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Autore: TeenAngelita_92    03/07/2014    6 recensioni
Una giovane psicologa, da poco entrata a far parte del mondo del lavoro.
Un ragazzo di origini spagnole con un carattere alquanto ribelle e particolare.
Nessuno era mai riuscito a comprendere le sue emozioni, i suoi pensieri, le sue paure.
Nessuno era mai riuscito a farlo sentire al sicuro, amato...
Fino a quel giorno.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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4.
"Fidati di me. Scegli tu per quanto tempo, ma prova a fidarti di me."
"Lei... Lei è cosi decisa a volermi aiutare a tutti i costi, come se sentisse di doverlo fare per forza, come..."
"Perchè so di poterti aiutare! Andres so di poterlo fare, ne sono certa."
"C-cosa... Cosa vuole che faccia?"
"Voglio solo che tu ti fidi di me. Permettimi di conoscerti, di aiutarti. E guardami. Sono una persona normale, ho due occhi anche io, prova a guardarli ogni tanto." 


Il suono della sveglia lo fece sobbalzare, ma molto probabilmente non fu quello ad interrompere il suo sonno. Si era svegliato più volte quella notte, si era alzato per sciacquarsi il viso e poteva quasi essere certo del fatto di aver bevuto almeno un'intera bottiglia d'acqua fredda. 
"Cosa diavolo mi sta succedendo?" si chiese tra se e se strofinandosi il viso ancora assonnato. Le parole di quella donna continuavano a rimbombargli nella testa, come un eco a cui difficilmente avrebbe potuto mettere fine. Davanti ai suoi occhi, continue scene della sera prima: il suo sguardo, il suo sorriso, il modo in cui dolcemente gli aveva accarezzato la mano ferita.
"Smettila Andres! Smettila!" continuò a ripetersi sottovoce e affondò completamente il viso nel cuscino. 
"¡Buenos días!" la voce di sua madre lo distrasse per un attimo "Dormito bene?" gli chiese avvicinandosi e sedendosi accanto a lui.
"Mamá, lasciami dormire." le rispose, con il suo solito tono freddo e scontroso. 
"C'è Alicia giù che ti aspetta. Oggi dovevate vedervi, non te lo ricordi?"
"Già, Alicia." pensò. Lei era la sua migliore amica. Erano amici da molto ormai, l'aveva conosciuta appena arrivato nella sua nuova casa. Era stata sua zia Beatriz a presentarli con la speranza che potesse nascere qualcosa tra di loro, ma in realtà entrambi sembravano essere più propensi ad un'amicizia. Era riuscito subito a legare con lei e ciò l'aveva sorpreso sin dall'inizio. Forse perchè anche lei prima viveva in Spagna, o forse perchè sembrava essere l'unica in grado di capirlo in quanto i loro caratteri erano praticamente uguali, tanto che se non fosse stato per i loro cognomi, avrebbero potuto benissimo sembrare fratello e sorella. 
"¡Dale! Non farla aspettare troppo, sai che come te le da fastidio" gli ricordò sua madre prima di alzarsi e andarsene. 
Per niente allegro dell'idea di doversi alzare, iniziò a vestirsi per poi dirigersi verso il bagno. Si sciacquò il viso, come se non l'avesse fatto già abbastanza volte quella notte. Prese a guardare la sua figura allo specchio: i lividi e le piccole ferite, seppur ancora evidenti, sembravano fare molto meno male del giorno prima. 

"Voglio solo che tu ti fidi di me. Permettimi di conoscerti, di aiutarti." 

