito in borghese, jeans, allstar e una felpa col cappuccio. E gli immancabili occhiali da sole.
Si era subito messa a seguirlo, fortunatamente senza deviare dal suo obiettivo primario della tinta, visto che anche lui aveva fatto una tappa al supermarket.
Poi li aveva visti.
E loro avevano visto lei.
Aveva però letto nei loro occhi l'incertezza. I capelli erano diversi, il trucco le cambiava leggermente i connotati grazie a un sapiente uso di fondotinta, terre e quant'altro. I primi tempi faceva fatica a riconoscersi guardandosi allo specchio.
Non. Andare. In. Panico. Sta. Calma. Si disse. Stai in pubblico, in mezzo alla gente, e tieni le distanze.
Aveva visto Mr. Occhiali da sole entrare alla Grand Central Station, e immediatamente aveva deciso di seguirlo. Non perse tempo ad ammirare la grandiosità dell'edificio. Fece il giro, e gli corse incontro come se stesse arrivando direttamente dai binari.
-Amore!- Lo strinse a sé e lo coinvolse in un bacio appassionato.

Sorrise al ricordo mentre passava proprio davanti a quella stazione che le aveva cambiato la vita.


PERSONAL SPACE: Eccoci qui, continua il flashback, così come la mia personalissima versione dell'inizio dell'amicizia tra Natasha e Clint, non mi piaceva l'idea di finire tutto con Milano perciò...niente, spero che vi sia piaciuta.
Nel prossimo capitolo vedremo che succederà! Un grazie ancora a chi a recensito e un grazie anticipato a chi deciderà di farlo, di nuovo o da zero!
   
 
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