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Autore: Cara_Sconosciuta    24/08/2008    13 recensioni
Nella sua nuova camera a Cair Paravel, Susan legge alcuni versi di Shakespeare per passare il tempo che la separa dall'incoronazione di Caspian e dal suo ritorno in Inghilterra. Tuttavia, un intruso interrompe la sua pace....Suspian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sample

 

 

Allora, due paroline per presentarmi... è parecchio che scrivo fanfiction, ma questa è la mia prima su Narnia. Fino ad ora ho scritto su vari telefilm ma soprattutto su High School Musical. Non sono una patita di Narnia, ma, dopo aver visto il secondo film, mi sono innamorata del personaggio di Caspian, sia per l'incredibile bellezza di Ben Barnes, sia per il carattere di Caspian stesso e fin dall'inizio ho sperato che succedesse qualcosa con Susan. Per questo le mie storie saranno prevalentemente Suspian.Considerate che non ho letto che il primo libro e che, quindi, la mia conoscenza dei personaggi si basa quasi esclusivamente sui due film. Calcolando, poi, che vengo dalla sezione hsm, potrebbe risultarmi un po'difficile calarmi nel mondo quasi medievale di Narnia, ma, hey, io amo le sfide!

Ho in preparazione una long sul bel principino dal contenuto un po' particolare... ma ora iniziamo con questa shot...ne ho scritte di migliori ma spero che comunque non vi dispiaccia!

"Giulietta e Romeo" è un'opera di William Shakespeare e i personaggi di "Le cronache di Narnia" non mi appartengono... anche se diventerei volentieri proprietaria di Bel Fanciullo (leggi: Caspian)

Temperance

Shakespeare's Love Lesson

"Galeotto fu'l libro e chi lo scrisse

quel giorno più non vi leggemmo avante."

(Dante, La Divina Commedia - Inferno - Canto IV)

Il castello di Cair Paravel era nel pieno della ristrutturazione.

I lavoratori di ogni razza, forma e colore che si affaccendavano, come tante operose formiche, intorno a quelle che, fino a pochi giorni prima, erano state semplici rovine, offrivano uno spettacolo talmente variegato che nemmeno la Londra moderna avrebbe potuto eguagliarlo.

Susan Pevensie, tuttavia, era stata colta da un improvviso attacco di nostalgia per il suo mondo e non riusciva a godersi quella vista come avrebbe voluto, pur ben sapendo che non avrebbe mai più avuto occasione di osservare il popolo di Narnia se non nei suoi sogni.

Dopo l'incoronazione di Caspian, lei e Peter non avrebbero più potuto tornare in quel luogo meraviglioso...questo aveva detto loro Aslan, qualche ora prima, e lei era stata assalita dai dubbi.

Non era sicura di voler tornare a Londra e sapeva che Aslan sarebbe stato ben felice di darle il permesso di restare, ma non era certa di avere motivazioni sufficienti per cominciare una nuova vita a Narnia, lontana da Lucy ed Edmund e, soprattutto, da Peter. Non riusciva nemmeno a pensare di non rivedere più il fratello maggiore...

Dall'altro lato, però, c'era una vita da sogno accanto a creature che l'amavano e la rispettavano; c'era Aslan, quasi un padre per tutti e quattro i Pevensie...e c'era Caspian, naturalmente.

Sospirando, la ragazza si sedette sul letto e prese dal comodino la copia di "Romeo e Giulietta" che stava sfogliando la sera prima.

Era un vecchio libro in edizione economica che si trovava nella sua borsa quando l'allora principe di Telmar aveva suonato il corno. Susan sorrise, accarezzando la copertina usurata.

Ironico.

Il libro-simbolo della stupidità umana trasportato per sbaglio in un mondo che proprio quella stessa stupidità aveva rischiato di distruggere.

La giovane regina aprì il volumetto alla prima pagina e prese a leggere ad alta voce quelle parole che tanto amava da saperle quasi a memoria.

"Nella bella Verona, dove poniamo la scena, per antica ruggine scoppia fra due famiglie di pari nobiltà una nuova rissa, nella quale il sangue civile macchia le mani dei cittadini. Dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, la cui..."

"Sembra interessante."

Susan sussultò all'udire la voce gentile che si era intromessa nella sua piccola Londra personale.

"Cosa ci fai tu qui?" Domandò, più brusca di quanto avrebbe voluto, arrossendo leggermente per essere stata colta in flagrante durante quella sua innocente fuga dalla realtà proprio dal bel principe che da un po' occupava una parte fin troppo consistente dei suoi pensieri.

"Passavo di qui, la porta era aperta e ti ho sentita." Rispose il giovane re, stringendosi nelle spalle.