Riprese ancora a pensare a quelle sue parole, ma stavolta volontariamente. Sembrava cosi sollevato e felice di quella sua proposta d'aiuto, anche se non lo dava a vedere. Per l'intera notte non aveva fatto altro che ripetere a se stesso quella frase, quasi come fosse l'unica cosa al mondo in grado di poterlo aiutare.
Si strofinò ancora il viso, forse per cancellare di nuovo quei suoi pensieri che ancora sembravano confonderlo. Uscì dal bagno e prese il suo tanto bisognoso pacchetto di sigarette prima di uscire dalla sua camera.
"Ma cosa diavolo stavi facendo per averci messo tutto questo tempo, deficiente?" gli chiese Alicia, appena lo vide scendere le scale.
"Buongiorno anche a te, idiota." le rispose. Insultarsi a vicenda ormai sembrava essere diventato il loro miglior modo di esprimere affetto.
"Tua madre mi ha raccontato come ti ha ridotto in un mucchio di ossa rotte il palestrato del locale. Perchè sei cosi stupido?" rise.
"Perchè tu sei cosi idiota."
"Sempre cosi affettuosi voi due eh?" notò sua madre, impegnata alla cucina.
"Ma tanto lui sa che gli voglio bene, signora Rivas."
"Ma non io a te." le rispose, aprendo la porta per uscire.
"Sei cosi stronzo." gli disse sottovoce seguendolo "Arrivederci signora Rivas" urlò leggermente per farsi sentire e la risposta non tardò ad arrivare.
"Mi raccomando, non fate tardi! Andres, hai l'appuntamento con la psicologa alle 16:00!" gli ricordò prima di chiudere la porta.
"Appuntamento con la psicologa? Mi sono persa qualcosa?" gli chiese Alicia.
"Niente, lascia perdere" le rispose, accendendo quella che sarebbe stata la sua prima sigaretta nell'arco della giornata.
"Avanti, hai fregato anche lei?" gli chiese ancora. Lei sapeva di tutti gli psicologi che era riuscito a "fregare", ogni volta era lui stesso a raccontarle tutto ed insieme si divertivano a scherzarci su prendendoli in giro. 
"Lascia stare, non mi va di parlarne."
"Avanti Andres, sono la tua migliore amica! Com'è andato il primo incontro? Per la prima volta è una donna!" disse, con un certo entusiasmo verso la parola "donna".
"Come tutti gli altri." le rispose, quasi disinteressato.
"E allora? Ha chiamato tua madre per dirle che non è in grado di aiutarti?"
Lui non rispose, restò in silenzio, ancora troppo occupato a guardare il fumo della sigaretta uscirgli dalla bocca.
"Hai ceduto, non è cosi?" gli disse sorridendo "Andres Rivas ha ceduto ad una donna!" quasi urlò.
"Cosa diamine stai dicendo?"
"Oggi ci andrai di nuovo, questo significa che non l'hai fregata come di solito fai sempre."
"Voglio solo divertirmi ancora un po', se smetto subito di andarci che gusto c'è?" le disse, in realtà mentendo completamente a lei e a se stesso, a tutto ciò che ora si stava tanto impegnando a fare.
"Non è vero. Stronzo, so che non è cosi, credi davvero di potermi prendere in giro?"
"Pensa ciò che ti pare."
"Com'è? Almeno è carina?" gli chiese ed inspiegabilmente lui arrossì. Non gli era mai capitato, nulla l'aveva mai imbarazzato tanto quanto quella domanda.
"E'.. E' molto giovane." le disse solamente.
"Si ma io ti ho chiesto se è carina!" gli ripete, ma lui stette zitto. "E' carina, si è carina... E pure tanto." affermò ridendo.
"Cosa c'è di cosi divertente?"
"Stai arrossendo. Deve essere una bella ragazza, eh?"
"D'accordo, smettila idiota."
"Se non fosse per il tuo apparente menefreghismo direi che ti sei innamorato."
"Ma ti senti? Ti rendi conto delle cavolate che stai dicendo?"
"Bene, allora non ti dispiacerà se oggi ti accompagno dalla tua amata psicologa."
"C-Cosa? Ma che.."
"Hai detto che sono cavolate, per cui non c'è nulla di male se vengo per conoscerla, no? Dopotutto sei il mio migliore amico."
"Tu sei completamente fuori di testa."
"E tu sei innamorato."
Senza neanche accorgersene, erano già arrivati al parcheggio dove Andres aveva lasciato la sua moto.
"Sali, muoviti."
"Si ma oggi vengo con te, voglio conoscerla."
"Va bene, fa quello che ti pare." le disse, e partì.
Almeno due o tre volte alla settimana, ad Alicia piaceva accompagnarlo al parco che lui tanto amava. Trascorrevano la giornata insieme, mangiavano qualcosa al solito bar poco distante dal parco e si sedevano insieme sulla solita panchina a guardare la realtà delle cose davanti a loro. Parlavano molto tra di loro e la maggior parte degli argomenti che Alicia cercava sempre di affrontare con lui, erano rivolti al suo stato d'animo. Sapeva che era la sola alla quale avrebbe sempre detto la verità, anche se a volte l'aveva respinta, rifiutandosi di parlarne. 
"Come stai oggi?" gli chiese. Aveva già acceso la sua seconda sigaretta.
"Sto bene." le rispose semplicemente.
