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Autore: demonsjnside_    03/07/2014    3 recensioni
“Sei deficiente Luke?” disse una voce bassa, leggermente roca. Che bello, qualcuno che diceva che Hemmings era deficiente!
“Hai invitato qualcuno qui sopra? Qualcuno che è per giunta una ragazza?” disse un’altra voce.
Salii ancora le scale e li vidi.
[Tratto dal racconto]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una mattinata con Michael.
Aprii gli occhi e guardai la sveglia, 11:15. Troppo presto. Cercai di riprendere sonno, ma non ci riuscii. I ragazzi si erano già svegliati dato che sentivo le loro voci provenire dal piano di sotto.
Iniziai a pensare a cosa era successo la notte precedente. Michael, le lacrime, il momento in cui mi aveva chiamata piccola. Cosa mi succedeva?
Axelina, non ti starai innamorando. Tu non puoi innamorarti,  stupida. Pensai.
Qualcuno mi tirò fuori dai miei pensieri.
“Piccola? Dormi?” riconobbi quella voce monocorde, era la sua voce. Era la voce di Michael, della persona che non mi aveva fatta dormire per tutta la notte.
“No …” mormorai alzando leggermente la testa per guardarlo. Era in boxer, non aveva neanche una maglietta addosso e io stavo letteralmente morendo mentre lo guardavo. Poggiai di nuovo la testa sul cuscino, mentre sentivo Michael che si avvicinava a me.
“Dovremmo andare dal parrucchiere.” Disse mentre si sedeva sul letto. Ero sicura di avere una faccia di merda, perciò misi la testa sotto il cuscino per non farmi vedere.
“Ma che fai? Dai alzati!” disse togliendomi il cuscino dalla faccia e dandomi un bacio sulla guancia.
“Michael, voglio dormire.” Mormorai guardandolo. Aveva anche lui la faccia stanca, povero. Molto probabilmente neanche lui aveva dormito, proprio come me.
Nonostante ciò che gli avevo detto mi alzai, lo vidi sorridere e uscire dalla camera.
“Bussami alla camera quando sei pronta” disse prima di allontanarsi.
Aprii l’armadio cercando qualcosa di decente da mettermi.
Che cazzo mi metto? Che cazzo mi metto? Non posso vestirmi di merda. Oh ma dai Axelina, da quando ti importa di come ti vesti? Pensai. Stupide voci nella mia testa che mi facevano rincoglionire.
Presi una maglia dei nirvana e i jeans neri, molto più strappati di quelli che avevo il giorno precedente, di nuovo vans nere e poi cambiai il dilatatore. Presi un plug con l’icona dei nirvana dalla scatolina piena di dilatatori e me lo misi con un po’ di fatica.
Accidenti a questi plug sempre difficili da mettere. Pensai
Staccai il cellulare dalla carica e me lo misi in tasca mentre andavo in bagno. Mi lavai i denti e mi spazzolai i capelli, ormai tinti con ricrescita e poi mi diressi davanti alla camera di Michael. Bussai.
Aprì la porta e mi guardò sorridendo. Anche lui aveva i pantaloni neri, aveva una maglietta senza maniche dei “The Rolling Stones”… era semplicemente perfetto.
Mi venne accanto e scendemmo insieme le scale.
“Guardate chi ci sta!” disse Calum girandosi verso di noi.
“Giorno” mormorammo io e Michael all’unisono. Bene, ora parlavamo anche all’unisono
“Dove andate Mich?” ci chiese Ashton gurdandoci. Michael sorrise.
Che ti sorridi? Mi chiesi
“Dal parrucchiere. Guardatela, ha una tinta con ricrescita.” Rispose Michael indicandomi.
La mia domanda è: Questo ragazzo è nato così stupido? Ceh, ora anche in imbarazzo mi deve mettere. Pensai mentre i ragazzi ridevano. Io ero diventata, sicuramente, rossa.
“Ax, mi piace la maglia dei Nirvana.” Mi disse Luke. Mi aveva tolto il rossore in volto, che bravo ragazzo.
“Grazie” mormorai camminando verso la porta d’ingresso.
“Allora Michael, andiamo?” chiesi scocciata. Annuì e si avvicinò a me. Uscimmo.
Dopo esser saliti sulla macchina di Michael calò il silenzio.
Nessuno di noi parlava, fino a quando non arrivammo al semaforo.
Michael frenò.
“Sei arrabbiata con me, vero?” mi chiese guardandomi.
“Perspicace, mi dicono.” Dissi abbastanza arrabbiata, mi accarezzò la spalla e io mi scansai.
“Ax, non volevo, non volevo metterti in imbarazzo. Non credo di sapere come comportarmi con una ragazza, ho sempre vissuto con Ashton, Luke e Calum.” Disse tutto d’un fiato, ripartendo appena scattava il verde.
“Okay, non preoccuparti.” Risposi. Quel ragazzo riusciva a farmi salire i nervi e a calmarmi in così poco tempo.
Arrivammo davanti a un parrucchiere, molto probabilmente Michael era un cliente abituale dato che venne accolto a braccia aperte.
“Che colore Ax?” mi sussurrò Michael all’orecchio mentre attendevamo che due posti per noi si liberassero.
“Come i tuoi?” chiesi, speravo che gli sarebbe andato bene.
“A me va bene, allora io li tingo di nuovo di verde, te però li devi decolorare.” Mi disse sorridendomi.
Due posti per noi si liberarono, ci lavarono i capelli, a me li decolorarono e poi ci misero la tinta.
Michael finì mezz’ora prima di me e pagò. Volevo ridargli i soldi, ma come facevo?
Mi aspettò, poi quando finii anche io andammo a uno dei bar accanto al parrucchiere.
“Vuoi qualcosa piccola?” mi chiese abbracciandomi.
“Un caffè, grazie.” Mormorai al suo orecchio stringendolo forte a me, mentre nello stomaco avevo tutto il San Siro al concerto dei One Direction che ballava la macarena.
Mi accarezzò la schiena e poi si staccò da me per andare alla cassa. Mi sedetti a un tavolino.
Tornò dopo pochi minuti, che a me sembrarono un’eternità, con due caffè e una ciambella.
Sorseggiai lentamente il caffè mentre Michael mangiava la ciambella. “Vuoi?” chiese quando arrivò a metà.
“No, grazie.” Sorrisi guardandolo, poi notai la squadra di rugby della scuola in un tavolo poco distante da noi.
Appena li vidi mi ritornarono in mente tutte le volte in cui mi avevano picchiata, tutte le volte, che dopo esser stata malmenata da loro tornavo in casa, mi chiudevo in bagno e mi rovinavo i polsi.
Mi tornarono in mente le volte in cui ero sola e venivo derisa da loro e da quelle troie delle Cheerleaders.
Michael notò il terrore che si stava propagando nei miei occhi, notò che ero diventata rigida e notò gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.
Si avvicinò a me, mi prese in braccio e mi portò via. Non fece domande. Mi portò in macchina, non si sedette al posto di guida, ma in uno dei posti posteriori. Mi teneva stretta a se cercando di calmarmi. Chiusi gli occhi.

*SPAZIO AUTRICE*
Amatemi, questo capitolo
è più lungo.
Okay, avevo fantasia da
sprecare.
Avete scoperto una parte del
passato della nostra Axelina.
Un passato sconosciuto a voi
babbani, perchè la sottoscritta
ha deciso di non svelarvi 
tutto subito.
Io invece sapevo tutto!
No vabbe, grazie a tutti per le 
recensioni e per aver messo questa
ff tra i preferiti.
Adios people.

||Alessia||
   
 
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