"Passavi per caso dalla stanza più isolata del castello, Caspian?"

Il ragazzo sorrise, chiedendole scusa con gli occhi, ma l'essere stato totalmente smascherato non gli impedì di avvicinarsi.

"Che cos'è?" Chiese, sbirciando le pagine da sopra le spalle di Susan.

"Shakespeare."

"Che?"

Susan roteò gli occhi all'innocente ignoranza del nuovo quasi re di Narnia.

"Romeo e Giulietta, di William Shakespeare, il più grande drammaturgo del mondo."

"Del tuo, forse. Qui è un perfetto sconosciuto."

"Già...sai, mi sono sempre chiesta come si possa vivere una vita intera senza aver mai letto né visto niente di Shakespeare."

"Dev'essere davvero speciale, allora. Di che cosa parla...Giulieo e Rometta?"

"Romeo e Giulietta" Corresse lei, ridacchiando e battendo con una mano lo spazio vuoto di letto accanto a lei. Caspian si sedette, leggermente a disagio, gli occhi fissi sul libro. "E' la storia di due ragazzi, figli di famiglie rivali, che si innamorano, nonostante tutto."

"Mi piacciono le storie d'amore."

"Anche a me..." Replicò Susan, cercando il suo sguardo ma trovandosi davanti solamente una cortina di capelli scuri.

"Finisce bene? Voglio dire... Romeo e Giulietta riescono a far prevalere il loro amore?"

"Beh... non proprio..."

"Che intendi dire?" Domandò Caspian, curioso, alzando finalmente gli occhi in quelli di lei, che provvide immediatamente ad abbassare lo sguardo, colta da un feroce attacco di farfalle nello stomaco miste a tristezza.

"Loro...loro si uccidono per stare insieme almeno nell'Aldilà."

"Oh...è molto triste." La voce di Caspian era dura...e delusa.

Susan annuì, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle pagine.

"Ma i genitori, dopo la loro morte, comprendono di aver commesso un errore e fanno pace. Ilsacrificio di Romeo e Giulietta è riuscito in qualcosa che tutti ritenevano assolutamente impossibile."

"Ma loro sono morti." Sottolineò lui, spaesato. "Come puoi leggere e amare una cosa del genere?"

"E' un capolavoro! Non capisci? La storia conta relativamente; sono le parole di Shakespeare a renderla unica."

"Non so... non credo di essere d'accordo."

"Leggi." Ordinò allora Susan, posandogli il libro sulle ginocchia e indicandogli una particolare battuta di Romeo. "Leggi e capirai."

"Io..."

"Leggi." Ripeté la ragazza, risoluta, non ben sicura di perché volesse a tutti i costi fargli capire la grandezza del Bardo. Forse voleva solo passare un po' più di tempo con lui....o sentirgli pronunciare quelle parole bellissime, immaginando il proprio nome al posto di quello di Giulietta.In ogni caso, Caspian non poté fare altro che obbedirle. Si portò lentamente il piccolo volume davanti agli occhi di malavoglia, per niente contento di interporre quell'ostacolo cartaceo tra se stesso e Susan.

"Quale luce spunta lassù da quella finestra? Quella finestra è l'oriente e Giulietta è il sole."

"O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?" Recitò Susan, accostandosi al fianco di Caspian il minimo necessario per sbirciare il testo ed essere sicura di non sbagliare. "Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo nome: o, se vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti." (N.B. La punteggiatura è un po' strana perché è presa dal copione originale shakespeariano.... nd Tempe).

"Io ti piglio in parola" Replicò il giovane, ben conscio del corpo della regina appoggiato al suo. "Chiamami soltanto amore, ed io sarò ribattezzato; da ora innanzi non sarò più Romeo. Con un nome io non so come dirti chi sono. Il mio nome, cara santa, è odioso a me stesso, poiché è nemico a te: se io lo avessi qui scritto lo straccerei... Susan, è stupido, nessuno direbbe mai cose del genere!"

"Non sei tu Romeo, e un Montecchi?" Proseguì lei, ignorando il commento.

Caspian alzò gli occhi al cielo.

"Non sei forse tu Caspian, e re di Narnia?" Ribadì la giovane, prendendogli il libro dalle mani e guardandolo, per la prima volta, dritto negli occhi. "Rispondi..."

"Non sono... non sono né l'uno né l'altro, bella fanciulla, se l'uno o l'altro a te dispiace."

"Visto?" Domandò Susan, colpita e soddisfatta, allontanandosi da lui. "Hai risposto esattamente come Romeo."

"Davvero?"