"Sul serio? Quando smetterai di fumare cosi tanto?"
"Quando tu smetterai di farti filmini mentali su di me e la mia psicologa." le rispose sorridendo, come per voler cambiare argomento.
"Ma ti senti? 'La mia psicologa'." disse, imitando la sua voce. "Sai che non la smetterò, tu sei cotto e stra-cotto caro mio."
"Avanti, finiscila con questa storia."
"Che ti ha detto per far cedere cosi miseramente il tuo titolo da "Divoratore di psicologi"? Eh?"
"Tu ancora pensi che io abbia ceduto?"
"Certo che si. Avanti, ti conosco troppo bene per non rendermene conto." ed aveva ragione, lo conosceva fin troppo bene per far finta di niente. "Andiamo Andres, parliamoci seriamente, stavolta qualcosa è diverso." era riuscita a colpire nel segno.
"E' quello che ho sempre cercato di pensare ad ogni incontro con un nuovo psicologo, ma in realtà tutti loro hanno fatto la stessa cosa."
"Lei può essere l'eccezione."
"D'accordo. Sembra cosi diversa dagli altri. Sembra voler davvero acquistare la mia fiducia, aiutarmi e... Come ha detto lei, non lasciarmi sprofondare nella mia idea di non aver bisogno d'aiuto. Ma per quanto potrà durare tutto questo? Due, tre? Massimo quattro appuntamenti ancora? Poi si accorgerà di non essere all'altezza per aiutarmi e bla, bla, bla..." finalmente aveva confessato, si era arreso davanti alla sua testardaggine poichè sapeva che prima o poi, seppur senza il suo aiuto, lo avrebbe capito.
"Avevo ragione! Avevo ragione!" iniziò a saltellare di gioia lei. 
"Alicia, sto solo cercando di accontentare mia madre. Per me incontrarla non ha nessuna importanza. Voglio solo cercare di impegnarmi per la prima volta, e dimostrare a tutti che ho cercato di fare del mio meglio!" si alzò, leggermente irritato.
"Ah si si, certo Rivas, certo. Intanto mancano solo cinque minuti al tuo appuntamento, sbrighiamoci altrimenti arriverai in ritardo." lo provocò, seguendolo verso la sua moto.
"¡Maldita sea!" esclamò. Non si era minimamente accorto del tempo che passava. "Smettila Alicia, okay?" la rimproverò e partì.
Per quanto lui potesse essere bravo e veloce nel guidare la sua moto, arrivarono allo studio con precisamente quindici minuti di ritardo. Non sapeva ne come ne perchè, ma il suo cuore aveva preso inspiegabilmente a battere ad una velocità anormale, quasi come fosse preoccupato di non arrivare puntuale, quando non gli era mai importato di tutte le volte che lo aveva fatto con gli altri.
"Muoviamoci." disse, togliendo il casco e dirigendosi velocemente verso l'entrata.
"Cosi impaziente di vederla?"
"Alicia, basta!"
Sali cosi velocemente l'infinità di scale davanti a lui, dimenticandosi completamente dell'esistenza dell'ascensore e dei dolori al busto a causa dei lividi ancora evidenti. 
"Ho l'appuntamento con la dottoressa, sono in ritardo." disse quasi senza fiato a Janet, la ragazza alla reception.
"La dottoressa la sta aspettando, era l'ultimo cliente per oggi a quest'ora." gli spiegò e lo invitò ad entrare. 
"E cosi siete soli eh?" gli sussurro all'orecchio Alicia.
"Potrei anche lasciarti qui fuori a morire dalla curiosità, lo sai?" le rispose, avvicinandosi alla porta.
"Non lo faresti mai."
"Mettimi alla prova."
Bussò leggermente alla porta. Bastò solo qualche tocco prima di ricevere una sua risposta.
"Avanti." lo invitò. Ancora quella sua voce rassicurante e dolce che per l'intera notte non aveva fatto altro che accarezzare i suoi pensieri. Ma ora sembrava essere leggermente diversa, come proveniente da emozioni come ansia e preoccupazione riguardo a qualcosa di cui lui ancora non sapeva niente. 
"S-Salve."


Spazio Autrice: 
Ed eccomi qui, dopo tipo non so quanti giorni, alle 6:00 di mattina ad aggiornare. Sarò cosi strana io? Bah. Solo che non riuscivo a prendere sonno e quindi, quale miglior modo di scrivere? E poi la mia piccola testa è stata invasa da tantissime nuove idee riguardo a questa fanfic che presto potrò mostrarvi.
Come ho già spiegato nello spazio autrice dell'altra mia fanfic, ultimamente non ero di buon umore, e quando è cosi tendo a rovinare tutto ciò che scrivo, non mi piace niente e cancello e ricancello tutto un milione di volte. Ed in effetti non credo di aver dato il meglio di me neanche ora, ma non volevo farvi aspettare ancora molto o farvi pensare che avevo abbandonato tutto. Ne approfitto per ringraziare infinitamente serengleepity ed eliss17 per avermi fatto notare alcuni errori. Grazie davvero. E poi tutti per l'immensa pazienza con la quale continuate a seguirmi, specialmente drewsjde. Ora posso andare a dormire. Buona lettura.
Un bacio graaaaande!
TeenAngelita_92
  
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