"Oh sì, te lo faccio vedere." Susan fece per chinarsi sul libro per cercare la pagina giusta, ma Caspian glielo portò via delicatamente, costringendosi a guardare di nuovo nei suoi occhi di lago e trovandoli pieni di tristezza e di lacrime troppo a lungo trattenute.

"E' così? C'è qualcosa di Caspian... o del re di Narnia, che ti infastidisce?"

"No, io... no." Rispose la ragazza, sorpresa, distogliendo quello sguardo che lui non avrebbe mai dovuto vedere.

"E allora perché mi eviti?" Domandò lui, scendendo dal letto ed accovacciandosi davanti a lei, le sue mani strette nelle proprie.

"Non ti evito."

"Sì che lo fai, da quando siamo tornati a Cair Paravel mi hai rivolto la parola sì e no due volte...nemmeno mi guardi..."

"Non è per il motivo che pensi. Io non ho niente contro di te. Niente di niente, hai capito?"

"Susan..." Sussurrò Caspian, lasciando che le proprie ginocchia si appoggiassero sul prezioso tappeto e tendendo una mano ad asciugare le silenziose lacrime che correvano sulle guance della regina. "Susan, che cosa c'è?"

"Non voglio andare via." Ammise lei infine.

"Ma io cosa..."

"Tu c'entri eccome, Caspian." Ribatté la ragazza, nella voce un'adirata dolcezza. "Io non volevo che succedesse, non dovevo permetterlo, non..."

"Che succedesse cosa?" Insistette lui, attirandola leggermente verso di sé.

Fu allora che Susan Pevensie cedette, ritrovandosi per la prima volta più simile alla timida studentessa londinese che alla coraggiosa regina arciere di Narnia.

Si lasciò scivolare giù dal letto, stretta tra le braccia di Caspian, il viso nascosto contro il suo petto, bagnando di lacrime l'elegante tunica di broccato blu.

"E' così grave?" Chiese lui, accarezzandole i lunghi capelli scuri, la voce poco più di un mormorio.

Lei annuì piano.

"Posso fare qualcosa per aiutarti?"

"Non credo..." Rispose lei, alzando il capo, gli occhi gonfi di pianto. "A meno che tu non conosca un trucco per uccidere l'amore."

"L'amore non si uccide." Sorrise il giovane re, sfiorandole una guancia con la mano. "Non ti hanno insegnato niente Romeo e Giulietta?"

"Caspian, sono seria."

"Anche io." Ribatté il giovane, falsamente indignato. "Odio sapere che è a causa mia che piangi. Lo odio... e ne sono felice, anche."

"Ne sei...felice?" Ripeté Susan, stupita, dimenticandosi per un attimo persino di piangere.

"Felice." Ribadì lui, catturando l'ultima lacrima rimasta sul viso di lei con un pollice e chinandosi a baciare timidamente Susan sulle labbra.

La ragazza chiuse gli occhi, permettendogli di fare ciò che tante volte in quei

giorni aveva sognato ed immaginato, non ben sicura se sperare che fosse la realtà o l'ennesima fantasticheria. La prima sarebbe stata migliore...e la seconda decisamente meno dolorosa.

Decise che non le importava.

Affondando una mano nei capelli scuri e lisci di lui, fu proprio lei ad approfondire il bacio per prima, stupendo piacevolmente il giovane uomo che la strinse di più ancora, desiderando che il giorno dell'incoronazione non dovesse arrivare mai.

"Non voglio andare via." Mormorò Susan sulle labbra di lui, appena prima di baciarlo di nuovo, come a voler rafforzare così il significato delle proprie parole.

"Non farlo. Scommetto che l'Inghilterra non ha nulla che anche Narnia non ti possa dare." Replicò Caspian, piccoli baci sparsi sul viso di lei come dolcissimi segni di punteggiatura all'interno della frase. "Che io non ti possa dare."

"Ho solo bisogno di un buon motivo per restare..."

"L'amore di un re è una motivazione sufficiente?"

"Non lo so...come si chiama, questo re?" Domandò lei, sorridendo.

"Caspian...o amore, se preferisci."

"Caspian andrà bene." Rispose Susan, tornando a catturare le labbra di quel suo personale principe azzurro con le proprie, ormai certa di quale sarebbe stata la sua decisione.

In Caspian, nella sua dolcezza, nel suo coraggio e nel suo amore aveva trovato il legame inscindibile che la univa a Narnia e lì, stretta tra le braccia del suo re, fu certa che, dopotutto, l'Inghilterra non le sarebbe mancata poi così tanto.

"Say you'll share with me

one love, one lifetime

promise me that all you say is true

love me....

that's all I ask of you."

(The Phantom of the Opera, All I ask of you)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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